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L’apertura di credito
L’apertura di credito è la prima e la più frequente forma di
concessione di credito. L’apertura di credito è un contratto
nominato (è previsto dentro ai contratti bancari del codice civile).
Sull’apertura di credito vedremo che interagiscono 2 normative di
carattere primario e una normativa di carattere secondario; le 2
sono una del codice civile (che adesso vedremo) e una che si trova
nel TUB, dove ci sono delle norme che parlano dell’apertura di
credito. La normativa secondaria è quella invece introdotta dalla 36
banca d’Italia in termini di trasparenza e in esecuzione di quella
normativa di carattere primario che è inserita nel TUB.
L’apertura di credito bancario è quel contratto in cui la banca si
impegna a tenere a disposizione una somma di denaro; e la somma
di denaro di cui la banca si impegna a tenere a disposizione
volgarmente si chiama “fido”.
L’apertura di credito è un contratto consensuale. E se noi non
avessimo le disponibilità sul c/c per dare istruzioni alla banca di fare
certi pagamenti, ma all’interno del fido che ci dà alla banca, noi
possiamo disporre e la banca dà corso dando esecuzione
all’impegno che ha assunto.
L’apertura di credito è un contratto a tempo indeterminato; quindi
sia il cliente che la banca possono recedere in qualsiasi momento
con un preavviso. Quindi, se il cliente ci ha dato questa apertura di
credito a tempo indeterminato, fintanto che non ci dica che recede
e subordinatamente al fatto che ci siano i presupposti che
legittimino il recesso, noi sappiamo che abbiamo la facoltà di
utilizzare quelle somme che la banca si è impegnata a mettere a
disposizione; se invece l’apertura di credito fosse a tempo
determinato (a scadenza), allora finché c’è il contratto è come
abbiamo appena detto, ma nel momento in cui scade il termine
allora il cliente non ha più il diritto di utilizzare quelle somme che la
banca si era impegnata a tenere a disposizione per l’arco temporale
che è scaduto e parallelamente la banca non è più tenuta a tenere
a disposizione e dare esecuzione su una disponibilità che non c’è
più; e a questo punto succede che scade l’apertura di credito e, se il
cliente è creditore della banca può cessare l’apertura di credito e
permane il contratto di c/c, ma se il cliente fosse debitore allora
scadendo l’apertura del credito la banca chiede il rimborso e se il
cliente non paga allora la banca si rivolge a eventuali garanti che
hanno assistito all’apertura di credito.
Detto ciò, l’apertura di credito può essere a tempo
determinato o a tempo indeterminato; ma l’apertura di
credito può essere anche garantita (se ci sono delle
garanzie, che vedremo più avanti) o non garantita (spesso
sentiremo usare il termine “chirografaria”, che è l’opposto 37
di garantita). Ma l’apertura di credito può essere anche in
c/c o non in c/c (la cosiddetta “apertura di credito
semplice”). Quindi è vero che l’apertura di credito della
stragrande maggioranza dei casi è regolata in c/c, ma non è
obbligatorio che sia regolata in c/c. E se non è regolata in c/c si
chiama “apertura di credito semplice”; l’apertura di credito
semplice in realtà si distingue anche da quella “rotativa”!!
Nell’apertura di credito semplice significa che il credito può essere
utilizzato in una o più volte, ma non viene ripristinato! Mentre nella
forma rotativa si ripristina con i versamenti che successivamente
noi dovremmo fare.
ESEMPIO: se io dò a tizio un’apertura di credito semplice di 10.000€,
vuol dire che tizio può utilizzare in un colpo solo i 10.000€ oppure
che lo utilizzi in 3 volte. Fatto questo, tizio ha un debito di 10.000€
da restituire. E non è un’operazione in c/c.
Invece quella rotativa significa che se l’apertura di credito è rotativa
ed è di 10.000€, si può utilizzare tutta subito o in parte, ma ogni
qualvolta che viene fatto un versamento, per il differenziale tra il
saldo e la linea del fido massimo, si è ricreata un ulteriore
possibilità di utilizzo!
Detto tutto ciò, sull’apertura di credito la banca si fa pagare
gli interessi!! Mentre sul c/c, dove non c’è l’apertura di credito,
normalmente la banca paga gli interessi, sull’apertura di credito la
banca si fa pagare gli interessi! Se l’obbligazione è “tenere a
disposizione del cliente”, allora la banca ricava
fondamentalmente sull’apertura di credito 2 voci diverse:
gli interessi sugli utilizzi (la parte utilizzata) e, da circa 4
anni a questa parte, una commissione sugli affidamenti (che
remunera il costo della raccolta ove non venisse utilizzata)
che non può superare però il 2% annuo. Questa commissione
sugli affidamenti è quella che noi troviamo all’art.117 del TUB e
questa commissione dev’essere una commissione
onnicomprensiva!! “Onnicomprensiva” significa che la banca può
chiedere al cliente, a fronte dell’apertura di credito, un'unica 38
commissione che remuneri l’obbligo di tenere a disposizione a
fronte del quale c’è un precedente onere di avere la liquidità.
