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Diritto del lavoro e obblighi del datore di lavoro

L'art. 13 prevedeva che il lavoratore potesse essere adibito a mansioni superiori o a mansioni equivalenti parla di equivalenza per proteggere la professionalizzazione del lavoratore e quindi, nel momento in cui la norma dice che il lavoratore può essere adibito a mansioni superiori o equivalenti significa che il lavoratore può essere adibito solo a mansioni che non comportino un peggioramento della professionalizzazione acquisita fino a quel momento. Attualmente questa materia è regolata dal jobs act. In questo il lavoratore poteva essere adibito a mansioni inferiori solo se... Obblighi datore di lavoro e obbligazioni 29.04.19 vi è obbligo retributivo e quello di sicurezza. La retribuzione è il corrispettivo che il datore di lavoro da al lavoratore per la prestazione. Nelle fonti del diritto vi è una norma (art. 36 cost.) che tratta la retribuzione. È ua norma emblematica dal punto di vista del diritto del lavoro ed al punto di vista dei principi.

sociali. Parla di libertà e dignità che sono i principi essenziali, in secondo luogo l'articolo è emblematico un altro fatto poche pur facendo parte il diritto del lavoro e riconoscendosi nei principi sgolanti il diritto privato ha una connotazione civilistica. Talvolta la retribuzione può essere percepita anche in assenza di attività lavorativa. Questa norma è percettiva quindi dal momento in cui è nata la costituzione questa norma è stata di immediata applicazione. (Non è programmata come l'art. 39) L'art. 36 è una norma che non può essere contrattata con la controparte poiché in tal caso scatterebbe l'inefficacia dell'accordo. La retribuzione può essere di vari tipi. Vi è una suddivisione principale in base alla quale può essere a tempo o a cottimo. La retribuzione a tempo è commisurata al tempo lavorato, è lo stipendio o salario nel caso di lavoro manuale.

Nel cottimo la retribuzione è commisurata al risultato ottenuto, per esempio nelle marche vi erano fabbriche di scarpe, se un operaio che lavorava faceva 100 scarpe veniva retribuito per le 100 scarpe fatte. La retribuzione è commisurata al risultato. È difficile che vi sia retribuzione a cottimo puro, in genere vi è la forma cottimo misto, ovvero il lavoratore percepisce una paga base integrata da un surplus commisurato al risultato ottenuto. Teniamo presente che il cottimo può dar luogo a fenomeni di sfruttamento, quindi da questo punto di vista è normativamente controllato, si rimanda all'art. 2100 c.c., e nominato dalla contrattazione collettiva perché un operaio, per guadagnare di più, sostiene ritmi di lavoro troppo incalzanti. Nella retribuzione a tempo ci si rifà al tempo, dove il tempo è la causa e il risultato è motivo. La scansione temporale è convenzionalmente quella del mese. Vi sono anche altre forme.

Retributive che sono meno diffuse: retribuzione innatura ovvero il datore di lavoro fornisce servizi come vitto e alloggio in cambio della prestazione lavorativa; retribuzione a provvigione tipica del ruolo del rappresentante ed è costituita da una percentuale sugli affari conclusi; partecipazione agli utili dell'impresa dove la retribuzione viene calcolata sul risultato dell'impresa commisurata agli utili netti, non vi è partecipazione alle perdite; retribuzione differita, la tredicesima mensilità; retribuzione per definizione differita, trattamento di fine rapporto, questo si ha allorquando una persona cessa di lavorare e gli viene data una somma, talvolta cospicua, di denaro in modo differito. Il TFR è stato rivisto con la legge del 1982, in base a questa per ciascun anno di servizio viene accantonata una certa somma dovuta per l'intero anno diviso 13,5. Vi sono ipotesi per le quali si può avere il TFR anticipato (solo il 70%):

  • Spese
sanitarie: per terapie e enti straordinari che siano riconosciuti dalle strutture pubbliche competenti; - Acquisto della prima casa. - Formazione; - Ecc. Vi sono pre condizioni per poter richiedere il TFR, solo il lavoratore che ha maturato 8 anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro potrà richiedere il TFR e lo porta richiedere una volta sola nel corso della vita. L'altro obbligo importante del dato di lavoro è l'obbligo di sicurezza. L'obbligo di sicurezza riguarda in generale la tutela della salute del lavoratore. La prima fonte si trova a livello costituzionale all'art. 32 che ci dice che lo stato tutela la salute come bene collettivo di ciascun individuo. Questa prescrizione costituzionale si inserisce nel rapporto di lavoro quando viene stipulato il rapporto di lavoro. Mentre i primi tempi l'art. 32 veniva interpretato come norma finalizzata alla tutela contro il danno biologico, da un certo momento in poi ha iniziato ad avere unsignifica che abbia adempiuto al suo obbligo di tutelare la salute dei lavoratori. Infatti, l'art. 2087 sottolinea che l'imprenditore deve adottare misure adeguate alla particolarità del lavoro svolto, in base alla sua esperienza e alle tecniche disponibili, al fine di proteggere l'integrità fisica e la dignità morale dei lavoratori. Questa norma è strettamente legata al contratto di lavoro e rappresenta uno degli obblighi fondamentali del datore di lavoro. Per lungo tempo, però, è stata interpretata in modo distorto, utilizzandola principalmente come base per richieste di risarcimento danni. Tuttavia, il suo vero scopo è quello di prevenire il verificarsi di danni biologici. Anche nel caso in cui il datore di lavoro abbia rispettato tutte le misure di sicurezza previste dai regolamenti precedenti, ciò non significa che abbia adempiuto pienamente al suo obbligo di tutela della salute dei lavoratori. È necessario adottare un approccio più ampio, che tenga conto del benessere psico-fisico complessivo dei lavoratori.

