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QUINDI:
-Ne l'adesione semplice psicologica, ne la connivenza, posso costituire il concorso morale.
-Il concorso morale ha le stesse logiche del concorso materiale. Bisogna vedere se il comportamento del
concorrente abbia agevolato o rinforzato l'azione di reato.
Nei soggetti ci deve essere il c.d. dolo di concorso, il quale equivale la coscienza e la volontà di
compiere il fatto e serve anche quel qualcosa in più che consiste nella volontà di concorrere ad un reato
comune.
15/03/16
conclusione concorso delle persone nel reato, adesso si parla di agente provocatore. Situazione
seguente che pone alcuni problemi. Chi è e cosa è l'agente provocatore, che attinenza ha con la disciplina
del concorso del reato.
Agente provocatore è colui che normalmente fa parte delle forze di polizia e che viene infiltrato nelle
associazioni criminali con determinati compiti, sostanzialmente di prevenire la commissione di reati e con il
compito di acquisire notizie che sono utili per quanto riguarda lo svolgimento delle indagini su un
determinato reato. Un agente che si infiltra in un'associazione criminale.
Che forma di responsabilità assume l'agente infiltrato?
Agente provocatore e agente infiltrato non sono intercambiabili, l'infiltrato entra in questi gruppi criminali ma
vi entra in modo marginale, ossia di fingere di spacciarsi uno di loro ma agente infiltrato serve solo per
raccogliere notizie che trasmette ai colleghi che sono evidenti, in modo da arrestarne i colpevoli. Questa
figura è prevista da una serie di norme speciali (riciclaggio, stupefacenti...).
Art. 97 del DpR 309/1990 (legge 146/2006). C'è una responsabilità dell'agente sotto copertura? Qual è il
rischio dell'agente sotto copertura? Rischio dal punto di vista giuridico-penale. Agente sotto copertura non si
limiti soltanto ad assistere (far finta di essere parte dell'organizzazione) il problema è sino a che punto si
spinge la sua attività per non essere colto da responsabilità penale.
Che succedere se questa persona per fare emergere la vera attività istiga a commettere un reato, per es.
istiga a vendere una partita di droga. Lo fa per far venire fuori i criminali e attuare le operazioni di polizia, in
Sicilia erano imputati vertici di forze di polizie perché contestavano che loro avevano provocato determinati
reati e quindi siete diventati complici e concorrenti.
L'agente provocatore è disciplinato dall'art. 51 del cp - esercizio di un diritto o adempimento di un dovere; il
carabiniere sotto copertura non è punibile finché la presenza di questo agente è passiva (un ruolo di
secondo piano - anche se è difficile stabilire sino a che punto si è nel lecito e quando si sconfina nell'illecito,
in questo caso non c'è il rischio di concorso di reato - non sollecito né stimolo per commettere reati). Si arriva
a un punto in cui non si è più coperti dall'art. 51 e quindi si arriva al concorso di reato. Ma qua manca
elemento soggettivo, perché si vuole lavorare con i criminali per farli saltare fuori, se la cosa va avanti allora
l'agente sotto copertura è complice.
Generale Mori che è stato imputato di collaborazione con la mala, tu sapevi ma non sei intervenuto.
Il principio è l'agente non deve provocare. Se l'agente provocatore determina a commettere un reato
definitivamente viene assorbito dal 110 cp.
Altri 2 problemi del 110 cp, ai casi di c.d. concorso anomalo o partecipazione anomala. Ossia concorso in
un reato diverso (art. 116 cp) e mutamento del titolo di reato (art. 117).
Art. 116 cp esempio; Tizio e Caio si mettono d'accordo per fare un furto in appartamento, Tizio decide di
rimanere sul marciapiede a fare da palo e Caio entra nell'appartamento gira per le stanze per rubare fin
quando entra in una stanza e in maniera inaspettata vede che c'è la cameriera che sta dormendo. Caio
vedendo la cameriera che dorme sottopone la cameriera a violenza sessuale dopo averla violentata
abbandona la borsa e scappa ricongiungendosi con Tizio che faceva da palo. La cameriera si sveglia e da
l'allarme T. e C. vengono arrestati.
Problema è che T. e C vengono interrogati e questi dovevano commettere un furto ma invece si è consumata
una violenza sessuale. Profilo di diritto, fermo restando che C risponde per violenza T. che fa?
Art. 116 cp; il reato è stato commesso anche grazie a azione o omissione di uno dei concorrenti, qua T. fa
da palo per cui C. commette il reato perché Tizio fa la guardia. In questo caso se seguissimo a occhi chiusi
quello che è scritto nel 116 cp Tizio sarebbe chiamato a concorso in violenza sessuale per una mera
causalità di tipo materiale, noi dovremmo dire "tu hai agevolato la consumazione di quel reato?". Violenza
sessuale anche se diverso da quello che era voluto. Manca elemento soggettivo T. e C. si erano messi
d'accordo per commettere un furto, T. sapeva che dovevano fare un furto non che dovevano fare uno stupro.
