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La Rivoluzione
La rivoluzione Francese è stata in realtà la risultante storica di tre rivoluzioni: una rivoluzione nobiliare, una borghese ed una tendenzialmente proletaria; la prima fu superata dalla seconda e la terza abortì. La rivoluzione nobiliare mirava a restaurare le funzioni della nobiltà che erano state accentrate nella corte regia, e trovò un'occasione adeguata nelle difficoltà finanziarie che costrinsero il re L XVI a convocare gli Stati Generali; quest'occasione fu però colta dalla borghesia rivoluzionaria, che in pratica pose fine agli Stati Generali costituendosi in autonoma Assemblea Nazionale. Dapprima Corona e borghesia furono quasi alleate, poi il tradimento operato dal Re (con il tentativo di fuga del 1791) ruppe questo legame.
E il Re fu processato e condannato a morte. Prese poi il sopravvento l'ala più estremista della borghesia rivoluzionaria, i giacobini guidati da Robespierre (periodo del Terrore), che con la costituzione dei Comitati di salute pubblica e dei Tribunali speciali mirarono essenzialmente all'eliminazione fisica dei propri avversari politici borghesi. La borghesia moderata riuscì però a porre fine a questa esperienza politica. Intanto la necessità delle guerre sui vari fronti contro le potenze straniere permisero alla figura del generale Bonaparte di emergere politicamente, con la nascita di un potere politico personale che sfociò nell'Impero Napoleonico.
Col termine Diritto Intermedio si indica in Francia il diritto del periodo rivoluzionario, prodotto tra la prima riunione dell'Assemblea Nazionale (1789) e la presa del potere di Napoleone Bonaparte (1799): tale diritto distrusse nel giro di pochi anni l'antico sistema giuridico francese, caratterizzato dalla molteplicità di leggi locali e regionali, e lo sostituì con un unico codice civile, il Codice Napoleonico.
FÜR DIE PREUSSISCHEN STAATEN.2 ALLGEMEINES BÜRGERLICHES GESETZBUCH FÜR DIE DEUTSCHEN ERBLÄNDER.- 18 -anni l'intero ordine sociale preesistente (la forma di governo della monarchia assoluta, l'antica divisione territoriale in province, il regime feudale, il sistema fiscale); furono eliminati tutti i privilegi della primogenitura, qualsiasi differenza derivante dall'età o dal sesso, fu disposta la suddivisione dell'eredità in parti uguali fra i discendenti, si giunse persino ad abolire la libertà di fare testamento (quindi la patria potestà fu molto affievolita). Ma uno dei fini più importanti perseguiti dalla Rivoluzione fu fin dagli inizi l'unificazione del diritto privato: dopo diversi tentativi, Napoleone nominò una commissione di quattro persone (due rappresentanti del diritto consuetudinario e due rappresentanti del diritto scritto), il cui progetto (portato a termine in soli quattro mesi) doveva però essere.Approvato da un organo particolare, il Tribunato, dove sedevano ancora vari oppositori di Napoleone. Il Tribunato rifiutò di approvare il codice, e allora Napoleone ritirò il progetto e procedette ad epurare il Tribunato; quindi quando poi Napoleone chiese di nuovo l'approvazione, non vi fu più alcuna resistenza: nel 1804 fu promulgato il Code civil des francais, che è il risultato sia della politica, che della tradizione.
Il Code civil: prodotto della rivoluzione politica
Il modello del codice francese si comprende solo come modello contro l'ancien regime, cioè come insieme di scelte politiche fondamentali. Nel campo del diritto di proprietà, l'assolutezza dei diritti reali è una reazione al timore del ritorno di forme proprietarie spezzettate e concessionarie proprie del regime feudale; il diritto di famiglia e delle successioni è tutto antifeudale (il grande principio della parità ereditaria è ispirato
della volontà politica di smembrare i grandi patrimoni). Quindi il diritto francese è un "diritto contro": è la logica politica più che la logica astratta che lo tiene insieme. Il Code civil: prodotto della tradizione giuridica Il codice francese è quindi stato il prodotto di almeno tre condizioni: (1) un potere politico deciso a volere la codificazione contro il diritto dell'Ancien Regime; (2) un substrato filosofico (il razionalismo) favorevole alla codificazione, ma anche (3) una dottrina prestigiosa che ha preparato le condizioni tecniche che hanno reso possibile la codificazione. Infatti la commissione che ha redatto il codice si è avvalsa dei lavori dei dottrinari precedenti: l'intera parte relativa ai contratti e alle obbligazioni è stata derivata da Pothier; le definizioni della proprietà e del contratto sono di tipica origine romanica. Anche il diritto di Ragione campeggia nel Codice, poiché ilIl codice stesso si basa su alcuni grandi principi:
- la proprietà è il diritto di fare ciò che si vuole rispetto alla cosa;
- il contratto è la volontà delle parti;
- il semplice consenso trasferisce la proprietà;
- qualunque fatto doloso o colposo che causa danno ad altri obbliga l'autore del fatto a risarcire il danno.
Queste caratteristiche hanno contribuito alla fama del Codice come codice liberale, anche se quest'incrocio di principi disparati causa non pochi problemi applicativi.
