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L'ARIA

Finita la questione del diritto internazionale del mare come zona su cui gli stati esercitano la propria sovranità, continuiamo a parlare dei soggetti del diritto internazionale, gli stati, e le zone in cui lo stato esercita la propria sovranità. La sovranità dello stato sull'aria: il problema è cambiato con il tempo, perché mentre nell'antichità la sovranità sull'aria voleva dire al massimo costruire una torre molto alta, oggi vuol dire mandare satelliti o navicelle spaziali in orbita, i problemi sono totalmente diversi, il diritto internazionale ovviamente si è adeguato alla tecnologia.

Bisogna distinguere fra spazi aerei e spazi extra atmosferici, perché in epoca abbastanza risalente si è iniziato a volare quindi si è posto un primo problema e poi un secondo problema quando siamo riusciti ad andare in orbita dopo la seconda metà del...

del territorio aereo spetta allo stato sovrano che lo controlla. Questo significa che uno stato ha il diritto esclusivo di regolare e controllare il proprio spazio aereo, compresi i voli che vi transitano. Negli ultimi decenni, tuttavia, con lo sviluppo della tecnologia aerospaziale, si è reso necessario affrontare la questione della sovranità negli stati extra atmosferici, ovvero nello spazio al di sopra dell'atmosfera terrestre. In questo caso, la sovranità non può essere attribuita a uno stato specifico, ma deve essere gestita a livello internazionale. L'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha stabilito che lo spazio extra atmosferico è patrimonio comune dell'umanità e che tutti gli stati hanno il diritto di utilizzarlo per scopi pacifici. Ciò significa che nessuno stato può rivendicare la sovranità su di esso, ma allo stesso tempo tutti gli stati devono rispettare le norme e le regolamentazioni internazionali per l'utilizzo dello spazio extra atmosferico. In conclusione, la sovranità nello spazio aereo spetta agli stati sovrani, mentre la sovranità negli stati extra atmosferici è gestita a livello internazionale come patrimonio comune dell'umanità.che lo stato ha nello spazio aereo sovrastante il proprio territorio e il proprio mare territoriale è sostanzialmente uguale alla sovranità che lo stato ha sulla terra ferma e quindi gli altri stati possono attraversare lo spazio aereo sovrastante il territorio di uno stato o il suo mare territoriale solo con il suo consenso, così come possono entrare nel suo territorio o navigare nei suoi mari solo con il suo consenso e questo principio è rimasto nonostante lo sviluppo della navigazione aerea. La navigazione aerea si sviluppa tantissimo dopo la Seconda Guerra Mondiale, quindi sviluppandosi la navigazione aerea, pur senza intaccare il principio generale, fu stipulata una convenzione: Convenzione di Chicago del 1944 sull'aviazione civile internazionale: questa convenzione vale solo per gli stati che hanno ratificato la convenzione stessa e prevede quanto segue: tutti gli stati contraenti hanno diritto di compiere voli, di attraversare senza sosta ovvero difermarsi per scopi non commerciali sul territorio di altri stati senza chiedere il permesso preventivo. È come se ratificando questa convenzione lo stato contraente accetti condizioni di reciprocità che gli aerei di tutti gli altri stati che hanno ratificato compiano voli sul proprio territorio ecc. naturalmente a condizione di reciprocità: è come se gli stati hanno accettato preventivamente di dare la propria autorizzazione, anzi che darla volta per volta. Tuttavia, lo stato territoriale in quanto titolare del diritto esclusivo di sovranità ha il diritto di chiedere l'atterraggio perché viene meno il concetto della sovranità. Diverso è il discorso per lo spazio extra atmosferico: innanzitutto come sempre quando si divide in zone bisogna capire dove finisce una zona e dove ne inizia un'altra, e qui ci sono maggiori problemi perché il diritto dell'aria è un po' più indietro rispetto al diritto.del mare quindi non è chiara la definizione di dove finisce lo spazio aereo e dove inizia lo spazio extra atmosferico. Ci sono due criteri di riferimento: uno numerico e uno materiale legato a fattori tecnologici. I due criteri sono che lo spazio extra atmosferico è la parte intorno al pianeta al di sopra di una certa altezza, il problema è qual è questa altezza: il criterio numerico è circa 90/100 miglia, il secondo criterio alternativo è che lo stato aereo finisce nel momento in cui i mezzi in volo non navigano più mediante propulsione propria. (Una volta che viene meno la forza di gravità ci sono tutta una serie di forze e correnti magnetiche tra i pianeti). Lo spazio extra atmosferico è un'invenzione recente, perché fino a Copernico l'umanità credeva che fosse il sole a girare intorno alla terra, la terra era ferma e c'erano sopra 7 cieli. Evidentemente con questa e secondo la scienza.

