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PARTE SPECIALE LIBRO "CALAMIA"
Capitolo 9 (pag. 161-165)
Capitolo 11-12-13-14 (pag. 179-242)
12 Le fonti del diritto dell'Unione Europea
DIRITTO PRIMARIO
- Trattato sull'Unione
- Trattato sul funzionamento dell'Unione
Questi sono due trattati e quindi sottoposti alle regole del diritto internazionale. Tuttavia, dal punto di vista dell'ordinamento dell'Unione, costituiscono atti di natura costituzionale e quindi fonti supreme.
Il Trattato sull'Unione contiene 55 norme, mentre quello sul funzionamento ne contiene 358. I trattati sono dotati di rigidità, cioè per la loro modifica è previsto dal trattato stesso un procedimento unico possibile. I trattati internazionali hanno invece maggiore flessibilità.
Procedura di modifica dei trattati:
- Ordinaria: legittimati a proporre al Consiglio una modifica dei trattati sono Stato, Commissione e Parlamento. Il Consiglio trasmette la proposta ai consigli dei singoli stati, poi il Consiglio può decidere
iniziativa sono gli stessi di prima. In questa circostanza la revisione e la modifica sono eseguite dal consiglio stesso, delibera poi all'unanimità previa consultazione di una serie di istituzioni. Si salta la conferenza inter-governativa. La decisione dovrà essere sottoposta ad approvazione degli stati membri secondo le loro norme costituzionali. Questa procedura NON può portare a modifiche che estendano le competenze dell'unione.
È poi prevista anche una seconda tipologia di procedura semplificata che vale solo per due casi: per passare in una certa materia dalla unanimità alla maggioranza qualificata; e per passare dalla procedura legislativa speciale a quella ordinaria.
Ai trattati sono parificati i protocolli ad essi allegati (art. 51 tsu). Diverso è il discorso per le dichiarazioni che accompagnano i protocolli, esse non sono per natura vincolanti ma lo diventano quando sono strumento essenziale per l'interpretazione del
protocollo e ne definiscono il contesto. DIRITTO DERIVATO Sono quegli atti che le istituzioni politiche dell'unione adottano in base a disposizioni che sono contenute in atti di diritto primario, le basi che fondano questi atti sono chiamate basi giuridiche. Gli atti di diritto derivato si dividono in: vincolanti e non vincolanti. Art 288 tsf: sono vincolanti: i regolamenti, le direttive, le decisioni. Non sono vincolanti: raccomandazioni e pareri. La giurisprudenza della corte ha chiarito che per valutare se un atto è o meno vincolante non è sufficiente valutare il suo "nomen iuris" ma bisogna valutarne il contenuto in quanto la sostanza prevale sulla forma. Solo gli atti vincolanti possono essere impugnati per dichiararne l'illegittimità. Si sono poi consolidate altre forme di atto definite atipiche. Ad esempio gli orientamenti della commissione che diventano vincolanti qualora essa affermi di vincolarsi ai suoi precedenti su determinate situazioni.fututo.Il Trattato di Lisbona inserisce una diversa classificazione, trasversale alla prima:- Atti legislativi; creati tramite procedimento legislativo con decisione di consiglio e parlamento europeo, edevono essere firmati dai presidenti delle due istituzioni. Questi atti devono poi essere pubblicati nellaGazzetta ufficiale dell'UE. Entrano in vigore alla data stabilita o cmq 20 gg dopo la pubblicazione.Sono atti non legislativi quelli adottati sotto forma di regolamenti o direttive che devono essere notificate aidestinatari.- Atti delegati; quelli che conferiscono alla commissione il potere di adottare atti delegati.- Atti esecutivi;Per capire di quale atto si sta parlando è necessario esaminare l'atto, che si compongono di quattro sezioni:
- Iter per l'adozione.
- Sezione "pre- angolare" costituita da una serie di "considerando" che da conto dei motivi dell'adozione.
- Parte dispositiva con gli articoli.
- Disposizioni finali.
