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FONTI INTERNAZIONALI E FONTI EUROPEE

La cost prevede l’art 10 che l’ordinamento nazionale si deve adattare automaticamente alle

Il trattato di Lisbona del 2009 anche la carta di nizza (CEDU - carta europea dei diritti

dell’uomo) è vincolante per tutti i paesi aderenti. Questi sono le tre fonti ORIGINARIE

dell’UE - TUE, TFUE e CEDU.

Accanto alle fonti originarie ci sono le fonti derivate. Si chiamano fonti derivate perché

possono esistere perché ci sono i trattati originarie, nel senso che la loro origine normativa

proviene dai trattati. Sono i trattati che disciplinano il procedimento di formazione di queste

fonti derivate e sono i trattati che disciplinano le materie in cui è competente l’unione

europea. le fonti derivate sono di 5 tipi:

- Regolamenti, è un atto a portata generale, cioè destinato a tutti gli stati membri. E’

obbligatorio in tutti i suoi elementi ed è direttamente applicabile in tutto il suo contenuto

agli stati membri. (lo stato non è tenuto a fare nulla perché quel regolamento deve essere

applicabile a prescindere dall’intervento dallo stato stesso - il che vuol dire che si deve

applicare nello stesso modo a tutti gli stati) - ART 288 del TFUE -

- Direttive, è un atto che può essere a portata generale o particolare (destinata solo ad

alcuni stati). La direttiva vincola lo stato membro al raggiungimento di un

determinato risultato, lascia però, allo stato membro, autonomia rispetto ai mezzi e alle

forme su come dare attuazione alla direttiva. L’ue utilizza le direttiva quando non ha una

competenza legislativa esclusiva su quella materia - quindi può parlarne ma non può

vincolare quel determinato stato (è la più utilizzata). -

- Decisioni, è una fonte che prevalentemente è particolare (si rivolge ad alcuni destinatari),

però è obbligatoria in tutti i suoi elementi. Si rivolge soprattutto a dei casi specifici.

- Pareri e Raccomandazioni, atti non obbligatori e non vincolanti. (anche se sarebbe

meglio seguirli)

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Se lo stato non si adegua alle direttive dell’unione , può incappare in sanzione o in casi più

gravi può comportare l’espulsione del paese dall’UE. Nei casi delle direttive, se lo stato non

le applica, la direttiva può diventare autoapplicativa e diventa quindi come se fosse un

regolamento.

GLI ORGANI DELL’UE

L’ue è composta da:

- parlamento europeo, organo legislativo ed i cittadini votano i suoi membri.

- commissione, organo esecutivo e di controllo che agisce in piena indipendenza e dura in

carica 5 anni. I membri vengono scelti dal presidente e dagli stati membri.

- consiglio europeo, organo di indirizzo politico, in cui risiedono i capi dello stato e i

ministri.

- consiglio, organo esecutivo e partecipa anche al procedimento legislativo ed è composto

da un rappresentate per ogni stato membro, ogni stato sceglie il proprio rappresentante.

- corte di giustizia, organo complesso perché contiene tribunale e corte di giustizia e si

occupa di materie giurisdizionali

- banca centrale europea (BCE), organo di controllo e vigilanza del sistema monetario e

finanziario europeo.

La procedura ordinaria per utilizzata per la maggior parte delle materie prevede l’iniziativa

della commissione e una doppia votazione da parte del parlamento e del consiglio. (simile a

una revisione costituzionale) Iniziativa della commissione il parlamento monocamerale

→ →

approva il testo lo manda al consiglio se il consiglio lo approva invia il testo al

parlamento il parlamento riapprova il testo = quindi una votazione in doppia lettura.

Se ci sono delle discordanze tra parlamento e consiglio entra in scena un comitato che

cerca di sistemare la controversia tra parlamento e consiglio.

La competenza esclusive dell’Ue sono le seguenti materie:

- politica - monetaria, perché è presente la moneta unica e vi è comunque un rapporto

continuo dal punto di visto finanziario fra i singoli mercati (quindi comprende anche chi

non ha adottato l’euro)

- mercato interno e unione doganale, nessuno stato membro può prevedere fra se e un

altro stato membro un dazio doganale.

Vi sono materie anche di competenze concorrenti in cui possono intervenire gli stati membri

e l’Ue. Sono molto più frequenti e di solito si opera con direttive. Secondo i seguenti principi:

- principio di sussidarietà verticale, prevede che la funzione amministrativa deve essere

svolta dallo stato. Cioè dove è possibile deve pensarci lo stato e solo in casi estremi

bisogna rivolgersi all’UE.

15/10

FONTI DI SECONDO GRADO DELL’ORDINAMENTO ITALIANO

Nelle fonti di secondo grado vi sono i:

REGOLAMENTI fonti extraordinem, perché sono fonti interne delle rispettive camere.

Facciamo riferimento al regolamento come atto tipico del potere esecutivo (quindi del

governo).