Gli sviluppi francesi
I codici ora esistevano, soddisfacevano la mentalità e gli interessi dei cittadini, e non c'era ragione di contestarli; i giudici dovevano rispettarli e applicarli in modo rigido, perché il diritto era emerso con la legge, e la legge era opera non di professori o di magistrati che non avevano alcun mandato di agire in nome della nazione, ma era opera del legislatore, l'unico rappresentante del popolo.
sovrano. Durante la Rivoluzione le facoltà giuridiche erano state abolite; alcuni anni più tardi, l'insegnamento universitario del diritto ricominciò, ma su una base differente: il nuovo sistema prevedeva un'unica università imperiale con dodici facoltà giuridiche, sorvegliate in modo rigido da cinque ispettori generali. La scuola dell'esegesi I nuovi rapporti tra il legislatore e l'interprete trovano la loro base ideologica nella divisione dei poteri teorizzata da Montesquieu e sancita dalla rivoluzione: nasceva così la scuola dell'esegesi. Essa proclamava che per interpretare il diritto non occorre altro che riconoscere la volontà del legislatore, e che per comprendere il significato esatto dei codici bisogna partire dal solo testo e non dalle fonti. Il risultato dell'influenza di tale movimento sarà che il diritto verrà affidato ai pratici, e che il professore dovrà.analizzare le regole del diritto, occupandosi poco dei concetti e della loro conformità alle esigenze della logica. La scuola scientifica Il professore francese per tutto il 1800 doveva scegliere: o insegnare il diritto civile secondo la sua interpretazione, o insegnarlo secondo le soluzioni date dalla Corte di Cassazione di Francia. La prima alternativa sembrava sterile, perché non si poteva sperare di far cambiare rotta alla giurisprudenza; la seconda alternativa, implicando un riconoscimento della funzione creativa della giurisprudenza, comportava un'infedeltà al principio rivoluzionario della divisione dei poteri. François Geny, considerato il fondatore della Scuola Scientifica, provò ad aiutare il giurista francese in questa difficile scelta: il suo merito fu infatti quello di liberare il giurista francese dal timore di tradire le conquiste liberali se prendeva atto che vi erano dei vuoti legislativi, a cui l'interprete (che corrisponde al giudice) doveva dare una soluzione.giudice) non poteva non offrire delle soluzioni. Quindi Geny, sfatando il mito della completezza della legge, intendeva riaprire vasti spazi alla dottrina, che a suo avviso aveva il compito di scoprire un nuovo diritto naturale in evoluzione, dipendente dalla natura delle cose (quindi il giudice aveva una funzione fondamentale).
La circolazione del modello francese
L'espansione militare della Francia fece sì che negli anni 1804-1812 il Code Civil entrasse in vigore in numerose zone, che più tardi riconquistarono la loro sovranità, ed il cui diritto restò però influenzato dai principi della codificazione francese.
Il Belgio e il Lussemburgo
In Belgio nel 1804 il codice civile entrò in vigore automaticamente, ed anche in seguito il legislatore belga si accontenterà di ammodernare alcune parti di esso. Lo stesso vale per il Lussemburgo, che ha mantenuto in vigore il Code Civil fino alla dichiarazione d'indipendenza nel 1890.
Paesi Bassi - 19 - Quando Napoleone annesse i Paesi Bassi all'Impero, fu automatica l'applicazione diretta del codice francese, ma dopo la rivoluzione belga fu preparato un progetto di codice civile, che si basava in modo determinante sull'esempio francese. Un nuovo codice è entrato in vigore in Olanda nel 1992, e questo invece non può essere considerato un codice di derivazione francese, forse più tedesca. La Germania e la Svizzera Con le vittorie di Napoleone contro la Prussia, intorno al 1806 il codice civile penetrò in Germania; la guerra di liberazione pose fine all'influenza francese sulla cultura tedesca, ma il Code Civil rimase in vigore nei territori tedeschi ad ovest del Reno. In Svizzera a partire dal 1804 venne applicato il codice civile, che però rimase in vigore anche dopo la caduta di Napoleone. Nell'arco del XX secolo l'influenza del diritto francese in Germania e in Svizzera perse di importanza con.La promulgazione del BGB e del ZGB.
L'Italia
Il codice civile francese entrò in vigore in quasi tutti gli stati italiani (salvo la Sicilia e la Sardegna) a causa di un intervento della flotta inglese; così nel 1865 anche il regno d'Italia si dotò di un codice di stampo chiaramente francese. Il nuovo codice civile del 1942 sarà meno soggetto all'influenza francese, pur non discostandosene mai completamente.
La Spagna ed il Portogallo
L'evoluzione del diritto in Spagna è ancora oggi caratterizzata dalla vivacità dei diritti locali particolari ("fueros") che si sono sviluppati nel corso del Medioevo nelle singole province e città. Alla promulgazione di un codice civile si arrivò solo nel 1889; questo codice, ancora in vigore, si basa molto sul Code Civil, ma nonostante questo gli ostacoli causati dalla divisione interna non sono ancora stati superati.
In Portogallo, invece, si può parlare di un diritto
unitario sin dal XV sec., anche se solo nel 1867 si ebbe il Codigo Civil, che si distingueva profondamente da quello francese. Infine con il 1967 il Portogallo si è dato un nuovo codice civile, questo influenzato dalla legislazione tedesca, svizzera e italiana.