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EVOLUZIONE STORICA DELLA SCIENZA DEL DIRITTO INTERNAZIONALE
Per il diritto interno, la storia dello sviluppo in genere si rintraccia nell'evoluzione delle istituzioni, nell'organizzazione dello stato ecc. Nel diritto internazionale, la storia dell'evoluzione del diritto internazionale ha avuto diverse teorie succedute nel tempo perché mancata sempre un'organizzazione istituzionale. Anche nelle sentenze internazionali a volte viene citata la dottrina ecco perché nel diritto internazionale è più importante la dottrina. Il primo tentativo di inquadramento scientifico di questo fenomeno, cioè dell'inizio di rapporti giuridici fra stati è avvenuto insieme all'evoluzione di questi rapporti giuridici (la comunità nasce intorno al 1500 con la crisi dell'impero del papato e quindi parallelamente anche la dottrina dei rapporti tra stati) e allora si parlava dottrina classica. I padri della scienza del diritto internazionale sono stati...
diritto internazionale sono riconosciuti in alcuni seguaci, i principali sono: DeVitoria, Grozio e Gentili che vissero fra il 1500 e il 1600. Questa dottrina classica dovendocercare di inquadrare giuridicamente questo nuovo fenomeno in un primo tempo non parlòsubito di diritto internazionale, ma adottò questo fenomeno ai principi del diritto romanoperché: nel 1500 il diritto romano tornò di grande attualità poiché aveva due concetti chedescrivono il rapporto fra stati e cioè il diritto naturale e lo ius gentium (diritto che regolavai rapporti fra romani e gli stranieri). Il diritto naturale che era imposto da dio ecc. si adattavaa un ordinamento non statale, lo ius gentium che era già un diritto che si applicava airapporti esterni, aveva questo elemento di estraneità e quindi in questo senso venivautilizzato. Da queste due matrici nasce un primo sistema di norme internazionale. Gia primadel 1500 c’era stato qualche
autore (Da Legnano e Sassoferato) che ebbero il merito di prevedere che l'impero stava crollando e che avrebbe lasciato il posto a tanti stati. Sassoferato elaborò l'istituto della rappresaglia e quindi il concetto dell'autotutela, cioè capì che alla caduta dell'impero si sarebbero creati una serie di Stati. La prima scuola classica del diritto internazionale è chiamata del 'giusnaturalismo religioso' o 'scuola della teologia morale spagnola'. Qui l'autore è De Vitoria e un suo allievo Suarez e altri autori. Questa scuola si ispira a un metodo filosofico fondato sulla filosofia aristotelica e sul diritto naturale: secondo cui gli stati sono gli enti sociali che costituiscono una comunità internazionale, tale comunità era una comunità che si costituisce per natura; in realtà gli autori spagnoli si rendono conto che esiste un diritto internazionale chiamato positivo che si fonda sui
principi naturali del diritto naturale. Anche Suarez parla del diritto delle genti che coincide con il diritto naturale e quindi si parla di tutte le società che sono rette da principi morali e religiosi e quindi anche giuridici e quindi in sostanza l'obiettivo sarebbe il bene comune, il bene degli stati; quindi gli stati a questo scopo possono creare dei patti o consuetudini che però saranno obbligatorie solo se si fondano sul diritto naturale, quindi dove il diritto coincide con la religione ponendo alcuni limiti delle concezioni giusnaturalistiche. Poi c'è Grozio vissuto fra il 1500 e il 1600 che in realtà è considerato il padre fondatore più importante: lui fa propria la tesi della scuola spagnola per cui gli stati costituiscono la comunità universale però il diritto naturale non si basa sulla legge divina ma sulla natura umana, quindi non è più la religione ma la natura umana con i principi tipici della natura
Il diritto naturale, oltre ad avere una componente religiosa, è anche basato sulla ragione umana. Pertanto, diventa sempre più laico. Inoltre, c'è anche il carattere positivo, cioè la volontà degli stati, dove i trattati sono fondati sulla volontà degli stati e non sulla moralità cristiana. Quindi, il diritto naturale diventa un diritto pattizio.
Grozio, in realtà, ha una concezione dualista: accanto al diritto naturale c'è il diritto volontario o positivo, che ha due fonti: il diritto delle genti naturale, basato sulla ragione umana e non sulla religione, e il diritto naturale, basato sulla volontà degli stati.