Quindi, i ricavi della banca o i costi del cliente che hanno
un’apertura di credito sono dati dagli interessi sugli utilizzi al tasso
che viene pattuito e sulla commissione sugli affidamenti (che si
applica solo alle operazioni dell’apertura del credito)!! La banca per
dare i crediti alla clientela deve raccogliere il denaro; per
raccogliere il denaro ha sicuramente una voce di costo. Questo
denaro raccolto viene utilizzato per fare i prestiti; siccome i prestiti,
nella stragrande maggioranza, sono sotto forma di apertura del
credito e l’apertura del credito mette il cliente della banca nelle
condizioni di utilizzare, la banca ottiene una commissione
onnicomprensiva sull’affidamento che deve remunerare il costo
della raccolta. Quindi qui avremmo solo una commissione
sull’affidamento parametrata all’entità del fido (alla sua durata) e
non pesa più dello 0.50 trimestrale.
Se il contratto non dice diversamente, l’apertura di credito è di tipo
rotativo!! Durante la vita del contratto, in presenza di un utilizzo, la
banca è creditrice, maturano quindi gli interessi e la banca non lo
può chiedere fino a quando non si arrivi alla scadenza del contratto
o al recesso da parte della banca! Quindi è il maturare del
termine o il recesso che fa scadere il debito del cliente. E
solo il debito scaduto può essere giudizialmente indietro. Quando
noi compriamo dalla banca del denaro, lo dobbiamo rimborsare
quando vogliamo (non quando la banca vuole); non esistono
aperture di credito a vista!
L’apertura di credito semplice ci dice in sostanza “sto alla finestra e
aspetto la scadenza”. Nell’apertura di credito rotativa, quando
riversiamo e poi riutilizziamo, che indicatori potremmo ricavare che
con l’apertura di credito semplice non riusciremmo a fare? Si riesce
a tenere sotto controllo quello che il debitore fa con il denaro.
Mentre un privato (e lo vedremo più avanti) potrebbe non aver
bisogno dell’apertura di credito e se ne ha bisogno lo ha per importi
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veramente piccoli in quanto ci sono altre forme di prestito più
adatte, per l’impresa l’apertura di credito è irrinunciabile (si
chiama anche “elasticità di cassa”)!! L’apertura di credito
come può essere utilizzata?
C’è il tema del recesso (che studieremo nella trasparenza) e c’è il
tema degli utilizzi dell’apertura di credito. Se è in c/c, è utilizzabile
come viene utilizzato il c/c. Può essere utilizzata con ulteriore
modalità?
Si! I pagamenti commerciali normalmente avvengono tramite
Ri.Ba.!! O, in genere, altri strumenti (più vecchi) come le cambiali,
le ricevute cartacee, le ricevute elettroniche, ecc. ma in sostanza è
tutto ciò che ruota attorno allo smobilizzo dei crediti!!!! Quindi,
l’impresa incassa e paga i fornitori e i clienti normalmente tramite
gli strumenti del credito commerciale (che per semplificazione
prendiamo le Ri.Ba.). E questi sono crediti tra gli imprenditori che
svolgono fasi diverse della loro attività economica (dal grossista si
passa a chi fa la trasformazione e poi a chi fa la vendita e infine al
cliente)! E quindi il credito commerciale poggia su crediti (prestiti
alla clientela) e debiti (raccolta dai clienti).
La clientela della banca (che chiede credito) viene tradizionalmente
divisa in 2 grandi categorie: privati e imprese, o meglio (in modo più
“figo”) corporate e retail. In realtà abbiamo imprese e famiglie;
imprese inteso come soggetti che comprano e vendono in
un’attività d’impresa e famiglie come soggetti che consumano. Se
l’impresa produce e le famiglie non consumano, c’è un momento di
crisi economica. Il PIL di un paese è dato dalla produzione di beni e
servizi e chi produce beni e servizi sono le imprese. E la banca, che
intermedia il denaro, deve in qualche modo intermediare crediti e
debiti delle imprese!! E dopo magari finanzia anche le famiglie, le
quali attraverso i finanziamenti consumano e innescano il famoso
circolo economico che permette, attraverso la circolazione di beni e
servizi, la produzione della ricchezza nazionale (il PIL). Se la banca
intermedia crediti e debiti, lo fa con delle forme tecniche di credito
particolari che sono destinate alle imprese (coloro che hanno crediti
e debiti d’impresa)! E qual è la forma tecnica? L’apertura di credito
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utilizzabile per smobilizzo di crediti commerciali!! E cosa vuol dire
“smobilizzare”?
Significa che quello che anticipa l’incasso è la banca! Quindi le
imprese creditrici possono anticipare gli incassi fornendole quindi di
flussi di liquidità che diversamente non avrebbero in quanto
un’impresa commerciale in funzionamento continua a comprare e a
vendere e così via.
Lo smobilizzo di crediti: i dettagli
Questo smobilizzo di crediti può avvenire secondo 2 modalità che
prevedono: o la cessione del credito (quindi il cliente della banca
che si fa finanziare lo smobilizzo del credito, cede il credito alla
banca in cambio dell’anticipazione) oppure conferisce alla banca il
mandato all&rsq