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Il diritto di stabilimento a titolo principale e a titolo secondario
Il diritto di stabilimento a titolo principale si verifica quando un cittadino di uno stato membro si trasferisce in via definitiva all'interno di un altro stato membro al fine di intraprendere un'attività di carattere economico. Il trasferimento avviene in via definitiva, rinunciando all'ostabilimento nello stato di origine. Per quanto concerne le persone giuridiche, si considerano stabilite a titolo primario all'interno di uno stato membro nel caso in cui l'attività economica sia svolta prevalentemente e costantemente (permanenza e stabilità) presso lo stato di destinazione. Il diritto di stabilimento a titolo secondario, invece, consente al soggetto già stabilito in uno stato membro di aprire e gestire, presso un altro stato membro, un secondo centro di attività senza rinunciare allo stabilimento presso lo stato di origine. La giurisprudenza della Corte di Giustizia ha definito il diritto di stabilimento a titolo secondario nella sentenza.Centros. L'amministrazione danese rifiutò la registrazione di una succursale della società Centros srl all'interno del proprio Stato in quanto non rispetta la legge danese per quanto concerne il capitale sociale minimo. Il governo danese giustifica il rifiuto con la presunta volontà della società di esercitare l'attività economica prevalentemente in Danimarca eludendo le leggi danesi in merito di capitale sociale minimo, in quanto in Inghilterra la società non ha compiuto alcuna operazione (tentativo di frode; richiamo alle norme imperative). La sentenza della corte ripudia le motivazioni dello stato danese in quanto, una società stabilita in uno stato membro ha la possibilità di operare in qualsiasi stato dell'unione purché rispetti le leggi dello stato di origine facendo un chiaro riferimento al mutuo riconoscimento. Di conseguenza, in assenza di armonizzazione, è consentita la libera concorrenza in ambito di diritto societario.
Le società beneficiarie del diritto di stabilimento e della libera circolazione dei servizi sono stabilite dall'articolo 54 del TFUE. Le società costituite in modo conforme alla legislazione di uno stato membro e aventi la sede sociale/l'amministrazione centrale/centro di attività all'interno dell'Unione, sono equiparate alle persone fisiche con cittadinanza degli stati membri.
Per società si intendono le società di diritto civile o di diritto commerciale, ivi comprese le società cooperative, e le altre persone giuridiche contemplate dal diritto pubblico o privato, a eccezione delle società che non si prefiggono scopi di lucro.
Esse possono esercitare un'attività economica in uno stato membro su base stabile e continuativa oppure offrire servizi in altri stati membri su base temporanea pur restando nel loro paese di origine. Anche in questo caso vi è
L'applicazione del principio del mutuo riconoscimento implica che le società che rispettano la legislazione vigente in uno stato membro possono operare all'interno dell'unione senza altri adempimenti. L'oggetto dell'attività economica non è definito in modo certo, ma l'art. 57 del TFUE esplicita attività di carattere commerciale, industriale, artigianale o le libere professioni. Sono escluse dall'attribuzione del diritto di stabilimento e libera circolazione dei servizi le attività che, secondo l'articolo 51 del TFUE, partecipino, anche occasionalmente, all'esercizio dei pubblici poteri.
La differenza fra diritto di stabilimento e libera prestazione dei servizi:
Il diritto di stabilimento consente al soggetto che intende stabilirsi all'interno di uno stato membro di esercitare un'attività economica presso uno stato dell'unione in modo continuativo.
La libera prestazione dei servizi, invece, consiste nella
facoltà attribuita ad un soggetto di prestare la propria attività in uno stato diverso da quello in cui è stabilito, senza la necessità di doversi stabilire. La differenza tra le due fattispecie consiste nel carattere stabile o temporaneo dell'attività svolta. Il diritto di stabilimento implica la possibilità di partecipare in maniera stabile e continuativa alla vita economica di uno stato membro. Per quanto concerne la libera prestazione dei servizi, al contrario, il soggetto esercita la propria attività in via temporanea in uno stato membro diverso da quello di origine. Il criterio adottato dalla Corte di Giustizia nel determinare la differenza tra le due fattispecie è quello della prevalenza. Infatti, se l'attività svolta nello stato membro ospite sia prevalente rispetto a quella svolta nello stato di origine si identifica come diritto di stabilimento e viceversa. Nel caso di libera prestazione di servizi, la giurisprudenza della Corte di Giustizia, nella Sentenza Sager,afferma che lo Stato membro nel quale si svolge la prestazione occasionale non può subordinare la prestazione alle stesse condizioni stabilite dal diritto di stabilimento (non si può far applicare la normativa dello stato di destinazione). Si applica il principio del mutuo riconoscimento, secondo il quale chiunque presti occasionalmente una prestazione all'interno di uno stato membro non si vede applicare in blocco la normativa di quello stato, al fine di facilitare la libera circolazione. 25 I limiti all'esercizio del diritto di stabilimento e della libera circolazione dei servizi La libertà di stabilimento e la libera circolazione di servizi sono delle libertà fondamentali riconosciute e tutelate dal Trattato e fa parte di quel nucleo originario di diritti e libertà economiche predisposte per la realizzazione del mercato unico comunitario. Un primo limite è stabilito per quanto concerne la cittadinanza del soggetto. Possono accedere a tale libertà i soggetti che sonoLiberi cittadini in uno stato dell'unione. Il requisito della cittadinanza è inderogabile e si estende sia alle persone fisiche che giuridiche, queste ultime devono inoltre essere costituite secondo la legge interna di uno stato membro e devono aver localizzato il proprio centro di interessi (economico, organizzativo, produttivo) all'interno del territorio comunitario.
