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Il Consiglio Europeo

Il Consiglio Europeo, sotto il profilo politico, si colloca al vertice della struttura istituzionale dell'unione, in quanto le grandi decisioni relative agli sviluppi dell'integrazione europea sono assunte a livello di tale consiglio e sono poi attuate dalle altre istituzioni.

Il Consiglio Europeo è composto dai capi di Stato e di governo degli Stati membri, dal suo presidente e dal presidente della commissione. In relazione alle esigenze connesse all'ordine del giorno, ciascun membro del Consiglio Europeo può farsi assistere da un ministro e il presidente della commissione da un membro della stessa.

Il presidente del Consiglio Europeo è un organo individuale, che non può esercitare alcun mandato nazionale, eletto dal Consiglio Europeo a maggioranza qualificata per un mandato di due anni e mezzo rinnovabile una sola volta. Con la stessa procedura, il Consiglio Europeo può porre fine al mandato del presidente in caso di...

impedimento o di colpa grave. L'attuale presidente è Charles Michel. Il presidente svolge un ruolo di coordinamento, di preparazione e di mediazione all'interno del consiglio europeo ed ha inoltre una funzione di rappresentanza esterna. Il consiglio europeo si riunisce due volte a semestre, su convocazione del presidente; quest'ultimo se la situazione lo richiede convoca una riunione straordinaria. In passato nessuna disposizione regolava il sistema di votazione del consiglio europeo perché in realtà in esso le decisioni venivano prese di comune accordo mediante la pratica del consenso. Il trattato di Lisbona ha formalizzato tale pratica, ma ha previsto anche numerosi casi nei quali il consiglio europeo vota formalmente. Notiamo anzitutto che in questi ultimi casi votano soltanto gli Stati membri, tramite i rispettivi capi di Stato o di governo. Nel caso di votazione inoltre è stabilito che ciascun membro del consiglio europeo possa ricevere delega da

Un solo altro membro e che, quando è richiesta l'unanimità, l'astensione di un membro non osta all'adesione della deliberazione. Nei trattati sono contemplate diverse regole di votazione a seconda dei casi. Rara è l'ipotesi di maggioranza semplice e anche di maggioranza qualificata. Più spesso è prevista la decisione all'unanimità e tali casi riguardano la composizione del Parlamento e della commissione, le procedure di revisione semplificate, le decisioni relative al recesso di uno stato. L'unanimità rappresenta poi la regola nell'azione esterna dell'unione e nella politica estera e di sicurezza comune. Riguardo alle funzioni, oltre quelle concernenti la formazione di altre istituzioni o organi e le modifiche ai trattati, il consiglio europeo da all'unione gli impulsi necessari al suo sviluppo e ne definisce gli orientamenti e le priorità politiche generali. Non esercita funzioni legislative.

Al termine delle sue riunioni infatti la presidenza del consiglio europeo esprime delle conclusioni. Atti del genere in principio non hanno efficacia giuridica. Il consiglio europeo svolge un ruolo di primo piano nell'azione esterna dell'unione e in questo contesto adotta anche atti formali provvisti di effetti giuridici obbligatori. Con particolare riguardo alla PESC il TUE investe il consiglio europeo del compito di individuare gli interessi strategici dell'unione, di fissare gli obiettivi e definire gli orientamenti generali di tale politica, comprese le questioni aventi implicazioni in materia di difesa e di adottare le decisioni necessarie. Anche queste determinazioni del consiglio europeo appaiono giuridicamente obbligatorie almeno nei confronti del consiglio. Ma le posizioni assunte in materia dal consiglio sono destinate a produrre effetti ulteriori, nei confronti di altri organi e istituzioni e in definitiva nei confronti degli Stati membri. La politica estera e

disicurezza comune infatti è attuata dall'Alto rappresentante ricorrendo ai mezzi nazionali e a quelli dell'unione. Al consiglio europeo si assegna il potere di decidere in merito alla definizione di una difesa comune dell'unione. In questo caso il consiglio europeo raccomanda agli Stati membri di adottare una decisione in tal senso conformemente alle rispettive norme costituzionali. Il consiglio europeo interviene anche in talune materie estranee all'azione esterna dell'unione. Esso dibatte delle conclusioni in merito agli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e dell'unione, sulla base delle quali il consiglio adotta una raccomandazione che definisce i suddetti indirizzi di massima. Analogamente il consiglio europeo esamina annualmente la situazione dell'occupazione nell'unione ed elabora degli orientamenti di cui devono tener conto gli Stati membri nelle rispettive politiche in materia di occupazione. Esiste oggi

Un rapporto tra il consiglio europeo e il Parlamento europeo, il quale può esercitare sul primo qualche forma di controllo politico. Con il trattato di Lisbona per la prima volta è stata prevista la possibilità di impugnare dinanzi alla Corte di giustizia atti del consiglio europeo ritenuti illegittimi, purché destinati a produrre effetti giuridici nei confronti di terzi. Ma l'ipotesi di impugnabilità si restringe sensibilmente ove si rammenti che di regola è esclusa la competenza della Corte di giustizia nell'intera materia della politica estera e di sicurezza comune. In definitiva risultano impugnabili per vizi di legittimità solo atti del consiglio europeo che per un verso siano giuridicamente obbligatori, ma per altro verso non riguardano la politica estera e di sicurezza comune.

