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Le servitù internazionali
E’ dubbio se esistano, non si può parlare di servitù prediali ma piuttosto di servitù personali.
Gli Stati possono imprimere vincoli ad una parte del loro territorio mediante Trattato, che poi in caso di successione tra stati verranno trasmessi al successore.
Classici esempi di servitù → diritto di passaggio e diritto di accesso al mare (modalità concordate con lo stato costiero).
Oggetto di servitù sono spesso i territori smilitarizzati e neutralizzati → nei primi vi è l’obbligo di non costruire e mantenere basi militari; nei secondi non devono essere compiute operazioni militari in caso di guerra.
I territori smilitarizzati possono essere travolti in caso di guerra, quelli neutralizzati no.
Tuttavia, la neutralizzazione spesso non è immune agli eventi bellici, es: quella del canale di Suez è stata violata più volte nelle due guerre mondiali e durante i conflitti tra gli.
Stati arabi eIsraele.
L'Antartide (polo sud)
Disciplinato dal Trattato di Washington del 1959, stabilisce che l'Antartide dev'essere usata esclusivamente per fini pratici e di ricerca scientifica. Vieta qualsiasi attività militare, nucleare e radioattiva e le pretese di sovranità.
La gestione del continente è affidata al Comitato delle Parti Consultive, composto dagli Stati che hanno ratificato il Trattato e che hanno svolto una sostanziale attività di ricerca scientifica.
Al Trattato di Washington bisogna aggiungere la Convenzione sulla protezione della foca antartica e la Convenzione sulla conservazione della flora e della fauna marine.
L'Antartide contiene cospicue risorse petrolifere, notevoli quantità di rame, oro, argento e carbone, così è stato adottato un Trattato per la disciplina delle risorse minerarie antartiche che stabiliva che nessuna attività poteva essere intrapresa senza la certezza che non avrebbe
determinato effetti pregiudizievoli dell'ambiente antartico. Nonostante questa garanzia, molti stati si opposero e il Trattato non è mai entrato in vigore e fu concluso un Protocollo sulla protezione dell'ambiente antartico che lo dichiara una riserva naturale, votata alla pace e alla scienza.
L'Artico (polo nord)
Composto da acque marine ricoperte da ghiacci. Le acque dell'Artico, adiacenti agli stati costieri, sono assoggettate al regime del mare territoriale, mentre le zone di mare al di là dell'imite esterno del mare territoriale sono soggette al principio di libertà dell'alto mare.
Sono da respingere le pretese di sovranità di porzioni di mare adiacenti alle loro acque territoriali di alcuni stati come Canada e Federazione Russa; le terre emerse nell'Oceano Artico sono soggette al diritto di sovranità territoriale (l'arcipelago delle Svalbard è sottosovranità norvegese).
E' stato istituito il
Consiglio Artico, composto dagli stati che si affacciano su di esso ostoricamente attivi nella regione: Canada, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Islanda, Svezia,Russia e Stati Uniti. Agli stati attivi nella regione può essere concesso lo status di osservatoripermanenti (l'Italia ha questo status dal 2013). Le fonti del diritto internazionale Sono citate nell'art 38 dello statuto della Corte internazionale di giustizia, che utilizzerà i trattati, le consuetudini e l'equità per risolvere i contrasti. La finalità non è quella di dare gerarchia alle fonti ma si riferisce all'azione che devono compiere i giudici. Nel diritto internazionale il sistema delle fonti è funzionale, le norme sono poste tutte sullo stesso piano (quindi in caso di contrasto non vi è una norma che certamente prevale) e sono flessibili (tutte le norme possono prevalere in caso di contrasto). Non vi è flessibilità solo nel caso in cui unaLa norma internazionale è una regola scritta che si basa sulla prassi e sul convincimento dell'obbligatorietà della stessa. Sono rilevanti nel diritto perché hanno portata generale.
I principi generali di diritto internazionale nascono con la comunità internazionale. Possono essere di produzione giuridica o materiale (ius cogens) e sono riconosciuti dalle nazioni civili. Sono principi di logica giuridica propri degli ordinamenti interni che vengono utilizzati nell'ordinamento internazionale, specialmente in ambito giurisdizionale.
Le norme a portata particolare dispiegano i loro effetti tra le parti, cioè i soggetti che partecipano a quella norma. Queste norme possono essere contenute in trattati, accordi, patti o carte, che sono strumenti giuridici scritti, ammissibili sia orali che segreti.
Le norme che derivano da trattati sono quelle in cui il trattato contiene una disposizione normativa. Sono strumenti vincolanti che le organizzazioni internazionali riescono ad adottare.
