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GLIASSO, terzo: si esclude comunque che le misure siano di armonizzazione, di omogeneizzazione delle normative nazionali.

Questo tipo di clausola non si può utilizzare nella politica estera e nella difesa comune. La morale della storia è che questo tema delle competenze è evidentemente super delicato e da qualunque prospettiva lo si veda noi siamo sempre schiacciati fra i due poli della costruzione schiettamente internazionalistica dell'UE e un modello molto diverso che è quello dell'UE che sviluppa oltre il lecito il proprio campo d'azione.

QUINTA LEZIONE 9.10.2012

La Leale Cooperazione. È attualmente ricompresa nell'art.4 del trattato sull'UE. L'Unione e gli stati membri si rispettano e si assistono reciprocamente nell'adempimento degli obblighi dettati dai trattati (non basta un rispetto formale, bisogna anche rispettare lo spirito dell'obbligo, una sorta di buona fede). Nel diritto internazionale è molto discusso.

anche nella sua portata precettiva (gli stati tendono a fare un po' cosa vogliono in mancanza di un giudice precostituito che vigili). La buona fede nell'esecuzione dei trattati nell'Unione è diventata anche qualcosa di più, venendo a chiamarsi leale cooperazione; Lisbona ha ancora esplicitato questo principio generale, determinando un dovere di recepimento dei contenuti dei trattati all'interno degli ordinamenti nazionali. Di fatto il principio va a creare a livello europeo quello che è sempre più uno spazio di cooperazione plurilaterale tra le varie realtà istituzionali: il rapporto non è solo più tra UE e stati, ma è molto più intrecciato e mette assieme le autorità, gli enti sub-statali (regioni), il potere giudiziario, le singole agenzie dell'Unione che dialogano con le agenzie Statali e così via. Tutela dei diritti fondamentali. Il riferimento è l'art.6 del trattato.sull'Unione Europea, che è un articolo che nella sua originaria formulazione era comparso con Maastricht, e si è poi arricchito con Lisbona. In particolare l'articolo fa un rimando alla carta di Nizza (tutela dei diritti umani) che "ha lo stesso valore giuridico dei trattati"; prima di Lisbona la carta esisteva per conto suo, non era inserita nella sistematica del diritto vigente europeo. Accanto a questo si dice che le disposizioni della carta non estendono le competenze dell'Unione (il valore nuovo della carta non modifica il sistema delle competenze attribuite). L'ulteriore aspetto innovativo è l'adesione alla CEDU, con la stessa cautela avuta con la carta di Nizza. Da notare è che ci sia anche poi un richiamo alle tradizioni costituzionali degli Stati membri. La carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea. È stata elaborata con un metodo innovativo: i diritti non sono articolati come se fossero di I, II, III.

generazione e così via, ma agisce per aree, individuando sei "sovradiritti" dentro i quali poi colloca un elenco di diritti, che hanno a che vedere con il valore sovraordinato.

  • Dignità: diritto alla vita, divieto della tortura e trattamenti degradanti, divieto di schiavitù etc. Hanno un livello di rifinitura formale piuttosto alto.
  • Libertà: classiche libertà pubbliche, che sanciscono e proteggono la sfera individuale rispetto alle ingerenze del pubblico potere: diritto alla libertà e sicurezza, protezione dei dati personali, diritto di sposarsi e costituire una famiglia, espressione e così via.
  • Uguaglianza: sancisce tutte le declinazioni del principio di non discriminazioni: uguaglianza di fronte alla legge, non discriminazioni rispetto a razza religione.

Solidarietà: è dedicato agli aspetti sociali e previdenziali: contiene una serie di diritti del lavoratore, il diritto

all'assistenza sociale, all'accesso ai servizi di interesse economico generale, tutela dell'ambiente, protezione dei consumatori.

  • Cittadinanza: diritto di voto, eleggibilità al Parlamento Europeo, alle elezioni comunali, diritto di rivolgersi al mediatore europeo, diritto di petizione al Parlamento Europeo (istituto di democrazia diretta), diritto ad una buona amministrazione, diritto di accesso ai documenti delle istituzioni dell'UE, diritto di circolazione e di soggiorno, tutela diplomatica e consolare.
  • Giustizia: diritto ad un ricorso effettivo e ad un giudice imparziale, presunzione d'innocenza, principio di legalità, divieto di essere processati e condannati due volte per lo stesso reato.

Questi valori fungono da contenitori per altri diritti, sono di fatto sei capi sostanziali, accompagnati da un settimo che ne detta le linee generali.

Il titolo settimo è a proposito dell'applicazione della carta. Contiene articoli

Molto importanti che fanno comprendere la dimensione applicativa della carta. Anche prima che l'articolo 6 sancisse la vera forza della Carta, nella sua valenza originaria la Carta aveva già costituito un parametro interpretativo di riferimento anche per alcune decisioni della Corte di Giustizia: è come se questa avesse detto che, anche se non era vincolante, la Carta era stata proclamata, e l'Unione aveva come deciso di sottoporvici! Anche se non vincola gli Stati membri, può comunque avere qualche applicazione.

L'utilizzo che si faceva prima di Lisbona era quale parametro ricostruttivo di diritti già vigenti per forza propria.

