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ESERCIZIO DI UN DIRITTO
Ratio di non contraddizione tra rami diversi dello stesso ordinamento giuridico: nel campo delle scriminanti costituisce il fondamento logico del fatto che l'ordinamento non può al contempo vietare e autorizzare la stessa condotta. Se autorizza una certa condotta ne discende che il valersi di questa autorizzazione all'esercizio di un diritto non potrà mai contemporaneamente integrare fatto illecito e nella specie fatto costitutivo di reato.
Il rapporto non si pone tra esercizio di un diritto previsto da una norma penale e divieto sempre previsto da una norma penale, ma tra diritto previsto da una norma extra penale e divieto di commettere un fatto di reato previsto da una norma penale.
Se il soggetto ha posto in essere una condotta in esecuzione di un diritto riconosciuto da una norma extra penale, non può essere punito per il medesimo fatto di reato in cui si è estrinsecato l'eventuale esercizio di un diritto.
Il diritto
soggetto competente, l'astensione dal lavoro è prevista dai diritti del cittadino. Tuttavia, spesso lo scioperante si affianca a comportamenti paralleli, volti a impedire che altri vadano a lavorare. È importante sottolineare che il diritto di astensione non comprende il diritto di impedire ad altri di entrare in fabbrica: non c'è simmetria tra i ambiti di applicazione del diritto. È necessario fare un collegamento tra l'esercizio del diritto e l'illegalità penale: fintanto che il diritto viene esercitato nei limiti stabiliti dalla legge, non può essere punito penalmente. Tuttavia, se questi limiti vengono superati, il comportamento diventa punibile e non è coperto dalla scriminante dell'esercizio del diritto. Quando si supera la soglia del corretto esercizio del diritto, si va al di là della normalità e della tolleranza, e si invade il campo dell'abuso. In questo caso, si tratta di un adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica o da un ordine legittimo del soggetto competente.pubblica autorità. Non si può contemporaneamente punire per un fatto di reato un soggetto che nel momento in cui ha posto in essere il comportamento in questione lo ha tenuto in corretto adempimento di una norma giuridica. Scriminante dell'ordine legittimo dell'autorità. Perché vi sia un ordine deve esserci un soggetto superiore che impartisce un ordine a un soggetto sotto ordinato e bisogna che emani quest'ordine secondo le forme e le procedure di legge. Quindi tre requisiti formali alla base della legittimità dell'ordine:
- Competenza del soggetto sovra ordinato a emanare l'ordine.
- Competenza dell'inferiore ad eseguire l'ordine.
- Emanazione dell'ordine secondo le forme e le procedure previste dalla legge per la sua emanazione.
Questi sono i requisiti di legittimità formale dell'ordine. In adempimento dell'ordine
Il soggetto inferiore deve realizzare un fatto di reato. I requisiti di legittimità formale dell'ordine sono sempre tutti sindacabili: il soggetto subordinato non è un automa, deve fare questa tripla verifica: competenza del sovraordinato, propria competenza, la forma deve essere riconosciuta. Altrimenti il soggetto ha eseguito un ordine formalmente illegittimo e ne risponderebbe. Il sindacato formale sulla legittimità e doverosità dell'ordine è sempre dovuto. Poi c'è un sindacato sostanziale, quale è la regola? Il soggetto subordinato non ha sindacato di merito, cioè sulla legittimità sostanziale dell'ordine, non può dire: "non sono d'accordo sullo sparare a quel Tizio". C'è però l'eccezione della manifesta criminosità dell'ordine: in tal caso il soggetto subordinato deve esercitare il sindacato di merito e non dare corso.
All'ordinemanifestamente criminoso.
VENTISEIESIMA LEZIONE 30.04.2013
La legittima difesa.
La ratio dell'art 52 è di bilanciamento di interessi. La differenza tra la ratio della scriminantedell'art 52 (legittima difesa) e dell'art. 54 sta nel fatto che nel primo è accentuato il dirittoall'autotutela quando lo stato non sia in condizioni di apprestare una tempestiva tutela dellepersone.
Bisogna accertare che in effetti nel caso concreto non sia possibile una tutela aliunde: ad e.Tizio viene affrontato da un rapinatore in mezzo alla strada sul marciapiede. Gli intima: "laborsa o la vita!" Tizio può difendersi fisicamente.
Se la stessa scene viene al di fuori di una banca, dove c'è la guardia giurata o dove c'è unapattuglia di carabinieri che sta facendo un servizio di vigilanza, la ratio del bilanciamento diinteressi va corretta con questa precisazione: lo Stato non è in grado di applicare tutela sullapersone?
In questo caso può.Art. 52 Cod. pen. Difesa Legittima.
1. Non è punibile chi ha commesso il fatto, per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un'offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa.
Studiamo il primo comma, ovvero la legittima difesa BASE.
