vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
TRATTATI E TAPPE PER LA COSTRUZIONE DELL’UE
1. ATTO UNICO EUROPEO (1986)
Il Consiglio Europeo spingeva perché si dessero nuove e maggiori competenze alle autorità sovrannazionali e
perché si migliorassero le strutture della comunità stessa.
Così si crearono vari gruppi di studio che avevano proprio questi scopi:
un gruppo italotedesco che realizzò un decalogo di principi;
un gruppo guidato da un italiano, Alviero Spinelli, che realizzò il progetto di un trattato che aveva come
obiettivo l’ampliamento dei poteri e delle competenze degli organi sovrannazionali: questo gruppo era
chiamato il Club del Coccodrillo, dal nome del ristorante in cui questo club si riuniva.
Il Parlamento europeo votò favorevolmente questo progetto, che non passò però a causa della sua estrema
incisività.
Di conseguenza successivamente, si è elaborato un testo meno incisivo, che sarebbe diventato poi il
cosiddetto atto unico europeo.
Questo atto è stato firmato in due volte:
17 febbraio 1986;
in questa data firmarono quei paesi che nella prima data si erano astenuti, in
28 febbraio 1986:
quanto essi volevano prima avere la conferma che il Parlamento Europeo fosse d’accordo; quando il
Parlamento votò poi a favore dell’atto, allora anche questi paesi firmarono. Tra di loro c’era anche
l’Italia.
L’Atto unico europeo aveva due scopi principali: infatti co questo atto, gli
l’istituzionalizzazione della cooperazione politica europea:
stati trasferirono alle autorità sovrannazionali anche capacità politiche;
in questo modo vennero aumentate
maggiori poteri decisionali al Parlamento europeo:
le procedure decisionali in cui il Parlamento europeo veniva affiancato dal Consiglio Europeo.
2. MERCATO UNICO EUROPEO (1992)
Nel 192 venne firmato il trattato che sanciva la nascita del mercato unico europeo: questo era un’area unica, in
cui beni, servizi, persone e capitali potevano circolare liberamente.
Furono emanati vari atti molto incisivi per portare alla creazione del mercato unico, infatti ciò che era
indispensabile era l’armonizzazione vennero così emanate
della legislazione dei singoli stati:
delle molto dettagliate, tanto da sembrare un regolamento.
direttive
La nascita di questo mercato unico portò anche a nuovi studi in materia di sicurezza comune, politica estera,
giustizia, etc..
3. TRATTATO DI MAASTRICHT (1993)
Il Trattato di Maastricht è stato firmato il ed è entrato in vigore il
7 febbraio 1992 1 novembre 1993.
Questo è un trattato fondamentale in quanto è il cioè quello che ha fatto
trattato istitutivo dell’UE,
nascere questa comunità.
In questo modo è rimasta solamente l’UE assieme all’Euratom, mentre le altre comunità, CCE, CE, CECA,
sono definitivamente sparite.
La funzione dell’UE sarà quella di raccogliere e riunire quelle che erano state le esperienze condotte dai
singoli stati in materia delle politiche comuni, politiche che però erano state portate avanti tra gli stati ma al di
fuori dell’Unione.
In più, con il Trattato di Maastricht, alla Corte di Giustizia vengono affidate delle nuove materie come quelle
finanziarie e in materia di sanzioni che questa Corte poteva emanare nei confronti di quegli stati che non
adempievano ai loro compiti comunitari.
una particolare forma di sanzione prevista era la cosiddetta
Domanda d’esame: PROCEDURA DI
INFRAZIONE.
Questa sanzione era prevista dagli articoli 258, 259, 260 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea
ed era un forte strumento anche a disposizione degli stessi cittadini in modo tale da far rispettare ai vari stati
gli obblighi comunitari.
In questi casi, quando cioè uno stato non adempie ai suoi obblighi comunitari, può essere usata la procedura
di infrazione: essa prevede che la Commissione Europea venga informata di questa mancanza
d’adempimento ed essa dovrà poi emettere una sentenza.
Questa procedura prevede i seguenti passaggi:
la Commissione Europea manda al governo dello stato interessato una cosiddetta lettera di messa in
mora, con la quale avvisa lo stato che lei è a conoscenza del mancato adempimento di quello stato e
gli dà una scadenza perché lo stato stesso dia le motivazioni per il suo non adempimento;
a questo punto la Commissione esamina le motivazioni del suddetto stato e verifica se questo stato
sia o meno in torto;
se lo stato si trova dalla parte della ragione, allora la procedura cessa; se invece lo stato è dalla parte
del torto, allora la Commissione Europea emana un suo parere motivato;
poi la Commissione Europea dà tempo allo stato per adempiere al compito al quale prima non aveva
adempito e se lo stato si rifiuta nuovamente di farlo, allora questo stato potrà essere condannato dalla
Corte di Giustizia Europea (diciamo che “potrà” essere condannato, in quanto si assiste ad una
condanna solamente se si tratta di un caso importante, altrimenti la Commissione non pensa
nemmeno che ne valga la pena – nel 90% dei casi la condanna avviene);
se lo stato viene condannato dalla Corte di Giustizia Europea deve necessariamente adempiere ai
suoi obblighi e rispettare quindi la condanna della Corte;
se poi lo Stato si rifiuta nuovamente di rispettare la sentenza, allora la Commissione Europea potrà
adire di nuovo la Corte di Giustizia, questa volta però per la violazione costituita dal mancato rispetto
della sentenza della Corte di Giustizia a questo punto la Corte di giustizia potr à condannare lo stato
interessato tramite sanzioni pecuniarie, che si possono tradurre o nel pagamento di una somma di
denaro, oppure nel pagamento di una penalità di mora, cioè una somma di denaro che deve essere
pagata dallo stato interessato finché esso non si adegua alla sentenza della Corte.