IL CONSIGLIO

Il consiglio è un organo tipicamente intergovernativo; esso è composto infatti dagli Stati membri rappresentati dai rispettivi esecutivi.

Il consiglio è composto da un rappresentante di ciascuno Stato membro a livello ministeriale, abilitato a impegnare il governo dello Stato membro che rappresenta e ad esercitare il diritto di voto. La composizione del consiglio è variabile, poiché esso è formato dai ministri competenti per materia in corrispondenza degli argomenti di volta in volta posti al suo ordine del giorno. L'elenco delle varie formazioni è adottato dal consiglio europeo a maggioranza qualificata. Peraltro, lo stesso TUE prevede due formazioni del consiglio, precisandone le funzioni. Si tratta del consiglio affari generali e del consiglio affari esteri. Il primo assicura la coerenza dei lavori delle varie formazioni del consiglio. Esso prepara le riunioni del consiglio europeo. Il consiglio affari esteri elabora l'azione esterna dell'unione secondo le linee strategiche definite dal consiglio europeo e assicura la coerenza dell'azione dell'unione. Riguardo alla presidenza,fatta eccezione per la formazione affari esteri, essa è determinata dal consiglio europeo con votazione a maggioranza qualificata secondo un sistema di rotazione paritaria, cioè assicurando a tutti gli Stati membri, a turno, tale presidenza. La presidenza è svolta infatti da ogni Stato membro per un periodo di sei mesi. Di norma lo stato che ha la presidenza esercita anche la presidenza degli organi preparatori delle varie formazioni del consiglio. Diversa è la disciplina concernente la presidenza del consiglio affari esteri, la quale spetta all'alto rappresentante dell'unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Il consiglio è assistito da un segretariato generale. Il consiglio si riunisce su convocazione del suo presidente, per iniziativa dello stesso presidente o di uno Stato membro della commissione. La sua sede è a Bruxelles, ma in aprile, giugno e ottobre svolge le sue sessioni a Lussemburgo. Le sessioni del consiglio sono.

Suddivise in due parti dedicate rispettivamente alle deliberazioni su atti legislativi e alle attività non legislative, per le quali non vige l'obbligo della pubblicità. Nel funzionamento del consiglio un ruolo significativo svolge il comitato dei rappresentanti permanenti con compiti preparatori ed esecutivi rispetto al lavoro del consiglio. Svolge un ruolo importante ai fini dell'adozione degli atti da parte del consiglio. Infatti, la proposta della commissione viene trasmessa dal consiglio al Coreper e, dopo adeguata istruttoria, è posta in discussione nel Coreper al fine di raggiungere una posizione unanime. Se si raggiunge tale risultato la questione è iscritta al punto A dell'ordine del giorno del consiglio, il quale di regola si limita ad approvarla senza riaprire la discussione. In caso contrario il Coreper sottopone un rapporto avente carattere istruttorio in merito all'argomento che viene adeguatamente esaminato e discusso nel consiglio.

Va sottolineato che in ogni caso anche quando il consiglio si limita a ratificare le soluzioni raggiunte unanimemente dal Coreper, l'atto in questione è giuridicamente imputabile sempre al consiglio. Il quorum richiesto perché il consiglio possa procedere alla votazione è dato dalla presenza della maggioranza dei membri aventi titolo a votare. Il consiglio delibera a maggioranza qualificata, salvo nei casi in cui trattati dispongano diversamente. La regola generale quindi è la maggioranza qualificata; ci sono poi due procedure applicabili, ovviamente solo quando espressamente prescritte dalla disposizione in questione: la maggioranza semplice e l'unanimità. Per le deliberazioni che richiedono la maggioranza semplice il consiglio delibera a maggioranza dei membri che lo compongono e le astensioni dei membri presenti o rappresentati non ostano all'adozione delle deliberazioni del consiglio per le quali è richiesta l'unanimità.Da questa disposizione si ricava che, mentre l'estensione non impedisce il raggiungimento dell'unanimità, questa è preclusa in caso di assenza di un membro. La materia della votazione si completa con la regola secondo la quale ogni Stato membro può ricevere la delega a votare da un solo altro Stato membro. La disciplina attualmente in vigore è la seguente: a decorrere dal 1° novembre 2014, per maggioranza qualificata si intende almeno il 55% dei membri del consiglio, con un minimo di 15 rappresentanti Stati membri che totalizzano almeno il 65% della popolazione dell'unione. La minoranza di blocco deve comprendere almeno quattro membri del consiglio, in caso contrario la maggioranza qualificata si considera raggiunta. Dal 1° aprile 2017 se un numero di membri del consiglio che rappresenti almeno il 55% della popolazione, o almeno il 55% del numero degli Stati membri necessari per costituire una minoranza di blocco, manifesta intenzione diopporsi all'adesione da parte del consiglio di un atto a maggioranza qualificata, il consiglio discuterà la questione. Tale discussione tende a raggiungere una soluzione soddisfacente che tenga conto delle preoccupazioni manifestate dai membri in minoranza ed è
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A.A. 2021-2022
63 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/14 Diritto dell'unione europea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher EmanueleM98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto dell'Unione Europea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Ottaviano Ilaria.