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Obiettivi per la sostenibilità dei prodotti
1. Miglioramento della durata dei prodotti, favorendo la riparabilità e la possibilità di aggiornamento (combattendo l'obsolescenza programmata) e aumentando l'efficienza energetica e delle risorse; eventuali sostanze chimiche pericolose contenute all'interno devono essere indicate.
2. Aumento della percentuale di contenuto riciclato dei prodotti, senza comprometterne prestazioni e sicurezza.
3. Garantire un riciclaggio di elevata qualità, in modo da mettere a disposizione dell'industria del riciclo fattori produttivi di qualità.
4. Riduzione dell'impronta ambientale (neutralità climatica) e delle emissioni di carbonio (decarbonizzazione).
5. Limitazione dei prodotti monouso e lotta contro l'obsolescenza prematura.
6. Introduzione del divieto di distruggere i beni durevoli invenduti.
7. Promozione del modello "prodotto come servizio", in cui i produttori mantengono la responsabilità del prodotto durante tutto il suo ciclo di vita.
propone di introdurre un'etichettatura obbligatoria per i prodotti che indichi il loro livello di sostenibilità. Questa etichetta fornirà informazioni sulle caratteristiche ambientali del prodotto, come l'impronta di carbonio e l'uso di materiali riciclabili. Inoltre, la Commissione suggerisce di promuovere l'uso di tecnologie digitali per la tracciabilità dei prodotti lungo l'intera catena di approvvigionamento, consentendo una maggiore trasparenza e responsabilità. Per incentivare la produzione e l'acquisto di prodotti sostenibili, la Commissione propone di introdurre un sistema di incentivi e premi per i prodotti che soddisfano determinati standard di sostenibilità. Questo potrebbe includere sconti fiscali o agevolazioni per i produttori e i consumatori che scelgono prodotti a basso impatto ambientale. Inoltre, la Commissione suggerisce di definire criteri specifici di sostenibilità per gruppi di prodotti all'interno di catene di valore specifiche. Questo potrebbe includere settori come l'elettronica, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, le batterie, i veicoli, gli imballaggi, la plastica, i tessuti, i materiali da costruzione, i prodotti alimentari e altri prodotti ad alto impatto ambientale. Infine, per coinvolgere i consumatori nella transizione verso un'economia circolare, la Commissione propone di promuovere la partecipazione attiva dei consumatori attraverso campagne di sensibilizzazione e informazione. Questo potrebbe includere l'educazione sui principi dell'economia circolare e l'incoraggiamento all'acquisto di prodotti sostenibili. In conclusione, la strategia di economia circolare proposta dalla Commissione Europea mira a promuovere la sostenibilità dei prodotti lungo l'intero ciclo di vita, attraverso l'adozione di misure come l'etichettatura obbligatoria, l'uso di tecnologie digitali, l'introduzione di incentivi per i prodotti sostenibili e la definizione di criteri di sostenibilità per gruppi di prodotti specifici. Queste misure mirano a ridurre l'impatto ambientale dei prodotti e a promuovere un'economia circolare più sostenibile.proporrà una revisione della legislazione UE relativa ai consumatori per garantire che questi ultimi ricevano informazioni attendibili e pertinenti sui prodotti acquistati, sulla durabilità degli stessi, sui servizi di riparazione e sui pezzi di ricambio. Inoltre, si propone di tutelare il consumatore contro l'ecologismo di facciata e il problema dell'obsolescenza prematura dei prodotti, nonché stabilire requisiti minimi per ottenere marchi e loghi di sostenibilità. Conclusioni Secondo la Commissione: "La transizione all'economia circolare sarà sistemica, profonda e trasformativa, dentro e fuori dai confini dell'UE. Le sue conseguenze, a volte, saranno destabilizzanti ed è per questo che deve essere una transizione giusta. Saranno necessari un allineamento e una cooperazione tra tutti i portatori di interessi a tutti i livelli - unionale, nazionale, regionale e locale, e internazionale." L'economia circolare dovrà,Come tutte le altre politiche e azioni dell'UE, promuovere il GreenDeal, ed essere accompagnata da una transizione di tipo economico e giuridico.
I cambiamenti climatici: il contesto giuridico internazionale
Punto di vista scientifico-I cambiamenti climatici sono un fenomeno supportato da evidenza scientifica, in particolare a partire dagli anni '70 si afferma e si diffonde l'idea secondo cui questi sono il risultato diretto di attività antropiche (prima ci si chiedeva ancora se il pianeta si stesse riscaldando o raffreddando), si parla di Antropocene (in particolare l'aumento delle emissioni di CO2, anche se alcuni scienziati sottolineano come l'aumento della temperatura potrebbe avere cause anche naturali e non solo umane, importante il cd 'carotaggio', prelevamento di campioni di roccia e ghiaccio dal sottosuolo per capire quale fosse la concentrazione di CO2 in ere/epoche diverse in relazione per es a una maggiore attività vulcanica).
