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Analisi e Sistematica del Reato
L'evoluzione del diritto penale non si è esaurita nella formulazione di una tipologia di reati, elencati e raggruppati nella parte speciale della legislazione penale: la dottrina ha proceduto ad estrarre dai singoli reati elementi comuni, che hanno formato oggetto di elaborazione concettuale, in parte recepita e fatta propria dal legislatore nella parte generale delle codificazioni.
Ciascun elemento del reato è presupposto indispensabile per l'applicabilità della pena nel caso concreto. Il reato è un fatto umano, antigiuridico, colpevole, punibile (non si tratta dell'unico modello di analisi del reato: altri ne vengono proposti da parte della dottrina).
L'interprete deve accertare se è stato commesso il fatto, cioè l'offesa al bene giuridico che individua ciascuna figura di reato, e solo dopo domandarsi se l'autore del fatto ha agito con dolo o con colpa, era imputabile ecc.
e quindi ne è responsabile? O deve invece prima volgere la propria attenzione all'autore, domandandosi quali fossero le sue intenzioni, se sia stato disattento, imprudente ecc., e solo dopo accertare se le sue intenzioni o la sua disattenzione si siano tradotte nel fatto costitutivo di un determinato reato? Quest'alternativa tra primato dell'oggettivo o primato del soggettivo può essere sciolta ricordando che la preferenza dev'essere accordata a quello schema di analisi che meglio rispecchia la struttura del reato in un dato ordinamento. Il legislatore italiano ha quasi costantemente costruito i tipi di reato assegnando il primato all'oggettivo rispetto al soggettivo, cioè al fatto rispetto all'autore. La Costituzione italiana ha disegnato un modello di reato che fa perno sul fatto - sull'offesa ai beni giuridici - assegnando alla colpevolezza (dolo, colpa, imputabilità ecc.) il ruolo, logicamente successivo.individuare e caratterizzare il reato. L'antigiuridicità del fatto indica che esso è contrario alle norme giuridiche vigenti, mentre la colpevolezza del fatto antigiuridico si riferisce alla responsabilità dell'autore del reato. La punibilità del fatto antigiuridico e colpevole indica che il reato può essere sanzionato secondo le leggi. In sintesi, un reato è costituito da un fatto umano antigiuridico e colpevole, che offende uno o più beni giuridici.descrivere quella forma di offesa: la con-dotta, cioè un'azione o un'omissione, cioè il mancato compimento di un'azione giuridicamente doverosa; i presupposti della condotta, cioè le situazioni - di fatto o di diritto - che devono preesistere o coesistere con la condotta; l'evento o gli eventi, cioè gli accadimenti temporalmente e spazialmente separati dalla condotta e da questa causati; il rapporto di causalità tra condotta ed evento; l'oggetto materiale, cioè la persona o la cosa sulla quale incide l'azione o l'omissione o l'evento; le qualità o le relazioni giuridiche o di fatto richieste per il soggetto attivo del reato nei reati propri, cioè nei reati che possono essere commessi solo da soggetti qualificati; l'offesa al bene giuridico protetto dalla norma incriminatrice, nella forma del danno o in quella del pericolo.
ogni fatto di reato. Una condotta – nella forma dell'azione o dell'omissione – ed un'offesa – nella forma del danno o del pericolo – sono presenti in qualsiasi fatto penalmente rilevante, ma vi sono reati in cui il fatto è costituito solo da un'azione o da una omissione dannosa o pericolosa – reati di mera condotta – mentre nei reati di evento il fatto consta di una condotta, di uno o più eventi e di un rapporto che collega la condotta all'evento o agli eventi. Gli elementi costitutivi del fatto sono di regola espressamente previsti dalla norma incriminatrice; talora sono invece sottintesi, nel senso che la loro presenza è tacitamente richiesta dalla norma per la configurazione del fatto. Nella grande maggioranza dei casi gli elementi del fatto di reato sono individuati dal legislatore come elementi positivi, cioè come elementi la cui presenza nel caso concreto è necessaria per la configurazione del reato.Sussistenza del fatto. A volte però la legge richiede per l'esistenza del fatto l'assenza di una qualche situazione di fatto ogiuridica: si parla in questo caso di elementi negativi del fatto. Per individuare gli elementi del fatto di reato il legislatore può fare uso sia di concetti descrittivi, sia di concetti normativi: si parla di concetti descrittivi quando il legislatore usa termini che fanno riferimento a oggetti della realtà fisica o psichica, suscettibili di essere accertati coi sensi o comunque attraverso l'esperienza. Un elemento del reato è invece individuato con un concetto normativo quando il legislatore fa ricorso a un concetto che fa riferimento ad una norma o ad un insieme di norme giuridiche od extragiuridiche. Il secondo elemento del reato, l'antigiuridicità, esprime il rapporto di contraddizione tra il fatto e l'intero ordinamento giuridico, all'insieme delle facoltà e dei doveri derivanti da.
