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PROSEGUIMENTO DELLA RISPOSTA
Il contrasto fra l’impiego ufficiale di concetti classici e la realtà effettiva di scopi e metodi di tipo
rivoluzionari si è andato acuendo sempre più.
E’ giusto , quindi , continuare con la riflessione su questa sfida e tentare di dare una risposta. Ma
come si può giungere a ciò visto che l’epoca dei grandi sistemi è ormai superata?
Quando ebbe inizio l’avvio dello Stato europeo , 300 anni fa , nacquero sistemi di pensiero
può fare solo una analisi storica
dominanti , ma oggi questi non esistono più per cui si
Jus publicum europaeum
retrospettiva che rifletta la grande epoca del e dei suoi concetti di Stato ,
Der Nomos der Erde
di guerra e di nemico (Schmitt tenta di fare ciò nel suo libro – 1950).
L’altra possibilità (opposta) è un salto nell’aforisma che però , ad un giurista come Schmitt , risulta
impossibile fare. ἁφορισμός, definizi
Un aforisma o aforismo (dal greco one) è una breve frase che condensa - similmente
alle antiche locuzioni latine - un principio specifico o un più generale sapere filosofico o morale.
Aforisma: una verità detta in poche parole
La cosa importante , nel dilemma fra sistema ed aforisma , è non perdere di vista il fenomeno e
verificare i problemi posti sempre da nuove situazioni , in base a criteri propri. corollari.
In tal modo è possibile conoscere sempre meglio il fenomeno e costruire una serie di
In questo scritto , Schmitt , prende in considerazione solo una categoria di corollari : quelli che
consentono uno sguardo sulle relazioni esistenti all’interno di un campo concettuale.
I corollari delimitano un campo in cui i concetti si informano reciprocamente in base alla
posizione occupata in esso.
Questa considerazione è utile allo scopo didattico del libro di Schmitt.
La ristampa di questo testo nel 1932 doveva essere presentata senza modifiche e con tutte le sue
carenze.
La carenza principale consiste nel fatto che i diversi tipi di nemico – convenzionale, reale o
assoluto – non sono distinti tra loro in modo chiaro e preciso.
Ci hanno pensato IULIEN FREUND (Università di Strasburgo) e GEORGE SCHWAB ( Columbia
University) a richiamare l’autore (Schmitt ) sulle carenze del suo testo.
Comunque tale discussione prosegue e produce certamente un reale progresso nella conoscenza,
infatti i nuovi metodi di guerra contemporanea costringono ad una continua riflessione sul
fenomeno dell’OSTILITA’ ( es. di tale riflessione sono il saggio sulla Theorie des Partisanen , oppure
le riflessioni sulla guerra fredda ).
Nell’odierna guerra partigiana ( guerra cino-giapponese dal 1932 ; seconda guerra mondiale e
due tipi del tutto diversi di
guerra in Indocina dopo il 1945 ) coesistono due processi opposti ,
guerra e di ostilità :
quello dell’opposizione autoctona , della difesa che la popolazione oppone all’invasore
quello rappresentato dall’appoggio e dal rafforzamento di questa opposizione da parte di terze
potenze interessate e agenti a livello mondiale.
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Il partigiano , dapprima considerato ( secondo la concezione classica di conduzione della guerra)
una figura un semplice “irregolare” quasi marginale , è diventato nel frattempo una figura centrale
, una figura “chiave” nella guerra rivoluzionaria mondiale.
E’ interessante la massima classica dell’esercito prussiano che sperava di sconfiggere i partigiani
“….la truppa combatte il nemico , i ladri vengono sbrigati dalla polizia…”
GUERRA FREDDA
Anche nell’altro tipo di guerra contemporanea , la cosiddetta , non funzionano
più gli schemi concettuali tradizionali relativi alla delimitazione ed alla regolamentazione della
guerra.
La guerra fredda ignora e si beffa di tutte le distinzioni classiche di guerra e pace e neutralità , di
conserva solo la
politica ed economia , di militare e civile , di combattenti e non combattenti e
distinzione tra amico e nemico. Foe Enemy
Oggi accanto all’antico termine inglese (nemico) viene usato quello di (nemico) e non è
possibile sospendere la riflessione su questo termine e sulla distinzione tra amico e nemico in
questa epoca in cui vengono prodotti mezzi di distruzione nucleare e si tende a cancellare la
distinzione tra guerra e pace.
La ristampa di questo lavoro non ha la pretesa di trattare in modo esaustivo tali problematiche .
CARL SCHMITT
Marzo 1963
30 IL CONCETTO DI POLITICO (1932)
1° corollario
1. Stato è lo politico di un
Status
Il concetto di Stato presuppone quello di ‘politico’ , in altre parole
popolo organizzato su di un territorio chiuso.
Ma questa è semplicemente una descrizione e non una definizione concettuale di Stato.
L’essenza dello Stato può essere : una macchina o un organismo , una persona o una istituzione ,
una società o una comunità , un’azienda o un alveare o anche una “ serie fondamentale di
procedure”. Ma tutte queste definizioni e modelli anticipano troppo l’interpretazione e
l’attribuzione di un significato nonché la costruzione di un concetto e , quindi non possono essere
il punto di partenza di questa trattazione che vuole essere semplice ed elementare.
