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COLPA
1) Art. 42 c.p. ==> la responsabilità colposa è “residuale” ==> nei delitti solo se espressamente
previsti, nelle contravvenzione c'è indifferenza tra dolo e colpa.
La colpa quindi veniva considerata una figura residuale, ora è più difficile dirlo perchè il campo
delle contravvenzioni si è esteso molto e sopratutto c'è un'espansione enorme di reati colposi.
E' molto più facile violare le regole cautelari: ad. es. omicidio colposo e lesioni colpose. Colpa
molto frequente nella casistica applicativa.
2) La colpa come il dolo ha due momenti logici: • tipicità • valutazione da parte del giudice della
violazione della regola cautelare.
3) Def. delitto colposo: << il delitto è colposo o contro l'intenzione quando l'evento – anche se
preveduto- non è voluto dall'agente e si verifica a causa di imprudenza, negligenza o imperizia,
ovvero per violazione di leggi, regolamenti, ordini e disciplina>>. Si tengono divisi i primi tre casi
(imprudenza, negligenza, imperizia) come colpa generica, gli ultimi come colpa specifica. I primi
tre sono regole sociali, le altre regole giuridiche.
La strada percorsa negli ultimi anni è di positivizzare le regole sociali in norme giuridiche; si corre
il rischio però di arrivare ad una colpevolezza oggettiva.
4) La ha colpa ha anche un momento di casualità: sfreccio ai 300 e non succede niente, sfreccio ai
135 investo uno e mi danno omicidio colposo. Il diritto penale deve tutelare dei beni giuridici, non
qualsiasi ribellione all'ordinamento.
Criteri per accertare la colpa
Si è in colpa se l'evento era ==> 1) prevedibile
2) evitabile
Soggetto che non ha preveduto la colpa ma avrebbe dovuto prevederlo. MA qual è il parametro
della prevedibilità? Non è il soggetto che ha commesso il fatto, il modello di riferimento è la
persona che nell'ambito di quell'a determinata attività rappresenta il modello che deve essere
seguito. Traffico stradale: automobilista prudente, che conosce la macchina ecc..
Il soggetto che rispetta le regole.
Principio basilare della colpa: chi non è in grado di esercitare la condotta cautelare, deve astenersi
dall'esercitarla. Se non so guidare una macchina, non la guido!
Ma se sono un pilota di automobile e faccio un incidente, ci accontentiamo dell'autista prudente o
delle capacità del pilota? Chiaramente verrebbe considerato il modello dell'autista prudente.
Se invece conosco una strada che faccio tutti i giorni e so che c'è una buca, devo prestare più
attenzione e questo conterà maggiormente. La regola cautelare deve essere conosciuta, ma ci sono
diversi livelli di conoscibilità.
Principio dell'affidamento ==> ogni giorno ci affidiamo agli altri consociati. Ad. es. quando
attraversiamo un incrocio con il verde, ci fidiamo che gli altri che hanno il rosso stiano fermi.
Rischio consentito: le regole cautelari non sono idonee a escludere il rischio, ma sono idonee a
minimizzarlo entro i limiti di tollerabilità. La violazione della regola cautelare è spesso
l'oltrepassare una determinata soglia.
03/04
Cassazione 1971 (Caso Vajont): << l'esercizio lecito di attività pericolose è da ritenere consentito
nella misure in cui risponde a pubbliche esigenze di ordine primario e nei limiti in cui sia possibile
disporre … ecc >>. Il rischio deve essere sopportato dall'impresa e non dai consociati. La Cass. ci
dice che se un'impresa pone in pericolo la pubblica incolumità, l'impresa non deve essere realizzata.
Corte Costituzionale 1991: problemi di diritto dell'ambiente. SI chiede alla corte di definire i limiti
ambientali entro cui si può operare lecitamente. La Corte risponde che il limite è quello della
“tollerabilità umana”. Bisogna minimizzare i rischi che si corrono con le misure di cautele.
Colpa cosciente/colpa incosciente: lo dice l'art. 61 c.p. La colpa cosciente è la colpa con previsione.
Colpa propria/impropria: impropria ==> casi in cui viene esclusa la responsabilità per dolo, ma lo si
ritiene colpevole per la fattispecie colposa. es. sparo credendo sia un cinghiale, invece è un mio
amico. Il concetto di colpa impropria è stato superato ==> in realtà è colpa propria.
Colpa grave ==> concetto civilistico ( 2236 c.c.) ma ha avuta molta attenzione da parte dei penalisti
almeno fino agli anni 50 ==> la giurisprudenza riteneva che la responsabilità penale del medico per
colpa sussisteva solamente nel caso di colpa grave. Ora esiste la legge Balduzzi: se il medico
rispetta i protocolli operativi, non si farà questione di applicazione di colpa lieve, ma potrà essere
condannato solo per colpa grave.
Art. 133 c.p. ==> il legislatore indica al giudice i criteri in base ai quali dovrà commisurare la pena.
Il 133 c.1 ==> gravità del reato ==> lettera 3 ==> intensità del dolo o del grado della colpa.
133 c.2. ==> si occupa del reo.
Il giudice quindi deve anche tenere in considerazione l'intensità del dolo ==> ad. es. 1) tempo:
premeditazione ha una pena molto maggiore rispetto ad. es. ad un dolo d'impeto. 2) gravità con cui
il soggetto realizza la condotta. Grado della colpa ==> 1) grado di divergenza oggettiva tra la
condotta avuta e quella che si sarebbe dovuto tenere ( ad. es. violo il limite di velocità di 10 km/h o
di 100 km/h). 2) tipo di motivazione 3) livello di evitabilità: quando si attribuisce la responsabilità
per colpa, bisogna verificare se il soggetto, cambiando evento, non incorra comunque nella colpa.
