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Il fatto
Il fatto: specifica forma di offesa a uno o più di giuridici: tale offesa può derivare sia da attività esteriori che aggrediscono il bene (reati commissivi), sia dall'omissione di azioni giuridicamente imposte per proteggere il bene (reati omissivi).
A) Il fatto nei reati commissivi.
Elementi del fatto nei reati commissivi (reati caratterizzati dal compimento di azioni vietate dalla legge):
- L'azione: nei reati commissivi, l'offesa ai beni giuridici avviene tramite un'azione (umana, cioè un'attività esteriore).
- Nei reati a forma vincolata: l'azione (concreta) sarà penalmente rilevante solo se compiuta con quelle determinate modalità descritte dalla norma incriminatrice.
- Nei reati a forma libera: il legislatore attribuisce rilevanza ad ogni comportamento umano che abbia causato, con qualsiasi modalità, un determinato evento. (In questi casi, l'azione concreta personalmente rilevante si concretizza,
nei reati dolosi, nell'attività consistente nell'uso del mezzo scelto dall'agente per causare l'evento; nei reati colposi, nell'attività, in ogni azione, che abbia colposamente creato il pericolo concretizzatosi nell'evento).
nei reati di possesso: reati nei quali l'oggetto del divieto è il possesso o la detenzione di questa o quella cosa, e non il compimento di un'azione (es. delitto di detenzione di monete falsificate); per armonizzare tali reati con l'idea del reato come offesa creata attraverso un'azione umana, basta, notiamo, il requisito dell'azione consistente nel procurarsi o nel ricevere la cosa.
reati di sospetto: speciale sottogruppo dei reati di possesso; nei reati di sospetto, l'onere della prova della destinazione o della provenienza lecita della cosa incombe interamente sull'imputato e finché il giudice versi in dubbio si impone una pronuncia di condanna (contrasto con l'art. 27.
2 Cost: presunzione di non colpevolezza).
2) i presupposti della condotta: in molti reati, la rilevanza penale di una specifica forma di offesa ad un bene giuridico è subordinata alla condizione che l'azione venga compiuta in presenza di determinate situazioni di fatto o giuridiche: tale situazioni sono definite "presupposti della condotta". (Es. in assenza del presupposto gravidanza, non può realizzarsi la condotta consistente nel compiere, senza il consenso della donna, atti interruttivi della gravidanza).
3) l'evento: spesso la norma incriminatrice richiede il verificarsi di un evento, cioè: un accanimento temporaneamente e spazialmente separato dall'azione e che da questa dev'essere causato. L'evento può consistere: in una modificazione della realtà fisica o psichica, in un'alterazione della realtà economico-giuridica...
4) il rapporto di causalità: l'evento rileva solo se è stato causato.
della causalità: - teoria della causalità adeguata: l'azione A è causa dell'evento B se l'evento B è una conseguenza ragionevolmente prevedibile dell'azione A. Secondo questa teoria, l'azione deve essere adeguata a produrre l'evento in base alle circostanze del caso. - teoria della causalità diretta: l'azione A è causa dell'evento B se l'azione A è direttamente collegata all'evento B senza l'intervento di altri fattori causali. Questa teoria si concentra sull'elemento di immediatezza tra l'azione e l'evento. - teoria della causalità alternativa: l'azione A è causa dell'evento B se l'azione A è una delle possibili cause dell'evento B, anche se non è l'unica causa. Secondo questa teoria, l'azione contribuisce all'evento, ma non è l'unico fattore causale. È importante sottolineare che la teoria della causalità varia a seconda del contesto legale e delle norme applicabili. La determinazione della causalità in un caso specifico dipende da una valutazione dei fatti e delle circostanze.condizionalistica:- Il concorso di fattori causali preesistenti, simultanei o sopravvenuti non esclude il rapporto di causalità tra l'azione e l'evento, quando l'azione è una condizione necessaria dell'evento (e ciò vale anche se i fattori estranei all'opera dell'uomo sono anormali o rari);
- Il rapporto di causalità non è escluso nemmeno se il fattore causale ulteriore rispetto all'azione dell'uomo consiste in un fatto illecito di un terzo;
- Il rapporto di causalità non sussiste quando tra l'azione e l'evento si è inserita una serie causale autonoma, che è stata da sola sufficiente a causare l'evento: in tal caso, l'azione (se tale azione costituisce per sé reato si applica la pena per questo stabilita) è solo un antecedente temporale, e non una condicio sine qua non dell'evento.
- Teoria della causalità adeguata: l'azione A è causa
dell'evento B quando senza l'azione A l'evento B non si sarebbe verificato e l'evento B rappresenta una conseguenza prevedibile (normale) dell'azione A. È esclusa quando tra l'azione e l'evento intervengono fattori causali anormali. - teoria della causalità umana: l'azione A è causa dell'evento B quando senza l'azione A l'evento B non si sarebbe verificato e inoltre il verificarsi dell'evento B non è dovuto al concorso di fattori eccezionali. Il rapporto di causalità si considera escluso quando tra l'azione e l'evento intervengono fattori causali rarissimi (che hanno una insignificante probabilità di verificarsi). L'accoglimento della teoria condizionalistica nell'art. 41 c.p. 28 Art. 41 c.p. (concorso di cause). Comma 1 "Il concorso di cause preesistenti o simultanee o sopravvenute (anche se indipendenti dall'azione od omissione del colpevole), non esclude ilrapporto di causalità fra l'azione od omissione e l'evento".