Stato
Se si parte dal dato storico ed etimologico , lo è una situazione di un popolo e costituisce
status
perciò lo esclusivo di fronte ai molti possibili status individuali e collettivi.
status e popolo
Tutti i caratteri di questa definizione – – acquistano il loro significato grazie
all’ulteriore carattere del ‘politico’ e diventano davvero comprensibili solo se non viene fraintesa
l’essenza del ‘POLITICO’.
Non esistono definizioni chiare del ‘politico’; spesso il termine è utilizzato con accezione negativa
in contrapposizione ad altri concetti o in antitesi come “politica ed economia” , “politica e diritto” ,
“politica e diritto civile* ”.
la contrapposizione tra diritto e politica si confonde facilmente con quella tra diritto privato
e diritto pubblico…..(vedi nota pag.102 libro)
Spesso , attraverso contrapposizioni negative ( talvolta polemiche ) , può venir chiarito un
concetto in maniera chiara anche se ciò non porta alla definizione del concetto specifico.
In generale “politico” viene assimilato a “statale” o riferito a “Stato”. Si crea un circolo vizioso in
cui lo Stato appare come qualcosa di politico e il politico come qualcosa di statale.
Nella letteratura giuridica specializzata si trovano molte descrizioni di “politico” le quali spesso
hanno un significato polemico-politico , altrimenti se ne può capire il senso solo sotto l’aspetto
tecnico-pratico di una decisione di tipo giuridico o amministrativa di singoli casi.
Quindi , queste descrizioni , partono dal presupposto , non problematico , di uno Stato già
esistente nel cui ambito si muovono. Ad es. sul concetto di “unione politica” esiste sia una
giurisprudenza che una letteratura cosi come sul concetto di “assemblea politica” in diritto
d’associazione. Cosi come nel diritto amministrativo francese si è tentato di introdurre un
concetto di “motivo politico” mediante il quale distinguere gli atti di governo “politici” dagli atti
amministrativi “non politici” e sottrarre i primi al controllo della giurisdizione amministrativa.
Queste definizioni , che rispondono ad esigenze di prassi giuridica non mirano a definizioni
“politico”,
generali di per cui esse durano , con il loro riferimento allo stato o allo statuale , finchè
lo Stato e le istituzioni statali vengono presupposte come qualcosa di stabile e di scontato.
“politico”
Anche le definizioni concettuali generali del che non contengono nient’altro che un
rimando allo Stato si possono comprendere e sono legittime sul piano scientifico fin quando lo
Stato è realmente una entità chiara , univoca ,determinata e si contrappone , perciò ai gruppi e
finchè , cioè lo Stato ha il monopolio del “politico”.
agli affari non statali , quindi “non politici” ;
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Ciò si verificava quando lo Stato o non riconosceva come controparte nessuna ‘società’ oppure si
situava come potere stabile e separato dalla “società”.
questa equiparazione di ‘statale’ e ‘politico’ è scorretta ed errata
In realtà perché in una società
organizzata democraticamente stato e società si compenetrano e gli affari statali diventano affari
sociali e viceversa. Quindi tutti i settori fino ad allora ‘neutrali’ – religione , cultura , educazione ,
economia – cessano di essere neutrali nel senso non-politici e non-statali. Stato
Concetto polemicamente contrapposto a tali ‘neutralizzazioni’ e’ spoliticizzazioni’ è quello di
totale tipico dell’identità fra Stato e Società , interessato a tutti i settori della realtà e
potenzialmente comprensivo di tutti. Quindi in esso tutto è politico , almeno virtualmente , e il
riferimento allo Stato non è più sufficiente a dare un carattere distintivo specifico al ‘politico’.
2.
Per giungere ad una definizione concettuale di ‘politico’ occorre fissare delle categorie
specificamente politiche.
Il ‘politico’ agisce in modo peculiare , secondo criteri propri , nei confronti dei diversi settori
concreti del pensiero e dell’azione umana; in particolare del settore morale , del settore estetico ,
del settore economico. Il concetto di ‘politico’ deve consistere in qualche distinzione di fondo al
quale si può ricondurre tutto l’agire politico in senso specifico.
Si assuma che
sul piano morale tra buono e cattivo;
la distinzione di fondo sia
sul piano estetico tra bello e brutto;
la distinzione sia
sul piano economico tra utile e dannoso
la distinzione sia ( oppure tra redditizio e non redditizio)
se esiste una distinzione specifica
Il problema è allora , come semplice criterio del ‘politico’ , ,
anche se non come le precedenti , ma anzi indipendenti da esse , autonoma e valida di per sé.
La distinzione politica alla quale si possono ricondurre le azioni e i motivi politici è proprio quella
Amico Nemico
di (Freund ) e (Feind). Questa distinzione non è una definizione esaustiva o una
spiegazione del contenuto di “POLITICO” ma offre una definizione concettuale , un criterio.
Questa definizione , che non deriva da altri criteri , corrisponde per la P