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Forme di disagio lavorativo
In altri casi, invece, si ricorre ad attacchi, diretti o indiretti, per ledere alla reputazione del lavoratore. In ogni caso, per essere definito mobbing deve durare almeno sei mesi ed essere sistematico, con episodi almeno una volta alla settimana, con conseguenze psicofisiche riscontrabili, sennò si parla, in generale, di disagio lavorativo.
Straining
Lo straining è una forma di disagio lavorativo che comporta una situazione di stress forzato sul posto di lavoro, in cui la vittima subisce almeno un'azione che ha come conseguenza un effetto negativo nell'ambiente lavorativo. Quest'azione, oltre ad essere stressante, ha una durata costante. Quindi, mentre per il mobbing si hanno una serie di condotte ostili e frequenti nel tempo, per lo straining basta una singola azione con effetti che durano nel tempo, come un demansionamento.
Burnout
Il termine burnout compare per la prima volta negli anni '30 nel gergo dell'atletica professionale e indica il
fenomeno per il quale un atleta, dopo alcuni successi, si esaurisce, si brucia e finisce per dare delle prestazioni al di sotto delle aspettative. Il termine è stato introdotto in psicologia per la prima volta da C. Maslach per indicare una malattia professionale degli operatori di aiuto. Ad oggi questo termine si è esteso a tutte quelle professioni ad elevata implicazione relazionale. Inizialmente, per Maslach, il burnout era una perdita di interesse nei confronti delle persone con cui si lavora, successivamente la studiosa si è soffermata su come questa perdita di interesse si accompagni a stress ed insoddisfazione. La sua caratteristica fondamentale è che il disagio sorge tra l'operatore e il destinatario delle sue prestazioni. Il burnout può manifestarsi assieme allo stress, ma non necessariamente quando c'è una situazione di stress c'è anche burnout. Il burnout non è solamente un problema dell'individuo, maburnout è un fenomeno sempre più diffuso nel contesto lavorativo moderno. Si manifesta principalmente in coloro che si occupano di prendersi cura degli altri, come ad esempio medici, infermieri, assistenti sociali, insegnanti, ma può colpire anche altre professioni. Il burnout è caratterizzato da un progressivo esaurimento emotivo e fisico, che porta a una riduzione delle capacità professionali. Chi ne soffre può manifestare sintomi come somatizzazioni, apatia, eccessiva stanchezza, risentimento e incidenti. Tra i principali elementi che caratterizzano questa sindrome vi sono l'affaticamento fisico ed emotivo, un atteggiamento distaccato e apatico nei rapporti interpersonali, un sentimento di frustrazione dovuto alla mancata realizzazione delle proprie aspettative professionali e una perdita della capacità di controllo rispetto alla propria attività lavorativa, che porta a una riduzione del senso critico. È importante riconoscere i segnali del burnout e intervenire tempestivamente per prevenirne o gestirne le conseguenze.burnout comporta particolari:- Stati d'animo: ansia, irritabilità, esaurimento fisico, panico, agitazione, senso di colpa, negativismo, ridotta autostima, empatia e capacità di ascolto);
- Somatizzazioni: emicrania, sudorazioni, insonnia, disturbi gastrointestinali, ecc.;
- Reazioni comportamentali: assenze o ritardi frequenti, distacco emotivo, ridotta creatività, ecc.
- Esaurimento emotivo: svuotamento delle risorse emotive e personali, in cui prevalgono la stanchezza, la fatica e i sintomi psicosomatici;
- Depersonalizzazione: il soggetto si sente inadeguato al suo compito ed assume atteggiamenti e sentimenti negativi, cinici, di distacco nei confronti degli altri;
- Bassa realizzazione professionale: il soggetto si valuta in
modo negativo sullavoro, ha bassa autostima, viene meno il desiderio di successo, è frustratoper la mancata realizzazione delle sue aspettative.
Il lavoro dello psicologo sul burnout è stato individuato in sei aree, agendo sudi esse si può studiare e curare il burnout.
Queste aree sono definite "La scala di Maslach" e sono:
- Carico di lavoro: eccessivo lavoro da svolgere e la persona non riesce agestirsi autonomamente;
- Controllo ed autonomia lavorativa: se la persona ha autonomiadecisionale c'è meno rischio che si presenti lo stress o burnout, invece, inambienti di lavoro "rigidi", il rischio è molto alto;
- Riconoscimenti e ricompense: al lavoro deve seguire un adeguatostipendio ed un adeguato livello di gratificazione personale, quando ciò nonavviene il rischio di burnout è molto alto;
- Senso di appartenenza: se il lavoro "in squadra" funziona bene si ègratificati,
Ma quando mancano sostegno e fiducia tra collaboratori, l'ambiente sarà pesante:
- Equità, rispetto e giustizia: le persone amano lavorare in un ambiente che può essere percepito come giusto, equo, in cui i lavori vengono assegnati con criteri giusti, non per amicizie o conoscenze. Quando questa situazione viene a mancare, ne scaturisce un senso di rabbia, stress e la diminuzione della volontà di collaborare con gli altri.
- Valore e significato del lavoro: ognuno di noi ha dei valori personali, se c'è conflitto tra i valori personali e quelli dell'azienda, ciò può comportare seri problemi.
Individuare le cause del burnout non è cosa facile, perché le persone, pur lavorando nello stesso ambiente, non tutte sviluppano la sindrome. Infatti, molto dipende dalla propria personalità, dalle strategie di coping, dalle esperienze passate, dalla resistenza allo stress e alle frustrazioni.