Esaminiamo i requisiti dell'art. 52 – da un lato le caratteristiche del pericolo dell'offesa, dall'altro le caratteristiche della reazione consentita in presenza dell'offesa. Vediamo prima i requisiti attenenti all'offesa:
Pericolo attuale di un'offesa ingiusta.
Innanzitutto pericolo non è danno: il pericolo è una potenzialità di lesione, il danno è un'lesione avvenuta. È sufficiente la scriminante una situazione di pericolo, la minaccia di un'lesione, la potenzialità, significativa, di una lesione di un certo interesse.
Il pericolo deve
essere attuale: attuale non significa imminente, come ha scritto la giurisprudenza e molti manuali di diritto penale. Attuale significa in atto, presente. Mentre imminente significa futuribile, il pericolo attuale è già in atto.
Offesa sta per offesa ad un interesse protetto dall'ordinamento giuridico, nel senso di pericolo, effettivo e presente, di lesione di un diritto.
L'offesa ingiusta ha due interpretazioni:
- Contra Ius - cioè contraria ad una norma dell'ordinamento. Deve essere un'offesa ad un imperativo, normalmente già di diritto penale, ma può essere anche diritto pubblico. Antigiuridicità.
- Sine Iuris - senza una facoltizzazione dell'ordinamento, offesa priva di legittimità. Non è consentita.
Ora vediamo i requisiti necessari dalla parte del soggetto che agisce in legittima difesa, vale a dire i requisiti
all'azione reattiva sono la costrizione dalla necessità a difendere un diritto proprio od altrui. Costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui. Il soggetto che subisce l'aggressione deve essere costretto dalla necessità: non deve essere in una condizione alternativa ragionevole di agire diversamente. Si dice che è vero questa scriminante operi oggettivamente, ma non si può svuotare del tutto la portata soggettiva dell'espressione costretto: il soggetto deve rendersi conto di essere costretto. L'elemento è di natura mista: la costrizione è oggettiva ma anche psichica. Necessità nel senso di mancanza di ragionevole alternativa: non è totalmente assoluta, ma ragionevolmente priva di alternative di difendere un diritto proprio od altrui. L'oggetto è un diritto proprio od altrui: ci sono dei problemi sul piano della terzietà, ci devono essere dei rapporti tra il soggetto.ed il terzo titolare del diritto? Se agisco per tutelare mio figlio non si vedono problemi, ma se non esiste nessunissimo rapporto verrebbe meno il requisito della costrizione della necessità. Naturalmente il diritto non è sempre e soltanto personale, può anche essere patrimoniale: potrebbe essere tanto il diritto personale integrità fisica, libertà sessuale, come un diritto patrimoniale la proprietà della borsa. Requisito fondamentale è che la difesa sia proporzionata all'offesa. Secondo una risalente opinione la proporzionalità era tra i mezzi: i mezzi a disposizione e i mezzi usati. Se un soggetto veniva fatto oggetto di un'azione del tipo rischia di prendere un colpo di pistola e casualmente ha sotto mano un pistola può reagire con una pistola, anche se potrebbe avere a disposizione dei mezzi diversi. Il rapporto invece riguarda le offese, i diritti in gioco: rispettivamente il diritto posto in pericolo, minacciato.ed il diritto che invece io vado a ledere attraverso l'azione reattiva. Se uccido un soggetto che mi aveva minacciato un bene minore al bene vita, manca la proporzionalità! Può giocare tra bene omogenei (vita-vita, vita-integrità) o eterogenei (patrimonio-vita, integrità-patrimonio), ma nel secondo caso il confronto è molto più difficile. Qualcuno nega che per salvare e proteggere un bene soltanto di natura patrimoniale il soggetto reagente sia abilitato a sopprimere il bene vita, c'è sproporzione. Un esempio di dottrina è che il bene patrimoniale può essere oggetto di bilanciamento ma quando è vitale per il soggetto: il Tizio che viene minacciato che gli portino via la carrozzella, quando Tizio è un soggetto disabile che ha solo quella carrozzella.
Secondo e terzo comma - legittima difesa domiciliare. Si manifesta nei luoghi indicati dall'articolo, ed è consentita in modo molto
più ampio e dilata perché sostanzialmente si prescinde dal requisito della proporzionalità tra offesa e difesa. La norma è mal formulata perché frutto di un veloce accordo legislativa e piena di errori tecnici.
Art. 52 Secondo e Terzo Comma.
- Nei casi previsti dall'articolo 614, primo e secondo comma, sussiste il rapporto di proporzione di cui al primo comma del presente articolo se taluno legittimamente presente in uno dei luoghi ivi indicati usa un'arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere:
- la propria o altrui incolumità;
- i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d'aggressione.
- La disposizione di cui al secondo comma si applica anche nel caso in cui il fatto sia avvenuto all'interno di ogni altro luogo ove venga esercitata un'attività commerciale, professionale o imprenditoriale.
I requisiti che si sostituiscono al rapporto di
Le proporzionalità sono: