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DIVIETO DEGLI AIUTI DI STATO

I singoli stati aiutano le proprie imprese, questo non aiuta la concorrenza perché se aiuto le

banche italiane avranno un vantaggio competitivo rispetto ad altre banche, detto sussidio: se

aiuto le banche del mio paese queste avranno vantaggi rispetto alle banche di altri paesi. In un

mercato competitivo viene vietato l’aiuto di stato alle imprese.

Aiuto di stato: definito dall’art.107 del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, gli aiuti di

stato si forniscono tutte le volte in cui uno stato, in qualsiasi forma, fornisce ad una impresa, in

qualsiasi forma sia costituita, un aiuto che altera le regole della concorrenza che in concreto

impattano sulla concorrenza a livello europeo.

Tipologie di aiuto di stato:

1) Copertura delle perdite: c’è il rischio di azzardo morale, se si ha la sicurezza che qualcuno

paghi le perdite si altera la concorrenza poiché si possono prendere più rischi.

2) Leva fiscale: se io stabilisco che per un periodo di tempo le imprese sono esonerate dal

pagare le tasse, nel bilancio dell’impresa si noterà un valore più elevato degli utili aziendali.

3) Finanziamento dell’impresa: lo stato usa soldi pubblici per finanziare l’impresa.

Sono tutte forme di aiuto di stato che aiutano le imprese dando un vantaggio contro la libera

concorrenza.

Il problema di queste regole è che fino a 15 anni fa erano scritte ma non considerate, mentre

ultimamente sono diventate straordinariamente importanti. Se falliscono delle imprese si rischia

un elevato tasso di disoccupazione, se lo stato interviene per evitarlo non si tratta di un vero e

proprio aiuto di stato, in nome dell’occupazione dei dipendenti lo stato tiene in piedi l’impresa

anche se dovrebbe fallire.

LEZIONE 9

Gli stati non possono sostenere le imprese poiché darebbero un ulteriore vantaggio competitivo:

- sostegno pubblico per la tutela dell’occupazione

- Sostegno per no profit : esonero tasse

- Sostegno per il salvataggio delle banche

SALVATAGGI BANCARI

Nel 2015 4 banche del centro Italia, (banca Etruria, cassa di risparmio di Ferrara, cassa di

risparmio di Chieti e banca delle Marche) hanno un momento di crisi che varia per ogni banca ma

è un misto di impatto della crisi economica sui bilanci bancari (le banche sono finanziatori delle

imprese che se falliscono fanno soffrire le banche) e comportamenti di cattiva gestione degli

amministratori. Questo comporta la discesa dell’attivo di bilancio e i soldi disponibili diminuiscono

poiché il business bancario tende ad essere basso, crisi di redditività bancaria.

Questa situazione impatta in modo drammatico per i soggetti che hanno fatto le cose meno bene

di altri; per risolvere il problema si devono ricapitalizzare le banche. Tutte le banche cercano di

fare utenti di capitale, manovra difficile da attuare, davanti a questa crisi le banche devono

decidere:

- Falliscono

- Si emettono capitali pubblici

È l’idea del salvataggio pubblico, quando una banca fallisce fa fallire i clienti e le altre banche per

un effetto di contagio. È giustificato che lo stato metta dei soldi per non mandare in crisi anche

tutti gli altri istituti bancari, vuol dire socializzare la perdita delle banche, la pagano tutti i

contribuenti.

Il salvataggio pubblico è un aiuto di stato perché si utilizzano fondi statali che consentono ad una

banca destinata al fallimento di restare in piedi, una banca che dovrebbe uscire dal mercato in

realtà ci resta. È discutibile se sia una scelta intelligente o meno.

Nella storia delle 4 banche il sistema bancario italiano ha un’idea: il salvataggio delle banche non

viene finanziato dal bilancio pubblico, aumento di spesa pubblica, ma si fa un’operazione di

sistema, si trova una forma per cui i soldi mancanti alle 4 banche non li mette lo stato ma le altre

banche che hanno interesse a che le 4 banche non falliscono pochè andrebbe male anche per

loro. Se il sistema bancario finanzia le 4 banche va bene per tutti. Il problema è che per fare il

salvataggio si utilizza il fondo interbancario di garanzia: un fondo che esisteva e dovrebbe

consentire di garantire i depositi dei clienti di una banca nel caso in cui una banca fallisca. I soldi

che garantiscono i depositi non ci sono già ma sono soldi che le banche si sono impegnate a

dare, se fallisce una banca le altre sono obbligate a mettere i soldi per coprire i debiti della banca

che fallisce. L’idea è fare un salvataggio con i soldi delle altre banche e si usa il fondo come

veicolo per raccogliere i soldi e ricapitalizzare le 4 banche. Sono soldi privati non pubblici.

Il governo sottopone il piano alla Commissione Europea che però lo rifiuta poiché in realtà il fondo

è un fondo a cui le banche sono obbligate a mettere dei soldi per legge, quindi siccome la

contribuzione è obbligatoria e non volontaria allora l’uso del fondo è uno strumento pubblico e

quindi è un aiuto di stato.

Si usa uno strumento per garantire i depositi come strumento per salvare le banche, questo

argomento della Commissione Europea è sbagliato poiché un conto è dire che la legge obbliga a

coprire i depositi e un conto è dire usare un fondo pubblico per operare da privati. È un

argomento strano poiché la Commissione non ha chiarito l’argomento.

4 banche di provincia aiutate possono alterare il sistema? Probabilmente no. L’Italia decide quindi

di non attuare questo piano e attuare il Bail-in delle 4 banche, le fa fallire e scatena il disastro che

poi è accaduto.

