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INDIVISIBILITÀ DELLA SOVRANITÀ
Principale caratteristica della sovranità è di essere una e indivisibile. Con questa espressione s'intende puntualizzare che, per quanto attiene a questioni riguardanti l'esistenza dello stato, non esistono altri poteri decisionali se non la sovranità stessa. Lo stato può delegare alcuni suoi poteri a enti locali o regionali, oppure a organismi di natura sovranazionale, senza tuttavia perdere la propria caratteristica sovrana. Lo stato federale, di cui gli Stati Uniti d'America rappresentano uno degli esempi più noti, riconosce il massimo di autonomia ai singoli stati della federazione in materie che non riguardano, per esempio, la politica estera e l'economia nazionale.
LA SOVRANITÀ POPOLARE
Con l'espressione "sovranità popolare" s'intende che il popolo è il titolare del potere politico supremo. Tale potere può essere esercitato, a seconda della
dal clero e dalla nobiltà. Secondo Hobbes, la sovranità risiede nel potere assoluto del sovrano, che ha il compito di garantire la pace e l'ordine nella società. Questa concezione autoritaria della sovranità è stata successivamente criticata e superata dalla teoria del contratto sociale di Jean-Jacques Rousseau, secondo cui la sovranità appartiene al popolo, che la delega al governo attraverso un contratto sociale. Questo governo rappresenta la volontà generale del popolo e ha il compito di tutelare i diritti e gli interessi di tutti i cittadini. La sovranità popolare è quindi la base della democrazia moderna, in cui il potere politico emana dal popolo e viene esercitato attraverso elezioni e rappresentanza politica.dall'aristocrazia locale e dal Parlamento. Essi imposero l'idea di una sovranità una e indivisibile. La dottrina della "sovranità del popolo" aveva invece origine medievale; riportata in auge dai pensatori protestanti tra il XVI e il XVII secolo, trovò la sua teorizzazione più compiuta nelle opere di Jean-Jacques Rousseau, divenendo in seguito il più importante fondamento della Dichiarazione d'indipendenza americana (1776) e della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (1789). Il principio democratico in costituzione Art. 1. Cost. L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Art. 39.3 Cost. È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica. Art. 49. Cost. Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti.Per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.
I diritti politici:
- Diritto di votare (Art. 48 Cost.)
- Diritto di essere votato (Art. 51 Cost.)
- Diritto di associarsi in partiti (Art. 49 Cost.)
- Diritto di petizione (Art. 50 - Richiesta avanzata ai massimi organi dello Stato da un congruo numero di cittadini elettori)
Cost. Art. 48.
Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. La legge stabilisce requisiti e modalità per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all'estero e ne assicura l'effettività. A tal fine è istituita una circoscrizione Estero per l'elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità.
civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile onei casi di indegnità morale indicati dalla legge. Art. 51. Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini. La legge può, per l'ammissione ai pubblici uffici e alle cariche elettive, parificare ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica. Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro. Art. 49. Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. Art. 50. Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporrecomuninecessità. Elezioni Procedura mediante la quale i membri di un'organizzazione o di una comunità scelgono la persona o le persone alle quali conferire cariche ufficiali. L'insieme dei cittadini aventi diritto di voto costituisce l'elettorato. L'elezione è a suffragio diretto quando il candidato a una carica viene votato dall'elettore senza intermediari (in Italia, l'elezione dei rappresentanti alla Camera e al Senato, dei sindaci ecc.); è a suffragio indiretto quando l'elettore designa un proprio rappresentante, che poi voterà il candidato alla carica in questione. Negli stati democratici attraverso le elezioni si attribuiscono incarichi politici (amministrativi, parlamentari, esecutivi) e alcuni ruoli nella magistratura; i due principali sistemi per distribuire i voti dell'elettorato sui candidati e sui loro partiti d'appartenenza sono il maggioritario e il proporzionale.
Sistema elettorale Sistema elettorale
Complesso di norme e di meccanismi che regolano le elezioni e danno forma allarappresentanza politica. Ogni sistema elettorale si compone di due elementi fondamentali: la ripartizione del corpo elettorale in suddivisioni territoriali, i collegi, e un meccanismo di trasformazione dei voti in seggi. I COLLEGI ELETTORALI I collegi elettorali possono essere uninominali se nel loro ambito si può eleggere un solo rappresentante; plurinominali se in essi è possibile eleggere più di un rappresentante. I collegi sono quasi sempre plurinominali. SISTEMA PROPORZIONALE E SISTEMA MAGGIORITARIO La formula elettorale che trasforma i voti in seggi può essere maggioritaria o proporzionale. Sistema proporzionale Nei sistemi elettorali proporzionali i seggi sono ripartiti fra tutti i partiti che partecipano alle elezioni in proporzione ai voti conseguiti al di sopra di una determinata quota minima (clausola di sbarramento). I sistemi proporzionali consentono anche alle forze politicheminori di eleggere propri rappresentanti. Il loro principale pregio consiste nel riflettere in modo sostanzialmente esatto in Parlamento il seguito di cui ciascun partito gode nel paese. Il loro punto debole sta nel favorire la frammentazione del quadro politico in una moltitudine di partiti e quindi nell'imporre la formazione di coalizioni spesso instabili, tendenti a esprimere solo governi deboli e di breve durata.
