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Il diritto internazionale

Il diritto internazionale nasce come disciplina autonoma intorno al 15º secolo. I primi studiosi del 1400, Grozio e De Vittoria, concepiscono il diritto internazionale come un insieme di regole di condotta relative ad enti che si qualificano come “superioreti non recognoscentes”, cioè enti che non riconoscono un ente superiore a se. Esso si configura come diritto vigente nella vita di relazione tra enti dotati di un potere sovrano. All'epoca non si parlava di diritto internazionale, ma di Ius Gentium e Ius Naturale. Il Ius Naturale si contrapponeva al Ius Civile, diritto posto che regolava i rapporti intersoggettivi; lo Ius Naturale invece non era diritto posto, ma esistente in natura. Non è un prius rispetto alla società, ma è connaturato ad essa. Così il diritto internazionale è un fenomeno giuridico strettamente legato alla società in seno alla quale si sviluppa, non è un prius rispetto alla comunità.

internazionale. Prima si è formata la società internazionale: essa ha la necessità di darsi delle regole ed esse sono fornite dal diritto. Il rapporto tra diritto e società qui è ancora più forte e marcato proprio perché non vi è la figura di un legislatore internazionale. Dunque le norme scaturiscono dalla società e dalle esigenze che in un determinato momento storico sente come proprie.

Origini della società internazionale. Ci sono 3 teorie che si occupano di segnare periodo e condizioni storiche in cui la società internazionale nasce.

Prima teoria. Maggiore esponente della prima teoria è Rolando Quadri, teorico del realismo giuridico. Secondo Quadri, la società internazionale sorgerebbe nei secoli 15 e 16, periodo in cui si formano e si consolidano le prime monarchie nazionali, enti sovrani indipendenti dal potere politico. La nascita della società internazionale troverebbe la propria ragione in

Una serie di fenomeni storici e politici:

A) Si dissolvono l'impero romano d'oriente e il sacro Romano impero; Inoltre dal punto di vista religioso il cattolicesimo smette di essere l'unica religione sul suolo europeo. L'islamismo continua a farsi avanti grazie alle conquiste arabe in Europa. Nascono e si sviluppano in Germania, Svizzera e Inghilterra le religioni cristiane protestanti. Una società che era polarizzata da due grandi centri di potere entra in crisi in favore della nascita di più entità autonome e indipendenti.

B) A partire dal 16° secolo comincia la prassi delle missioni diplomatiche all'estero, cosa che evidenzia la necessità per gli Stati di avere canali di comunicazione tra gli Stati stessi.

C) Nel 16° secolo viene definitivamente meno la struttura feudale della società che parcellizzava il potere temporale in tante piccole entità. Si affermano invece autorità supreme, naturalmente, entro confini.

territoriali delimitati: si tratta di autorità che governano quel territorio in maniera assoluta, senza alcuna ingerenza o controlli interni o esterni. D) Infine la "potestas" (esercizio del potere su un dato territorio) è vista come una autorità esclusiva che subordina a sé ogni altra potestà. Questa sovranità non è più derivata, non riceve la propria legittimazione da un'altra autorità (come il Papa o l'imperatore), ma adesso è originaria. In Europa si assistette ad uno sconvolgimento del quadro politico e religioso che troverà il suo culmine nella guerra dei "30 anni", ultimo tentativo della controriforma per ritornare a prendere il potere in quella dimensione monolitica ormai entrata in crisi. La guerra dei 30 anni si concluse nel 1648 con la pace di Westfalia, che constava a sua volta di altri due trattati: - Trattati di Munster - Trattato di Hosnabruk Con essi in qualchemodo di una rinuncia formale da parte del Papa e dell'Imperatore alla loro posizione di poli della società internazionale. Nel 16° secolo, l'assetto della società internazionale è completamente cambiato: è formata da tanti singoli enti sovrani e indipendenti che si pongono in relazione tra loro e che ricevono legittimità per l'esercizio di tale potere ex se e non da un altro soggetto che li investe di tale potestas. Seconda teoria La seconda teoria sostiene che la moderna società internazionale sarebbe sorta nell'Europa occidentale tra il 9° e l'11° secolo con la cosiddetta res pubblica cristiana, una struttura gerarchica a base sostanzialmente feudale con a capo il pontefice, i cui membri parte di essa sarebbero appartenuti alla religione cattolica. Per i sostenitori di questa teoria, la res pubblica cristiana si sarebbe evoluta nella società internazionale dal 15° e 16° secolo, ma tale evoluzione sarebbe avvenuta senza modo di una rinuncia formale da parte del Papa e dell'Imperatore.che si potessero individuare significativi momenti di cesura con il passato. Per questo motivo la nascita della società internazionale deve essere collocata nel 9° secolo e non nel 15° secolo. Terza teoria La terza teoria si presenta con un contenuto abbastanza omogeneo con la prima teoria, ma con alcune discrasie. Uno dei maggiori sostenitori di questa teoria è il professor Treves. Anche questa teoria pone come momento della nascita della società internazionale il disfacimento della repubblica cristiana e dalla nascita delle prime monarchie nazionali (15° e 16° secolo), ma si sofferma anche a evidenziare tutti quei profili che dal punto di vista qualitativo differenziano la stessa res pubblica cristiana dalla società internazionale moderna. Tali profili riguardano diversi elementi: A) La res pubblica cristiana era una struttura gerarchicamente ordinata con a capo il pontefice, mentre la moderna società internazionale ha una struttura paritaria.