Esiste anche la soft law, che sono atti degli stati non vincolanti. Possono essere pareri (strumento statico),
raccomandazioni (strumento dinamico in cui è chiaro il "dover fare"), dichiarazioni (sia statiche che dinamiche). Tra le Dichiarazioni dell'Assemblea Generale dell'ONU ricordiamo la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e la Dichiarazione sulle relazioni amichevoli tra stati. La prima contiene un'elencazione dei diritti fondamentali dell'individuo che devono essere protetti dagli stati, è molto simile alle costituzioni europee e americana. Nonostante la sua importanza, resta comunque un atto non vincolante che non produce effetti obbligatori. Possono contribuire alla creazione del diritto, evolvendosi una serie ripetuta di risoluzioni (atti di indirizzo) può contribuire alla creazione di una consuetudine essendo d'ausilio al consolidamento dell'opinio iuris. Il soft law può costituire la fonte di diritti ed obblighi giuridici (come ad esempio quelli che derivano dalle conferenze.sull'ambiente). Il soft law limita il dominio riservato degli stati, nel senso che non costituisce "intervento agli affari interni di un altro stato". Effetto di liceità delle raccomandazioni → effetto prodotto dagli atti non vincolanti delle organizzazioni nei confronti degli stati destinatari. Molti autori non sono d'accordo. Se uno stato ha un comportamento conforme al contenuto dell'atto derivante dalle OI ma è difforme rispetto ad un obbligo giuridico precedentemente assunto, non produce un illecito secondo l'effetto di liceità delle raccomandazioni. Ciò è strano perché è come dire che se tra una cosa obbligatoria ed una non obbligatoria prevale quella non obbligatoria. Condizioni di produzione dell'effetto: entrambi i soggetti devono essere membri dell'organizzazione e devono aver votato positivamente alla raccomandazione. L'atto deve essere lecito e legittimo (non è contro.Il tuo compito è formattare il testo fornito utilizzando tag html.
ATTENZIONE: non modificare il testo in altro modo, NON aggiungere commenti, NON utilizzare tag h1;
ius e ius cogens) e (deve provenire dall'organo che ha la competenza e il potere per adottarlo e dev'essere adottata secondo le procedure corrette). Ultimamente, accanto agli atti di soft law vengono messe delle facilitazioni per invogliare gli stati ad adottarli.
Lo ius cogens
Norme imperative non scritte del diritto internazionale a portata generale, inderogabili e che producono obblighi erga omnes.
Le norme imperative sono innanzitutto consuetudinarie, infatti è impensabile trovare la fonte in un Trattato perché esso vincolerebbe solo gli stati parti.
Criteri identificativi: generalità e accettazione e riconoscimento come norma inderogabile da parte della comunità.
L'opinio iuris che sottende lo ius cogens è qualificata dalla convinzione che l'obbligo assunto è posto a tutela di valori fondamentali della comunità: genocidio, tortura, aggressione, crimini di guerra, ... Particolarmente forte.
Se vi è un Trattato
in contrasto con la norma di ius cogens: se questo è sorto dopo la norma è nullo, se è sorto prima è annullabile. La consuetudine Norma a portata generale non scritta che ha come destinatari tutti i soggetti di diritto internazionale. Si forma grazie al comportamento della maggior parte degli Stati che creano una norma che diventerà poi obbligatoria per tutti. Può anche cadere in desuetudine (estinguersi). Importante il comportamento degli Stati "i quali interessi sono particolarmente toccati", come ad esempio gli Stati marittimi per la nascita delle consuetudini in materia di diritto del mare. Elementi costitutivi: 1. diuturnitas: ripetizione costante e uniforme di un dato comportamento da parte di un soggetto di diritto internazionale. Il tempo di consolidamento è variabile e inversamente proporzionale alla forza dell'opinio iuris (più è forte l'opinio e meno tempo ci vorrà). Non èconfigurabile laconsuetudine istantanea perché, anche se per poco tempo, c'è bisogno di ripetizione nel tempo. 2. opinio iuris ac necessitatis: convincimento che quel dato comportamento sia obbligatorio. Kelsen: Teoria di sostiene che si può fare a meno dell'opinio perché la consuetudine si regge sulla diuturnitas. Fondare la consuetudine sull'opinio è come dire che lo Stato cade in errore: nel momento in cui lo stato sta formando la consuetudine, l'obbligo giuridico non esiste. Questa teoria è sbagliata e ci sono 3 dimostrazioni: varie sentenze della corte ci ricordano che ci vogliono i due elementi e sono indissolubili; gli Stati spesso dichiarano quando non vogliono che un comportamento diventi norma (mere norme di cortesia: come i privilegi concessi al personale delle ambasciate); la consuetudine si può scindere in due momenti: norma formata e informazione. Nel momento in cui è già formata ha giàportata generale e quindil’