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TRATTATO
Cambiano radicalmente gli obblighi da eseguire in funzione del trattato
9.39 Sospensione nell’applicazione di un trattato
Tutte le cause di estinzioni possono valere anche per la sospensione.
Avviene o per accordo di tutti o conformemente al trattato.
O tra alcune parti soltanto ( a differenza che per l’estinzione)
9.40 Conseguenze della nullità, dell’estinzione e della sospensione
dell’applicazione dei trattati
La nullità di un trattato fa cessare ab inizio la validità giuridica dello stesso
Gli atti fatti in buona fede prima della dichiarazione di illiceità del trattato di riferimento non
vengono annullati, ma ci dev’essere una richiesta.
L’estinzione di un trattato vale dal momento dell’estinzione (ex nunc).
Le parti nel periodo di sospensione devono attenersi da atti che possano impedire la ripresa del
trattato.
9.41 Il modo di operare delle cause di nullità, di estinzione o di
sospensione dei trattati
Uno stato non può sciogliersi da un trattato se non in accordo con gli altri.
Solo se mutamento circostanze riconosciuto da tutti.
L’art 65 dice che chi pretende causa nullità, sospensione o estinzione deve notificare alle altre parti,
se nessuno obietta entro tre mesi, la parte può prendere la misura contemplata.
Se no si deve cercare una soluzione secondo l’art. 33. (negoziati, richiesta, conciliazione, arbitrato,
etc.).
9.42 Gli effetti della guerra sui trattati
Magari guerra è presupposto su cu i si basa un trattato
Se previsto nel trattato cosa fare si fa come previsto
Sospensione del trattato bello durante.
9.43 I trattati fra stati e organizzazioni internazionali e fra
organizzazioni internazionali
Convenzione di Vienna del 1986 ok, esclude solo patti con cose che non siano stati o organizzazioni
internazionali.
Atto di conferma formale quello di un’organizzazione internazionale che dice ad uno stato di
accettare di essere vincolata.
10 L’uso della forza e i limiti del diritto internazionale
10.1 L’uso della forza da parte di stati tra pace e giustizia
Stato possiede monopolio dell’uso della forza, il diritto internazionale vuole evitare che gli stati
usino la forza gli uni contro gli altri.
Antichità Grozio, diceva della guerra giusta.
Nel XX secolo si faceva e basta.
Per i positivisti non esistono regole jus ad bellum ,ma esistono jus in bello.
Dopo seconda guerra mondiale, guerra come male supremo da sradicare.
10.2 Il divieto dell’uso della forza
Il patto della società delle nazioni impegnava tutti a conservare l’integrità territoriale contro
qualsiasi aggressione esterna, ma non era espresso in termini assoluti il divieto di accedere alla
guerra.
Rinuncia alla guerra (Kellog – Briand) 27/08/1928
Solo con la Carta si dichiara la prevalenza del valore della pace (preambolo: deciso a salvare le
future generazioni).
Fini ONU sono
Mantenimento pace
I membri devono astenersi dall’uso della forza
Si accetta solo al legittima difesa (art. 51).
Il ricorso alla minaccia o all’impiego della forza è una violazione internazionale, e una guerra di
aggressione è un crimine contro la pace, che comporta responsabilità internazionale.
Acquisizioni territoriali fatte con la minaccia e la forza non sono accettabili.
Non si può fare un trattato
10.3 L’uso della forza da parte degli stati secondo la Carta delle
Nazioni Unite: la legittima difesa
Art. 51
Legittima difesa finché consiglio non ha preso contromisure adeguate.
Aggressione è anche blocco porti, far passare un attacco di un altro stato, invio di bande armate
10.4 L’uso della forza da parte delle Nazioni Unite
Può fare azione per far fronte a minacce.
Capitolo VII
Accertamento del consiglio dell’esistenza di una minaccia
Decide quale misure prendere per mantenere la pace
Misure non implicanti uso delle forza
Ogni azione necessaria (anche guerra)
Dipende dalla formazione di maggioranze senza opposizione di veto.
Non si è mai fatto un esercito ONU (art. 43 e 45) e comitato di stato maggiore.
10.5 Le operazioni di mantenimento della pace
VI è conciliatorio, VII azione
Operazioni di mantenimento della pace (pacekeeping operations)
Autorizzate dal consiglio di sicurezza senza invocare i poteri del VII.
UNEF 1957 (Egitto – Israele)
ONUC (morte hammarskjold)
Somalia
UNPROFOR 1991, da 1993 VII
UNISOM 1992 pi con II basata su VII
10.6 La riattivazione del capitolo VII e l’uso della forza
Dopo guerra fredda
Preferisce invocare capitolo VII invece che specifici articoli
Inquadra nelle previsioni dell’art. 39 della Carta, nozione di minaccia per la pace. (Sono
minaccia per la pace anche situazioni umanitarie, conflitti interni, attacchi terroristici)
Intraprese direttamente da UN sottoforma di missioni fatte da truppe fornite dai paesi
(evoluzione di mantenimento della pace). Non essendoci forze c’è la prassi di autorizzare
l’uso della forza da parte di coalizioni di stati volontari (coalitions of willing).
Deleghe n bianco come in Kuwait rendono dubbioso il tutto.
