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La giurisdizione europea
Recap: Il sistema della Corte di Giustizia è composto da una serie di organi: Tribunale e Corte di giustizia dell'UE.
La Corte di Giustizia si riunisce in camere (sezioni), tranne nei casi importanti in cui la decisione viene presa da una camera grande, composta da quasi tutti i giudici della corte.
La Corte pronuncia sentenze che si basano anche su dei pareri che vengono redatti dagli avvocati generali, chiamati gli "amici curiae", svolgono un'attività di valutazione del caso di esame, della prassi, importante perché il diritto dell'UE si sviluppa in parte con le norme, ma anche con la prassi.
L'attività degli avvocati generali non vincola la corte di giustizia, però molto dipende dal prestigio che ciascun avvocato generale ha acquisito, difatti alcuni nella storia hanno avuto un ruolo molto importante.
La Corte di Giustizia è un sistema che si basa su Tribunale e Corte, con
competenze diverse.
Il Tribunale ha competenza solamente quando il ricorso sia presentato da una persona fisica o giuridica, mentre se il ricorso è rappresentato da uno Stato o da un'istituzione deve andare dinanzi alla Corte di Giustizia.
La Corte è l'unica competente a pronunciarsi su richieste in via pregiudiziale.
RICORSO PER INFRAZIONE / RICORSO PER INADEMPIMENTO (procedura di infrazione)
L'oggetto di tale ricorso può riguardare la violazione di qualsiasi obbligo derivante direttamente dai trattati o dagli atti adottati in base ad essi. Sono tutti casi in cui le istituzioni europee agiscano nei confronti di uno Stato per violazione del diritto dell'UE.
• Per mancato recepimento della direttiva dei termini, si può subire una procedura di infrazione. Ad esempio l'Italia è stata sanzionata più volte per aver recepito i regolamenti in passato (oggi non è più così).
• Le procedure di infrazione possono
essere beneficiare tutte le imprese che investono nella regione meridionale. Per quanto riguarda gli aiuti di Stato, la Commissione europea ha il compito di valutare se un aiuto concesso da uno Stato membro sia conforme alle regole dell'Unione europea. Se l'aiuto è considerato selettivo e distorsivo della concorrenza, la Commissione può richiedere al paese di recuperare l'aiuto illegale dalla società beneficiaria. Inoltre, la Commissione europea può avviare indagini e adottare misure correttive per garantire il rispetto delle regole dell'Unione europea in vari settori, come la concorrenza, la protezione dei consumatori e la tutela dell'ambiente. È importante sottolineare che le decisioni della Commissione europea possono essere impugnate davanti alla Corte di giustizia dell'Unione europea, che ha il potere di annullare o confermare le decisioni della Commissione. In conclusione, la Commissione europea svolge un ruolo fondamentale nel garantire il rispetto delle regole dell'Unione europea e nel promuovere una concorrenza leale e un mercato interno efficiente.beneficiare tutte le imprese investitrici al sud sia italiane che non. Se invece si adotta una misura specifica, come un finanziamento all'Alitalia, questa è selettiva, avvantaggia Alitalia rispetto alle altre compagnie aeree. Questo è consentito solo al termine di una procedura che consiste nel fatto che lo stato deve notificare alla commissione europea la volontà di adottare l'aiuto, giustificandolo sulla base di una serie di requisiti che sono ammessi sulla base di una giurisprudenza della corte di giustizia. Ci sarà un negoziato in cui il governo del paese membro e la Commissione discuteranno in merito alla legittimità dell'aiuto e alle condizioni in base alle quali concederlo. Al termine di questa attività la Commissione europea deciderà se mettere l'aiuto, oppure non concederlo. Oppure nella maggior parte dei casi dirà che l'aiuto può essere consentito a certe condizioni. Se lo stato non notificaalla commissione e decide di adottare un aiuto e lo applica, senza la comunicazione preventiva alla Commissione, senza il negoziato, viola il diritto dell'Unione, perché il diritto dell'UE prevede negli art 107 e ss del TFUE la necessità per lo Stato prima di adottare un aiuto, di notificarlo e ottenere il via libera dalla Commissione. Se lo stato non lo notifica, viola l'art 107, si può avviare una procedura di infrazione. Se lo Stato viola il diritto dell'Unione in maniera di aiuti di Stato, distorce il mercato. Bisogna riportare il mercato nella situazione precedente all'aiuto, sterilizzando gli effetti dell'aiuto, facendo in modo che questo non lasci traccia sul mercato: "tamquam non esset"; come se non ci fosse stato. Quindi la violazione del diritto dell'UE comporta la responsabilità dello Stato. La Commissione può far valore questa responsabilità. Se lo Stato al termine della procedura precontenziosa e poi contenziosa, non adempie, la Corte di giustizia potrà imporre allo Stato inadempiente di eliminare gli effetti dell'aiuto sul mercato. Ciò significa che lo Stato deve recuperare l'aiuto che ha concesso in modo illegittimo.