Comma 2 "Le cause sopravvenute escludono il rapporto di causalità quando sono state da sole sufficienti a determinare l'evento. In tal caso, se l'azione od omissione precedentemente commessa costituisce di per sé un reato, si applica la pena per questo stabilita".
Comma 3 "Le disposizioni precedenti si applicano anche quando la causa preesistente o simultanea o sopravvenuta consiste nel fatto illecito altrui".
Al primo comma notiamo che per la sussistenza del rapporto di causalità basta che l'agente abbia posto in essere uno solo degli antecedenti necessari dell'evento; dal terzo comma notiamo che un'azione che sia condizione necessaria dell'evento ne resta causa anche se tra i fattori causali si annoveri un fatto illecito altrui.
Al secondo comma si nota che nel caso di cause sopravvenute che sono state da sole sufficienti a determinare l'evento,
È evidente che tra l'azione e l'evento si è inserita una serie causale autonoma, la quale fa sì che quella azione tra presenti non una condizione necessaria dell'evento, ma solo un suo antecedente temporale; comunque, quella azione solo temporalmente precedente l'evento, può di per sé costituire un reato (infatti, l'art. 42. 2 c.p. afferma che "se l'azione od omissione precedentemente commessa costituisce per sé un reato, si applica la pena per questo stabilita). Sul tema la Cassazione ha avuto modo di precisare che il rapporto di causalità tra l'azione e l'evento può escludersi solo se si verifichi una causa autonoma e successiva, che si inserisca nel processo causale in modo eccezionale, atipico, imprevedibile, mentre non può essere escluso il nesso causale quando la causa successiva abbia solo accelerato la produzione dell'evento, destinato comunque a compiersi sulla base di una
valutazione dotata di un alto grado di credibilità razionale o di probabilità logica. 5) l'oggetto materiale: in alcune figure di reato l'azione o l'evento devono incidere su una persona o su una cosa (oggetto del reato quindi). 6) le qualità o le relazioni del soggetto attivo nei reati propri: il reato comune è il reato che può essere commesso da chiunque. Il reato proprio è invece il reato che può essere commesso soltanto da chi possiede determinate qualità o si trova in determinate relazioni con altre persone. Quindi, tale reato può essere commesso solo dal soggetto che si trova in una posizione che riflette un particolare rapporto con il bene giuridico, il quale può essere attaccato direttamente solo da chi appartiene a una cerchia determinata di soggetti. Nell'ambito del concorso di persone (ovviamente nei reati propri): - il soggetto privo della qualifica richiesta dalla norma incriminatrice cheFormattazione del testo con tag HTML
haagevolato o istigato alla commissione del reato proprio la persona qualificata, concorre oggettivamente nel reato proprio, perché ha contribuito all'offesa del bene giuridico tutelato dalla norma;
29- si può avere concorso doloso all'offesa che caratterizza il reato proprio solo se l'istigatore o l'agevolatore sia a conoscenza di tutti gli elementi del fatto, a cominciare dalla qualità del soggetto attivo.
7) l'offesa: l'offesa al bene o ai beni tutelati può assumere la forma della lesione o del pericolo (per l'integrità del bene o dei beni). La lesione (danno) si concretizza in una distruzione, alterazione in peggio, diminuzione di valore... del bene giuridico tutelato dalla norma incriminatrice; il pericolo esprime invece la probabilità della lesione, una lesione quindi solo potenziale del bene giuridico tutelato dalla norma incriminatrice.
- reati di danno sono quelli dove il legislatore reprime fatti che
compromettevano l'integrità dei beni;- reati di pericolo sono quelli dove il legislatore reprime fatti che minacciano l'integrità del bene (es.: delitti di incendio, inondazione...: tali reati, come si vede, sono di pericolo in quanto mettono in pericolo la vita o la integrità fisica di un numero indeterminato di persone). I reati di pericolo concreto sono quelli in cui il giudice deve accertare se nel singolo caso concreto il bene giuridico ha corso un effettivo pericolo; i reati di pericolo astratto sono invece quelli dove il legislatore, sulla base di leggi di esperienza, ha provveduto che una classe di comportamenti è, nella generalità dei casi, fonte di pericolo per uno o più beni giuridici (quindi, in questi casi, il pericolo non è elemento del fatto di reato e la sua sussistenza nel caso concreto non deve essere accertata dal giudice). B) Il fatto nei reati omissivi. Elementi del fatto nei reati omissivi (reati caratterizzatidall'omissione delle azioni imposte dalla legge per proteggere beni giuridici; è quin