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Codici e semplici leggi

L’esistenza di codici pone una questione: data la generalità delle materie trattate e la loro vocazione ad essere applicati in modo universale, questi codici non andrebbero considerati in modo diverso dalle semplici leggi? Questo atteggiamento può trovare giustificazione nella storia se è vero che si sono chiamate codici quelle leggi che pretendevano di esprimere il diritto comune europeo. Tuttavia non è mai accaduto che leggi nazionali siano state considerate come inferiori al diritto comune. Salvo il caso 17 in cui il legislatore si sia pronunciato espressamente in senso contrario, i codici non godono di nessuna preminenza nei confronti delle altre leggi. Per i giuristi codici e leggi sono sullo stesso piano.

Regolamenti e decreti

Oltre alle leggi, il diritto scritto comporta una moltitudine di regole provenienti da autorità diverse dal Parlamento. Queste regole e disposizioni possono dividersi in due grandi categorie. Alcune

Sono delle disposizioni prese nel quadro e in applicazione delle leggi; la loro esistenza e il loro moltiplicarsi non hanno sollevato alcun problema di ordine politico. E' evidente che in uno Stato moderno il legislatore non può produrre una regolamentazione esauriente e deve necessariamente rimettersi all'attività di autorità amministrative. Lo fa prevedendo regolamenti di applicazione e delegando le autorità amministrative ad emettere questi regolamenti. L'unico problema è quello relativo al controllo di queste autorità, esercitato al fine di garantire la supremazia della legge e la conformità ad essa delle disposizioni regolamentari. Questo controllo doveva essere esercitato da tutti i tribunali (Germania) oppure doveva essere riservato a certi organi giudiziari amministrativi speciali (Francia). Oggi esiste una nuova tendenza per i rapporti tra disposizioni legislative e atti regolamentari, partendo da una nuova

concezione del principio dellaseparazione dei poteri, poiché in diversi paesi si è avuta la sensazione che questo principio fosse erroneamente applicato. Inapparenza il potere legislativo era divenuto onnipotente e adempiva assai male al suo compito; il potere esecutivo, incaricato didirigere l’amministrazione, godeva di una autonomia molto larga. La Costituzione del 1598 in Francia ha dato corpo all’idea cheil Parlamento doveva avere soltanto i poteri che gli era possibile esercitare. Il dominio della legge è stato ristretto. Inoltre lanuova Costituzione francese ha riconosciuto, a favore del potere esecutivo, l’esistenza di un potere regolamentare nonsubordinato al precedente ma autonomo. Questo principio ha suscitato problemi poi risolti dal Consiglio costituzionale, ma haavuto il vantaggio di sottomettere al controllo del Consiglio di Stato delle regole che in precedenza sfuggivano a questocontrollo. Tale evoluzione non è avvenutanegli altri paesi. Nella Germania federale la legge fondamentale si oppone al riconoscimento di un potere regolamentare autonomo dal potere esecutivo e vieta la prassi dei decreti legge. Circolari amministrative Nei paesi della famiglia romano-germanica si fa una distinzione tra atti regolamentari, che pongono norme giuridiche, e le circolari amministrative, che indicano il modo in cui l'amministrazione interpreta e applica le norme giuridiche. Non esistono ricorsi per eccesso di potere contro le circolari, ma a volte disposizioni regolamentari possono insinuarsi nelle circolari stesse. Queste servono da tramite per fornire le istruzioni di servizio ai funzionari, che spesso non conoscono il diritto. I cittadini, attraverso il ricorso per eccesso di potere, possono imporre il rispetto della legge da parte dell'amministrazione. È sufficiente che una decisione amministrativa sia motivo di ricorso perché la sua irregolarità sia contestata davanti al giudice.sapere in quale misura la legge si impone all'amministrazione occorre che esistano organismi, procedure, condizioni politiche che permettano di imporre una condotta conforme al diritto e di correggere le illegalità. Così pure nei rapporti di diritto privato l'esistenza di buone regole non bastano, occorre che i cittadini siano informati ed abbiano la possibilità di far valere i loro diritti. I giuristi della famiglia romano-germanica prestano poca attenzione a queste circostanze poiché le ritengono di pertinenza della scienza dell'amministrazione. Stile delle leggi Per quanto concerne lo stile delle leggi, si contrappongono due tendenze: la tendenza a esprimersi nel modo il più possibile comprensibile dal popolo; la tendenza opposta, esprimere le norme giuridiche utilizzando una lingua tecnica il più possibile precisa. In tutti i paesi i giuristi sono divisi tra queste tendenze. L'opposizione tra il BGB da una parte e i codici

francese esvizzero dall'altra, manifesta l'ostacolo che può nascere dalla differenza delle tecniche legislative. Nella tecnica delle decisioni giudiziarie le posizioni sono invertite: le sentenze francesi tendono all'esoterismo mentre le sentenze germaniche sono più facili alla lettura.

Interpretazione delle leggi

È compito dell'autorità emanare la legge o il regolamento; la legge tuttavia non ha valore pratico se non nel modo in cui viene applicata. L'applicazione della legge suppone un processo di interpretazione la cui importanza è stata sottolineata dalla dottrina.

