vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Una regola particolare (art.1335), poi, si aggiunge per le comunicazioni scritte tra persone lontane:
entrambe le dichiarazioni si hanno per conosciute nel momento in cui giungono all’indirizzo del
destinatario, il quale può dimostrare che non ne è a conoscenza per non aver avuto la possibilità di
vederle. Questa disciplina si estende agli atti unilaterali ricettizi (diretti ad un determinato
destinatario), i quali producono effetto solo nel momento in cui vengono a conoscenza della
persona cui sono destinati. Si afferma così un vero e proprio principio di cognizione per il quale un
atto diretto ad una persona determinata ha effetto solo quando questa ne viene a conoscenza.
Casi in cui manca l’accettazione
Non sempre però il contratto si conclude con lo scambio di due dichiarazioni di volontà, in alcuni
casi la dichiarazione di accettazione può mancare:
a) Esecuzione prima della risposta: (art.1327) su richiesta dello stesso proponente è possibile
che chi riceve la proposta debba eseguire comunque la sua prestazione, anche senza
preventiva accettazione del contratto: in questi casi colui in quale esegue la prestazione
tiene luogo ad un’espressa accettazione, però il proponente ha diritto di ricevere un pronto
avviso della iniziata esecuzione.
b) Contratto con obbligazioni a carico di una sola parte: (art. 1333) l’accettazione può del tutto
mancare nel caso in cui una parte proponga all’altra un contratto da cui derivino
obbligazioni solo per il proponente. Esempio: l’offerta di una fideiussione fatta al creditore
da chi si propone come fideiussore. (un soggetto “fideiussore” garantisce l’adempimento di
un’obbligazione altrui obbligandosi personalmente verso il creditore).
La revoca
Fin quando il contratto non si sia concluso, le parti possono revocare sia la proposta che
l’accettazione. Anche qui si applica il principio di cognizione, in quanto la revoca avrà effetto
quando giunge a conoscenza dell’altra parte.
Revoca della proposta: il soggetto deve far arrivare all’indirizzo del proponente la revoca della
proposta prima che riceva l’accettazione.
Revoca dell’accettazione: il soggetto deve far arrivare all’indirizzo del proponente la revoca
dell’accettazione prima che riceva l’accettazione. Se la revoca dell’accettazione arriva prima
dell’accettazione, questa si intende revocata.
Proposta irrevocabile
La proposta può esser resa irrevocabile (revoca senza effetto) in 2 casi:
Per iniziativa dello stesso proponente: che dichiari di tener ferma la proposta per un certo
- tempo (c.d. proposta ferma art. 1329);
Per effetto di un patto di opzione: le 2 parti si accordano affinché una mantenga ferma la
- proposta e l’altra rimane libera di accettarla o meno (entro un determinato tempo).
Il contratto preliminare
È il contratto col quale le parti si obbligano a stipulare entro un dato termine un contratto definitivo;
il contratto preliminare non è altro che un contratto consensuale e ad efficacia obbligatoria.
Forma del contratto preliminare
La forma del contratto preliminare si individua avendo riguardo al contratto definitivo. L’obbligo,
assunto col preliminare, di stipulare il contratto definitivo viene rafforzato dalla c.d. esecuzione
specifica (dell’obbligo di contrarre) : se una delle due parti del contratto preliminare si rifiuta di
stipulare un contratto definitivo l’altra parte può rivolgersi al giudice e chiedere una sentenza che
produca gli effetti di un contratto non concluso. Questo è uno strumento di tutela del quale la parte
non si può avvalere se si trova dinnanzi ad un contratto preliminare reale, in quanto quest’ultimo si
perfeziona anche con la consegna del bene ed il giudice non può consegnare nulla.
Trascrizione del contratto preliminare
Per trascrivere un contratto, quest’ultimo deve esser fatto per Atto pubblico o per scrittura privata
con firma autenticata. Il legislatore ha introdotto la trascrizione per quei preliminari che abbiano
come oggetto il futuro trasferimento della proprietà o altro diritto reale su beni immobili. La
trascrizione funziona come una sorta di prenotazione, ovvero se una parte stipula un contratto
preliminare, nel momento in cui si trascrive il preliminare, si prenotano gli effetti della trascrizione
del definitivo, nel senso che prima: Se Tizio prometteva a Caio la vendita di un appartamento e poi,
in spregio a tale promessa, alienava il bene ad un terzo , Caio avrebbe potuto chiedere solo il
risarcimento dei danni. Mentre con la trascrizione del preliminare, nel tempo che intercorre tra la
conclusione del preliminare e la stipula del definitivo: il promissario acquirente (Caio) può far
valere il suo diritto ad acquistare la proprietà con contratto definitivo contro il terzo che nel
frattempo ha acquistato il bene. Però, gli effetti della trascrizione del contratto preliminare non sono
dotati di una durata illimitata: essi cessano e si considerano come mai prodotti se, ai sensi del
3°comma dell'art. 2645 bis cod. civ. : il definitivo non viene trascritto entro un anno dalla data
prevista ed in ogni caso entro tre anni dalla trascrizione del preliminare.
Preliminare improprio (o compromesso) : è un vero e proprio contratto definitivo dal quale sorge
l’obbligo di riprodurlo nella forma idonea alla trascrizione.
