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VERTICALIZZAZIONE DEL SISTEMA NORMATIVO

La crisi della consuetudine internazionale

Nel passaggio dalla comunità internazionale classica alla comunità internazionale moderna, non essendo mutata la struttura orizzontale della comunità stessa, non sono mutate neppure le sue fonti.

Nonostante quindi qualche sporadico tentativo di verticalizzazione di tale comunità (relativo all'autotutela, all'accertamento del diritto internazionale e al trasferimento di alcune competenze dagli Stati alle organizzazioni internazionali), la produzione normativa è ancora orizzontale e quindi dipendente dalla volontà degli Stati.

Tuttavia, dal secondo dopoguerra, si sono verificati degli importanti mutamenti nella modalità di formazione delle norme, nella loro efficacia e nel rapporto tra esse: ciò dipende dalla fase di crisi che sta attraversando la consuetudine internazionale.

I cambiamenti indicatori di tale crisi sono:

  • II sempre più
frequente ricorso agli accordi internazionali bilaterali e multilaterali
  • II fenomeno dell'obiezione e dell'obiezione permanente
  • (Le consuetudini regionali)
Invece gli strumenti utilizzati per far reagire a tale crisi sono:
  • Le consuetudini istantanee
  • La codificazione del diritto internazionale generale
  • L'espansione dei principi del diritto riconosciuti dalle Nazioni civili
Nella moderna comunità internazionale la consuetudine è entrata in crisi perché è venuta meno quella omogeneità di interessi, valori e scopi e quella uniformità del comportamento tenuto (considerato necessario e obbligatorio) che ne sono a presupposto. Così oggi il diritto internazionale è alquanto frammentario perché è difficile creare nuove consuetudini internazionali anche se si sono sviluppate, nell'ambito delle norme consuetudinarie, delle norme che hanno più forza delle altre perché a.

tutela di interessi moltoimportanti nell'ordinamento internazionale: è il caso dei principi generali del dirittointernazionale o diritto cogente

a) il sempre più frequente ricorso ad accordi internazionali

Oggi il ricorso ad accordi internazionali non solo bilaterali ma anche multilaterali è più frequente rispetto al periodo classico e rispetto all'uso del diritto consuetudinario, in quanto tali accordi non servono solo per regolare le relazioni internazionali e per rafforzare la cooperazione intentatale ma anche per disciplinare relazioni interindividuali, diritti e libertà individuali

b) l'obiezione e l'obiezione permanente

Negli anni 70 un grande gruppo di Stati di nuova indipendenza si oppose all'applicazione di alcune norme generali formatesi prima della loro appartenenza alla comunità internazionale: tale obiezione in teoria non sarebbe da condividere perché negherebbe l'esistenza stessa di un

diritto internazionale generale che dovrebbe rivolgersi a tutti-Quindi nel caso di Stati che non si conformino ad una consuetudine, dovrebbe parlarsi di illecito e non di formazione di una nuova consuetudine (come ha precisato anche la Corte internazionale di giustizia).

23- Tuttavia, se l'opposizione ad una consuetudine viene portata avanti da una parte significativa della comunità internazionale e quindi da un gruppo rilevante di Stati, essa può impedire la formazione stessa della norma generale o modificarne il contenuto in quanto ne sono cambiati i due elementi che la caratterizzavano e cioè la DIUTURNITAS e l'OPIMO. Invece l'opposizione anche permanente di un solo Stato o di alcuni Stati isolati, non può impedire la nascita o modificare il contenuto della norma generale perché altrimenti anche in questo caso si negherebbe l'esistenza stessa di un diritto internazionale generale che dovrebbe rivolgersi a tutti.