Nei diversi paesi della famiglia romano-germanica, gli autori hanno sostenuto i metodi più diversi, da un'interpretazione strettamente esegetica alle teorie della Scuola del diritto libero, passando per la Interessenjurisprudenz di Jhering e Heck in Germania e l'esortazione di Gény in Francia in favore della libera ricerca scientifica.

Tuttavia il legislatore non ha mai preteso di imporre un metodo di interpretazione. Di conseguenza tutto dipende dalla psicologia dei legislatori e degli interpreti e dalle correnti di pensiero. Il giudice, per evitare il rimprovero di arbitrio, dà la preferenza ad una interpretazione che rispetti l'intento del legislatore. Nella gran parte dei casi dunque compie un'interpretazione logica, se non grammaticale, della legge. Se lo esige la giustizia, tuttavia, egli trova il mezzo per liberarsi di ciò che gli crea imbarazzo attraverso diversi procedimenti. Apprezzamento dei fatti Ai giudici sono aperte grandi possibilità poiché spesso il legislatore fa uso di termini privi di precisione. Il giudice è chiamato in ogni fattispecie a valutare se le circostanze giustificano o meno l'applicazione delle norme di legge relative. Egli può infatti modificare le condizioni di applicazione della legge valutando gli elementi della fattispecie. Neipaesi della famiglia romano-germanica, i giudici non sono tenuti a seguire i punti di vista dei loro predecessori, perciò possono modificare profondamente le condizioni di applicazione del diritto. Poiché il legislatore ha utilizzato formule non precise, si può ritenere che abbia autorizzato una libera ricerca complementare intra legem. Tuttavia in certi casi le possibilità offerte ai giudici non sono state sufficienti; i tribunali hanno dovuto adottare decisioni giuste e liberarsi del precetto posto dal legislatore, inadatto alle nuove condizioni della società. Due metodi sono serviti a questo scopo. Significato nuovo dato ad un testo Un primo metodo consiste nel separare i testi di legge dal loro contesto storico. I vocaboli impiegati saranno interpretati, senza tener conto della loro origine storica e senza aver cura dell'intento degli autori, dando il significato che sembra soddisfare la giustizia. Perché le leggi in vigore in un paese

Per costituire un sistema coerente è necessario interpretare tutte le leggi con lo stesso spirito, senza vincolarsi alle circostanze in cui sono state promulgate. Inoltre, è particolarmente difficile individuare l'intenzione del legislatore. Nei diversi paesi, i giudici sono stati sensibili a questo argomento e continuano a dare importanza all'intento del legislatore; tuttavia, se tale intento deve essere ricercato al di fuori dei testi, i giudici non si sentono legati. Questo avviene anche nei paesi in cui un testo di legge prescrive ai giudici di interpretare le leggi secondo l'intento del legislatore (Austria, Italia).

Giurisprudenza francese

Trattando dell'interpretazione del Code Civil, durante il suo centenario, il primo presidente della Corte di Cassazione francese, Ballot-Beaupré, in un famoso discorso pronunciato nel 1904, ha ripudiato il metodo storico di interpretazione. A questo modo di vedere corrisponde lo spettacolare sviluppo

che si è avuto in Francia nel campo della responsabilità civile. Alcune parole del civil sono state arricchite dalla giurisprudenza di un senso nuovo; ci si è serviti di un frammento di frase per sviluppare all'estremo la responsabilità per danno causato alle cose. La giurisprudenza francese ha così posto rimedio alla passività del legislatore, che non era intervenuto a regolare i problemi nuovi. Una legge del 5 luglio 1985 prevede ora delle regole specifiche per assicurare la riparazione dei danni derivanti da incidenti automobilistici, ma la giurisprudenza in tema di responsabilità per il fatto delle cose resta applicabile al risarcimento dei danni causati da altri tipi di beni. Questo però non è indicativo dei metodi usuali della giurisprudenza francese. Quando l'intento del legislatore è chiaro e quando le circostanze non hanno creato un problema completamente nuovo, i giudici francesi tengono conto.

Dei lavori preparatori, come gli altri paesi della famiglia romano-germanica. Utilizzazione di formule generali. Giurisprudenza tedesca.

Per adattare il diritto a circostanze non previste dal legislatore può essere utilizzato un secondo metodo: invocare precetti di portata generale, enunciati dal legislatore, allo scopo di neutralizzare particolari disposizioni contenute nella legge. La giurisprudenza tedesca offre l'esempio migliore. Da quando il BGB è entrato in vigore, la Germania è stata scossa da violente crisi che hanno reso necessario un adattamento del diritto alle circostanze. La giurisprudenza ha dovuto spesso sostituirsi ad un legislatore troppo spesso carente, tuttavia ha esitato a dare alle disposizioni speciali del codice un'interpretazione forzata, manifestamente contraria alla volontà del legislatore. Quindi i tribunali tedeschi hanno continuato ad interpretare le disposizioni del BGB nel senso che gli avevano dato gli autori; ma quando

se n'è sentita la necessità, hanno fatto intervenire certi principi generali (Generalklansen) formulati dagli stessi redattori del BGB. Si è ricorso a questa pratica anche prima della guerra del 1914. Con riferimento all'esigenza di rispettare i buoni costumi, la suprema giurisprudenza tedesca (Reichsgericht) non ha avuto t
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Publisher
A.A. 2008-2009
24 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/02 Diritto privato comparato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto privato comparato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Scienze giuridiche Prof.