Trattative e Responsabilità Precontrattuale
La trattativa è a fase che dovrebbe portare alla conclusione del contratto. L’art. 1337 prevede che
le parti in fase di trattativa devono comportarsi secondo buonafede . Se le parti non si comportano
secondo buonafede vi è un’ipotesi di responsabilità, la c.d. responsabilità precontrattuale che si
ingloba alla responsabilità contrattuale e a quella extracontrattuale.
Buonafede Sinonimo di correttezza (reciproca tra le
parti)
Soggettiva: è uno stato psicologico (l’ignoranza di
ledere l’altrui diritto). La buonafede soggettiva è presunta in tema di possesso. Questa rileva solo
se non dipende da colpa grave, però al di fuori del possesso la buonafede soggettiva si rileva in
base ad un errore e per valutare se questo è scusabile bisogna far riferimento al criterio della
diligenza, questo è unilaterale poiché valuta solo il comportamento della controparte (il debitore).
Quando viene in considerazione questo tipo di buonafede si dice che: “il soggetto è in buonafede”.
Oggettiva: in tal caso il legislatore parla di un “comportamento secondo buonafede”. Qui viene in
considerazione un criterio di valutazione bilaterale affidato al giudice, che serve per valutare il
comportamento di entrambe le parti.
ART. 1337:(siamo di fronte alla responsabilità contrattuale) viene in considerazione la buonafede
oggettiva L’ipotesi è quella dell’ingiustificata rottura delle trattative. Un soggetto intraprende una
trattativa volta a concludere un contratto con un altro soggetto, ad un certo punto quest’ultimo
recede arbitrariamente alle trattative (senza alcun motivo), andando a violare l’interesse dell’altro
soggetto. Questa vicenda può ricostruirsi grazie ad un criterio di valutazione bilaterale che tenga
conto del comportamento di entrambi i soggetti. È ovvio che ciascuna parte in fase di trattativa ha il
diritto potestativo di recedere (non portando a termine il contratto) ma questo può accadere solo se
la parte ha confidato la sua intenzione di recedere, altrimenti dovrà risarcire l’altra parte.
ART.1338: viene in considerazione la buonafede soggettiva. L’ipotesi in cui una parte è in
malafede perché è a conoscenza della causa di invalidità del contratto, una parte è in buonafede
irrilevante poiché ignora la causa di invalidità, una parte è in buonafede rilevante perché è senza
colpa ed ha diritto al risarcimento dei danni. Questa norma fa riferimento alle cause di invalidità
del contratto: nullità ed annullabilità. Clausole vessatorie
ART. 1341: Sono condizioni generali presenti nei contratti e predisposte da una della parti e sono
efficaci se nel momento della conclusione del contratto l’altra parte ne ha conoscenza. In ogni
caso, queste clausole non hanno effetto se non vengono approvate per iscritto.
La disciplina delle clausole vessatorie si applica tra: professionista (colui che agisce nello
svolgimento della propria attività imprenditoriale o professionale); consumatore (colui che
contratta per scopi che sono estranei alla propria attività).
Inoltre, si considerano vessatorie tutte quelle clausole che comportano al consumatore uno
squilibrio di diritti ed obblighi derivanti dal contratto. Lo squilibrio che rende vessatoria la clausola
non riguarda il corrispettivo (il prezzo ingiusto) ma la formulazione non chiara delle condizioni del
contratto.
Clausole nulle
La nullità delle singole clausole non comporta nullità dell'intero contratto; il legislatore dà un
elenco di alcune clausole nulle e tale nullità opera solo a favore del consumatore e può essere
rilevata d’ufficio dal giudice. Si tratta della clausola che esclude o limita la responsabilità del
professionista in caso di morte o danno alla persona del consumatore, ecc... Uno strumento di
tutela è dato dall’azione inibitoria con cui determinati soggetti possono chiedere al giudice che
inibisca l’uso di determinate clausole. La Causa
L’art. 1325 menziona tra gli elementi essenziali del contratto anche la causa, lasciando la sua
identificazione all’interprete. La norma dispone che se manca la causa il contratto è nullo (non
produce effetti). La causa è la funzione tipica del contratto che si conosce nel complesso dei suoi
effetti essenziali. Quindi la causa viene vista come una logica interna che caratteristica il contratto
e giustifica i vari effetti. Da questo punto di vista si parla di funzione economico-sociale. Nei
contratti tipici (contratti previsti dalla legge) la causa è sempre presente, mentre in quelli atipici
(non regolati dal legislatore) si può conoscere la causa anche oggettivamente. Esempio: il leasing
è un contratto atipico, in quanto il legislatore non lo ha mai disciplinato in modo tipico, però è un
contratto socialmente tipico , poiché le clausole dei contratti di leasing sono le solite.
Causa simbolica: è l’ipotesi nella quale un soggetto trasferisce un bene immobile dietro il
corrispettivo di un centesimo. In questo caso si pone il problema della validità dell’atto, perché vi è
un corrispettivo del prezzo che non ha un potere di acquisto. Per questo di parla di causa
simbolica, ovvero il contratto in astratto ha una causa ma esso non può produrre effetti poich&eacut