Si afferma la necessità non tanto di dover salvare il pianeta, il quale in ogni caso 'si salverà da solo' (anche se ci vorranno migliaia o milioni di anni) ma di preservare la vita dell'essere umano e di molte altre specie. Il principale punto di riferimento per gli studi scientifici è rappresentato dall'IPCC, nata nel 1987 (Intergovernmental Panel on Climate Change, ente non di ricerca ma di coordinamento tra scienziati afferenti ambiti diversi, tramite tra comunità scientifica e società civile), che raggruppa i maggiori studiosi del clima a livello mondiale, organizzati in gruppi di lavoro interdisciplinari. L'IPCC ha elaborato per ora 5 rapporti sul clima (1990-1995-2001-2007-2013), il sesto rapporto dovrebbe essere pubblicato nel 2021-2022 mentre nel 2018 è stato pubblicato un importante rapporto intermedio, dal titolo Global Warming of 1.5 °C (studia impatto sul clima di un aumento di temperatura pari a 1,5°C, esostiene che questo sia l'aumento massimo sostenibile dal pianeta, i rapporti degli anni 2000 sostenevano invece che il pianeta fosse in grado di sopportare un aumento massimo di 2.0°C = livello di concentrazione di 450 ppm CO2eq (equivalente, comprende altri gas clima alteranti), prevale invece dal 2018 un approccio più prudente).-NB La temperatura è GIA' aumentata dal periodo della rivoluzione industriale ad oggi di quasi 2°C e nel 2015 è stato superato il livello di 400 ppm CO eq, mentre nel 2020 la concentrazione è salita a 412 ppm CO2 eq, trend ascendente nonostante le politiche di stabilizzazione/riduzione degli stati (la misurazione utilizzata come punto di riferimento per la concentrazione di CO eq in atmosfera è effettuata giornalmente dall'Osservatorio di Mauna Loa, Hawaii, stazione di rilevazione installata da C. Keeling nel 1958).I rapporti contengono un 'summary for policy makers', per agevolarli.nell'adozione di politichead hoc.-I cambiamenti climatici provocano l'alterazione dei seguenti parametri:- Aumento della temperatura;
- Cambiamento delle precipitazioni, inondazioni o periodi di scarsità di piogge (alterazione del pattern di circolazione delle acque);
- Cambiamento dell'umidità del suolo;
- Aumento del livello delle acque del mare e degli oceani (Oceano Pacifico, meno nel Mediterraneo);
- Agricoltura e foreste (cambiamento delle tipologie di piante coltivabili, es. banano in Toscana, sofferenza degli ulivi, coltivazione della vite in UK, perdite e guadagni, nuovi parassiti, altri si riducono);
- Biodiversità (riduzione della biodiversità, riduzione delle popolazioni di alcune specie, es. pesci causa assorbimento da parte dei mari di CO2, distruzione delle barriere coralline (se temperatura aumenta corallo).
limitare i danni causati dal cambiamento climatico oppure nuove medicine per combattere nuove malattie).
I costi dei cambiamenti climatici
Rapporto Stern 2006 (economista Uk, visione piuttosto tradizionale, studio del 2006 commissionato da governo Uk, sottolinea come, anche solo considerando gli aspetti economici, sia necessario limitare il cambiamento climatico, visione totalmente antropocentrica, valutazione puramente economica)
I cambiamenti climatici avranno, soprattutto nei Paesi in via di Sviluppo, forti impatti negativi su ambiente; produzione di cibo; accesso all'acqua; salute;
I costi economici e sociali associati agli impatti dei cambiamenti climatici potrebbero essere pari in futuro al 5-20% del PIL mondiale annuo;
I costi delle misure di riduzione e mitigazione, dirette a ridurre le emissioni di CO2 e mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici, invece, possono essere limitati all'1% del PIL mondiale annuo (creando un sistema internazionale strutturato,
Environment Programme) istituirono l'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), un organismo scientifico che fornisce valutazioni sullo stato del clima e sui cambiamenti ad esso correlati; -Nel 1992, durante la Conferenza delle Nazioni Unite sull'Ambiente e lo Sviluppo (UNCED) a Rio de Janeiro, venne adottata la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), il primo accordo internazionale che riconosceva la necessità di affrontare i cambiamenti climatici; -Nel 1997, a Kyoto, venne adottato il Protocollo di Kyoto, che stabiliva obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra per i paesi industrializzati; -Nel 2015, durante la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP21) a Parigi, venne adottato l'Accordo di Parigi, che impegna tutti i paesi a limitare l'aumento della temperatura media globale al di sotto dei +2 °C rispetto ai livelli preindustriali e a perseguire sforzi per limitare l'aumento a +1,5 °C. La risposta istituzionale ai cambiamenti climatici ha quindi visto la creazione di organizzazioni internazionali, l'adozione di accordi e protocolli e l'implementazione di politiche e misure a livello globale per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici. Tuttavia, nonostante i progressi compiuti, molto resta ancora da fare per raggiungere gli obiettivi stabiliti e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.Environmental Program) nel 1987 istituiscono l'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change).
Primo rapporto IPCC, 1990
Convenzione quadro sui cambiamenti climatici, firmata nel 1992 ed entrata in vigore nel 1994 (UNFCCC, UN Framework Convention on Climate Changes) siglata nell'ambito della Conferenza di Rio (UNCED, United Nations Conference on Environment and Development) e ancora oggi testo di base per convenzioni/azioni internazionali per lotta ai cambiamenti climatici. Il termine 'quadro' fa riferimento alla creazione di un 'framework' una struttura di riferimento all'interno della quale si può sviluppare la cooperazione internazionale e iniziative diverse per la lotta ai cambiamenti climatici.
Si tratta di un trattato internazionale in vigore dal 1994 per i paesi che l'hanno ratificato (vincolante quindi solo per le parti che lo hanno firmato e ratificato, negoziati iniziali fra gli stati in cui ognuno manda le sue proposte, poi
conferenza ufficiale e firma della