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LA DISCIPLINA DELL'ORARIO DI LAVORO, RIPOSI E FERIE

La normativa riguardante la disciplina dell'orario di lavoro è contenuta nel decreto legislativo n.66 del 2003. Questa disciplina successivamente ha subito alcune modifiche e integrazioni ma si tratta di una disciplina che tratta in modo organico perché recepisce una direttiva comunitaria dei primi anni novanta, e si applica in tutti i settori di attività pubblici e privati.

Fanno eccezioni e sono indicate specificatamente alcuni settori (personale di polizia e delle forze armate), che giustamente possono fare eccezione alla regola.

Tale decreto prevede che l'orario normale di lavoro è quantificato in 40 ore settimanali. Può anche essere definito orario ordinario perché poi c'è l'orario straordinario, in quanto la legge prevede un tetto per quest'ultimo di 48 ore settimanali.

La grande novità di tecnica normativa di tale decreto è che non fissa

Questi limiti come in precedenza. Prevede una flessibilità di oscillazione per cui si devele 40 ore vanno calcolate prendere in considerazione una durata media: cioè su un arco temporale di 6 mesi come valore medio settimanale. Se si guarda la media, nell'arco delle 24 ore di una giornata, si può lavorare per 24 ore consecutive? Ovviamente no, ma è no per deduzione perché il medesimo decreto prevede i riposi, i quali possono essere giornalieri e/o settimanali. Poi ci sono le ferie annuali. Il riposo minimo giornaliero, deve essere di 11 ore consecutive: ciò significa che la giornata lavorativa può arrivare fino ad un totale di 13 ore di lavoro. Dagli anni 70 i contratti collettivi hanno portato nell'industria e in quasi tutti i settori produttivi, la settimana lavorativa su 5 giorni dal lunedì al venerdì, dunque 5*8=40). Possono esserci delle articolazioni orarie differenti,

sempre considerate come lavoro ordinario. Chi lavora per esempio nei centri commerciali e nei negozi l'orario di lavoro è sulle 38 ore settimanali, poi a seconda delle forze sindacali che i lavoratori riescono ad esprimere, sono riusciti ad ottenere un orario settimanale inferiore alle 40 ore.

Che cosa si prevede per chi deve svolgere un orario giornaliero superiore a 6 ore? Si prevede che ci sia una pausa, un intervallo, di almeno 10 minuti. Questa pausa deve avvenire tra l'inizio e la fine di ogni periodo giornaliero di lavoro. Ragione vorrebbe che fosse posta alla metà, o intorno alla metà della durata della prestazione di lavoro, però vi è anche in alcuni casi che questa viene messa per non interrompere il lavoro e dunque per esigenze tecniche, al termine e quindi l'orario di lavoro si riduce di 10 minuti.

Tale decreto legislativo n.66 del 2003 prevede che il lavoratore ha diritto ogni 7 giorni di un periodo di riposo di almeno 24 ore consecutive.

di regola, coincide con la domenica, perché la domenica è considerata una giornata che per l'Occidente cattolico è dedicata a venerare il proprio Dio, ma non per tutte le religioni la giornata in cui ci si dedica alle preghiere è la domenica. C'è grande polemica sul fatto che alcune attività, definite non essenziali, siano aperte e svolte la domenica, come ad esempio i centri commerciali. Il prof ritiene che la domenica debba essere come giorno preservato tendenzialmente al giorno di riposo lavorativo. Chiaramente ci sono attività che non possono fermarsi, come ad esempio i trasporti. Ma soprattutto per quanto riguarda la sanità e la sicurezza. Qual è la funzione del riposo settimanale e ancor più del riposo annuale? È quello di permettere al lavoratore di riacquistare le energie psicofisiche. E nel riacquistare tali energie ci sta che questo partecipi ad eventi ludici o sportivi. Chiaramente chi lavora di domenica,

ha diritto ad un altro giorno di riposo settimanale che non corrisponde alla domenica. Proprio perché la domenica in teoria quasi tutti stanno a casa e non lavorano e alcuni solo lavorano, vi è un riconoscimento economico per chi svolge l'attività lavorativa di domenica, cioè vi è un'indennità che sono i contratti collettivi a definire, che tendenzialmente è di un aumento della retribuzione oraria di circa il 20%.

Che cos'è il lavoro straordinario? Il lavoro straordinario è quello che si fa oltre le 40 ore ma non oltre le 48 ore perché è il limite massimo, sempre come media. Anche questo viene retribuito in misura maggiore.

Ovviamente il lavoro straordinario domenicale o festivo si somma: se uno fa il lavoro domenicale e fa il straordinario la domenica, per esempio al 20% si può sommare un 30% e avere un 50% di retribuzione oraria in più.

LE FERIE

Sono dei riposi annuali: sempre il decreto

Il legislativo n.66 del 2003 stabilisce la durata minima delle ferie di 4 settimane. È una durata minima, perché i contratti collettivi prevedono periodi di ferie anche più lunghi. Anche dipende dalla forza contrattuale che la categoria di lavoratori riescono ad imporre.

Sia il riposo settimanale che le ferie sono retribuiti: ovviamente la retribuzione va presa come onnicomprensiva standard, ovvero che viene erogata al lavoratore. Dunque, il mese di ferie viene retribuito come un mese di lavoro regolarmente svolto.

Tendenzialmente le ferie, per permettere che il lavoratore si riprenda e abbia un beneficio psicofisico, devono essere godute tutte insieme. Non a caso, tradizionalmente il mese di ferie coincide con il mese di agosto. Siccome le esigenze produttive sono diverse, le ferie possono essere spezzettate ma non di troppo perché sennò viene meno quella funzione del lavoratore di riacquisire le energie.

