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La creazione dell'indirizzo IP e l'invenzione dei cookies
IPstate la creazione dell'indirizzo (sequenza di numeri assegnati a ciascun computer durante la navigazione) e l'invenzione dei cookies (file di piccole dimensioni che un webserver immette nei computer durante la navigazione, che consentono di riconoscere i dispositivi utilizzati e seguire le attività svolte dall'utente). L'invenzione dei cookies è stata di natura commerciale: senza di essi non era possibile identificare un utente durante la navigazione. La loro aggiunta ha favorito la nascita del commercio elettronico: oggi è possibile realizzare una serie di funzioni durante la navigazione, frutto della memorizzazione delle azioni e delle preferenze dell'utente (impostazioni di visualizzazione, lingua preferita).
Per effetto di queste e altre modifiche, sono cambiate le condizioni della navigazione. È frequente che l'utente, per accedere a determinati beni e servizi in rete, debba rivelare un complesso di informazioni personali.
Spesso l'identificazione dell'utente è accompagnata dalla richiesta di credenziali per comprovare che l'identità dichiarata sia quella effettiva. Per effetto di queste trasformazioni, oggi è possibile riconoscere un utente e seguirlo nel passaggio da una pagina a un'altra, da un sito a un altro. Una variazione fondamentale si è realizzata nel 2014, quando fu adottata la versione di HTML5, che integra nello stesso browser di navigazione la possibilità di esaminare il tipo di contenuti che vengono trasmessi attraverso la rete, in maniera tale da esercitare una notevole sorveglianza sui comportamenti (ad esempio, un datore di lavoro può impedire ai propri dipendenti di utilizzare la rete negli orari di lavoro per ragioni ludiche, impedendo l'uso dei social network). Con il tempo è divenuto sempre più facile stabilire dove si svolge una certa azione. La fonte primaria di individuazione della localizzazione.La geolocalizzazione è resa possibile dall'amappatura degli indirizzi IP. Una pratica commerciale frutto della possibilità di identificare il geoblocking, la posizione geografica dell'utente è quella del che consiste nel bloccare l'accesso a determinati siti agli utenti provenienti da certe aree geografiche. Una pratica geofiltering, analoga è quella del che consente di stabilire prezzi e condizioni disuguali in ragione dell'area geografica di appartenenza dell'utente. Queste tecniche hanno attirato l'attenzione dell'UE (dato che il loro impiego può pregiudicare la creazione di un mercato unico), per cui questa prassi commerciale ha trovato una regolamentazione con l'adozione a livello europeo di un regolamento sul geoblocking, che limita la possibilità di bloccare gli acquisti transfrontalieri sulla base della nazionalità o del luogo di residenza dell'acquirente. Un simile divieto è espressione di un
generale principio di non discriminazione, il quale impedisce di trattare differentemente gli utenti sulla base della nazionalità o del luogo di residenza. Anche la pressione dei governi ha contribuito a modificare la rete in modo decisivo: l'adozione del Patriot Act (2001), provvedimento simbolo della lotta di contrasto al terrorismo adottato dopo gli attentati alle Torri gemelle, ha stabilito il principio generale secondo cui la rete debba garantire la possibilità di svolgere indagini senza che l'anonimato favorito dalla sua stessa architettura possa essere di ostacolo. Subito dopo l'invenzione del web, si dibatteva sulla nascita di una nuova branca del diritto dedicata alla sfera digitale. Gli scettici sostenevano che ciò non avesse alcun senso in quanto il diritto e la tecnologia sono due creazioni sociali diverse, ognuna delle quali si sviluppa in modo autonomo e indipendente dall'altro. Quando ci riferiamo allo spazio digitale,L'espressione 'architettura' non riguarda le forme tettoniche e le barriere fisiche del mondo reale, ma si riferisce a programmi informatici, software e hardware che contribuiscono a definire lo spazio virtuale. In modo analogo alle barriere architettoniche del mondo reale, a governare la rete sono quelle forme di limitazione dei comportamenti che derivano dalla strutturazione dello spazio virtuale. Il codice informatico stabilisce le condizioni alle quali è possibile utilizzare un programma, un servizio o aprire un certo file. La riflessione sul modo in cui i codici plasmano lo spazio digitale si intreccia con il dibattito sui valori: chi definisce il codice e lo detiene possiede un enorme fonte di potere. In rete chi scrive il codice è il vero legislatore: è da qui che nasce l'espressione 'code is law': nello spazio virtuale il codice informatico è il diritto. Il passaggio nella regolazione dello spazio virtuale attraverso un
Codice che implementa una regola di condotta è identificato nell'adozione di una tecnologia denominata Rights Managements (DRM), programma informatico attraverso cui è possibile fissare cosa si può e non si può fare di un file digitale. Grazie a questa tecnologia, diviene possibile scindere le diverse prerogative che spettano tradizionalmente al proprietario (copiare, leggere, rivendere) e stabilire precisamente cosa questi possa o non possa fare.