Regolamenti:
I regolamenti entrano in vigore nel tempo di vacatio legis di 20 giorni, a meno che il regolamento stesso non preveda diversamente. Non è possibile la riduzione del tempo di vacatio legis.
Direttive:
La direttiva vincola lo stato membro verso cui è rivolta per il risultato da raggiungere, salvo la competenza degli organi nazionali per forma e mezzi. Solo gli stati possono essere destinatari di direttive.
La direttiva è usata quando è sufficiente che le legislazioni nazionali siano armonizzate, mentre quando è necessaria uniformità si usa il regolamento.
Per il recepimento delle direttive, gli stati hanno un termine di tempo fissato, spesso 2 anni, ma durante questo periodo di tempo, per l'obbligo di leale cooperazione, non possono adottare disposizioni contrarie ai fini della direttiva (art. 4 tsu). Se la direttiva incide su una materia regolata con la legge, gli stati devono adottare misure in forza di legge, comunque non circolari o prassi.
Direttive dettagliate, si distinguono per la ricchezza di dettagli.
riguardo al fine da raggiungere che contengono. La Corte di Giustizia ha convalidato questa prassi. In realtà questa prassi era di facile approvazione perché i trattati stessi prevedevano per certe materie questa direttiva, ma la corte le avvalla anche per materie per le quali non era prevista, suscitando le proteste degli stati che si ritenevano oltremodo vincolati. Questo sistema viene superato nel 1979 grazie ad una sentenza con la quale la Corte afferma il principio del Mutuo riconoscimento. La sentenza del '79 trattava di una impresa francese di liquori che si vede lesionata dal divieto di importare il suo prodotto in Germania a causa di limiti sulla gradazione alcolica, la Corte ritiene che la posizione della Germania non fosse compatibile con il principio della libera circolazione dei beni. La corte ha affermato che in queste materie bisognava promuovere il principio del mutuo riconoscimento, in sostanza ogni stato deve riconoscere le legislazioni degli altri.stati.Il mutuo riconoscimento rende inutile l'adozione di direttive dettagliate. 15Effetto diretto (verticale)VAN GEND & LOOS 1974 * La vicende vede l'azienda in questione denunciare un comportamento del proprio statoche lesionava i suoi interessi (l'Olanda non rispettava obbligo di non imporre nuovi dazi doganali).L'importante problema sollevato è se e perché un privato può invocare una norma del dr comunitario contro ilproprio paese. La Corte affermò che l'ordinamento comunitario era di nuovo genere, considerava i cittadini comesoggetti del dr,e in grado di ricevere tutela anche nei confronti del proprio stato.L'effetto diretto: una norma di origine europea può essere invocata da un privato in fronte alla sua autoritànazionale per la tutela dei propri diritti, in particolare quando le norme del trattato presentano degli obblighi chesono precisi e incondizionati.Se l'effetto diretto "verticale"
Cioè fra stato e cittadini viene riconosciuto, lo stesso non vale per l'effetto diretto "orizzontale" cioè il caso nel quale una direttiva sia utilizzata da un privato contro un altro privato.
Tornando all'effetto diretto verticale è stabilito che gli organi presso i quali è possibile presentare un ricorso sono tutti gli enti territoriali riconducibili alla autorità statale, quindi anche regioni, provincie e comuni.
FRATELLI COSTANZO V. COMUNE DÌ MILANO 1989 * la legge italiana operava in materia di appalti in contrasto con la normativa europea lesionando gli interessi dei fratelli.
In questa sentenza si specifica che per l'ammissibilità dell'effetto diretto siano necessarie delle condizioni: che la direttiva sia in vigore e siano scaduti i tempi per il recepimento, l'effetto diretto deve poi essere riconosciuto dalla autorità amministrativa pubblica.
Ulteriore espansione
La questione dell'applicabilità di questa circostanza viene segnata con il caso FOSTER V. BRITISH GAS, nel quale si afferma che anche enti con forma privatistica che siano riconducibili allo