Ma cosa impone agli stati di aderire ai trattati? È un principio del diritto. In sostanza, i trattati traggono la loro validità da un principio del diritto naturale. Quindi, il fondamento sta nella ragione umana, ma il diritto internazionale è fondato
Su accordi. Dopo Grozio c'è una divisione nella dottrina di due direzioni: da una parte il ramo giusnaturalistico e dall'altra il positivistico. E quindi si perde di vista la visione sintetica di Grozio. Nel 1600 forse, la corrente prevalente è quella del giusnaturalismo poi verso il 1700/1800 prevale il positivismo. Nel 1600 si parla del giusnaturalismo puro o nazionale per contrasto alla scuola spagnola e quindi viene fuori questa corrente filosofica dove il capostipite principale fu Hobbes. Lui è molto noto perché aveva un'idea del giusnaturalismo come stato di natura molto pessimistica, lo stato di natura è caratterizzato dalla guerra di tutti contro tutti, sia individuali che a livello di stati e quindi gli stati convivono nello stato di natura perché manca un'autorità che impone regole precise e quindi il diritto internazionale è fatto da massime che derivano dalla ragione. Tutto il diritto internazionale è di natura giusnaturalistica.
Con Hobbes il giusnaturalismo si stacca in maniera netta da concezioni religiose però alla fine sono poche le regole del diritto internazionale. Poi c'è Pufendorf che ha vissuto nel 1600 e anche lui riprende la dottrina di Hobbes del diritto naturale come unico diritto, si estende anche al diritto internazionale, anche lui si fonda sulla ragione umana, non esiste un diritto naturale positivo, i trattati e consuetudini non sono fonti giuridiche però ha una visione ottimistica. Lo stato di natura di Puffendorf è uno stato pacifico. Il giusnaturalismo classico è stato sempre accusato di mancanza di oggettività e quindi di certezza dei rapporti giudici. Qualcosa di valido del giusnaturalismo è che, anche dopo la seconda guerra mondiale, si parla di neo-giusnaturalismo solo se ci si pone dal punto di vista del singolo operatore del diritto, e solo se il giudice ha una certa discrezionalità nell'applicazione del diritto, può.Cercare di moralizzare il diritto. Il neo-giusnaturalismo cerca di convivere meglio con l'idea che ci siano anche certi valori di giustizia nel diritto. Passiamo agli anni della seconda metà del '600, quindi al positivismo giuridico. Se il giusnaturalismo puro vede nella ragione umana e nella razionalità l'unica fonte del diritto il positivismo considera il diritto come un prodotto della volontà, quindi le norme sono giuridiche perché imposte e volute da autorità che abbiano anche la capacità di sanzionare. Il positivismo più antico nasce con Gentili. Il positivismo giuridico ha dato un grande contributo per impostare la scienza del diritto in genere e quella del diritto internazionale in un metodo più rigoroso. Quindi in sostanza, per quanto riguarda il metodo, il positivismo è stato importante. I positivisti, sostenendo che il diritto è posto e non presupposto da un'autorità, staccano le
norme da quei dati soggetti del giusnaturalismo efanno derivare il diritto dalla volontà e poi il diritto viene isolato dalle altre scienze. Questo all'inizio ha un merito perché se si confonde il diritto non si riesce a studiarlo in maniera rigorosa. Però poi anche il positivismo è finito negli eccessi e oggi sembra essere superato come fondamento ma non come metodo. Uno dei primi positivisti più moderni è Austin che elabora una teoria detta 'dello statalismo giuridico' (perché per lui il solo diritto è quello imposto dallo stato). Questa è una tesi molto radicale, quasi eccessiva: secondo lui non può esistere un diritto se manca un'autorità politica superiore che sia in grado di dettare dei comandi consociati e di farli rispettare. Quindi il diritto è un sistema di comandi dettati da un'autorità e la sanzione e la coercizione sono fondamentali. La conseguenza per ilIl diritto internazionale è che non è molto favorevole perché lui riconduce il diritto solo nei limiti statali e quindi lui nega che l'ordinamento internazionale sia un sistema di norme perché non esiste un ente politico superiore in grado di erogare sanzioni agli stati e di imporre coercitivamente le norme. Il diritto internazionale per lui è una morale positiva, sono delle regole morali ma che non hanno la base del diritto, però gli stati osservano delle regole di condotta però lui dice che sono regole di condotta ma non diritto. Se si qualifica solo come morale intanto non si potrebbe spiegare il fenomeno innegabile per cui gli stati creano e osservano norme generali; poi lui parte solo dal fatto che il diritto è solo quello che impone il singolo stato quindi una visione fondata su una sua idea; poi l'artificio di fondare il diritto pubblico internazionale è errato perché sarebbe il diritto di ogni singolo stato.
contratto (sarebbe un atto di volontà collettiva che crea norme giuridiche vincolanti per tutti gli stati). Secondo Triper, la volontà collettiva è l'elemento fondamentale per la creazione del diritto internazionale.legge (creerebbe un vero e proprio diritto coercitivo). Il punto chiave: nei trattati legge si manifesterebbe la volontà collettiva di tutti gli stati e quindi il fondamento giuridico del diritto internazionale sta nella legge.