(almeno dal punto di vista formale).

B) Gli enti facenti parte della res pubblica cristiana ricevevano la legittimità dell'esercizio della potestas sul proprio territorio dal pontefice; nella moderna società internazionale, tale legittimazione non proviene da nessun soggetto sovraordinato.

Il potere non viene esercitato su delega di papa o imperatore, ma è esercizio autonomo di un'autorità.

Alla luce di questo profilo la res pubblica cristiana non si può più configurare come comunità di enti sovrani e indipendenti (qual’è la società internazionale oggi), ma al più come comunità di popoli.

C) Quella della res pubblica cristiana era una società che includeva al suo interno esclusivamente popoli di religione cattolica.

Se si volesse porre la nascita della società internazionale in questi secoli, non si potrebbero non considerare tutti gli altri centri di potere, sorti sulle sponde del

Mediterraneo di religione Islamica; Questo elemento permette inoltre di rinnegare tutte le tesi Europa-centriche del diritto internazionale: sicuramente colla del diritto internazionale è stata l'Europa, ma vi sono stati soggetti esercenti il potere politico che non erano né geograficamente, né culturalmente collocabili all'interno del contesto europeo, ed è su questo sostrato che la società internazionale sorge nel 15° e 16° secolo. Il processo di formazione della società internazionale si connette a due elementi fondamentali: - La nascita di più enti politici indipendenti; - Interdipendenza di questi enti di uno nei confronti dell'altro, scaturente da necessità interne ed esterne che tali autorità avvertono nella loro evoluzione. In sostanza: nel momento in cui più enti vengono ad esistenza, è necessario che si pongono gli uni in relazione con gli altri per far fronte a proprie.

esigenze.Nel porsi in relazione, questi enti tenderanno a rispettare un nucleo minimo di regole di convivenza che dunquescaturisce dall'esistenza della società e non è preordinato ad essa.

Rapporto tra diritto e società internazionaleRelativamente al rapporto tra diritto e società internazionale, non può certamente essere sostenuta la teoria diRusseau esposta nella sua opera "il contratto sociale".Secondo questa teoria, all'origine di ogni società sta un patto attraverso il quale i consociati rinuncianoall'esercizio della forza e lo affidano ad un altro soggetto sovraordinato che ha il compito di garantire la giustiziae la convivenza civile tra loro.Questa teoria pone dunque alla base di una società un atto volitivo dei suoi membri che rinunciano ad un propriopotere e lo affidano a qualcun'altro.Tale ragionamento non può essere ripetuto per la società internazionale, che non sorge con

Accorto tra le parti, ma come “società naturale necessaria” (Giuliano) in cui i soggetti che sono membri di esso sono fisiologicamente portati a relazionarsi. E questo porsi in relazione non implica un atto volitivo in senso stretto. Le teorie che sono in grado di spiegare l'essenza della società internazionale e le sue dinamiche sono esclusivamente quelle che hanno un approccio spontaneistico, che vedono l'ingresso degli Stati all'interno della società internazionale semplicemente con il giustapporsi l'uno accanto all'altro come suprema autorità di governo, ciascuno entro il proprio ambito spaziale delimitato.

Sono dunque da rigettare le teorie volontaristiche che sostengono che il fondamento della società internazionale risieda in un atto di volontà operato dalle parti: queste ricostruzioni non tengono conto del fatto che anche in presenza di un soggetto recalcitrante (contrario) nel rispetto del diritto internazionale.

  1. Per entrare o uscire dalla comunità internazionale non è necessario un atto formale di accettazione.
  2. La società internazionale ha sempre avuto una vocazione universale, tendendo ad includere tutti gli enti autonomi sovrani.
  3. Non è possibile escludere altri soggetti dalla comunità internazionale sulla base del possesso o meno di certi requisiti.
  4. Le teorie che individuano il nucleo della società internazionale nella realtà cristiana o europea vanno rinnegate.
o rappresentato una sorpresa. L'Apartheid, infatti, era un sistema di segregazione razziale che discriminava la popolazione non bianca del Sudafrica, limitando i loro diritti e opportunità. La comunità internazionale ha condannato fermamente questa politica discriminatoria, imponendo sanzioni economiche e diplomatiche al Sudafrica. Queste sanzioni hanno avuto un impatto significativo sull'economia del paese e hanno contribuito a mettere pressione sul governo sudafricano affinché mettesse fine all'Apartheid. Le Nazioni Unite hanno adottato diverse risoluzioni che condannavano l'Apartheid come una violazione dei diritti umani fondamentali. Inoltre, molti paesi hanno ritirato i loro ambasciatori dal Sudafrica e hanno interrotto i rapporti commerciali con il paese. La lotta contro l'Apartheid è stata guidata dal movimento anti-apartheid sudafricano, con Nelson Mandela come uno dei suoi leader più importanti. Dopo anni di proteste, manifestazioni e negoziati, l'Apartheid è stato finalmente abolito nel 1994 e il Sudafrica ha tenuto le prime elezioni democratiche, con Mandela come primo presidente nero del paese. La condanna internazionale dell'Apartheid ha dimostrato che la comunità internazionale non tollera la discriminazione e la violazione dei diritti umani. Questo evento ha anche sottolineato l'importanza del rispetto dei diritti umani e dell'uguaglianza in tutto il mondo.
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A.A. 2011-2012
5 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/13 Diritto internazionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher melody_gio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Gradoni Lorenzo.