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LA SUSSISTENZA DI UN OBBLIGO POSITIVO DI TUTELA A CARICO DEGLI STATI ( O DELL’

UE)

Vi è la tendenza a riconoscere la sussistenza di un “obbligo positivo” a carico degli

Stati (o dell’UE) di predisporre tutte le misure necessarie a prevenire i rischi connessi

ai cambiamenti climatici.

E’ possibile sostenere che uno Stato (o l’UE) se non adotta politiche e misure in grado

di contribuire all’obiettivo del contenimento della temperatura media globale entro i

2°C (o 1,5°C) stia violando il suo potere discrezionale nel rapporto scienza-diritto

(margine di apprezzamento).

Lo stato ha diritto di decidere il suo livello di ambizione, ma se questo livello di

ambizione non viene considerato in linea con gli obiettivi globali di riduzione delle

emissioni allora lo stato può si decidere in autonomia ma entro certi limiti, non può

adottare un obiettivo troppo basso perché questo non sarebbe in linea con gli obiettivi

generali. Lo stato ha il margine di apprezzamento, cioè un margine decisionale entro

certi limiti, se lo stato non fa nulla sta violando i propri obblighi.

LE BASI GIURIDICHE PER LA GIUSTIZIA CLIMATICA ATTRAVERSO I DIRITTI UMANI

La principali basi giuridiche per la giustizia climatica attraverso la tutela dei diritti

umani nel contesto europeo sono le seguenti:

- Convenzione europea diritti umani (1950)

- Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (2001-2009)

Va rilevata l’assenza di una normativa ambientale specifica utilizzata/utilizzabile come

base giuridica per la giustizia climatica in Europa

CONVENZIONE EUROPEA DIRITTI UMANI

Focus sulla Convenzione europea diritti umani

Quali norme sono rilevanti per la giustizia climatica?

⮚ Art. 2 (Diritto alla vita), cioè tutte le volte che può essere messa in pericolo la

stessa esistenza delle persone in collegamento con i disastri collegati ai

fenomeni dei cambiamenti climatici e lo stato non ha fatto nulla per prevenirlo

allora può esserci una violazione di questo diritto

⮚ Art. 8 (Diritto alla vita privata e familiare), non riguarda la privacy, vuol dire

godimento a una piena vita.

⮚ Riferimento: la giurisprudenza in materia ambientale (in assenza di

giurisprudenza specifica sui cambiamenti climatici) della Corte Europea dei

Diritti Umani (la cosiddetta «Corte di Strasburgo»).

CARTA DEI DIRITTI FONDAMNETALI DELL’ UE

Focus sulla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (giurisprudenza della

Corte di Giustizia dell’Unione Europea)

Quali norme sono rilevanti per la giustizia climatica?

- Art. 2 (Diritto alla vita)

- Art. 3 (Diritto all’integrità della persona)

- Art. 24 (Diritti del bambino)

- Art. 15 (Libertà professionale e diritto di lavorare)

- Art. 17 (Diritto di proprietà)

- Art. 20 (Uguaglianza davanti alla legge)

- Art. 21 (Non discriminazione / Diritto all’uguaglianza di trattamento)

CASO STUDIO 1: CASO URGENDA

Il caso Urgenda è stato promosso da numerosi cittadini coordinati dall’associazione

Urgenda contro il Governo olandese.

I ricorrenti sostengono che il Governo olandese, fissando il proprio obiettivo di

riduzione al -20% al 2020, sta violando gli obblighi dell’Accordo di Parigi.

Le Corti olandesi hanno riconosciuto come ragionevole un obiettivo minimo di

riduzione del 2020 del 25%, interpretando il criterio del margine di apprezzamento

dello Stato con riferimento al “come” non al “quanto” ridurre le emissioni, nel rapporto

scienza-diritto.

Il caso urgenda è il primo caso climatico deciso in tutta l’Europa, era un caso portato

da un associazione di cittadini olandesi che si chiamava Urgenda contro il governo

olandese. Secondo loro il governo olandese si era appiattito sull’ obbligo del -20% di

riduzione al 2020, che era l’obbligo europeo, però il governo olandese aveva detto che

avrebbe prima ridottole emissioni al 25 % al 2020 poi siccome l’UE aveva scelto un

livello più basso ha deciso di appiattirsi agli stessi livelli, aveva quindi retrocesso

questa ambizione. Quindi i cittadini olandesi contestano la politica del governo, si

arriva alla corte suprema che ha stabilito che l’olanda rimanesse a livello prescelto del

25%. Quindi la corte da ragione hai ricorrenti perché il governo olandese può e deve

fare di più per ridurre le proprie emissioni.

CASO STUDIO 2: CASO CARVALHO

Il caso Carvalho (causa C-565/19) è stato promosso da vari cittadini e associazioni

contro la Commissione.

I ricorrenti hanno sostenuto che tre normative europee del 2018 non sono abbastanza

Effort Sharing

ambiziose: Direttiva ETS + Regolamento + Regolamento LULUCF.

Secondo i ricorrenti, le normative europee impongono insufficienti riduzioni delle

emissioni e quindi autorizzano livelli di emissioni troppo elevati che violano i loro diritti

fondamentali (§ 121 ricorso).

Purtroppo, la Corte di Giustizia non ha ammesso la legittimazione ad agire dei

ricorrenti.

Alcune normative europee impongono limiti di riduzione troppo bassi, quindi, non

fanno abbastanza per tutelare i diritti umani dei cittadini europei. I ricorrenti avevano

dei buoni motivi ma sono stati bloccati sul livello processuale, cioè la corte ha detto

che i cittadino non hanno diritto di accesso diretto alla corte.