Questo era successo all’Italia, che non aveva attivato la direttiva sulla liberalizzazione della circolazione della
opere d’arte e la Commissione Europea era intervenuta: la mancata adesione a questa direttiva era
probabilmente stata determinata da disfunzionalità interne del nostro paese.
La sentenza della Corte di Giustizia non può però costituire titolo esecutivo: questo significa che non si ha in
mano uno strumento con il quale si possa agire esecutivamente contro qualcuno, cioè uno strumento con cui
si possono ad esempio pignorare i beni di colui che non ha pagato.
Lo stato che non adempie i suoi obblighi comunitari viene comunque messo in una posizione difficile, in cattiva
luce, agli occhi degli altri stati: proprio per questo motivo, questo strumento è molto efficace.
Il Trattato di Maastricht ha poi anche codificato il cosiddetto
Domanda d’esame: principio di
questa volta anche in campo giuridico (cioè tramite una norma), in quanto questo principio,
sussidiarietà,
fino a questo momento, è stato trattato solo in campo giurisdizionale.
Questo principio sostiene che a livello europeo si possono regolare, al di fuori dei casi di competenza
esclusiva, solamente quelle materie che vengono meglio regolate a livello europeo più che a livello nazionale.
Lo stato centrale può legiferare infatti solamente nei campi in cui c’è bisogno di un intervento centralizzato: si
fa questo perché è bene che i centri decisionali siano comunque il più vicino possibile ai cittadini.
Le competenze delle istituzioni europee vengono infatti regolate dal il quale
principio di attribuzione,
sancisce che le istituzioni europee possono fare solamente ciò che è previsto per loro dai trattati. Se queste
materie non vengono loro attribuite dai trattati, significa che queste sono di competenza dei singoli stati.
Questo principio non risolve però il problema che riguarda le competenze nel caso in cui i trattati non
conferiscano una competenza esclusiva alle istituzioni europee, ma conferiscono loro solamente una
cioè una competenza di legiferare che è sia loro che degli stati interessati.
competenza concorrente,
A questo punto, nei casi di competenza concorrente, sarà la Corte di Giustizia, il cosiddetto “quasilegislatore”,
che dirà che il problema deve essere risolto in base al principio d sussidiarietà: le istituzioni potranno quindi
agire anche in caso di competenza concorrente se la materia in questione viene meglio gestita a livello
comunitario.
Questo principio è stato regolato nell’articolo del questo articolo
5 Trattato sull’Unione Europea:
sancisce i principi di sussidiarietà, di attribuzione e anche il principio di proporzionalità.
Il stabilisce che le istituzioni europee devono agire ma con azioni che
principio di proporzionalità
siano proporzionate allo scopo da raggiungere.
Questo principio nasce dal fatto che le istituzioni europee non possono utilizzare un regolamento quando
possono usare una direttiva, e non possono nemmeno usare un atto vincolante (come i regolamenti) quando
possono usare degli atti non vincolanti (come le decisioni e i pareri).
E’ stato però anche elaborato il principio dei poteri impliciti.
Questo principio è stato elaborato dall’Ordinamento Internazionale e viene codificato del
dall’articolo 352
Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.
L’ordinamento utilizza questo principio per trovare dei poteri per le istituzioni europee, anche quando i trattati
non conferiscono alle istituzioni questi poteri espressamente.
Questo principio ha però due limiti:
i poteri impliciti devono essere però esercitati e necessari per raggiungere uno degli scopi dettati dai
trattati;
siccome questo è un potere ulteriore per le istituzioni europee, per venire da loro esercitato, il potere
deve: seguire il principio di unanimità, deve ottenere la previa approvazione del Parlamento Europeo e
deve essere proposto dalla Commissione Europea.
4. TRATTATO DI AMSTERDAM (1996)
Dopo il trattato di Maastricht si è capito che si doveva continuare il processo di cooperazione.
Il si riunisce il Consiglio Europeo di Torino, dove ci si accorda per la firma di un nuovo
29 marzo 1996
trattato.
Questo nuovo trattato verrà firmato ad Amsterdam nel e prenderà appunto il nome di
1997 Trattato di
che entrerà poi in vigore il
Amsterdam, 1 maggio 1999.
Le novità introdotte da questo trattato sono le seguenti:
ha incluso principi sulle libertà dell’uomo;
ha esteso i poteri di codecisione in modo da superare il problema del deficit democratico e ha così
allargato i poteri del Parlamento;
ha dato a tutti i cittadini la possibilità di accede