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Il diritto internazionale

Il diritto internazionale è un sistema di regole che si applica ai rapporti tra Stati. Esso è legato alla prassi, cioè ai comportamenti che gli Stati tengono nelle singole circostanze. È infatti un dato empirico che gli Stati sovrani si pongono in relazione attraverso un sistema di regole di condotta. Gli Stati sono sovrani e indipendenti e si devono porre in relazione. Nasce per questo un sistema di regole di condotta che garantisce una convivenza civile. Il diritto internazionale si differenzia dal cosiddetto diritto privato internazionale, cioè diritto nazionale che si occupa di disciplinare determinati rapporti intersoggettivi caratterizzati per uno o più elementi di transuazionalità; esso si compone di una serie di norme che consentono di individuare la legge straniera applicabile ad una determinata controversia. Uno dei problemi legati al diritto internazionale è quello della obbligatorietà: non esistono organi predisposti.

adevitare le violazioni dello stesso.L'osservanza delle regole di condotta, nel momento in cui viene considerata obbligatoria dagli Stati, creainevitabilmente dei rapporti di diritto-obbligo. Dunque, si creano posizioni giuridiche soggettive attive epassive.La giuridicità discende da una rilevazione fattuale, cioè gli Stati in linea di massima si conformano a quel sistema di regole di condotta e lo fanno per persuadere della loro stessa esistenza e garantire la convivenzacivile.Ciò non vuol dire che il diritto internazionale non venga mai violato, ma nel momento in cui si discute di comportamenti che potrebbero essere contrari al diritto internazionale, non si fa che affermare la giuridicità del diritto internazionale perché ci si pone nella logica dell'affermazione della violazione del precetto normativo.

Origini della disciplina del diritto internazionale.Il diritto internazionale nasce come disciplina autonoma intorno al 15° secolo.

primi studiosi del 1400, Grozio e De Vittoria, concepiscono il diritto internazionale come un insieme di regole di condotta relative ad enti che si qualificano come "superioreti non recognoscentes", cioè enti che non riconoscono un ente superiore a se. Esso si configura come diritto vigente nella vita di relazione tra enti dotati di un potere sovrano; All'epoca non si parlava di diritto internazionale, ma di Ius Gentium e Ius Naturale. Il Ius Naturale si contrapponeva al Ius Civile, diritto posto che regolava i rapporti intersoggettivi; lo Ius Naturale invece non era diritto posto, ma esistente in natura. Non è un prius rispetto alla società, ma è connaturato ad essa. Così il diritto internazionale è un fenomeno giuridico strettamente legato alla società in seno alla quale si sviluppa, non è un prius rispetto alla comunità internazionale. Prima si è formata la società internazionale: essa ha la

Necessità di darsi delle regole ed esse sono fornite dal diritto. Il rapporto tra diritto e società qui è ancora più forte e marcato proprio perché non vi è la figura di un legislatore internazionale. Dunque le norme scaturiscono dalla società e dalle esigenze che in un determinato momento storico sente come proprie.

Origini della società internazionale. Ci sono 3 teorie che si occupano di segnare periodo e condizioni storiche in cui la società internazionale nasce.

Prima teoria. Maggiore esponente della prima teoria è Rolando Quadri, teorico del realismo giuridico. Secondo Quadri, la società internazionale sorgerebbe nei secoli 15 e 16, periodo in cui si formano e si consolidano le prime monarchie nazionali, enti sovrani indipendenti dal potere politico. La nascita della società internazionale troverebbe la propria ragione in una serie di fenomeni storici e politici:

A) Si dissolvono l'impero romano

d'oriente e il sacro Romano impero; Inoltre dal punto di vista religioso il cattolicesimo smette di essere l'unica religione sul suolo europeo. L'islamismo continua a farsi avanti grazie alle conquiste arabe in Europa. Nascono e si sviluppano in Germania, Svizzera e Inghilterra le religioni cristiane protestanti. Una società che era polarizzata da due grandi centri di potere entra in crisi in favore della nascita di più enti autonomi e indipendenti. B) A partire dal 16° secolo comincia la prassi delle missioni diplomatiche all'estero, cosa che evidenzia la necessità per gli Stati di avere canali di comunicazione tra gli Stati stessi. C) Nel 16° secolo viene definitivamente meno la struttura feudale della società che parcellizzava il potere temporale in tante piccole entità. Si affermano invece autorità supreme, naturalmente, entro confini territoriali delimitati: si tratta di autorità che governano quel territorio inmaniera assoluta, senza alcuna ingerenza o controlli interni o esterni.

D)Infine la “potestas” (esercizio del potere su un dato territorio) è vista come una autorità esclusiva che subordina a sé ogni altra potestà. Questa sovranità non è più derivata, non riceve la propria legittimazione da un'altra autorità (come il Papa o l'imperatore), ma adesso è originaria.

In Europa si assistette ad uno sconvolgimento del quadro politico e religioso che troverà il suo culmine nella guerra dei “30 anni”, ultimo tentativo della controriforma per ritornare a prendere il potere in quella dimensione monolitica ormai entrata in crisi.