CASO STUDIO 3 : CASO NEUBAUER

Il caso Neubauer è stato promosso da un gruppo di giovani cittadini tedeschi davanti

alla Corte Costituzionale tedesca.

I ricorrenti hanno sostenuto che la normativa federale tedesca per la protezione del

clima non era abbastanza ambiziosa nel suo target di riduzione delle emissioni fissato

al -55% al 2030.

La Corte ha dato ragione ai ricorrenti sostenendo che la legge tedesca si pone in

violazione dell’articolo 20(e) della Costituzione Tedesca, che tutela le basi naturali

della vita a beneficio delle generazioni future.

Questo caso è andato alla Corte costituzionale per la non sufficiente azione del

governo tedesco che viola l’art. 20 (e) della costituzione tedesca. Il ricorrente qui era

un singolo, in germani anche i cittadini possono accedere alla corte, secondo lui anche

la normativa tedesca deve avere almeno l’obiettivo del -55%, se ha un obiettivo piu

basso non fa abbastanza e viola il diritto alla tutela della qualità della vita. Quindi la

corte ha dato ragione al singolo dice a governo tedesco di aumentare il livello di

ambizione.

CASO STUDIO 4 : CASO AFFAIRE DU SIECLE

Il caso Affaire du Siecle riguarda una causa che è stata promossa da molte

associazioni ambientaliste e cittadini francesi contro il Governo davanti ai giudici

francesi.

I ricorrenti hanno richiesto ai giudici di ordinare al Governo francese di incrementare i

suoi impegni di riduzione delle emissioni di gas serra, per ridurre il danno ecologico

causato dal superamento del «budget nazionale di carbonio» tra il dal 2015 al 2018.

Il Governo francese è stato condannato dai giudici a rivedere le proprie politiche ed a

ridurre le emissioni in modo drastico entro il 31 dicembre 2022.

I cittadini chiedono al governo di fare di più, si chiede al giudice che obblighi il governo

francese a fare di più per rispettare la traiettoria che si è data. Il giudice condanna la

Francia a rivedere le proprie politiche.

CASO STUDIO 5: CASO GIUDIZIO UNIVERSALE

Nel 2021, diverse associazioni e cittadini hanno presentato il primo caso italiano di

giustizia climatica.

Le associazioni ed i cittadini hanno citato in giudizio lo Stato italiano davanti al

Tribunale civile di Roma per «inadempienza climatica», ovvero per l’insufficiente

impegno nella promozione di adeguate politiche di riduzione delle emissioni clima-

alteranti, cui consegue la violazione di numerosi diritti fondamentali.

I ricorrenti chiedono di riconoscere la responsabilità dello Stato per la sua inerzia nelle

politiche climatiche e di condannarlo ad una drastica riduzione delle emissioni.

Caso italiano promosso da una associazione ambientalista più altri ricorrenti privati,

qui si sono ispirati al caso francese ma hanno scelto il tribunale civile ( per strategia

processuale) e hanno chiesto una condanna per inadempienza climatica cioè dicendo

che i governi italiani non stanno facendo abbastanza e questo provoca una danno ai

diritti fondamentali garantiti dalla convenzione europea dei diritti umani, quindi

chiedono che sia riconosciuta la responsabilità dello stato e che questo si impegni a

una riduzione ulteriore delle emissioni.

E’ POSSIBILE RENDERE LA GIUSTIZIA CLIAMTICA NON SOLO ANTROPOCENTRICA?

● E’ possibile risolvere il problema dell’assenza di una normativa ambientale

specifica utilizzata/utilizzabile come base procedurale per la giustizia climatica?

● E’ possibile rendere la giustizia climatica non solo antropocentrica?

● E’ possibile un “approccio ecologico” alla giustizia climatica?

E’ POSSIBILE UN APPROCCIO ECOLOGICO ALLA GIUSTIZIA CLIAMTICA ?

● Come promuovere un “approccio ecologico” alla giustizia climatica?

● Cosa significa “approccio ecologico”?

✔ Significa comprendere il significato dei concetti di “integrità ecologica” e

“sostenibilità ecologica” e promuovere una loro applicazione nell’ambito della

giustizia climatica, sulla base del principio di integrazione. LEZIONE 15

DIRITTI E DOVERI UMANI E DIRITTI DELLA NATURA

I DIRITTI UMANI E LA NATURA

La relazione tra gli esseri umani e la Natura è stata strutturata nel corso degli ultimi

secoli sulla base del diritto al dominio umano sulla Natura e del diritto umano allo

sfruttamento delle risorse naturali.

Negli ultimi decenni si è affermato a livello nazionale ed internazionale il “diritto

umano ad un ambiente sano”, basato sul presupposto che il degrado ambientale

costituisce un limite al godimento dei diritti umani.

Con la Risoluzione 73/300 del 28 luglio 2022 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite

ha sancito il “diritto umano ad un ambiente pulito, sano, e sostenibile”.

il tema di partenza è che gran parte dell’economia e del diritto degli ultimi secoli è

stato strutturato intorno all’idea della legittimità e della legittimazione

dell’impostazione del dominio umano sulla natura. Si fa risalire all’evoluzione del

pensiero intorno al 400-500 e si fa risalire a Cartesio e all’idea riduzionistica, cioè

l’idea è che si può studiare la natura e l’essere umano ha il controllo su questa, e

questo un pò legittima lo sfruttamento da parte dell’uomo delle risorse naturali.

Dapprima si è teorizzato il controllo della natura da parte della superiorità umana, poi

a partire dalla rivoluzione industriale questo è diven

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
84 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/14 Diritto dell'unione europea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bea.124 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto dello sviluppo sostenibile e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Montini Massimiliano.