Sistema maggioritario
I sistemi elettorali maggioritari possono essere uninominali o plurinominali.
Nei sistemi maggioritari uninominali, il seggio viene attribuito solitamente al candidato che ha ottenuto la maggioranza relativa (inferiore al 50%) dei voti. I voti riportati dai candidati degli altri contrassegni elettorali rimangono del tutto inutilizzati. È il sistema prevalente in Inghilterra. Una variante importante è data dal sistema maggioritario uninominale a "doppio turno" alla francese. In questo caso, al primo turno vengono eletti i candidati che
Formattazione del testo
Hanno riportato una certa percentuale di voti (ad esempio il 51%); al secondo turno (ballottaggio), il candidato che ottiene più voti. La sfida, al secondo turno, è sempre bipolare. I partiti sono obbligati a concordare tra loro i ritiri che massimizzano le possibilità di vittoria dei candidati rimasti in lizza. I ritiri sono anche congegnati in modo da introdurre un correttivo al meccanismo maggioritario, riflettendo la forza politica dei rispettivi partiti.
Nei sistemi maggioritari plurinominali, la lista che ha riportato la maggioranza relativa dei voti ottiene la maggioranza assoluta dei seggi, oppure si aggiudica un "premio" (il "premio di maggioranza"), cioè un numero di seggi superiore a quello proporzionale al risultato conseguito. In generale, i sistemi maggioritari incoraggiano il raggruppamento delle forze politiche in due grandi partiti o coalizioni di partiti e favoriscono la formazione di maggioranze di governo più compatte.
deputati vengono assegnati tramite un sistema proporzionale, mentre il restante quarto dei seggi viene assegnato tramite un sistema maggioritario. Questo sistema misto è stato introdotto per cercare di garantire una maggiore stabilità governativa, ma ha portato anche a una frammentazione politica maggiore. Nel sistema proporzionale, i seggi vengono assegnati in base ai voti ottenuti dalle liste concorrenti. Le liste che superano una soglia di sbarramento (solitamente intorno al 4%) ottengono seggi proporzionalmente ai voti ottenuti. Questo sistema favorisce la rappresentanza di minoranze e partiti più piccoli, ma può portare a una frammentazione politica e a governi di coalizione instabili. Nel sistema maggioritario, invece, il seggio viene assegnato al candidato che ottiene la maggioranza dei voti in un determinato collegio uninominale. Questo sistema favorisce la formazione di governi più stabili, ma può penalizzare i partiti minori e limitare la rappresentanza delle diverse opinioni politiche. Il sistema elettorale italiano è stato oggetto di numerose riforme nel corso degli anni, con l'obiettivo di trovare un equilibrio tra rappresentanza proporzionale e stabilità governativa. Tuttavia, nonostante le modifiche apportate, il sistema elettorale italiano continua a essere oggetto di dibattito e critiche.deputati (475) sono attribuiti con il meccanismo maggioritario in altrettanti collegi uninominali mentre il quarto restante (155 seggi) è assegnato con il meccanismo proprozionale tra liste circoscrizionali concorrenti. È prevista per queste liste una clausola di sbarramento del 4%. Anche nell'elezione del Senato della repubblica (315 seggi) tre quarti dei seggi (232) sono assegnati con il metodo maggioritario uninominale e un quarto (83) con il riparto proporzionale; non vi sono liste circoscrizionali e il meccanismo di determinazione della quota proporzionale viene applicato su base regionale e non esiste alcuna clausola di sbarramento. Nell'elezione dei governi locali una legge del 1993 ha introdotto, oltre all'elezione diretta del sindaco e del presidente della Provincia, il doppio turno e un premio di maggioranza che garantisce al vincitore almeno il 60% dei seggi. Nel 1995 analoghi correttivi di tipo maggioritario sono stati introdotti anche per le elezioni
re distribuito tra rappresentanti eletti dal popolo. La rappresentanza politica si basa sul principio che i cittadini delegano il potere decisionale a un gruppo di individui che agiscono in loro nome e per il loro interesse. Questo sistema permette di gestire in modo efficiente le decisioni politiche in comunità di grandi dimensioni, consentendo ai cittadini di partecipare indirettamente al processo decisionale. La rappresentanza politica si realizza attraverso le elezioni, durante le quali i cittadini scelgono i propri rappresentanti tra una lista di candidati. I rappresentanti eletti hanno il compito di prendere decisioni politiche, elaborare leggi e rappresentare gli interessi dei cittadini che li hanno eletti. La rappresentanza politica è un elemento fondamentale della democrazia moderna, in quanto garantisce la partecipazione dei cittadini al processo decisionale e assicura che il potere sia esercitato in modo legittimo e responsabile.