Art. 116 è massima evidenza del legisl. del 1930, questa nei confronti di T. è una responsabilità oggettiva. Il
canone del legislatore del 1930 qui in re illicita versatur tenetur etiam pro capio (colui che si trova in una
situazione illecita è soggetto a tutte le conseguenza anche quelle derivanti dal caso - anche quelle non
dipendenti da lui, non volute non scelte da lui. Questo criterio è un criterio che il cp del 1930 ha utilizzato a
piene mani questo si pone in contrasto con principio di colpevolezza - art. 27 Cost.). Il Legisl. si è basato
su "è vero che il palo rimasto al portone non aveva deliberatamente scelto di partecipare a una violenza
sessuale ma aveva scelto di commettere un reato doloso, c'è una sorta di dolus generalis. Il palo sta li
perché aveva deciso di commettere un reato diverso, ma sempre reato è.". Avevi deciso di commettere un
reato? Peggio per te.
Caso di responsabilità oggettiva (responsabilità senza colpa), sino al 1950 era consentito dall'ordinamento
dopo entrata in vigore della Costituzione questa è una norma anomala, per cui varianti individuali al piano
comune - strada diversa presa a opera di una persona.
Questa è stata una delle prime norme portate alla Corte Costituzionale e lei con riferimento alla norma ha
pronunciato una sentenza interpretativo di rigetto. Cioè la Corte può o dichiarare tout court
costituzionalmente illegittima una norma però per un principio di economia giuridica non sempre il giudizio
della corte si deve concludere con una illegittimità costituzionale, la corte può salvare la norma sotto il suo
giudizio fornendone interpretazione conforme al dettato costituzionale. Questa norma può essere
interpretata in vari modi, se fatta in modo A allora illegittimità ma se interpretata in modo B conforme a
costituzione. Quindi la norma è stato detto che non è illegittima a patto che venga interpretata in un certo
mondo. Sentenza interpretativa di rigetto.
Cosa si è verificato nel 1965 sent. n 42? La Corte Cost. ha dato una interpretazione adeguata a art. 116 cp,
come dobbiamo intenderla? Questa dobbiamo intenderla quando intendiamo concetto di reato diverso
(diverso da quello voluto da uno dei concorrenti) il reato diverso deve comunque rappresentare un naturale
svolgimento, possibile esito, prevedibile esito del reato che si era progettato. Lo sviluppo deve
rappresentare uno svolgimento prevedibile del reato che si era progettato.
Si può dire che la violenza sessuale rappresenti lo sviluppo prevedibile di un furto? La questione è molto
difficile. Quindi art. 116 cp non può applicarsi.
Però può applicarsi nel caso di rapina a mano armata che possa sfociare in un omicidio. Accordo era fare
una rapina con armi vere e cariche anche se c'era un tacito accordo di non utilizzare le armi per uccidere è
facilmente prevedibile che in una situazione del genere possa scapparci il morto. Allora il 116 cp si applica in
modo del tutto legittimo.
Art. 116 cp sviluppo ragionevolmente prevedibile del reato che ci si era accordati di fare. Questo significa
che nella preparazione di questo reato, nel concorso con i complici tu sei stato quanto meno incauto a non
prevedere che portando le armi vere e cariche tu sei stato incauto a non prevedere che queste potevano
essere utilizzare per uno scopo diverso, ossia l'uccisione di una persona.
Art. 116 cp caso di aberratio delicti - delitto diverso che si realizza per un'altra causa.
04/04/16
IL FATTO NEL REATO COLPOSO
Reato commissivo colposo, art. 43 definisce il delitto colposo come delitto in cui evento può essere
preveduto ma non voluto dall’agente. Verificarsi per mezzo di negligenza o per violazione di regole
precauzionali. Tutto ruota attorno alla violazione delle regole di diligenza, perché si studia differenziandolo
dal reato doloso.
Il reato colposo sia strutturalmente diverso dal doloso (costruzione separata dei tipi di illecito), anche dal
punto di vista del fatto tipico il delitto colposo costituisce qualcosa di diverso. Dove la diversità? La si
individua dalla violazione delle regole precauzionali di condotta. Il carattere tipico dell’azione colposa non è
data dalla causazione dell’evento ma alla base c’è la violazione delle regole precauzionali. Queste regole
di prudenza.
In diverse situazioni si considera immediatamente l’evento ma cosa si guarda dell’evento? Per che cosa è
successo, a seguito di che. La Costa Concordia, la condotta tipicamente colposa perché il comandante della
nave ha violato alcune regole di diligenza, di prudenza.
Ci sono delle regole di esperienza, cristallizzazione di giudizi di evitabilità, di prevedibilità, di evitabilità.
Queste regole hanno finalità preventiva e cautelare. Come sono individuabili le regole di diligenza?
- comunale, ordine
le norme giuridiche, art. 43 leggi, regolamenti, ordini [es. disposizione dell’autorità
che vieta il transito su un certo marciapiede perché dissestato] o discipline [si individua nelle norme
dettate da un imprenditore da osservare ad es. nello stabilimento industriale] (colpa specifica) - fonte di
produzione rara nel 1930 mentre oggi è la regola. Tutte queste norme hanno finalità cautelare di
prevenire il rischio, queste sono le regole codificate.
- le norme non codificate, ossia quelle norme di prevedibilità (percepire in anticipo il pericolo) e evitabilità
che residuano in quello spazio non codificato, queste discendono dalla negligenza, imprudenza, imperizia.
Come fa il giudice a individuare le regole di diligenza? Nella condizione dove non ci sono regole scritte che
siano state violate. Il giudice farà riferimento al comportamento che in quella situazione avrebbe tenuto un
uomo