La cosa diventa più difficile nel caso in cui l'impresa abbia vinto un bando; le questioni non sono semplici.
Ci sono due soli casi in cui, anche se lo Stato non ha avviato la procedura (violando il 107), può giustificarsi e può quindi pretendere di non recuperare l'aiuto che ha dato in modo illegittimo:
- Legittimo affidamento; consiste nel fatto che lo Stato si è affidato ad una prassi precedente in base alla quale, quello stesso aiuto è già stato autorizzato in passato dalla Commissione. Deve però trattarsi dello stesso identico aiuto concesso alle stesse condizioni.
- C'è la possibilità di giustificare quando vi sia il requisito
dell'impossibilità assoluta; ossia quando l'impresa fallisce e non c'è più. In tutti gli altri casi si applica la procedura di infrazione.
RICORSO IN VIA PREGIUDIZIALE
[Pregiudiziale sta non tanto per prima del giudizio, perché la fase prima del giudizio non si indica pregiudiziale, ma con il termine di fase pre contenziosa, pregiudiziale significa che pregiudica, che crea un pregiudizio]
Il ricorso in via pregiudiziale è un ricorso che viene fatto perché in assenza di un elemento fondamentale, il giudizio non può essere pronunciato.
Si parla di un giudizio dinanzi ad un giudice nazionale, due o più parti si trovano ad avere un contenzioso, una delle due adisce la corte competente nazionale (tribunale di Roma ad esempio). Le due parti motivano argomentano le proprie posizioni. È possibile che si crei un tema di interpretazione di norme dell'Unione e quindi che in relazione a quel giudizio specifico, si debba
valutare la validità o l'interpretazione delle norme dei trattati dell'Unione oppure di norme del diritto derivato; regolamenti, direttive. Il giudice quando si trova a discutere della validità dell'interpretazione delle norme che originano dall'Unione, opera su norme che sono sostanzialmente nel suo ordinamento, perché i trattati si trovano attualmente nel nostro ordinamento in virtù dell'art. 117 Cost. Il giudice del nostro ordinamento è libero di interpretare anche le norme dell'Unione, senza necessitare di aiuto, può in alcuni casi, quando si trovi a dover applicare le norme europee (trattati e regolamenti) o le norme che hanno un origine Europea (direttive) chiedere un parere alla Corte di Giustizia; avviando così il procedimento del ricorso in via pregiudiziale; il giudice nazionale sceglie di avviare tale ricorso, chiedendo alla Corte di giustizia un parere sulla validità o
sull'interpretazione del diritto dell'UE:- il giudice PUO' fare il rinvio, non è obbligato.
- Il giudice può rinviare la corte di giustizia se le parti glielo chiedono, o anche autonomamente (ossia d'ufficio);
- La richiesta si basa sul fatto che per dare un giudizio, per pronunciare una sentenza o un ordinanza, il giudice deve risolvere quel problema di interpretazione e validità della norma dell'UE, è proprio questo il significato del termine pregiudiziale: se non si risolve la questione si ha un pregiudizio, si pregiudica la possibilità di emettere una sentenza.
- Il giudice può chiedere un parere alla Corte di Giustizia, ma c'è un caso in cui il giudice è però costretto a farlo. Il giudice deve chiedere un parere alla corte di giustizia se c'è una questione pregiudiziale che riguarda l'interpretazione o la validità di un atto dell'UE e il giudice che si trova a
Fare richiesta alla Corte di giustizia.
La Corte costituzionale italiana ha sollevato difatti varie volte questo tema, cosa che la Corte costituzionale tedesca mai aveva fatto fino a 3 anni fa, fino a quando si è tratto di valutare la legittimità delle norme sul finanziamento da parte della BCE sui mercati secondari dei titoli del debito pubblico degli Stati. Quindi il giudice chiede parere alla corte di giustizia e la corte di giustizia si pronuncia sulla validità / interpretazione del diritto dell'UE, non sulla validità/interpretazione di quello interno.
EFFETTO DEL PARERE: la pronuncia della Corte su richiesta del giudice, viene inviata al giudice del rinvio, nei confronti del quale l'effetto è obbligatorio. Questo perché momento in cui il giudice ha chiesto il parere della corte di giustizia, è tenuto a conformarvisi. Il giudice non può dare sulla norma dell'Unione una valutazione di validità o
un'interpretazione diversa da quella che ha reso la Corte di Giustizia, ad eglispetterà determinare l'effetto sul diritto interno.