Quindi si riconosce

l'esistenza di una norma generale solo se essa è sostenuta sia da un adeguato numero di Stati che dai principali gruppi di Stati interessati alla norma stessa: insomma la formazione di una norma consuetudinaria richiede un consenso trasversale di tutta la comunità internazionale (per cui occorre che DIUTURNITAS ed OPIMO assumano rilevanza non solo quantitativa ma anche qualitativa) Se manca questa trasversalità del consenso, non è detto che non possa formarsi una consuetudine particolare che vincoli solo un determinato gruppo di Stati: ne è un esempio la consuetudine generale (anch'essa, quindi, costituisce una situazione di crisi della consuetudine) La reazione alla crisi della consuetudine internazionale - I limiti propri della consuetudine internazionale che si sono cercati di ridurre attraverso vari strumenti (le consuetudini istantanee, la codificazione del diritto internazionale generale e il ricorso ai principi generali del diritto riconosciuti)delle norme consuetudinarie, si cerca di superare la vaghezza del loro contenuto. La codificazione del diritto internazionale consiste nel raccogliere e organizzare le norme consuetudinarie in un testo scritto, al fine di renderle più chiare e accessibili. Questo processo permette di definire in modo preciso i principi e le regole che regolano le relazioni tra gli Stati. c) Le convenzioni internazionali Le convenzioni internazionali sono accordi tra gli Stati che stabiliscono regole e obblighi comuni. Questo strumento di formazione del diritto internazionale è caratterizzato dalla sua natura volontaria e consensuale. Le convenzioni possono riguardare diversi settori, come ad esempio il diritto umanitario, il diritto del mare o il diritto ambientale. Una volta ratificate dagli Stati, le convenzioni diventano vincolanti per le parti contraenti. d) La prassi degli Stati La prassi degli Stati è un altro elemento fondamentale nella formazione del diritto internazionale. Essa consiste nel comportamento degli Stati che si manifesta attraverso azioni concrete e ripetute nel tempo. La prassi può assumere diverse forme, come ad esempio l'adozione di leggi nazionali, l'invio di note diplomatiche o la partecipazione a organizzazioni internazionali. La prassi degli Stati contribuisce a consolidare e interpretare le norme consuetudinarie. e) La giurisprudenza internazionale La giurisprudenza internazionale è costituita dalle decisioni e dalle sentenze emesse da organi giurisdizionali internazionali, come ad esempio la Corte Internazionale di Giustizia. Queste decisioni contribuiscono a interpretare e sviluppare il diritto internazionale, fornendo orientamenti e precedenti per la risoluzione di controversie tra gli Stati. La giurisprudenza internazionale ha un ruolo importante nel garantire l'applicazione e l'evoluzione del diritto internazionale.del diritto consuetudinario, invece, si è cercato di reagire alla vaghezza ed incertezza di contenuto di tale diritto. Tuttavia tali strumenti non sono stati del tutto efficaci perché ancora oggi rimangono da codificare e sviluppare i settori più controversi del diritto. L'esigenza di codificazione è infatti sempre più sentita perché la norma scritta riesce a soddisfare quella certezza che la norma non scritta non può soddisfare, specie in questa nuova realtà vissuta dal diritto internazionale, in cui le relazioni tra Stati si stanno complicando e evolvendo sempre di più. Le difficoltà di attuare una codificazione soddisfacente derivano dal fatto che l'unico strumento utilizzabile sia l'accordo internazionale e che esso, di conseguenza, non solo richiede il consenso degli Stati che lo negoziano ma può vincolare solo quelli che lo hanno ratificato (infatti una serie di motivi ci spingono ad avversare quella).tesi per la quale gli accordi di codificazione vincolerebbero anche gli Stati non contraenti in quanto il loro scopo è di codificare il diritto generale: tali motivi dimostrano infatti che l'accordo di codificazione non può mai essere un'esatta riproduzione del diritto consuetudinario). Qualora però l'accordo di codificazione o alcune sue disposizioni adempiano solo ad una funzione meramente dichiarativa del diritto consuetudinario e quindi coincidano con tale diritto, allora l'accordo o le disposizioni coincidenti avrebbero portata generale (anche se in realtà, la coincidenza tra accordo e consuetudine non potrà mai essere definitiva in quanto il primo, essendo una fonte scritta, non può seguire il continuo evolversi del diritto internazionale generale: quindi tale coincidenza va accertata volta in volta dall'interprete). In conclusione può quindi dirsi che la codificazione rischia spesso di rendere ancora più complesso il diritto internazionale, in quanto cerca di uniformare e codificare norme che sono in continua evoluzione e che possono variare a seconda delle circostanze e delle interpretazioni degli Stati.

più contraddittorio il sistema delle fonti anziché di semplificarlo-Il problema può essere risolto se gli Stati si convincono di considerare determinate norme convenzionali come corrispondenti al diritto consuetudinario: ciò può accadere però solo se gli interessi in gioco non sono molto diversi.

Quando invece la codificazione, vista l'enorme diversità di interessi in gioco, non assume la vesta formale di un accordo ma di un atto di soft law o di formulazioni compromissorie e vaghe, la sua funzione appare assai ridotta e crea ancora più incertezza.

Comunque la codificazione e lo sviluppo progressivo (portato avanti soprattutto dalle Nazioni Unite), nonostante tutti i loro limiti, rimangono gli strumenti più validi di reazione alla crisi della consuetudine internazionale perché permettono di valutare in positivo e in negativo la prassi degli Stati per accertare la cristallizzazione o la formazione di nuove.

normeconsuetudinarie.

I principi generali del diritto riconosciuti dalle Nazioni civili-Anche nell'ordinamento internazionale i principi generali di diritto sono intesi in due sensi, ossiacome elementi che caratterizzano l'ordinamento internazionale e come principi comuni a piùordinamenti-Non è da accettare la tesi di chi tenta di creare una categoria autonoma dei principi generali deldiritto internazionale (intesi quindi nel primo senso e distinti sia dalle norme consuetudinarieche dai principi giuridici comuni a più ordinamenti) in cui fa rientrare tutte quelle norme diportata molto generale ed astratta che integrerebbero il diritto generale internazionale: infatticosì essi finirebbero per coincidere con le norme consuetudinarie anziché differenziarsi-Quindi, tranne il caso di principi generali cogenti dell'ordinamento internazionale (norme didiritto internazionale generale che sono considerate più efficaci perché

tutelano interessi ritenuti fondamentali per la comunità internazionale), qualsiasi norma consuetudinaria non si distingue dalle altre fonti di diritto generale-Riguardo invece ai "principi generali di diritto comuni a più ordinamenti", tale formulazione era anteriore allo Statuto della Corte internazionale di giustizia (che vi ha fatto da sempre riferimento nella sua giurisdizione) anche se poi è stata da questo ripresa nell'art. 38, il quale però ne dà una definizione piuttosto vaga, frutto di un compromesso raggiunto all'epoca dell'elaborazione dello Statuto stesso-Infatti l'art. 38 parla ora di "principi generali di diritto riconosciuti dalle Nazioni civili" e con tale espressione si intendevano inizialmente quelli accettati in da tutti gli Stati

FORO DOMESTICO

Da tutto ciò è possibile trarre tre conclusioni:

  • I principi generali di diritto hanno innanzitutto un ruolo suppletivo nel caso manchino
e normeconsuetudinarie tipiche o disposizioni convenzionali. L'art. 38 dello Statuto della Corte internazionale di giustizia non si sono voluti introdurre normeconsuetudinarie tipiche o disposizioni convenzionali.
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Publisher
A.A. 2005-2006
42 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Exxodus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Daniele Luigi.