SESTA LEZIONE 3.10.2012

Oggi apriremo un nuovo capitolo del programma: la struttura istituzionale con un particolare focus sul parlamento europeo.

Facciamo riferimento ad una serie organi che interagendo e cooperando nei modi più veri consentono all'UE di perseguire quegli obbiettivi visti nelle precedenti lezioni e sono

contenuti nel TUE agli articoli 2 e 3. Il punto di riferimento è l'articolo 13 del TUE: l'Unione europea dispone di un quadro istituzionale.. – tale disposizione prevede anche un elenco con le istituzioni previste. Parliamo di organi e di istituzioni: quale è il rapporto tra organi ed istituzioni? Quando si utilizza il termine istituzioni nel diritto dell'UE si fa riferimento ad organi particolarmente importanti dell'UE (a detta della corte di giustizia). L'elenco che troviamo all'articolo 13 prende in considerazione solo le istituzioni: restano fuori gli organi che fanno comunque parte dell'assetto ma sono meno importanti. Sono ad esempio consultivi (comitato delle regioni o il comitato economico sociale, tutta quella pletora di agenzie, l'agenzia per i diritti umani). Sono anche detti organismi. Le istituzioni sono: 1. Parlamento europeo 2. Consiglio europeo 3. Consiglio 4. Commissione europea 5. Corte di giustizia europea 6. Banca

centrale europea7. Corte dei conti

Il limite principiale entro cui devono operare è quello del principio di attribuzione. Si applica all'intera unione europea ed anche alle singole istituzioni ed è esplicitamente previsto all'articolo 13. Le istituzioni possono agire solo e soltanto nei limiti, in quegli ambiti, che sono loro stati attribuiti dai trattati. Disciplina sia i poteri delle istituzioni, sia i rapporti tra di loro.

GLIASSO

Il secondo principio è quello di leale cooperazione. Si applica all'intera unione europea, alle istituzioni ed anche ai rapporti tra le istituzioni. In tutti quei casi in cui non via sia uno specifico obbligo di applicazione di un'istituzione, questo può essere far derivato dal principio.

ES. Il consiglio deve adottare un atto, chiede al parlamento un consiglio. Non è mai previsto nei trattati un termine entro cui il parlamento deve pronunciarsi, ma è chiaro che il consiglio chiede un termine.

considera le esigenze del parlamento.
Il Parlamento Europeo.
Bisogna avere chiaro come è composto, di quali interessi e portatore.
Il parlamento europeo ha una caratteristica unica a livello mondiale nel panorama delle organizzazioni internazionali: è democraticamente eletto con suffragio universale. È direttamente portatore degli interessi dei cittadini europei.
Il parlamento è sempre molto attivo nel proporre standard più elevati nei confronti dei cittadini.
Era già previsto nei primi trattati e si chiamava assemblea parlamentare perché all'epoca non era democraticamente eletto: cambiò il suo nome nel 1962 su decisione propria; le parole hanno un peso, si voleva far capire la sua importanza. Nel 1976 si passa dal vecchio sistema di nomina al suffragio universale. Le prime elezioni si tennero nel 1979.
Prima di allora vi era un sistema più articolato: i parlamentari erano nominati dai parlamenti nazionali. Ogni parlamento

Nazionale sceglieva dei parlamentari tra le fila e conferiva loro un doppio mandato. Ora questo assetto è vietato. Siamo passati da un modello di democrazia indiretta ad uno di democrazia diretta.

Prima particolarità: assenza di una legge elettorale unica. I diversi stati disciplinano la procedura elettorale in maniera diversa. Esistono alcuni principi comuni che tutti gli stati sono tenuti a rispettare relativamente alle elezioni ma in molti ambiti gli stati rimangono liberi. Il metodo più diffuso è quello proporzionale. Anche il giorno in cui si vota cambia: c'è chi vota in settimana, chi nel week end, altri che hanno bisogno di due giorni per votare (noi).

Tra i diritti derivanti dalla cittadinanza europea (è cittadino europeo chiunque sia cittadino degli stati membri) vi è il diritto di voto attivo e passivo nel paese di residenza anche se diverso da quello di cittadinanza. La residenza è un dato formale: bisogna fare domanda.

seguire un inter burocratico. Quando abbiamo la residenza possiamo presentarci nelle liste e votare. Quanti sono i parlamentari europei? Sono 754, oggi. In realtà se prendiamo l'articolo 14 TUE che disciplina gli aspetti del parlamento ci dice che possono essere 750 più il presidente. Lo sforamento deriva dal fatto che le ultime elezioni, tenute nel Giugno 2009 erano state tenute secondo regole diverse da quelle del trattato di Lisbona e vi fu la richiesta di alcuni stati (come la Spagna) di integrare secondo i limiti del Trattato di Lisbona. Altri invece, di cui erano già stati eletti, chiesero di non applicare le decisioni del trattato di Lisbona. Non è corretto dire parlamentari spagnoli, perché in ciascuno stato si può eleggere un certo numero di parlamentari, a seconda della popolazione. Il numero di parlamentari spagnoli non per forza indica il numero di parlamentari dalla Spagna: si può essere votati anche in Germania, così che.Il numero dei deputati è un dato che varia in base al sistema politico di ogni Paese.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
55 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/14 Diritto dell'unione europea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Pagliastraw di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto dell'Unione Europea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Oddenino Alberto.