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L'approccio interculturale e la tutela della diversità culturale
L'approccio interculturale attua una soluzione esattamente opposta, tutelando la diversità culturale in forza dell'individuo, in quanto egli, nella società contemporanea, è obbligatoriamente chiamato a confrontarsi con altre culture ed a crearsi un bagaglio culturale proprio, frutto della propria cultura d'origine, di quella in cui vive e di quelle con cui si raffronta (è l'esempio del turco offerto dall'autore: egli è portatore della cultura del proprio Paese d'origine, ma nello stesso tempo lavora secondo valori occidentali, mangia e vive secondo una cultura diversa, si raffronta con soggetti di diversa lingua e religione). Secondo l'approccio interculturale, dunque, è inevitabile che si mischino culture diverse, anche perché, tutelandole secondo il multiculturalismo, invece di avere un effetto positivo di salvaguardia, si ha l'effetto opposto di emarginazione.
Perché introdurre la
scansione multiculturale/interculturale? Attuare una scansione (che, mio caro collega universitario, ancora non si è capito cosa c**zo sia, presumo la necessità di distinguere i due termini, ma non ne sono sicuro) tra multiculturalismo ed approccio interculturale serve a capire quali implicazioni politiche, giuridiche e sociali possano avere i due modelli. Le ragioni del multiculturalismo Passiamo ad analizzare quelli che sono gli effetti positivi e quelli negativi del multiculturalismo. Esso vede le varie culture come blocchi assestanti, isolati, tra cui la comunicazione non è impossibile, ma addirittura inutile. Benché esse vivano all'interno degli stessi contesti, dovrebbero pur sempre mantenere una propria autonomia, condividendo solo regole procedurali per la distribuzione delle risorse e per la risoluzione di conflitti inerenti tale ripartizione, convivendo in una sorte di "isolamento controllato", di indifferenza reciproca. Quella appenaillustrata è la teoria del "multiculturalismo a mosaico", in cui le varie culture vengono rappresentate dai molteplici tasselli, ognuno dei quali è dotato di una propria specificità, di una propria autonomia, senza la necessità di doversi sovrapporre agli altri. Tale teoria è ben rappresentata dall'assunto "la libertà di un individuo finisce dove inizia quella dell'altro". Tuttavia, tale modello rimane prettamente utopico: come possiamo autonomamente capire guardandoci attorno, l'integrazione tra varie culture non è più né una necessità, né un progetto, ma semplicemente un dato di fatto. Quella del multiculturalismo a mosaico è una configurazione della società puramente immaginaria, impossibile da attuare, la cui concezione nacque durante il colonialismo, per fronteggiare concettualmente la volontà di trasformazione della cultura degli invasi da parte.degli invasori. Nel periodo del post-colonialismo la teoria del multiculturalismo ebbe una notevole importanza, perché introducendol'idea di "isolamento controllato" non fece altro che tutelare le varie culture presenti all'interno di Paesi confinati in ambiti territoriali, ma privi originariamente di tali confini, che per tal motivo si ritrovarono, ben presto, a dover fronteggiare le esigenze di culture diverse. Il multiculturalismo, dunque, non fece altro che scongiurare il rischio di un'omologazione forzata, dell'imposizione di una cultura dominante su un'altra minoritaria. Il multiculturalismo, però, non è servito solo ai Paesi un tempo colonizzati e successivamente confinati in determinati territori, ma anche a tutti quelli che da molto più tempo possiedono dei confini stabili e che si sono aggregati, condividendo molti elementi culturali, in organizzazioni sovrannazionali, definendo ulteriori confini (pensiamoall'Unione Europea): senza il multiculturalismo e l'attenzione data da questa teoria alla differenziazione netta tra le culture, si sarebbe avuta, inevitabilmente, un'incorporazione delle2