Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 3
Diritto penale - i reati sessuali nella legislazione italiana Pag. 1
1 su 3
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

I RETI SESSUALI NEL CODICE ROCCO

Nel codice rocco i delitti sessuali trovano applicazione nel IX titolo del II libro (delitti controla moralità pubblica ed il buon costume).

Il titolo IX, comprende una diversa classificazione ed è diviso in tre capi con un ridotto numero di fattispecie.

Da un raffronto con il titolo VIII del codice del 1889 può rilevarsi che, da un lato, alcune figure di reato hanno avuto diversa sistemazione pur rimanendo nell'ambito dello stesso titolo (es: corruzione di minorenni); dall'altro lato, alcune figure di reati sono state trasferite in un diverso titolo (es: bigamia, adulterio...).

La sistemazione adottata dal codice del 1930 presenta criteri di maggiore omogeneità rispetto al codice del 1889.

Il legislatore del 1930, a differenza di quello del 1889, introduce il capo della "libertà sessuale"; Sembra, quindi, che esso voglia richiamare l'attenzione sulla tutela della persona a determinarsi.

liberamente nella sfera sessuale. Il Manzini, però, applicandosi allo studio del nuovo codice, continua a presentare questa classe di reati secondo una chiave di lettura identica a quella utilizzata per il vecchio codice. Quindi l'oggetto generico della tutela penale è sempre l'interesse dello Stato di garantire i beni giuridici della moralità pubblica e del buon costume. L'insegnamento del Manzini è largamente condiviso da altri giuristi come Antolisei e Maggiore. Il codice del 1930 riproduce la distinzione tra violenza carnale e atti di libidine violenti in modo simile a quella del codice precedente. Le norme sulla violenza carnale e atti di libidine violenti continuano a ritenere profilo essenziale della condotta costitutiva del reato la violenza o la minaccia del soggetto agente. Sono sempre presenti, inoltre, nel codice del 1930 ipotesi di violenza carnale e atti di libidine presunti, costituendo in questo modo quattro fattispecie. Si sonocosì riproposti in dottrina e giurisprudenza gli stessi problemi sorti con il codice del 1889; in particolare quello della definizione della congiunzione carnale e degli atti di libidine violenti e quello della demarcazione dei limiti tra le diverse figure di reato consumate e tentate. Si può rilevare nell'elaborazione dottrinale e giurisprudenziale il consolidarsi dell'orientamento secondo cui - consistendo il delitto di violenza carnale nella congiunzione carnale e quello di atti di libidine violenti in ogni atto diverso dal coito - integrano il tentativo di violenza carnale tutti gli atti diretti alla congiunzione, diversi dagli atti in sé libidinosi, mentre il compimento di un atto oggettivamente libidinoso integra il delitto di atti di libidine violenti. Quanto al delitto di corruzione di minorenne, il codice del 1930 introduce importanti innovazioni. Esso non incrimina più chi mediante atti di libidine corrompe una persona minore di sedici anni ma chiunque.

fuori dai casi previsti dagli artt. 519, 520, 521, commette atti di libidine su persona o in presenza di persona minore degli anni sedici o chi induce persona minore degli anni sedici a commettere atti di libidine su se stesso, sulla persona del colpevole o su altri.

Il codice stabilisce poi, che la punibilità è esclusa se il minore è persona già moralmente corrotta.

L'art 530 del codice rocco configura un reato di pericolo al posto del reato di danno.

LA LEGGE 15/2/1996, n. 66

La normativa originaria del codice del 1930 è stata abrogata e sostituita con quella dettata dalla l. 15/2/1996, n. 66.

Dettagli
A.A. 2012-2013
3 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/17 Diritto penale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeriadeltreste di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto penale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Coppi Franco.