Può ritenere esente da responsabilità. L'art. 9 dello statuto prevedeva che venissero costituite rappresentanze per la tutela della salute nelle aziende. Queste rappresentanze dovevano controllare il datore di lavoro che controllasse la normativa in materia di tutela di salute e avevano anche funzione propositiva, ovvero potevano proporre ulteriori misure di sicurezza da introdurre nell'azienda in caso di necessità.

Il vero primo cambiamento avviene nel 1994, lo dobbiamo a una direttiva europea del 1989 n. 391. Vi è stato un ribaltamento che è stato razionalizzato nel 2008 n. 81, dove cambia la filosofia di approccio dal concetto di salute nei luoghi di lavoro.

Intervenire prima della creazione del danno; ripartizione delle responsabilità; procedimentalizzazione degli obblighi; partecipazione dei lavoratori alle decisioni attinenti la sicurezza; informazione, il datore di lavoro necessariamente deve informare i lavoratori sui rischi connessi.

all'attività svolta ed ai materiali utilizzati in quell'attività, sono le introduzioni della direttiva del 2008. Questa filosofia introdotta dalla legge 626 è stata recepita dal testo unico del 2008 n. 81 che ha creato un quadro completo normativo. In base a quest'ultima normativa, in materia di tutela della salute, è stata estesa a tutte le tipologie di rischio e a tutte le attività, dal punto di vista soggettivo riguarda, tutti i lavoratori, subordinati ed autonomi. Inoltre, ha determinato i soggetti responsabili ovvero quelli su cui ricade giuridicamente l'obbligo di tutelare l'integrità psicofisica del lavoratore. Il primo soggetto individuato è il soggetto titolare del rapporto di lavoro. Il testo unico specifica che sono responsabili anche il dirigente e il preposto ovvero colui che coordina un gruppo di lavoratori. Il testo unico ha introdotto una novità dal punto di vista delleresponsabilità infatti l'art. 299 afferma che per responsabilità si fa riferimento a coloro che di fatto esercitano i poteri direttivi. Anche se una persona non ha un investitura formale per esercitare il potere direttivo esplica in concreto funzione direttiva e ne sarà responsabile. Le due indicazioni che ci da il testo unico: - il datore di lavoro deve fare una valutazione dei rischi, se questo non avviene non si parla di effettività di tutela nei luoghi di lavoro. - La valutazione deve sfociare in un documento formale; - vi è la figura del rappresentante della sicurezza per i lavoratori: viene eletto a livello territoriale, aziendale e in ogni sito produttivo. Ha il compito di controllare che tutta la normativa in materia di sicurezza venga rispettata. L'art. 2087 fa cenno anche all'integrità morale del lavoratore. Vi è una fattispecie giuridica che fa riferimento ad uno stato di malessere psicofisico. Questa fattispecie

È il “Mobbing” che consiste in una serie di comportamenti reiterati nel tempo che sono vessatori nei confronti di una persona. Mobbing può essere di tipo verticale o orizzontale. Il primo è posto in essere dal datore di lavoro. Il secondo è posto in essere dai colleghi di lavoro ovvero ci si sente emarginato da un gruppo di lavoratori. Questa fattispecie non ha una legge specifica, fino ad oggi si è agito creando comitati contro il mobbinng. Vi è una norma a cui fare riferimento ovvero l’art. 2087 che parla di integrità morale, il datore di lavoro deve tutelare la stessa.

02/05/2018

OBBLIGAZIONI DEL DATORE DI LAVORO: OBBLIGO RETRIBUTIVO E OBBLIGO DI SICUREZZA

  1. OBBLIGO RETRIBUTIVO: art 36 cost recita che la retribuzione deve essere proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, e deve essere tale da garantire esistenza libera e dignitosa al lavoratore e alla sua famiglia; è un articolo emblematico
inumani e sfruttamento del lavoratore. La retribuzione è un elemento fondamentale del rapporto di lavoro. Essa rappresenta la controprestazione economica che il datore di lavoro deve corrispondere al lavoratore per il lavoro svolto. La retribuzione è disciplinata dal diritto del lavoro e rientra nella sfera pubblicistica, in quanto tutela i diritti civili dei lavoratori. La normativa sulla retribuzione è stata immediatamente applicata non appena la Costituzione è stata promulgata. Essa non può essere oggetto di contrattazione con la controparte, poiché ciò comporterebbe l'invalidità del rapporto di lavoro ai sensi dell'articolo 2113 del codice civile. La retribuzione può assumere diverse forme. Una prima suddivisione può essere fatta tra retribuzione a tempo e retribuzione a cottimo. La retribuzione a tempo è commisurata al tempo lavorato e può essere denominata salario o stipendio. La retribuzione a cottimo, invece, è commisurata al risultato ottenuto. Tuttavia, è importante sottolineare che la forma pura del cottimo è poco diffusa. Più comunemente si utilizza la forma del cottimo misto, in cui il lavoratore riceve una paga fissa integrata da un surplus commisurato al risultato ottenuto. La normativa (articolo 2100 del codice civile) è necessaria per evitare ritmi lavorativi inumani e lo sfruttamento del lavoratore.

eccessivi e unconseguente sfruttamento.

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A.A. 2019-2020
48 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/07 Diritto del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher virginiaricci di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto del lavoro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Catalini Paola.