Es. ciclista ubriaco guida a bordo strada, una macchina lo supera e il ciclista cade e muore. La
regola cautelare impone 1 metro di distanza tra la macchina e il ciclista, il perito accerta che la
macchina era passata a 0,90 quindi aveva violato la regola cautelare. Ma aggiunge anche se la
macchina fosse passata a 1,10 m. il ciclista sarebbe morto, nonostante si sia rispettata la regola
cautelare.
Art. 43 c.p. delitto preterintenzionale ( oltre l'intenzione) ==> non è un canone intermedio tra dolo
e colpa, ma è un criterio generale che spiega 1 unico delitto: 584 c.p. omicidio preterintenzionale.
Nasce nella mens legislatoris come un caso di responsabilità oggettiva: in realtà il legame tra lesioni
e morte è un legame causale.
Aberactio ictus art. 82 c.p. ==> il reato è sempre lo stesso, ma è diverso l'obiettivo.
Aberactio delicti art. 83 c.p. ==> il reato è diverso ed è meno grave rispetto a quello voluto. Es.
tiro un sasso con la finalità di colpire in testa un passante, ma il passante si scansa e colpisco una
vetrina. Da lesioni si passa a danneggiamento.
Es. vorrei colpire con un sasso il bus della squadra rivale, manco il bus e colpisco un passante che
muore ==> si punisce a titolo di colpa ==> un'ipotesi di responsabilità oggettiva.
Art. 116 c.p. ==> definita aberactio delicti in concorso ==> ci sono più soggetti, alcuni mandanti,
altri esecutori, ma gli autori materiali realizzano un fatto diverso rispetto a quanto demandato.
Es. Caso semplice: si organizza una rapina, ma i rapinatori non incontrano resistenza nella vittima
quindi non si ha rapina ( furto con violenza) ma furto semplice. Il furto lo si attribuisce sia ai
mandatari sia agli autori.
Caso complicato: si organizza un furto in appartamento per rubare dei quadri, pensavano non ci
fosse nessuno in casa e invece qualcuno c'è, si crea violenza per portare via il bene. Il furto diventa
rapina. Gli esecutori rispondo per i reati commessi, ma i mandanti? L'art. 116 parla chiaro = stesso
reato che è stato commesso dagli esecutori perchè è sempre conseguenza dell'azione o
dell'omissione del mandante. Però il comma 2 diminuisce la pena per chi voleva il fatto meno
grave.
Negli altri paesi invece anche nelle ipotesi in concorso il mandante sarebbe punito ex art. 47,
comma 2 c.p. ==> pena per il reato piu grave a chi lo ha realizzato materialmente, pena più lieve al
mandante per reato più lieve.
Art. 117 c.p. ==> soggetto che ha realizzato una condotta che se realizzata da un P.U. ha una
fattispecie, mentre se non realizzata da un P.U. ne ha un altra. Ad. es. se il prof. Chiede ad uno
studente di portare via un computer che è dell'università, il prof è P.U. quindi commette peculato,
ma lo studente che non è P.U. ==> l'art. 117 c.p. dice non c'è nessun problema è peculato anche per
lo studente ==> caso di responsabilità oggettiva.
08/04
Ragione del giudice in sede di decisione: se la tipicità non è integrata allora il giudice non procede;
se è raggiunto il livello di tipicità oggettiva e soggettiva si passa ad esaminare l'antigiuridicità.
Verifica poi se il comportamento è doloso o colposo; non si verifica ancora la colpa in senso
personalistico.
Caso di Porto marghera: in termini di relazione di casualità, questa era già presente. La scienza già
diceva che respirare amianto poteva causare malattie. La condotta tenuta era violazione della regola
cautelare conosciuta come tale e questa è stata la causa delle malattie del mesotelioma.
Se il giudice ha di fronte un fatto tipico si deve domandare questo fatto è anche antigiuridico?
• l'accertamento dell'antigiuridicità si compone di una serie di accertamenti di tipo negativo ==>
valutare se siano o no presenti cause di giustificazioni, situazioni giuridicamente rilevanti idonee a
far considerare quel fatto ancorchè tipico lecito. Se nella valutazione dell'antigiuridicità ci sarà una
causa di giustificazione allora il fatto NON sarà antigiuridico, altrimenti sarà il contrario. Le cause
di giustificazione introducono norme dell'intero ordinamento che confliggono con quanto impone la
norme incriminatrice.
Il fatto atipico è tale perchè non lede nessun bene giuridico, il fatto antigiuridico ma tipico può
benissimo ledere un diritto. Es. uccisione di una persona in stato di legittima difesa ==> il bene
giuridico della vita è stato violato, fatto lecito se ricorrono gli estremi dell'art. 52 c.p. E' un fatto
tipico, ma non è antigiuridico ==> la vita dell'aggredito ha un rango superiore della vita
dell'aggressore.
Antigiuridicità e colpevolezza
Quando il codice introduce cause di esclusione di colpevolezza, il giudice proscioglierà il soggetto
perchè il fatto non costituisce reato ==> non è reato, c'è liceità penale ==> ma rimane un fatto tipico
e antigiuridico e potrebbe essere sanzionat