Il discorso degli aiuti di stato è una copertura, un discorso che argomenta in un modo poiché si

vuole fare una manovra diversa e non la si vuole dichiarare. Se si fosse applicata la manovra

pensata ne avrebbe risentito lo Stato italiano, se lo stato mette soldi nel sistema bancario

aumenta il suo debito. Nel mondo in cui c’è una valuta unica il debito dell’Italia ha impatto

immediato sul bilancio dell’euro e per mantenere la stabilità dell’euro i paesi più forti devono

intervenire. Il divieto degli aiuti di stato viene usato per tutelare la stabilità dell’euro senza far

intervenire altri stati membri. Il divieto degli aiuti di stato è usato per imporci a salvataggi bancari

poiché si aggirerebbe il bilancio dello stato mettendo in disequilibrio l’euro; c’è un problema di

stabilità dell’euro e non degli aiuti bancari.

EURO

1929: viene proposta la moneta unica europea.

Agosto 1971: Bretton Woods, gli stati della comunità europea commissiono un progetto della

moneta unica, il piano che prevedeva monete nazionali con cambi fissi non fu realizzato ma si

creò il serpente valutario europeo.

1972: serpente monetario europeo, ovvero un accordo stipulato per stabilizzare i cambi tra

moneta europee e il dollaro. L’accordo prevedeva parità centrale tra i paesi con oscillazioni del

2,5% in meno. Ha vita breve con lo scoppio della crisi petrolifera del 1973.

1979: il sistema monetario europeo fa un primo tentativo organico, una serie di accordi tra i paesi

membri stabiliscono nuovi accordi di stabilità monetaria. Accordo europeo di cambio (AEC) con

valori simili al serpente monetario.

6 paesi fondatori: Italia, Germania, Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo + Danimarca e Olanda.

1988: l’uomo politico guarda il partito, lo statista guarda oltre. Gli statisti europei incaricano un

comitato tecnico per studiare una moneta unica.

1989: viene presentato un programma di unione monetaria.

1990: si aggiungono Regno Unito, Spagna, Portogallo

1992: crisi valutaria, il Regno Unito e l’Italia abbandonano gli accordi europei di cambio, era

partita l‘unificazione della Germania. Trattato di Maastricht.

1992-1993: nuova moneta unica europea: l’Euro.

1995: segno monetario nel trattato di Madrid, l’Euro.

Gennaio 1999: nascita dell’euro per i paesi partecipanti che erano 11.

Parte dell’obbiettivo fondamentale si realizza in 10 anni, 1999-2008, vigilia della grande crisi;

l’inflazione si è mantenuta stabile, il mercato dei capitali si è rinforzato, da 11 paesi si è passati a

19. I paesi dell’eurozona sono 19 e non tutti e 27 i paesi europei.

I paesi dell’eurozona con moneta meno stabile hanno beneficiato nei primi 10 anni ed è stato uno

stimolo all’attività economica dei paesi; le dinamiche tra i vari paesi hanno creato differenti livelli di

competitività.

LEZIONE 10

Rafforzamento del mercato unico dal 1999 al 2008, mercato di capitali, si parte con 11 paesi che

sono diventati 19. Dopo i primi 10 anni si arriva alla crisi 2007-2008 in cui emergono i deficit di

interventi semi-strutturali da parte degli stati membri dell’euro zona, gli altri pesi che non fanno

parte all’euro zona seguono un altro filone. La crisi partita dagli USA si rispecchia nell’Unione

Europea facendo aumentare i rischi.

Maggio 2010: nuovo strumento, istituto, di analisi finanziaria che ha una valenza temporanea, la

Banca Centrale interviene con l’acquisto di titoli sui mercati.

Immaginiamo un paese come la Grecia o l’Italia che vuole ricorrere al credito, farsi finanziare sui

mercati dei capitali; se sono l’Italia o la Grecia con la mia moneta i creditori guardano la mia

situazione e quindi mi pagheranno un tasso alto perché ho un rischio maggiore. Immaginiamo la

stessa situazione quando devo finanziare emettendo titoli stato denominati in Euro, i finanziatori

ritirano il debito in Euro e quindi i paesi potranno beneficiare delle risorse di tutti i paesi.

Emettendo titoli di stato ci siamo finanziati ad un tasso minore e quindi il debito è cresciuto

poiché volevamo finanziarci pagando di meno. Ad un certo punto il debito rischia di essere troppo

alto e c’è bisogno di affrontare il problema, il fondo per aiutare gli stati nasce come strumento per

queste situazioni.

2011: Italia e Spagna, viene costituito uno strumento con maggiore stabilità, aggancio normativo.

Parlando di due gruppi di stati membri si da un’idea che le politiche in vigore nell’Unione Europea

in realtà sottraggono il tasso di cambio e la politica monetaria. La Banca d’Italia e le altre banche

perdono la loro ragion d’essere poiché la politica monetaria passa all’Unione Europea, ai singoli

stati membri rimane la politica fiscale. Le funzioni di Banca Centrale sono diminuite, l’Euro

sistema diventa BCE, si parla di sistema europeo di banche centrali; non c’è tassazione se non

c’è la rappresentanza del popolo

Perché è importante il rigore nei conti dei singoli stati rispetto all’Euro? Cosa succede quando uno

stato è troppo indebitato rispetto alla sua valuta?

Se uno stato emette

Dettagli
A.A. 2017-2018
25 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/05 Diritto dell'economia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Martina.Brunello di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Europeo dell'economia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Perrone Andrea.