Sono escluse dal diritto di stabilimento e libera circolazione dei servizi quelle attività che nello stato di origine partecipino, seppur occasionalmente, all'esercizio di pubblici poteri (art 51), solamente se l'esercizio è diretto. Esercita la funzione di pubblico potere l'autorità/ente di cui articolo 107 (ente che concede aiuto di stato alle imprese). Lo stato di destinazione può impedire l'esercizio di un'attività economica nel proprio territorio se essa pregiudica la sicurezza pubblica, la sanità, e ordine pubblico sempre applicando i principi di.
proporzionalità e non discriminazione. Inoltre, alcune normative indistintamente applicabili sono soggette al superamento del test di Gebhard al fine di comprendere se pregiudicano la libera circolazione.26
Le restrizioni indistintamente applicabili nella disciplina del diritto di stabilimento e della libera prestazione dei servizi sono misure di carattere tecnico apparentemente assunte secondo criteri neutri ma che, sostanzialmente, possono costituire un ostacolo al diritto di stabilimento e alla libera circolazione dei servizi.
Le modalità e i criteri che permettono di comprendere se una norma interna indistintamente applicabile pregiudichi la libertà del mercato interno sono stabilite su base giurisprudenziale nella sentenza della Corte di Giustizia sul caso Gebhard. Il signor Gebhard era stato contestato dal consiglio dell'ordine degli avvocati di Milano di aver violato le disposizioni relative alla libera prestazione dei servizi da parte.
degli avvocati membri della comunità europea. Egli sostenne che l'Italia non recepı̀ in modo corretto la direttiva europea in materia di servizi, relativa allafondazione di uno studio legale autonomo all'interno di uno stato membro. L'Avv. Gebhardeccepiva inoltre che, nonostante nel 1991 avesse presentato istanza per essere ammesso come avvocato italiano e nonostante vi fossero tutti i presupposti necessari, nulla era stato deciso.
La Corte di Giustizia ha stabilito con sentenza che un avvocato cittadino di uno stato CE può aprire uno studio legale in uno stato membro sotto il proprio titolo di origine e fissa le regole per il riconoscimento del titolo di avvocato nello stato membro. La Corte, inoltre, afferma che i provvedimenti nazionali che possono scoraggiare l'esercizio delle libertà fondamentali garantite dal trattato devono soddisfare 4 condizioni:
- no discriminazione
- giustificati da motivi imperiosi di interesse pubblico
- idonei a garantire il raggiungimento dell'obiettivo perseguito
- non eccedenti quanto necessario per raggiungere tale obiettivo
garantire il conseguimento dello scopo• non andare oltre il raggiungimento dello scopo2027 La direttiva relativa ai servizi del mercato interno (odirettiva Bolkestein): caratteristiche generali
La direttiva servizi del mercato interno, denominata Bolkestein, ha l’obiettivo di rimuovere gliostacoli agli scambi di servizi nell’unione europea mediante:
- semplificazione delle procedure amministrative per i prestatori di servizi
- miglioramento dei diritti e dei consumatori e delle imprese che ricevono servizi
- promozione e cooperazione tra paesi EU
Generalmente tale direttiva ha una vocazione orizzontale (regola i rapporti tra cittadini e impre-se) ed è complementare rispetto ad altri atti di diritto derivato. Per quanto concerne l’ambitodi applicazione, essa è rivolta a diversi servizi, tra cui: commercio al dettaglio e all’ingrosso,servizi immobiliari, turismo, servizi legali alle imprese e attività professionali regolamentate(ingegneri,
architetti ecc). L'ambito di applicabilità, però, risulta ristretto in quanto la maggior parte dei servizi è regolata da direttive specifiche. La direttiva fornisce dei diritti ai destinatari dei servizi, come la rimozione degli ostacoli (come gli obblighi di autorizzazione) e l'abolizione dei requisiti discriminatori basati sulla nazionalità. Per quanto concerne le imprese, invece, la direttiva istituisce sportelli unici per l'informazione e assistenza, abolizione dei requisiti discriminatori e la semplificazione dei regimi di autorizzazione. 28 La nozione di "impresa" nel diritto europeo della concorrenza Secondo il diritto europeo della concorrenza, un'impresa è definita come qualsiasi entità che esercita un'attività economica, a prescindere dallo status giuridico e dalle modalità di finanziamento. Di conseguenza, l'elemento caratterizzante non è costituito né dalla natura dell'impresa (pubblica, privata, cooperativa,
portante settore si occupa di fornire servizi e supporto a persone e comunità che ne hanno bisogno, senza scopo di lucro. Le organizzazioni non profit possono essere di diversi tipi, come associazioni, fondazioni, cooperative sociali, ONG, e molte altre. Le finalità perseguite dalle organizzazioni non profit possono essere molto varie, ma in generale si concentrano sul miglioramento della società e sul benessere delle persone. Queste organizzazioni possono operare in diversi settori, come l'assistenza sociale, la salute, l'educazione, l'ambiente, la cultura, e molte altre. Le organizzazioni non profit sono finanziate principalmente attraverso donazioni, contributi volontari, finanziamenti pubblici e privati, e altre forme di sostegno. I fondi raccolti vengono utilizzati per sostenere le attività dell'organizzazione e per realizzare i progetti e gli obiettivi prefissati. In conclusione, le organizzazioni non profit svolgono un ruolo fondamentale nella società, contribuendo al miglioramento delle condizioni di vita delle persone e alla promozione del bene comune.