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DICHIARAZIONI DI PRINCIPI DELL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE
NAZIONI UNITE: le dichiarazioni di principi dell’assemblea generali ripropongono il
tema di sapere se esiste un diritto internazionale generale scritto. Non sono le convenzioni di
codificazione che pongono diritto internazionale generale scritto, e anche le dichiarazioni di
principio non pongono diritto internazionale generale scritto. Il diritto internazionale
generale è solo ed esclusivamente la consuetudine. L’assemblea generale delle nazioni unite
come già detto ha un potere di adottare raccomandazioni, raramente adotta decisioni (ad
esempio in materia di bilancio). Questo potere di raccomandazione talvolta è esercitato su
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casi specifici, ad esempio la risoluzione n. 181 del 47 a proposito della spartizione fra uno
stato ebraico, uno stato palestinese e lo status internazionale di Gerusalemme. L’assemblea
generale con questa risoluzione ipotizzò una soluzione particolarmente interessante ma mai
attuata. La raccomandazione con cui nel 47 l’assemblea generale si rivolse all’Italia e
all’Austria per i negoziati sull’Alto Adige. Quindi una serie di raccomandazioni su questioni
puntuali, però l’assemblea generale svolge un ruolo importante anche adottando
raccomandazioni su temi generalissimi. Le dichiarazioni di principi sono delle
raccomandazioni dell’assemblea generale su temi universali, su temi complessi e generali.
Gli esempi sono significativi in proposito:
A partire dalla prima importante dichiarazione di principi che è quella sui diritti
1. dell’uomo. La dichiarazione universale dei diritti dell’uomo 1948 affronta il tema
dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali.
La dichiarazione sull’indipendenza dei paesi sottoposti a dominazione coloniale
2. del 1960 la risoluzione n. 1514. In questa risoluzione si afferma il principio
dell’autodeterminazione dei popoli.
Risoluzione del 1970 n. 2625 concernenti le relazioni amichevoli fra gli stati.
3. Nel 1974 abbiamo in campo economico due importanti dichiarazioni di principi:
4. quella sull’instaurazione di un nuovo ordine economico internazionale e quella
sui diritti e doveri economici degli stati.
Effetti giuridici e natura giuridica di questi atti: nel sistema delle nazioni unite questi atti
sono delle raccomandazioni, quindi non sono atti vincolanti ma sono degli inviti agli stati
privi di efficacia obbligatoria. Sono delle raccomandazioni che comunque sono capaci di
produrre alcuni effetti nel sistema delle nazioni unite, cioè pur essendo atti non vincolanti
hanno una qualche capacità di produrre effetti giuridici alla luce della carta delle nazioni
Unite.
• Innanzitutto l’EFFETTO DI LICEITA’, cioè la raccomandazione imprime liceità al
comportamento raccomandato. Questo effetto di liceità della raccomandazione può
essere dedotto dall’art. 2 paragrafo 5 della carta delle nazioni unite che stabilisce il
principio della cooperazione fra stati e nazioni unite. Questo effetto di liceità è anche
confermato da qualche elemento della prassi internazionale, cioè gli stati in qualche
caso hanno riconosciuto l’effetto di liceità delle raccomandazioni. Un caso
150 significativo fu quando nel 1966 le navi della marina militare britannica bloccarono
una nave greca che portava petrolio in Rodesia attraverso il Mozambico: la Rodesia
nel 1965 proclamò unilateralmente l’indipendenza dal Regno Unito instaurando un
regime nazista in Rodesia. Ci fu una reazione della comunità internazionale,
l’Inghilterra che in particolare condannava sia l’indipendenza dichiarata
unilateralmente che il regime nazista, cominciò a bloccare le navi che portavano
petrolio in Rodesia. La Grecia protestò contro questo blocco navale.
Successivamente intervenne una raccomandazione delle nazioni unite per impedire il
rifornimento di petrolio alla Rodesia accusata di segregazione raziale, il Regno Unito
continuò a bloccare e questa seconda fase di blocco delle navi da parte della marina
militare britannica non fu sollevata più obiezione perché fu ritenuto che la
raccomandazione delle nazioni unite imprimesse a quell’attività reazione della
marina militare britannica l’effetto di liceità. C’è dunque una certa prassi che induce
a ritenere che nel sistema delle nazioni unite si opera questo effetto di liceità. Questo
effetto di liceità si verifica solo nei rapporti fra gli stati che hanno approvato la
raccomandazione, perché se invece uno stato non ha approvato quella
raccomandazione probabilmente non ha questo obbligo di riconoscere la liceità.
Questo effetto si produce nei rapporti fra gli stati che hanno votato a favore della
raccomandazione.
• Possono avere l’EFFETTO DI BUONA FEDE. Nella carta delle nazioni unite dopo
aver parlato dell’obbligo di cooperazione si afferma anche il principio di buona fede,
cioè gli stati devono adempiere in buona fede agli obblighi della carta. La
raccomandazione non pone obblighi e lo stato può anche disattendere la
raccomandazione, ma questo principio di buona fede dà alla raccomandazione un
qualche valore nel senso che gli stati che non osservano la raccomandazione per la
tutela del principio di buona fede avrebbero l’obbligo di motivare il comportamento
difforme. L’obbligo di tutelare il principio di buona fede imporrebbe allo stato che
intende disattendere la raccomandazione l’obbligo giuridico di spiegare il perché non
osserva la raccomandazione.