medievalecostruzione mentale si considerava inutile distinguere tra spazio aereo ecc. C'era solo lo spazio aereo, poiessendo che il problema riguardava solo la costruzione di torri, castelli, palazzi si considerava che le stelle erano fisse e quindi la sovranità degli stati arrivava fino alle stelle (usque ad sidera). Poi la scienza si evolve, ci sono scoperte tecnologiche e scientifiche e nel 1957, in Guerra Fredda, c'è la corsa allo spazio, sia l'URSS che gli USA mettono in orbita i primi missili che girano continuamente intorno alla Terra facendo orbite sempre diverse, così in poche ore attraversano una quantità di spazio aereo extra atmosferico sopra il territorio di uno stato. Teoricamente avrebbero dovuto chiedere ogni volta l'autorizzazione a tutti gli stati sopra cui passavano i propri missili, ma nessuno chiede un permesso preventivo e nessuno protesta. Da un punto di vista del diritto internazionale succede una cosa importante:

nasce una nuova consuetudine internazionale. I sistemi che eleggono come prima fonte la consuetudine è proprio perché ritengono che dover cambiare una legge sia un processo lento mentre la consuetudine permette di adeguare il diritto in ogni momento alle istanze che provengono dalla società. La consuetudine fino al 1957 era che gli stati avevano il possesso di tutta la zona sovrastante il loro territorio fino alle stelle, là si ritiene che sia complicato fare la navigazione spaziale con la vecchia consuetudine e si ritiene necessario che sia possibile navigare lo spazio senza chiedere alcun permesso agli stati la cui colonna d'aria si attraversa con le navicelle spaziali. La cosa fondamentale non è solo che chi ha il potere di farlo lo fa, la cosa interessante è che nessuno protesta e quindi vuol dire che anche gli altri ritengono che sia necessario cambiare le cose, accettano implicitamente come nascita di una norma giuridica. Quindi da questa

necessità e dallaquiescienza degli altri stati nasce il diritto dello spazio extra atmosferico e poiché nasce come libertà all'inizio il primo concetto che si applica è quello di libertà dei mari e quindi una res communis omnium (cosavecchio concetto che si applicava all'alto mare prima che nascesse il comune di tutti) concetto dipatrimonio comune dell'umanità. Successivamente si comincia a pensare a come regolamentare questo spazio e si fa attraverso quella chesi chiama "le fonti di soft law" le fonti giuridiche nascono insieme alle Nazioni Unite. sono due risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite: 1. Risoluzione 1721/1961 2. Risoluzione 1962/1963 Non solo l'Assemblea ma su spinta dell'ONU vengono adottati due generale adotta queste risoluzioni, trattati internazionali: Trattato sull'esplorazione e l'utilizzazione 1. dello

spazio cosmico (1967)

Trattato sulle attività degli stati sulla luna e sugli altri corpi celesti (1979)

Si ritiene che questi quattro testi costituiscano diritto consuetudinario.

Principi giuridici fondamentali che emergono da questi quattro testi:

a) Non può essere oggetto di appropriazione di alcuno stato, quindi nessuno può appropriarsi dello stato extra atmosferico. Non si ha il vecchio regime di diritto internazionale che si applicava alla terra;

L'esplorazione e l'utilizzazione dello spazio extra atmosferico devono avvenire a vantaggio di tutti gli stati;

b) È previsto un espresso divieto di mettere in orbita o comunque di collocare in altro modo armi nucleari o altri oggetti di distruzione di massa nello spazio;

L'esplorazione dello spazio deve avvenire in modo da evitare gli effetti pregiudizievoli della loro contaminazione nonché delle alterazioni nocive dell'ambiente terrestre risultanti dall'introduzione.

disostanze extra terrestri. Viene ripreso il vecchio concetto della libertà nell'alto mare e viene applicato allo spazio, sostanzialmente ovviamente tuttavia in pratica le grandi potenze stanno utilizzando lo spazio, quelle che hanno i mezzi permettere in orbita i satelliti e sono gli stati più ricchi e più potenti che lo stanno utilizzando a proprio vantaggio.

Scendendo nel dettaglio questo regime è dettato da un Trattato del 1979 sul Regime giuridico della Luna e degli altri corpi celesti tutte le sostanze derivanti dalla Luna ma anche dagli altri corpi celesti sono definite come risorse appartenenti al patrimonio comune dell'umanità. Il problema è che è solo una dichiarazione di principi, teorica, anche perché nessuno è per ora in grado di sfruttare gli spazi celesti).

Riassunto: lo spazio aereo, arriva fino a 90/100 miglia dal suolo. Lo spazio aereo può essere territoriale, sovrasta il territorio di ogni

stato (per il sorvolo ci vuole il consenso che è dato a priori innanzitutto con Chicago; misure coercitive in caso di violazione del proprio spazio aereo es. atterraggio, ispezioni doganali di aerei civili stranieri) e internazionale, sovrasta terre nullius e il mare internazionale (piena libertà nel mare internazionale). Poi c'è lo spazio cosmico, extra atmosferico, sorvolo, uguale al regime delle navi in cui vigono dei principi: inappropriabilità dello spazio, compresa Luna e corpi celesti, lo sfruttamento delle risorse deve avvenire solo nell'interesse dei paesi; libertà di navigazione assicurata dall'esclusiva giurisdizione dello stato di registrazione sull'oggetto lanciato nello spazio; infine principio della responsabilità dello stato di lancio per i danni causati da un oggetto lanciato nello spazio).

LIMITI DI SOVRANITÀ DEGLI STATI NEL PROPRIO TERRITORIO

Ci sono tre limiti che limitano la sovranità dello

stato sul proprio territorio:

  • Obblighi che riguardano il trattamento dei cittadini stranieri
  • Obbligo di rispettare le immunità degli stati stranieri
Dettagli
A.A. 2020-2021
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SSD Scienze giuridiche IUS/13 Diritto internazionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giadascaramelli97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto internazionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Pasquali Leonardo.