Create istituzioni giudiziarie in base al capitolo VII
Commissione di compensazione per ripagare Kuwait
Tribunale speciale per l’ex Jugoslavia
Tribunale speciale per il Ruanda
Tribunali penali in Sierra Leone, Timor Est e Kosovo
Si può fare in base ad art. 41 e 42 e per acquiescenza degli stati.
10.7 L’uso della forza da parte di stati senza autorizzazione delle N.U.
nella prassi recente: Kosovo, Afganistan, Iraq.
Kosovo (NATO)
Consiglio bloccato da Russia
Autorizzazione implicita difficile da sostenere
A fini umanitari?
Se: Prove convincenti di una situazione di necessità
Che sia chiaro che non vi è un’alternativa
L’uso della forza è necessario e proporzionato
Afganistan
Minacce alla pace per attentati 11/09/2001
Legittima difesa (acquiescenza degli stati)
Iraq
Giustificata in base a precedenti risoluzioni, solo sospese….(668/1990)
Cerca autorizzazione all’interno della Carta.
IRAQ è illecito
Consiglio ha ratificato ex post l’intervento in Kosovo, condonando.
10.8 Uso della forza e compiti del giurista
Irrigidirsi contro le violazioni o giustificarle?
11 La responsabilità internazionale
11.1 Le regole sulla responsabilità internazionale e la loro
codificazione
C’è l’obbligo di riparazione, ovvero la responsabilità internazionale.
Le norme sono essenzialmente consuetudinarie.
Nel 2001 la commissione per il diritto internazionale è arrivata la conclusione di codificare la
materia della responsabilità, 40 anni di lavoro.
L’assemblea non ha adottato il testo ma ha preso nota degli articoli per raccomandarli all’attenzione
dei governi.
Sono divisi in tre parti
L’atto internazionalmente illecito di uno stato
Contenuto della responsabilità ovvero conseguenze
Messa in opera della responsabilità internazionale
Oggetto del lavoro sono state solo le norme secondarie, conseguenti alla violazione delle norme
primarie.
Si è separato da responsabilità non derivanti da violazione del diritto internazionale e si è basato
sulla responsabilità degli stati, e non dei soggetti.
11.2 La responsabilità internazionale come conseguenza di un
comportamento in contrasto con un obbligo internazionale
Violazione del diritto soggettivo di uno o più stati.
E’ un principio internazionale che la violazione di un obbligo internazionale comporta la
riparazione da parte dello stato che ha violato.
Non si distingue tra responsabilità contrattuale e responsabilità da atto illecito.
Il comportamento dello stato va attribuito alo stato come soggetto di diritto internazionale
(dato soggettivo)
Non si ha illecito se non per violazione di una regola a cui è sottoposto (dato oggettivo)
Si ha illecito quando:
un comportamento consistente in un’azione o in una omissione
Può essere attribuito allo stato alla stregua del diritto internazionale
Tale comportamento costituisce una violazione di un obbligo internazionale
Se la colpa è fondamentale per definire la responsabilità, ciò dipende dal regolamento violato, può
incidere anche sulla riparazione da dare allo stato che ha subito un danno.
11.3 Il comportamento attribuibile allo stato
L’individuo singolo non è responsabile.
E’ responsabile lo stato perché titolare dell’obbligo di fare o non fare.
A meno che non faccia parte dello stato, il quale doveva vigilare (atto dello stato).
Iran e studenti (doveva vigilare che non si assaltasse l’ambasciata).
11.4 Il concetto di organo dello stato
La condotta di qualsiasi organo di uno stato deve considerarsi come la condotta di quel stato. Stato
responsabile delle violazioni delle genti commesse dai suoi agenti.
Responsabilità per cattiva scelta funzionari, responsabilità federale. (Sicilia, guisa).
Nicaragua e USA: imputabilità di persone non appartenenti allo stato (basta controllo generale, oltra
la finanziamento).
Atto stato se agisce sotto controllo dello stato.
Se atto di non membri dello stato è poi preso come proprio allora è responsabile.
(Komeini).
Anche se si eccede la competenza.
(franco Messico).
Rivoluzionari responsabili per danni propri e del governo precedente.
11.5 Attribuzione ad uno stato del comportamento di organi altrui
Solo se organi altrui messi a disposizione dello stato
11.6 La partecipazione di uno stato all’illecito di un altro stato
Tre differenti ipotesi di responsabilità di uno stato in connessione con un altro stato:
Stato aiuti altro stato nel commettere illecito
Che uno stato eserciti direzione e controllo su un altro stato (occupazione bellica)
Che uno stato costringa un altro stato a fare qualcosa
Da qui corro
11.7 Diverse specie di fatti illeciti internazionali
Fatti illeciti omissivi (tenere il comportamento che non p stato tenuto)
Fatti illeciti commissivi (commettere il comportamento che non doveva)
Fatti illeciti di condotta (mero comportamento)
Fatti illeciti di risultato (risultato)
Particolare categoria di illeciti di risultato sono
Illeciti di evento (prevenire il verificarsi idi un determinato evento)
Illeciti istantanei
Illeciti continuati
Illeciti semplici
Illeciti complessi (dovuto a più azioni)
11.8 Crimini e delitti internazionali, violazioni di norme imperative di
diritto internazionale
Delitto internazionale (forma ordinaria di illecito)
Crimine internazionale (violazione di un obbligo internazionale così essenziale per la salvaguardia
di interessi fondamentali della comunità)
Crimine interna