La guerra dei 30 anni si concluse nel 1648 con la pace di Westfalia, che constava a sua volta di altri due trattati:

Trattati di Munster

Trattato di Hosnabruk

Con essi in qualche modo viene sancita la rinuncia di papa e imperatore alla loro posizione di poli della

società internazionale. Nel 16° secolo l'assetto della società internazionale è completamente cambiato: è formata da tanti singoli enti sovrani e indipendenti che si pongono in relazione tra loro e che ricevono legittimità per l'esercizio di tale potere ex se e non da un altro soggetto che li investe di tale potestas. Seconda teoria La seconda teoria sostiene che la moderna società internazionale sarebbe sorta nell'Europa occidentale tra il 9° e l'11° secolo con la cosiddetta res pubblica cristiana, una struttura gerarchica a base sostanzialmente feudale con a capo il pontefice i cui membri parte di essa sarebbero appartenuti alla religione cattolica. Per i sostenitori di questa teoria, la res pubblica cristiana si sarebbe evoluta nella società internazionale dal 15° e 16° secolo, ma tale evoluzione sarebbe avvenuta senza che si potessero individuare significativi momenti di cesura con il passato. Per questomotivo la nascita della società internazionale deve essere collocata nel 9° secolo e non nel 15° secolo. Terza teoria La terza teoria si presenta con un contenuto abbastanza omogeneo con la prima teoria, ma con alcune discrasie. Uno dei maggiori sostenitori di questa teoria è il professor Treves. Anche questa teoria pone come momento della nascita della società internazionale il disfacimento della repubblica cristiana e dalla nascita delle prime monarchie nazionali (15° e 16° secolo), ma si sofferma anche a evidenziare tutti quei profili che dal punto di vista qualitativo differenziano la stessa res pubblica cristiana dalla società internazionale moderna. Tali profili riguardano diversi elementi: A) La res pubblica cristiana era una struttura gerarchicamente ordinata con a capo il pontefice, mentre la moderna società internazionale ha una struttura paritaria (almeno dal punto di vista formale). B) Gli enti facenti parte della res pubblica

cristiana ricevevano la legittimità dell'esercizio della potestas sul proprio territorio dal pontefice; nella moderna società internazionale, tale legittimazione non proviene da nessun soggetto sovraordinato.

Il potere non viene esercitato su delega di papa o imperatore, ma è esercizio autonomo di un'autorità.

Alla luce di questo profilo la res pubblica cristiana non si può più configurare come comunità di enti sovrani e indipendenti (qual è la società internazionale oggi), ma al più come comunità di popoli.

Quella della res pubblica cristiana era una società che includeva al suo interno esclusivamente popoli di religione cattolica.

Se si volesse porre la nascita della società internazionale in questi secoli, non si potrebbero non considerare tutti gli altri centri di potere, sorti sulle sponde del Mediterraneo di religione Islamica;

Questo elemento permette inoltre di rinnegare tutte le

tesi Europa-centriche del diritto internazionale: sicuramente colla del diritto internazionale è stata l'Europa, ma vi sono stati soggetti esercenti il potere politico che non erano né geograficamente, né culturalmente collocabili all'interno del contesto europeo, ed è su questo sostrato che la società internazionale sorge nel 15° e 16° secolo. Il processo di formazione della società internazionale si connette a due elementi fondamentali: - La nascita di più enti politici indipendenti; - Interdipendenza di questi enti di uno nei confronti dell'altro, scaturente da necessità interne ed esterne che tali autorità avvertono nella loro evoluzione. In sostanza: nel momento in cui più enti vengono ad esistenza, è necessario che si pongono gli uni in relazione con gli altri per far fronte a proprie esigenze. Nel porsi in relazione, questi enti tenderanno a rispettare un nucleo minimo di regole diconviventi non hanno la possibilità di stipulare un patto volontario. La società internazionale si forma invece in modo spontaneo, come risultato delle relazioni tra gli Stati sovrani. Inoltre, il diritto internazionale non è un diritto positivo, cioè non è creato da un'autorità sovraordinata che lo impone agli Stati. Al contrario, il diritto internazionale si basa principalmente su consuetudini, trattati e principi generali riconosciuti dalla comunità internazionale. Pertanto, il rapporto tra diritto e società internazionale è diverso rispetto al rapporto tra diritto e società nazionale. Mentre nel contesto nazionale il diritto è creato e applicato da un'autorità sovraordinata, nel contesto internazionale il diritto è il risultato di accordi e consensi tra gli Stati. In conclusione, la società internazionale non si basa su un contratto sociale come descritto da Rousseau, ma è il risultato di relazioni e interazioni tra gli Stati sovrani. Il diritto internazionale non è imposto da un'autorità sovraordinata, ma si basa su consuetudini e accordi tra gli Stati.gioco per spiegare questo fenomeno sono molteplici. Alcune sostengono che le relazioni interpersonali siano innescate da bisogni primari, come il bisogno di appartenenza e di affetto. Altre teorie si concentrano sulle dinamiche sociali e sulle norme culturali che influenzano le interazioni tra le persone. Indipendentemente dalla teoria adottata, è innegabile che le relazioni umane siano fondamentali per il benessere individuale e collettivo. Attraverso le relazioni, le persone possono condividere emozioni, esperienze e conoscenze, e trovare sostegno e conforto reciproco. Nel contesto delle relazioni, è importante sottolineare che la comunicazione gioca un ruolo fondamentale. La comunicazione efficace permette alle persone di esprimere i propri pensieri, sentimenti e bisogni, e di comprendere quelli degli altri. La mancanza di comunicazione o una comunicazione distorta possono portare a fraintendimenti, conflitti e isolamento. In conclusione, le relazioni umane sono un aspetto essenziale della vita di ogni individuo. Sono il mezzo attraverso il quale le persone si connettono, si comprendono e si supportano reciprocamente. Pertanto, è importante coltivare e nutrire le relazioni, investendo tempo ed energie per sviluppare legami significativi e duraturi.
Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
5 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/13 Diritto internazionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Paoulagyeman di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto internazionale privato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Davì Angelo.