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STORIA

Un’altra caratteristica del diritto sindacale è la fortissima ciclicità. X es. i più grandi sindacati sono

tutt’ora CGIL, CISL e UIL, da questo punto di vista non è cambiato quasi nulla dal ’50 ad oggi.

Inoltre se guardiamo alle varie fasi storiche, i rapporti tra loro hanno vissuto continue farsi di

unione-rottura-riappacificazione, in un ciclo continuo, dal 1945 al 1948 erano addirittura unite, ed il

quadro si ricompone nel ’50. La prima fase è una fase di lotta interna, segnando una debolezza del

sindacato. Poi progressivamente vi fu una lenta riappacificazione, per arrivare al ’68 in cui si pensa

di nuovo di avere un unico soggetto, non ci si riesce e nel ‘72 ci sarà un patto federativo. Negli anni

’80 vi è nuovamente una rottura, gli anni ’90 sono nuovamente di unità. Nei primi anni 2000 vi è

un’altra rottura. La riforma del mercato del lavoro del 2003, la Legge Biagi, vede di nuovo una

rottura sindacale. A luglio di quest’anno è stato sottoscritto un grande accordo confederale tra tutti.

Quando ci occuperemo delle rappresentanze nel luogo di lavoro, nella realtà dal’43 al 66 ci sono le

Commissioni Interne (C.I.), dal 66 nascono i delegati nei consigli di fabbrica ed avremo 20 anni di

Consigli di Fabbrica (C.d.f.), nel ’93 nascono le Rappresentanze Sindacali Unitarie (R.S.U.) che

esistono ancora oggi. Per certi aspetti le RSU assomigliano nella struttura alle Commissioni

Interne, quindi anche in questo caso potremmo parlare di una forte ciclicità. Con l’aggiunta di una

caratteristica intrinseca al nostro sistema.

L’Italia è uno dei pochi paesi che ha sempre deciso di tenere insieme l’unica struttura di

rappresentanza dei lavoratori e rappresentanza del sindacato. Vi è un unico organismo che

rappresenta lavoratori e sindacati. La maggior parte dei paesi europei ha due organismi, uno che

rappresenta i lavoratori e l’altro, che rappresenta i sindacati.

Il nostro ordinamento è poco regolato (poche regole legislative, tante contrattuali), le

rappresentanze cambiano ma rappresentano insieme sindacato e lavoratori, perché la RSU è data

da voti dei lavoratori ma sulle liste dei sindacati. 16/10/2013

Negli anni dal ‘44 al ‘48, da parte dei lavoratori era stata costituita una sola organizzazione

sindacale, la CGIL, nella quale confluivano tutte le componenti della lotta antifascista. La CGIL

dura poco, poi quest'unità sindacale forte si rompe. Ci sono elementi da ricordare. La motivazione

più semplice della rottura è che è cambiato il quadro politico e ciò incide sul fenomeno sindacale.

Nella CGIL la componente maggiore era la componente comunista, cui seguiva la socialista, cui

seguiva la democristiana, ma alle elezioni vince la DC. C'è uno sbilanciamento tra sistema politico

e sistema sindacale. Tutto va in crisi quando si passa da un sistema all'altro nello statuto della

CGIL. Inizialmente le varie correnti erano considerate tutte di pari peso. La presenza negli

organismi direttivi delle varie componenti avveniva per componente e non per consenso della

componente.

Poi si decide di cambiare metodo e di procedere alla rappresentazione in base al peso delle

correnti. Quando questo accade diventa più stridente il contrasto tra sistema politico e sindacale.

Gli esponenti principiali del sindacato in quegli anni, erano i maggiori esponenti politici, non c'era

incompatibilità di carica. Questo è uno dei grandi temi del diritto sindacale, è più facile tenere

l'unità quando tutti hanno pari dignità, rispetto a quando ci si conta. CGIL, CISL e UIL non hanno

pari peso di iscritti, la UIL è minoritario, tuttavia esse vengono rappresentate pariteticamente.

Qui viene in rilievo un problema dell'art. 39, c.4, perché dice che il contratto collettivo va scritto da

una delegazione in cui vi sono più sindacati presenti in relazione agli iscritti. Questo è contrario al

principio di efficienza della contrattazione collettiva, perché la delegazione dovrebbe essere pari,

non in proporzione agli iscritti perché essa incrina i rapporti tra soggetti.

Un altro punto di criticità è il fatto che c'era una differente valutazione della legittimità dello

sciopero politico. Ci si chiedeva cosa scrivere nello statuto della CGIL circa lo sciopero politico. Per

la corrente comunista lo sciopero politico era legittimo, per i democristiani esso era illegittimo. Vi

era quindi un dissenso.

Poi la rottura avviene per un evento. Nel 1948 a luglio avviene l'attentato a Togliatti, attuale

segretario del partito comunista, poteva esserci una reazione violenta del paese, mentre non ci fu

perché lo stesso giorno un italiano aveva vinto il tour de france. Viene indetto immediatamente lo

sciopero generale. Si tratta di uno sciopero politico. La corrente democristiana non arriva a dire di

non essere d'accordo, ne fa una questione di procedura, dice che prima andava convocato un

direttivo generale. Il sindacato non può agire in maniera così succube dalla politica. Per questo la

corrente democristiana esce dalla CGIL. Dal 1948 al 1950 nascono sigle, esce la corrente

democristiana, liberale, repubblicana, nella CGIL restano la corrente comunista, socialista e quella

che per lungo tempo verrà detta "terza componente". Le componenti vengono superate negli anni

'80.

