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DEDUZIONE DEI COSTI

DOMANDA ESAME: stiamo parlando di deduzione dei costi, quindi per una parte è un interesse del contribuente, quindi se vuole potrebbe non dedurseli.

Beni prodotti = sono considerati per masse, non contabilizzati uno ad uno e questi sono quelli che tipicamente danno vita al provento più naturale dell'impresa, ossia il ricavo (= corrispettivo della vendita del prodotto). La tassazione segue il reddito e quindi insegue un valore netto, quanto ho guadagnato dal vendere i trapani? Quello che mi hanno dato i clienti meno i costi che ho avuto per produrli. C'è un problema: questo andrebbe bene se alla fine di ogni esercizio vendessi tutto quello che ho prodotto, ma non è detto che io venda tutto, ovviamente non posso vendere più di quello che ho prodotto, ma meno si. Io potrei disinteressarmi di quello che rimane, ma se considero le spese per produrre ci sono anche le spese di quello che non ho venduto, c'è un'asimmetria.

Visto che i costi di produzione li considero tutti, devo considerare anche tutti i prodotti. Per quello che ho venduto considero quello che ho ricavato, per quelli rimasti in magazzino serve la RIMANENZA (=valore dei beni invenduti, in magazzino). Per il ricavo ho il prezzo come valore e per la rimanenza do un VALORE PARI AL COSTO, è un costo globale che l'impresa vive più anni, si (considerazione per masse). Il problema è ulteriore suppone che l'anno successivo io produca e nel magazzino me ne rimane più dell'anno precedente. - Fine primo anno → magazzino 2 trapani. Per fare un trapano spendevo 10 - Fine secondo anno → magazzino 4 trapani. Ora spendo 20 Si suppone che i costi da un anno all'altro siano diversi. Il magazzino è fatto astrati, ciascun pezzo nel primo anno valeva 10, nel secondo vale 20. DOMANDA ESAME: cosa succede quando nell'anno 3 il magazzino diminuisce? Inizio l'anno con 4 e ne trovo2. C'è il problema di stabilire quali delle 2 sono uscite. Le esistenze iniziali, sono le prime o le seconde? Se sono le prime valevano 20, le seconde 40 (10 per 2 e 20 per 2). Le merci non sono contabilizzate una per una, ma per masse. Allora si usano dei criteri convenzionali, detti di rotazione di magazzino: nel caso in cui il magazzino si svuoti: - Hp. A considero di aver venduto per primi quelli che avevo prodotto per ultimi (vendo prima le scorte che ho fatto per ultime) Last in first out. La variazione può essere di segno + o di segno - . - Hp. B DOMANDA ESAME: che metodo conviene? Lifo o Fifo? Ragionamento: conviene quello che mi fa dedurre di più, quindi il LIFO (i trapani prodotti dopo costavano di più), questo vale per l'esempio in cui i costi salgono, se i costi scendono no, quindi conviene se i costi sono crescenti. - Hp. C la media ponderata, si fa una media per cui le rimanenze hanno tutte un unico valore. Non è una scelta facilmente reversibile.

L'imprenditore sceglie un metodo e lo porta avanti. Accantonare significa dedurre oggi in vista di un costo futuro. Gli ammortamenti sono l'inverso. Una cosa è la rappresentazione fiscale, una cosa è cosa per certi succede nella cassa, una cosa è il valore di mercato, METAFORICAMENTE l'accantonamento è mettere qualcosa in salvadanaio, per affrontare meglio una perdita futura.

DOMANDA: gli accantonamenti sono liberi? Sarebbe troppo comodo, NO. Se io potessi decidere oggi di dedurre i costi futuri.

2 Esempi di accantonamenti:

  1. Accantonamenti per rischi su crediti = metto da parte qualcosa per il rischio su crediti. Temo di perdere qualche credito in futuro e metto da parte. Se io ho tanti crediti ho tanto debitori. Sicuramente almeno 1 sarà inadempiente, quindi sarei in perdita. Invece che aspettare tale momento potrei dire: ogni anno metto da parte un po', ma c'è un limite di legge, si mette da parte fiscalmente (=puoi

dedurre come se ce l'avessi avuta) una quota diper un pezzetto. E' un beneficio fiscale, anticipi la deduzione. E'perdita,facoltativo. Limiti: non oltre una certa percentuale e ogni anno questadeduzione, dal punto di vista del bilancio è rappresentata come un fondo(=somma accantonamenti) = (salvadanaio) da quello che ricavo ogni annoprendo una moneta e la metto dentro al salvadanaio. Si suppone che davvero47poi arrivi la perdita: devo confrontare la perdita subita con quello che ho giàdedotto (= ammontare una perdita). Sino a che la perdita non supera non hodiritto di dedurre niente, perché ho già dedotto. Il fondo che caratteristicheha? E' un accantonamento per debiti futuri, come tutti gli accantonamenti eC'è poi un caso in cui c'è accantonamento per un costoper debiti incerti.futuro ma certo: trattamento di fine rapporto dei dipendenti. Il datore ha ilcosto delle retribuzioni e ha una quota chiamata TFR, liquidazione,

unaquota di stipendio accantonata. La differenza rispetto al caso precedente chequi il trattamento di fine rapporto è sicuro e quindi consento a maggiorragione al datore di fare la deduzione anticipata.

Approfondimenti

Plusvalenze = differenza fra prezzo di realizzo e valore fiscalmente riconosciuto.

Perché vale la pena affrontare il problema delle plusvalenze in relazione allepartecipazioni?