Si ritiene che due settimane del periodo di ferie è

deciso dall'impresa e l'altràmetà dal lavoratore. La norma a cui si fa riferimento è l'articolo 2109 secondo comma del codice civile il quale stabilisce che il periodo delle ferie è fissato dal datore di lavoro, tenuto conto però dell'esigenze dell'impresa e dell'interesse del prestatore. Nel senso che gli interessi del lavoratore hanno un loro rilievo, se non c'è un'esigenza dell'impresa che giustifica il non tenere in considerazione gli interessi del prestatore.

Ho appena accennato a festività che non sono la domenica. Queste festività che non sono la domenica, vengono chiamate appunto infrasettimanali appunto perché la domenica è la giornata di festa.

Ragioni religiose: 25 Dicembre

Ragioni civili: Vittoria della Guerra, o la Repubblica o altre festività.

Al momento abbiamo 11 festività infrasettimanali, 4 civili e 7 religiose.

Il tema dell'orario del lavoro,

Non può non esaurirsi senza aver accennato a che cos'è il lavoro a tempo parziale, o il part time. Non si tratta del metà tempo, come si tende a tradurre, ma si tratta di un tempo parziale e nondunque l'orario pieno. Il lavoro part time non significa metà dell'orario ordinario, ma una riduzione dell'orario che può anche essere ulteriore al 50%. Stabilito nel contratto di assunzione di lavoro di quanto deve essere la prestazione lavorativa settimanale, poi può essere stabilito che la prestazione venga svolta orizzontalmente cioè per un numero di ore uguale ogni giorno della settimana, oppure verticalmente e quindi il classico orario a tempo pieno ma soltanto per alcuni giorni della settimana. (6 ore al giorno per 3 giorni) L'orizzontale è invece 3 ore al giorno per 6 giorni. Vi sono alcune attività così dette stagionali, che per esempio possono aver bisogno di forza lavoro soltanto per 6

parziale, stabilito dalla legge. Per quanto riguarda il contratto a tempo determinato, questo ha una durata prestabilita e si conclude automaticamente alla scadenza del termine. Tuttavia, è possibile prorogare il contratto per un periodo successivo, ma non è consentita una successione di contratti a tempo determinato per un periodo superiore a tre anni. Nel caso in cui il datore di lavoro non rispetti le disposizioni contrattuali, il lavoratore ha il diritto di richiedere il risarcimento dei danni subiti. Inoltre, il lavoratore ha il diritto di richiedere la trasformazione del contratto a tempo determinato in un contratto a tempo indeterminato se viene superato il limite massimo di rinnovi consentiti dalla legge. Infine, è importante sottolineare che il contratto di lavoro deve essere redatto in forma scritta e deve contenere tutte le clausole e le condizioni pattuite tra le parti. La forma scritta è fondamentale per garantire la certezza e la trasparenza dei rapporti di lavoro.

pieno.Per entrambi (supplementare e a tempo pieno) occorre l'accordo del lavoratore interessato.

Si discute del diritto del lavoratore part time a vedere trasformato il rapporto di lavoro a tempo pieno e anche viceversa: perché può esserci un interesse del lavoratore. Vuoi perché per esempio deve assistere familiari che hanno determinate patologie, e vuoi perché invece ha interesse ad averlo trasformato a tempo pieno perché ovviamente con il part time la retribuzione è proporzionalmente ridotta. La paga oraria è la stessa, ma la paga mensile lavorando meno ore sarà più bassa.

Qualora il datore di lavoro faccia nuove assunzioni, deve giustificare a richiesta del lavoratore perché non dia la precedenza alla sua richiesta di trasformazione.

Infine, sul part time vi è anche l'ipotesi opposta: cioè quella per cui è il datore di lavoro che chiede di trasformare il contratto da tempo pieno a tempo parziale.

ni, ovvero quando il lavoratore non può fornire le proprie energie psicofisiche e il datore di lavoro non può pagare la retribuzione. In questi casi si parla di sospensione del rapporto di lavoro. La sospensione del rapporto di lavoro può avvenire per diverse cause, come ad esempio la malattia del lavoratore, l'infortunio sul lavoro, la maternità, il congedo parentale, la cassa integrazione, ecc. Durante la sospensione del rapporto di lavoro, il lavoratore non è tenuto a prestare la propria attività lavorativa e il datore di lavoro non è tenuto a pagare la retribuzione. Tuttavia, in alcuni casi, il lavoratore può ricevere un'indennità o un'assegno di sostegno economico durante il periodo di sospensione. La sospensione del rapporto di lavoro può essere temporanea o definitiva. Nel caso di sospensione temporanea, il lavoratore può riprendere la propria attività lavorativa una volta terminata la causa di sospensione. Nel caso di sospensione definitiva, il rapporto di lavoro viene interrotto in modo permanente. È importante sottolineare che la sospensione del rapporto di lavoro non comporta la risoluzione del contratto di lavoro. Una volta terminata la causa di sospensione, il rapporto di lavoro riprende normalmente. In conclusione, la sospensione del rapporto di lavoro è una situazione in cui il lavoratore non può fornire le proprie energie psicofisiche e il datore di lavoro non può pagare la retribuzione. Questa situazione può avvenire per diverse cause e può essere temporanea o definitiva.
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A.A. 2022-2023
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SSD Scienze giuridiche IUS/07 Diritto del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bedo99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto del lavoro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Di Stasi Antonio.