L'implementazione della tecnologia DRM è stata la risposta dell'industria dell'intrattenimento ai rischi legati alla transizione dall'analogico al digitale. Quando i costi di copiare e distribuire opere protette diventano prossimi allo zero, e quando la qualità della riproduzione è talmente perfetta da diventare indistinguibile dall'originale, si profila un rischio di violazione del diritto d'autore ben più elevato di quanto non fosse per i contenuti analogici.
Secondo molti, questa trasformazione da analogico a digitale, el'inedita possibilità di condividere, riprodurre e scambiare liberamente file, sta determinando un forte cambiamento nei comportamenti sociali, alimentando la rivendicazione del pieno diritto di ciascun utilizzatore di disporre in piena autonomia dei contenuti digitali nelle forme e nei modi resi possibili dalla tecnologia. In risposta a questi pericoli, l'industria culturale e dei media ha invocato nuove norme di legge che definiscono i diritti sui contenuti digitali. In seguito, si è intervenuto sul codice informatico: importante è il Digital Millenium Copyright Act, la legge del 1998, che ha proibito la creazione e la distribuzione dei programmi informatici volti ad aggirare le restrizioni imposte a protezione dei diritti di proprietà intellettuale attraverso il DRM. Anche l'UE si è mossa con la direttiva 2001/29/CE sul diritto d'autore. La regolazione e i fallimenti delQuando i mercati smettono di funzionare come dovrebbero è necessario intervenire. In caso di un mancato funzionamento è auspicabile un intervento dall'esterno con lo scopo di correggere i cosiddetti fallimenti del mercato. Ogni volta che si verifichi uno di questi fallimenti del mercato, la teoria economica riconosce che le virtù del libero mercato sono pregiudicate, e si apre il campo per l'intervento pubblico.
Un primo fallimento del mercato chiama in causa la razionalità degli agenti economici. L'individuo razionale è in grado di individuare le alternative a sua disposizione e di ordinarle in base alle sue preferenze. Precondizione per il corretto funzionamento del mercato è, dunque, che ciascun individuo abbia interessi ben definiti, descrivibili secondo una funzione di utilità, e che il suo unico scopo sia quello di massimizzare tale utilità. A volte si verificano "scostamenti"
dallarazionalità: è quello che accade per i minori, per l'incapace o in caso di manipolazione della volontà. In tutti questi casi il contratto non è autenticamente espressivo della libera volontà individuale; asimmetrie informative.- Un altro fallimento del mercato si verifica in caso di Perché un mercato funzioni correttamente è necessario che chi vi opera abbia informazioni sufficienti per valutare le condizioni dello scambio (che conosca le caratteristiche del bene o l'affidabilità della controparte). Questo non sempre avviene, per diverse ragioni: in alcuni casi ottenere certe informazioni può essere molto costoso; altre volte vengono fornite false informazioni. Le asimmetrie informative si verificano nei casi in cui le conoscenze necessarie per lo scambio sul mercato siano distribuite in modo diseguale tra le parti. Esse riducono il livello dell'attività economica rispetto a quanto sarebbe
Desiderabile: non possedendo sufficienti informazioni, il potenziale contraente potrebbe decidere di non concludere uno scambio. Quando le informazioni non sono disponibili ai potenziali acquirenti e non sia possibile distinguere tra beni di alta e bassa qualità, il mercato rischia di collassare e di diventare un mercato nel quale si commerciano solo 'bidoni', ossia prodotti di scarsa qualità.
Esternalità: un'altra categoria di fallimenti del mercato è quella delle esternalità. Questo termine fa riferimento agli effetti che il comportamento di un agente economico provoca sul benessere di altri soggetti. Un'esternalità si realizza quando l'azione del soggetto influenzi il benessere di un altro soggetto, incidendo sui diritti di quest'ultimo. Esempio classico è quello della fabbrica che riversa nell'ambiente i rifiuti tossici della produzione.
Le esternalità costituiscono un problema sul piano economico perché il
sfrutti il bene senza contribuire ai costi. Questo fenomeno è noto come "free-rider problem" e può portare alla sottoproduzione o alla mancanza di fornitura di beni pubblici. La soluzione a questo problema può essere l'intervento dello Stato, che si occupa di finanziare e fornire direttamente i beni pubblici, come ad esempio l'istruzione o la difesa nazionale. Inoltre, la regolazione può essere utilizzata anche in questo caso per garantire l'accesso equo e la gestione efficiente dei beni pubblici.utilizzare il bene. Poiché nessuna persona razionale ha un incentivo a pagare per