Pure essendo fonti di secondo grado, i regolamenti mantengono un requisito di generalità e

astrattezza. La stessa categoria del regolamento esecutivo è una categoria ancora oggi e

non pienamente accettata. E’ accettata dove rappresenta l’esercizio del potere esecutivo

mentre non lo è quando rappresenta una fonte autonoma del diritto. Secondo i

costituzionalisti il governo non può esercitare una funzione normativa di secondo grado,

perché finché si parla di un regolamento che attua tutele l’esecutivo, noi troveremo sempre

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la fonte di legittimazione in una legge, ma quando parliamo di regolamento come fonti

autonome del governo, noi parliamo di regolamenti che non hanno a monte una legge.

Il regolamento è una fonte del diritto introdotta nel 1926 con la legge nr. 100 (introdotta da

Mussolini) per dare maggiore autonomia al potere esecutivo. Quindi dando la possibilità al

governo oltre a emanare dei regolamenti che servissero a porre in esecuzione una legge

dello stato ma anche emanare regolamenti in materie che non fossero disciplinate da una

legge.

Ecco che questa disciplina rimasta in vigore fino all’entrata in vigore della legge 400/1988

perché la costituzione chiaramente non ha disciplinato nel dettaglio questo potere. I

regolamenti vengono citati soltanto una volta, ovvero nell’ art 87 Cost dove si elencano le

prerogative del presidente della Rep.

Il legislatore dell’88 all’art 17 coglie l’occasione per disciplinare i regolamenti del governo

(potere esecutivo) e individua 5 tipologie di regolamento (le prime tre servono a dare

esecuzione a una legge, mentre gli ultime due ):

- il regolamento di esecuzione, è il classico regolamento che serve a dare esecuzione ad

una legge. Quindi rientra pienamente nel potere esecutivo del governo. Questo

regolamento è un regolamento di principio e non immediatamente applicativo. Quando

diciamo che ha un carattere generale e astratto, ha bisogno di un’altra attività per poterlo

applicare.

- il regolamento di attuazione, la differenza tra il regolamento di esecuzione e attuazione,

il primo è quel regolamento che l’autorità amministrativa da fedele esecuzione a un

disposto normativo previsto da una determinata legge (esegue l’ordine come è stato

impartito) mentre il regolamento di attuazione da possibilità di manovra più ampia al

governo. Il governo decide con quali mezzi e come attuare la disposizione normativa.

- il regolamento di organizzazione, è un regolamento che trova la propria legittimazione

in una legge. Cercano di rendere più snella l’attività del ministero e di alleggerire le

procedure restando conformi. E’ quindi un regolamento che lascia al governo la possibilità

di organizzare nel migliore dei modi quella specifica amministrazione.

- il regolamento indipendente, è indipendente perché non dipende da una legge. Ma può

esistere? Secondo alcuni no perché secondo l’art 95 Cost si rimanda alla legge 400/1988

e serve a dare attuazione a tutti i principi che sono contenuti nell’art 95. La costituzione

dice che se in una determinata materia non vi è una riserva di legge non impedisce che il

governo la possa disciplinare con un proprio governo. Ma la corte cost introduce

un’ulteriore garanzia secondo la gerarchia delle fonti del diritto, in cui si basa che una

fonte di grado superiore si sostituisce a una fonte di grado inferiore, ciò quindi non

esclude che il parlamento possa emanare una legge che disciplina quella determinata

materia, e ciò significa che quella legge andrà a sostituirsi a quel determinato

regolamento del governo. Es la fecondazione assistita inizialmente ha trovato una sua

disciplina in un regolamento indipendente e che successivamente il parlamento ha

pensato di farlo emanando una legge apposita. - Il regolamento non va più bene quando

iniziato ad arrivare le sentenze della CEDU o altro…

- il regolamento delegato, l’art 17 della legge 400/1988 il parlamento può delegare al

governo la disciplina con regolamento di una determinata materia ponendo i principi di

carattere generale e indicando le norme di legge che debbano ritenersi abrogate dalle

entrate in vigore del regolamento governativo. serve ad avviare il processo di

deleficazione, significa che determinate materie troveranno la disciplina in un legge e poi

da un determinato momento troveranno disciplina in un regolamento. La delegificazione

parte sostanzialmente nel 1985, quando era presidente del consiglio Craxi e ritenne di

dover costituire una commissione parlamentare di indagine sulla delegificazione, vale a

dire sull’opportunità di prevedere disposizione su materie fino a quel momento trovavano

disciplina nella legge e poi che la ritrovarono in un regolametno. Quindi la legge approva

una regolamento del governo e autorizza il governo ad emanare un regolamento che si

sostituiti alla legge e di conseguenza abrogherà quelle norme di legge che avevano

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disciplinato quella legge. Ma qual’è il problema costituzione che si pone? Il problema della

gerarchia delle fonti del diritto. perché ci troveremo una fonte di secondo grado che ha

abrogato una fonte di primo grado. la corte dice che non c’è nessuna violazione del

principio della gerarchia, perché ad abrogare la legge non è il regolamento ma è la legge

del parlamento che da la delega al governo e indica anche quali disposizioni legislative

devono essere abrogate. La norma indica le disposizione legislative che debbono essere

abrogate in seguito all’entrata in vigore del regolamento e questo significa che il

presidente della repubblica non emana il regolamento e non entra in vigore, fino a quel

momento la legge è in vigore.

22/10 Bottari

Senato e camera devono

Dettagli
A.A. 2019-2020
30 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/08 Diritto costituzionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sofia.sangiorgi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Costituzionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Bottari Carlo.