INTRODUZIONE AL DIRITTO INTERNAZIONALE CONTEMPORANEO
Parte I - Il diritto nella società internazionale
(Introduzione)
Il diritto internazionale è l'insieme delle regole giuridiche che riguardano i rapporti tra gli Stati e tra questi e le organizzazioni intergovernative.
La maggior parte delle regole internazionali di condotta operano all'interno degli Stati, riguardando:
- i rapporti tra gli Stati e le persone (fisiche/giuridiche) che si trovano sul loro territorio o sotto la loro giurisdizione
- l'individuo come cittadino all'estero, nell'ambito del trattamento degli stranieri
- gli organi stranieri, con discipline che dispongono inviolabilità, immunità delle giurisdizione e privilegi vari.
Questi due ultimi punti sono accomunati dal principio della reciprocità, carattere bilaterale del loro funzionamento.
A partire dai primi anni del 1900 si è aggiunta alla categoria delle regole sul trattamento degli stranieri, quella sui diritti umani.
Una diversa definizione di diritto internazionale è proposta dalla scuola di pensione giuridico americana c.d. di New Haven (maggiore esponente fu R. Higgins), secondo la quale il diritto internazionale è un processo normativo senza soluzione di continuità, costituito dal succedersi delle decisioni normative delle forze prevalenti della comunità internazionale.
In prospettiva storica, la nascita del diritto internazionale va ricondotta all'epoca della nascita degli Stati nazionali, con la fine della Guerra dei Trent'Anni, sancita dalla Pace di Westfalia del 1648, emblema simbolico dell'indipendenza dei due poteri che all'epoca si contendevano l'universalità (Papato e Impero).
Il modello westfaliano è espressione indicativa di una situazione di fatto di distribuzione pluralistica del potere sulla scena internazionale o, meglio, europea, in una prospettiva eurocentrica del diritto internazionale, basato sul principio della sovrana eguaglianza formale degli Stati e dotato delle caratteristiche di orizzontalità e scarsa istituzionalizzazione.
Anche in epoca precedente al 1600 ha senso parlare di modelli diversi di diritto internazionale, se si pensa al Trattato di Kadesh tra il Faraone d'Egitto Ramses II e il re degli Ittiti Hattusili II, o meglio ancora, all'Impero romano, o ancora il tentativo in epoca medioevale di formare una Respublica Christiana a livello universale.
Questi processi hanno portato alla formazione di una costituzione materiale della società internazionale, incentrata sul principio dell'eguaglianza sovrana tra comunità statali.
Le comunità dei popoli europei hanno quindi imposto i propri valori ai popoli extra-europei nel processo plurisecolare di colonizzazione, ma l'omogeneità dei valori e modelli di comportamento tra le potenze europee si è infranta durante la Prima Guerra Mondiale con la rivoluzione russa del 1917, al quale ha introdotto un modello di rapporti economici che negavano la proprietà privata e il libero commercio, influenzando dall'altro versante dei regimi nazifascisti.
Durante il Secondo Conflitto Mondiale emerse la visione di un nuovo ordine internazionale, basato sul principio di legalità e della eguaglianza sovrana degli Stati.
Linee guida di tale visione, proposta da Roosevelt e Churchill nella Carta Atlantica del 1941, si articolavano:
- il divieto dell'uso della forza
- sulla protezione e promozione dei diritti dell'uomo
- sulla liberalizzazione degli scambi commerciali
- sulla protezione degli investimenti stranieri
Con il processo di decolonizzazione e bilanciamento degli assetti di potere sulla scena internazionale e le maggioranze formatesi all'interno dell'Assemblea generale: il gruppo degli Stati non allineati (Paesi del Terzo Mondo) di fatto si avvicinarono alle posizioni dei Paesi del blocco comunista, e lo schieramento dei Paesi.
occidentali dovette accettare una sorta di rinegoziazione del diritto internazionale, attraverso una pluralità di convenzioni di codificazione.
La delegazione dei Paesi del Terzo Mondo cercò di instaurare un nuovo ordine economico internazionale, fondato sul principio della sovranità permanente degli Stati sulle proprie risorse naturali, e dell’autonoma regolamentazione delle attività economiche sul proprio territorio.
Punto controverso riguardava la proprietà privata e i diritti economici dei privati stranieri: in tale quadro consuetudinario un atto di espropriazione costituiva un illecito internazionale, da ciò l’obbligo di restituzione o di risarcimento, per l’intero valore al danno emergente e al lucro cessante.
Il disconoscimento di tale consuetudine introdusse la liceità di misure statali privative, subordinandola comunque alla corresponsione di un indennizzo.
Con la caduta del Muro di Berlino, la posizione di numerosi Paesi in via di sviluppo è mutata, trasformandosi in un atteggiamento concorrenziale nell’attrarre investimenti stranieri.
Si stava assistendo alla omologazione di un unico modello economico (quello liberista) e di un unico modello politico-istituzionale, quello delle democrazie occidentali.
Omogeneizzazione si configurava negli stessi anni anche sotto il profilo degli strumenti per il mantenimento della pace: l’invasione del Kuwait da parte dell’Irak (1990) suscitò una risposta coercitiva adottata da tutti gli schieramenti della Comunità Internazionale.
Sotto questo profilo si ricorda il fallimento dell’azione dell’ONU nella crisi di Somalia rispetto alle stragi in Ruanda e nella ex - Iugoslavia.
L’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, nonostante il compattamento del Consiglio di Sicurezza nel fornire approvazione e sostegno all’azione militare del Governo USA contro l’Afghanistan, non ha dissuaso la Casa Bianca dal perseguire il proprio disegno di egemonia unilaterale (si ricorda l’attacco all’Irak nel 2003), anche attraverso un metodo di egemonismo multilateralistico (uso formale delle istituzioni per realizzare disegni unilateralistici).
Per quanto riguarda tra diritto internazionale e diritto internazionale privato, questi non devono essere confusi. Ogni ordinamento giuridico nazionale ha le proprie regole di diritto internazionale privato, c.d. di conflitto o di rinvio, che servono ad indicare al giudice nazionale investito da una controversia civile che abbia carattere di estraneità un criterio per individuare la legge da applicare alla controversia, e non sono finalizzate alla disciplina materiale del rapporto.
Le convenzioni internazionali di diritto materiale uniforme sono invece volte a regolare direttamente ed in modo uniforme fattispecie aventi carattere di estraneità in specifici settori della vita di relazione tra privati.
(Diritto e contesto sociale)
Le considerazioni politiche, sebbene differiscano dalle regole, sono parte integrante di quel processo decisionale che chiamiamo diritto internazionale.
È opportuno, per quanto attiene al contesto sociale, distinguere due dimensioni:
- macrosociale: che si caratterizza nei rapporti tra i singoli soggetti e la collettività del corpo sociale cui essi appartengono
- microsociale: che si identifica nei rapporti tra i singoli soggetti o gruppi di essi.
Nel diritto internazionale la dimensione prevalente è di tipo microsociale1.
Con riguardo alla giuridicità delle regole, si è soliti pensare dipenda dall’esistenza nell’ordinamento di determinati giudici che garantiscono con efficacia l’esecuzione forzata delle regole stesse e la repressione dei soggetti che le hanno violato.
1 È opportuno attenuare alcuni preconcetti diffusi nello studio del diritto in generale. Per questo si veda:
A. Tanzi, Introduzione al diritto internazionale contemporaneo, Padova, CEDAM, 2006, pp. 44-58.
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