Dividendi = una delle forme che può assumere il reddito di capitale, ma sono ancheprotagonisti del problema della doppia imposizione dei redditi societari. I dividendisono tendenzialmente esenti. Quando io faccio una plusvalenza sulle partecipazioni èpossibile che nel calcolare del prezzo a cui sono disponibile a vendere un'azione visiano diversi fattori, ma incide anche se la società ha fatto degli utili. Se ho delleazioni Fiat e questa ha fatto degli utili nel valore dell'azione della Fiat vi sono degliutili concreti. Il proprietario dell'azione

potrebbe:

A. portarsi a casa il valore del dividendo, monetizzare, ma gli altri soci non sono d'accordo e vogliono tenere gli utili nella società per comprare un altro capannone. Io socio, cosa posso fare allora? Vendo l'azione e dentro a quel prezzo c'è il dividendo, il prezzo tiene conto del dividendo, giuridicamente questa è una plusvalenza d'azione, ma è anche una distribuzione del dividendo. A certe condizioni (vedi libro) le plusvalenze su partecipazioni hanno lo stesso regime dei dividendi, quindi sono parzialmente esenti come se fossero dividendi, è ragionevole: è probabile che in presenza di quelle condizioni di legge il guadagno sia dato dall'esistenza degli utili.

Gli interessi attivi sono l'altra tipica forma del reddito di capitale, agli interessi attivi dell'imprenditori si applica l'assorbimento nel reddito di impresa, diventano deducibili i costi, non si tratta di una

Mera questione nominale. Il problema riguarda gli interessi passivi che sono gli interessi per chi li paga, sono il passivi dell'imprenditori sono guardati con sospetto e prezzo del denaro. Gli interessi sono stabilite delle limitazioni alla loro deduzione, si parla di deducibilità limitata. La ragione non è immediatamente comprensibile. Si sono succedute delle discipline: una era quella di contrasto alla capitalizzazione sottile (capitalizzazione sottile = poco capitale), si guardavano con sospetto i prestiti fatti dai soci, la disciplina mirava a scorrerli per far si che le società fossero più solide quindi con più capitale sociale (obiettivo non tributario, ma di politica economica) oppure, si diceva, che potessero essere un modo per evadere e quindi ridurre il carico impositivo (ragione di tipo tributario). Lo scoraggiamento non era un divieto, ma non si facevano dedurre gli interessi passivi della società, mentre normalmente tutti i costi.

compresi gli interessi passivi, sono deducibili. Si è introdotto un altro sistema: limitare gli interessi passivi delle società: te li lascio dedurre interamente se non superano l'ammontare degli interessi attivi, fuori da questo limite gli interessi passivi sono deducibili nei limiti del 30% del risultato imperativo lordo. Le imprese possono indebitarsi quanto vogliano, ma se superano la soglia, l'interesse superiore del 30% non possono portarselo in deduzione. La ragione strutturale alla base del concetto è: non è molto facile stabilire la condizione di inerenza dell'interesse passivo. Quando compro del cuoio è facile stabilire se l'acquisto è inerente o no. Il legislatore non consente neanche la dimostrazione. - Consolidato nazionale - Consolidato internazionale (o mondiale) DOMANDA ESAME: il consolidato mondiale è un modo per combattere il fiscal drag? NO. DOPO PAG 280 STUDIA SOLO principio di neutralità Quelle

Le sopravvenienze descritte sino adesso sono le sopravvenienze in senso proprio (sopravvenuta insussistenza di un costo dedotto). Ci sono altri due tipi:

  1. Sopravvenienza attiva da sopravvenuta
  2. Contributi in conto capitale un'impresa ha i suoi ricavi e i suoi costi, a volte è assistita. Es. aziende municipalizzate, che praticano dei prezzi politici (inferiori ai costi) bisogna integrare le perdite:
  1. Contributo in conto esercizio (per ripianare le perdite di esercizio e sono trattati come ricavi, es. biglietto bus). Talvolta queste aziende hanno necessità diverse, es. rinnovo parco mezzi bus, cosa più straordinaria, si collocano nelle sopravvenienze attive.

Le sopravvenienze attive = sopravviene qualcosa e questo qualcosa comporta un arricchimento che può essere rappresentato dall'avere avuto un debito. L'Agenzia delle Entrate a volte ne parla in riferimento al fatto che oggi si scopre che una cosa non è mai esistita, questo vuol dire che una cosa non è più.

Questo è un modo per far passare come provento di oggi, un provento di ieri che ho scoperto solo oggi. La sopravvenienza è una ricchezza vecchia, non una ricchezza che scopro soltanto oggi.

DOMANDA ESAME.

Dal reddito complessivo lordo vanno ancora dedotti i costi? No, perché i costi li ho già tolti determinando le singole categorie di reddito. Si tolgono gli oneri deducibili. Ci sono erogazioni del proprio reddito, quindi a valle del reddito che finalità per incentivazione il legislatore consente di togliere dal reddito tassabile, è chiaro che risparmio dell’imposta. Il tuo reddito è 100 se tu 10 li spendi per fare una cosa, io considero il tuo reddito 90 e paghi l’imposta su 90. Non ti ho fatto uno sconto su 10.

Reddito complessivo lordo oneri deducibili = reddito complessivo netto

Reddito complessivo netto (=base imponibile dell’imposta)

Dettagli
A.A. 2021-2022
70 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/05 Diritto dell'economia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Laleggeasugliappunti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto finanziario e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Marcheselli Alberto.