Le raccomandazioni contenenti dichiarazioni di principi hanno una loro rilevanza anche
fuori dal sistema delle nazioni unite per il diritto internazionale generale perché
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innanzitutto le risoluzioni dell’assemblea generale delle nazioni unite sono ascrivibili alla
categoria prassi degli stati perché questi votano all’interno dell’assemblea. Ed è una prassi
che in modo significativo era capace di indicare anche un opinio iuris, cioè questo
convincimento dell’obbligo giuridico che si deve ricavare dagli elementi della prassi, si
ricava più facilmente da una risoluzione dell’assemblea generale in cui c’è la delegazione di
uno stato che vota, che non dà una sentenza del tribunale interno degli stati uniti ecc.
Dunque la manifestazione della prassi internazionale, quando si esprime attraverso queste
dichiarazioni di principi è particolarmente importante. In proposito importante è un
paragrafo della sentenza della corte per ricordare come è la stessa corte internazionale di
giustizia ad utilizzare dichiarazione di principi per far emergere l’opinio iuris (paragrafo
188 della sentenza della corte internazionale di giustizia del 1986 sul caso delle attività
militari e paramilitari in Nicaragua nella controversia Nicaragua e Stati Uniti). La corte
afferma in questo paragrafo che la corte deve assicurarsi dell’esistenza nel diritto
internazionale consuetudinario di un opinio iuris relativa al valore obbligatorio di una tale
astensione (astensione dell’uso della forza). Questa opinio iuris può dedursi dal
comportamento degli stati riguardo a certe risoluzioni dell’assemblea generale, in
particolare la risoluzione n. 2625 intitolata dichiarazione relativa ai principi di diritto
internazionale relativa alle relazioni amichevoli e alle cooperazioni degli stati.
Al di fuori dal quadro delle Nazioni Unite, queste dichiarazioni di principio sono di molta
importanza perché costituiscono importanti elementi della prassi internazionale,
costituiscono cioè manifestazione della prassi degli stati di particolare rilievo soprattutto per
enuclearne l’opinio ibis. Queste risoluzioni contenenti le dichiarazioni dei principi, possono
essere canalizzate secondo quelle tre strade di cui abbiamo parlato a proposito della
codificazione; cioè anche le dichiarazioni dei principi come le convenzioni di codificazioni
possono:
- Riflettere il diritto internazionale consuetudinario già esistente (ad esempio una
risoluzione dell’assemblea generale può confermare l’uso della legittima difesa).
- Cristallizzare il diritto consuetudinario, cioè può costituire l’ultima fase di formazione
della consuetudine; quindi l’interprete può dedurre dall’esistenza di una dichiarazione di
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principi, l’esistenza di una norma consuetudinaria perché in precedenza altre
manifestazioni della prassi sono andate nella stessa direzione
- Affermare nuove regole, cioè intendono imprimere lo sviluppo progressivo del diritto
internazionale per obbiettivi ulteriori rispetto allo status contemporaneo del diritto
internazionale (esempio: quando l’assemblea generale chiede la moratorio per la pena di
morte nella prospettiva dell’abolizione della pena di morte si colloca sul piano dello
sviluppo progressivo, perché ancora non c’è una regola di diritto consuetudinario che
vieta agli stati di praticare la pena di morte). Alcune volte vi è un tentativo da parte degli
stati in quanto gli stati che promuovono queste risoluzioni di sviluppo progressivo
vorrebbero in qualche modo assurgere a legislatore internazionale e quindi vorrebbero
che con una risoluzione dell’assemblea generale si possa affermare contemporaneamente
una nuova regola e questo anche a maggioranza. In realtà a maggioranza non si può
creare una nuove regola; si può mettere in crisi una vecchia regola e si può istaurare una
nuova prassi volta a creare una regola futura nuova, ma a maggioranza non si crea una
regola consuetudinaria. Talvolta gli stati votano queste risoluzioni con il consensus, per
cercare di avere un testo che trovi la convergenza di tutti gli stati, ma anche il consensus,
non è l’indice sicuro dell’accettazione da parte di tutti gli stati. Certo è che se una
risoluzione dell’assemblea generale fosse approvata all’unanimità da tutti gli stati, allora
si potrebbe dire che forse siamo in presenza di un elemento significativo della prassi
idoneo a creare una consuetudine, non in modo istantaneo ma in modo accelerato.
Sempre al di fuori del quadro delle Nazioni Unite c’è qualcuno tra gli esperti (Conforti) che
propone un modo singolare di vedere in alcune dichiarazioni di principi, effetti vincolanti a
titolo di accordo internazionale. Per cui ci sono alcune risoluzioni e alcune dichiarazioni
di principi che nelle clausole finali, equiparano la violazione della risoluzione alla
violazione della Carta delle Nazioni Unite. Conforti ritiene che in virtù di questa clausola, la
violazione della risoluzione è violazione della Carta e quindi quando gli stati approvano
questa risoluzione con questa clausola, intendono assumere un vin