l'accusa di colpevolezza sono la coscienza e la volontà dell'agente nel commettere il fatto. La coscienza indica la consapevolezza dell'illiceità del proprio comportamento, mentre la volontà indica l'intenzione di compiere l'azione nonostante la consapevolezza dell'illiceità. La punibilità, invece, indica la possibilità di infliggere una sanzione all'agente per il fatto commesso. La punibilità dipende dalla gravità del reato e dalle circostanze specifiche in cui è stato commesso. È importante sottolineare che la presenza di una causa di giustificazione può escludere la colpevolezza e quindi la punibilità dell'agente. Le cause di giustificazione sono norme che autorizzano o impongono la realizzazione di un fatto penalmente rilevante in determinate circostanze. Se il fatto è commesso in assenza di una causa di giustificazione, sarà considerato antigiuridico e costituirà reato se concorrono gli altri elementi del reato. Se invece è commesso in presenza di una causa di giustificazione, sarà considerato lecito e quindi non costituirà reato, non essendo soggetto a nessuna sanzione. In conclusione, le norme che disciplinano le cause di giustificazione hanno efficacia universale in qualsiasi luogo dell'ordinamento, determinando la liceità o l'illiceità di un fatto penalmente rilevante. La colpevolezza e la punibilità dipendono dalla consapevolezza e dall'intenzione dell'agente nel commettere il fatto, mentre la presenza di una causa di giustificazione può escludere la colpevolezza e la punibilità.Il rimprovero personale per la commissione del fatto antigiuridico sono:
- α. dolo o colpa;
- β. assenza di scusanti, o normalità delle circostanze concomitanti alla commissione del fatto;
- χ. conoscenza o conoscibilità della norma penale violata;
- δ. capacità di intendere e di volere.
Il dolo è rappresentazione e volizione di tutti gli estremi del fatto antigiuridico. La colpa consiste nella negligenza, nell'imprudenza, nell'imperizia o nell'inosservanza di norme giuridiche preventive e deve abbracciare tutti gli elementi del fatto antigiuridico. La colpevolezza esige anche che il fatto antigiuridico, doloso o colposo, sia commesso dall'agente in assenza di scusanti, cioè di circostanze anormali, tali, nella valutazione legislativa, da influenzare in modo irresistibile la volontà dell'agente o le sue capacità psicofisiche e da rendere perciò inesigibile un comportamento diverso da quello.
tenuto nel caso concreto. La conoscenza o la conoscibilità della norma penale violata comporta che l'agente sapesse, o potesse sapere usando la dovuta diligenza, che il fatto antigiuridico, doloso o colposo, da lui commesso, era represso da una norma incriminatrice. Non è colpevole, e quindi non può essere punito, chi al momento in cui ha commesso il fatto non era imputabile (85 c.p.), ed è imputabile chi è capace sia di intendere sia di volere. All'interno della punibilità va ricondotto l'insieme delle condizioni, ulteriori ed esterne rispetto al fatto antigiuridico e colpevole, che possono fondate od escludere l'opportunità di punirlo. È controverso se la punibilità debba essere collocata tra gli elementi del reato, o se appartenga ad un diverso ed ulteriore capitolo del diritto penale. Le scelte del legislatore sull'opportunità di punire un fatto antigiuridico e colpevole possonoEsprimersi nell'individuazione di un duplice ordine di condizioni:
- Condizioni che fondano la punibilità;
- Condizioni (o cause) che escludono la punibilità.
Fondano la punibilità quelle che il legislatore designa come condizioni obiettive di punibilità: si tratta di quegli accadimenti, menzionati in una norma incriminatrice, che esprimono solo valutazioni di opportunità in ordine all'inflizione della pena.
Escludono la punibilità, e possono quindi chiamarsi cause di esclusione della punibilità:
- Alcune situazioni contestuali alla commissione del fatto che attengono alla posizione personale dell'agente o ai suoi rapporti con la vittima (cause personali di non punibilità);
- Alcuni comportamenti dell'agente susseguenti alla commissione del fatto antigiuridico e colpevole (cause sopravvenute di non punibilità o di risoluzione della punibilità);
- Alcuni fatti naturali o.
estinto o che manca una condizione di procedibilità, lo dichiara di ufficio con sentenza. Quando ricorre una causa di estinzione del reato ma dagli atti risulta evidente che il fatto