A un certo punto si forma una sigla sindacale dei dissidenti e doveva chiamarsi LCGIL, ed L stava

per "libera", contro una CGIL come cinghia di trasmissione dei partiti politici. Da qui il grande tema

dell'autonomia del sindacato dal sistema politico.

In questo periodo la contrattazione collettiva nazionale di categoria c'è poco, i contratti sono

ancora quelli corporativi. Il paese è occupato nella riconversione del sistema produttivo. Il

sindacato si occupa soprattutto di temi generali attraverso lo strumento dell'accordo

interconfederale (A.I.). Interconfederale perché tra confederazioni contrapposte. In quel momento

le controparti erano Confindustria e CGIL, dopo il 1948 erano, dal lato dei datori di lavoro, la

Confindustria (oggi ci sono molte più sigle) contro, dal lato dei lavoratori, CGIL, CISL e UIL. È

quindi un accordo di vertice firmato da datori di lavoro e sindacati di lavoratori. Sono accordi molto

collegati.

X es. c'è un accordo a fine guerra, prima degli anni '50, di blocco dei licenziamenti. A fronte di

questo si raggiunge un altro accordo interconfederale che blocca le retribuzioni. Nasce l'indennità

di contingenza legata alla scala mobile. La scala mobile è il sistema di calcolo del variare dei

prezzi, e l'indennità serve a mantenere lo stesso potere d'acquisto. Oggi non c'è più perché

l'indennità è stata bloccata tra il '91 e il '93, perché si è detto che lo scatto dell'indennità sulle

retribuzioni finisce per creare inflazione. Questo compensa il blocco delle retribuzioni, esse non

vengono bloccate al valore nominale, esse vengono garantite in termini di potere d'acquisto.

Vi è poi la CIG (Cassa Integrazione Guadagni) ossia un indennità erogata dall'INPS che fa sì che i

lavoratori occupati ai quali il datore di lavoro non aveva produzione da dare potevano essere in

tutto o in parte esonerati dal lavoro e la loro retribuzione integrata con questa CIG. Con questi

accordi interconfederali nascono due degli strumenti caratteristici del diritto del lavoro, come

l'indennità di contingenza, dall'altro la CIG.

Da ultimo, in quegli anni, vi fu l'accordo interconfederale sulle Commissioni Interne (C.I.) che

sono le strutture rappresentative dei lavoratori nei luoghi di lavoro.

I primi anni '50 sono caratterizzati da alcuni eventi particolari.

Le tre confederazioni sindacali sono polarizzate su temi forti e sono molto conflittuali tra di loro, ma

questo è il momento in cui possiamo capire, è chiarissima la differenza tra le tre confederazioni.

Guardando le proposte di CISL e CGIL sono completamente diverse, così come i modelli di

riferimento. Poi ciascuno contaminerà l'altro, tuttavia guardando alla nascita c'è una tendenza a

proseguire sugli schemi iniziali. Vi sono punti di differenza. La CISL ha come modello di riferimento

il sindacalismo americano e valorizza molto il ruolo nei confronti degli iscritti, tende a essere un

sindacato di iscritti, che dà servizi agli iscritti. La CGIL è invece sempre stata una rappresentanza

di massa, l'idea è di rappresentare l'intera classe lavoratrice. Ha una visione conflittuale della lotta

di classe. Mentre la CISL aveva una visione più collaborativa, di partecipazione.

Ne deriva che per la CISL è importante soprattutto la contrattazione collettiva, la CGIL è più

favorevole alla legge, ossia un intervento legislativo generale.

Guardando alle proposte che le due confederazioni fanno in quegli anni possiamo subito capire la

diversa visione.

CISL propone il contratto aziendale, il contratto collettivo in azienda e la Sezione aziendale

La

sindacale (S.A.S.), l'idea è la partecipazione dei lavoratori. Siamo all'interno del boom economico,

una parte dei guadagni deve andare ai dipendenti, per aumentare il reddito anche dei lavoratori

occorre il contratto in azienda per istituire i premi di produzione.

CGIL opera su tutto un altro piano. Vuole la nazionalizzazione dell'energia elettrica, la riforma

La

fondiaria, il piano nazionale del lavoro, la programmazione economica e lo statuto dei lavoratori,

ossia una legge sui diritti dei lavoratori.

Queste idee si contamineranno, già a metà degli anni '50 la CGIL fa proprie le proposte della CISL.

Sposa l'idea della contrattazione aziendale, crea la SSA (Sezione Aziendale Sindacale), perché

capisce che le sue proposte non portano molto direttamente al singolo, che invece è interessato,

per esempio, al premio di produzione.

D'altro canto la CISL si rende conto che ha bisogno di un ruolo nella società e anch'essa inserisce

profili più generali. Allo stesso tempo ancora oggi quando ci sono proposte, il DNA rimane e spiega

il perché di comportamenti diversi delle due organizzazioni.

Negli anni '50 succede qualcosa di particolare nel mondo sindacale dei datori di lavoro, che oggi

non c'è più ma ha avuto un ruolo. Nella seconda metà degli anni '50 c'è un primo movimento

importante da lato della rappresentanza dei datori di lavoro. Il sistema industriale era il principiale e

tutti i datori di lavoro erano rappresentati da Confindustria. Per decisione del governo, le aziende a

partecipazione statale escono dalla Confindustria e aderiscono

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Publisher
A.A. 2013-2014
38 pagine
2 download
SSD Scienze giuridiche IUS/07 Diritto del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MartyVr92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto del lavoro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Gottardi Maria Donata.