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La società per azioni nello stato assoluto
Con le compagnie delle indie si manifesta il fenomeno cui si darà il nome di "socializzazione del capitale". Se non nelle compagnie inglesi in cui la base azionaria è ristretta alle classi dei mercanti, degli aristocratici, la socializzazione del capitale assume proporzioni colossali nelle compagnie francesi e olandesi. I grandi mercanti olandesi sollecitano l'apporto di ricchezza ma non ne richiedono il consenso. Gli stessi profitti erano poco socializzati anche se l'OCTROI (concessione) prevedeva un diritto agli utili, un diritto al rimborso del capitale e un diritto di controllo. Nessuno di questi fu in pratica rispettato dagli amministratori: i dividendi furono pagati quando e come faceva comodo loro, il diritto al rimborso fu addirittura sospeso. Al modello olandese si contrappone un democratico modello inglese. Nella prima grande compagnia inglese, la EAST INDIA COMPANY, la sovranità apparteneva alla.collettività dei partecipanti, ogni partecipante poteva consultare i libri della compagnia, inoltre questi aveva diritto ad una ripartizione periodica degli utili e al rimborso del capitale in caso di liquidazione della società. Subito dopo la rivoluzione francese tutte le spa esistenti erano state sciolte perché considerate residuo di privilegi di concessione sovrana. Ma il provvedimento fu presto revocato, la spa si liberò da qualsiasi forma di privilegio e si trasformò in ordinario tipo di società al fianco delle snc e della società in accomandita. La grande impresa non era più un fenomeno eccezionale ma era diventata, grazie alla produzione di massa, un ordinario fenomeno dell'economia. La classe imprenditoriale chiedeva una trasformazione nel mondo del diritto, cioè che anche la spa diventasse un ordinario strumento giuridico. La trasformazione si attua con il CODICE COMMERCIALE FRANCESE (1807), in esso la spa si presenta comeUn comune tipo di società che si affianca a quelli preesistenti. La costituzione della spa richiede l'autorizzazione governativa; è il governo che di volta in volta si prende cura di accertare se l'iniziativa economica di costituzione della spa presenti un insufficiente grado di serietà. Gli interessi che il governo mira a proteggere sono da un lato gli interessi dei sottoscrittori delle azioni che rischiano di trovarsi a mani vuote, dall'altro gli interessi dei creditori che rischiano di non realizzare le proprie aspettative. Il controllo si esercita anche sui rapporti di potere interni alle società. Ciascun socio anche di minoranza era messo in condizione di intervenire sulla questione sociale e su ciascun affare della società. Nella seconda metà dell'800 il controllo è abbandonato e a questo si sostituisce l'auto-tutela degli stessi interessati. L'espressione "democrazia azionaria" è stata
coniata per rappresentare il modello ottocentesco di spa; questa esprime le analogie tra la costituzione dello stato e la costituzione della spa, tra la democrazia politica e quella economica. Sono analogie che derivano dal disegno strategico della borghesia dell'800, non è un caso che il processo di democratizzazione delle spa si verifichi parallelo all'allargamento del suffragio elettorale che determino l'avvento delle classi medie sulla scena politica. In questo disegno si riflette l'immagine di una borghesia che sta nel frattempo cominciando a cambiare in Italia come nel mondo: democrazia economica e politica inizieranno a regredire. La spa riassume forme di governo accentrate ed autoritarie, la socializzazione del capitale azionario rimane vicenda del passato insieme al controllo sociale della politica economica (le deliberazioni del c.d.a. sono segrete, il bilancio non dice nulla sulle scelte future, informa solo sulla gestione passata). Nel corso del XX sec.Risorse nella misura necessaria all'andamento delle funzioni pubbliche, in modo che queste potessero essere impegnate nelle private attività economiche. La politica liberale (tesa all'antistatalismo) si presta anzitutto nelle privatizzazioni. Lo stato liberale si attua con vendita e affitti di beni a imprese pubbliche di notevoli dimensioni. Ma il vero monumento giuridico è la costruzione dello stato come "stato di diritto" cui la borghesia pone mano con la dichiarazione dei diritti dell'uomo del 1889; questo si fonda sulla proclamazione della proprietà come diritto sacro ed inviolabile da parte dello stato che può espropriarlo solo quando lo esiga la pubblica necessità. La sovranità dello stato non è più illimitato potere, questo non può esercitarsi se non nelle forme previste dalla legge. Ma il disegno borghese presto svanì; si era infatti creata una opposta spinta che era
tesa all'accrescimento delle funzioni dello stato. La classe dirigente percepisce che l'azione pubblica era condizione necessaria dello sviluppo economico. L'impegno dello stato nelle imprese pubbliche si intensifica, il vantaggio che la classe imprenditoriale ne ricava sono gli ingenti lucri derivanti dall'appalto delle opere pubbliche, lo stato si era sostituito ai privati nella gestione di determinate imprese o settori della produzione. Questo carattere è messo in evidenza dalla statalizzazione delle ferrovie.
In seguito all'intervento pubblico nell'economia il diritto commerciale diventa diritto comune regolatore degli atti privati come dei pubblici operatori commerciali. Le numerose statalizzazioni che si realizzarono fino agli anni 30 determinano una profonda modificazione dell'organizzazione del pubblico potere in Italia. Lo stato non interviene più direttamente, interpone tra sé e la società civile una pluralità di
enti pubblici creati perché assolvano per suo conto specifici compiti di intervento sull'economia; tuttavia non conferendo loro la potestà d'imperio questi godono solo di capacità di diritto privato. La legge del 26 attribuisce agli enti la denominazione di enti pubblici economici. Il diritto pubblico non concorre più nella regolamentazione dell'attività di questi enti, la sua applicazione si arresta al rapporto tra stato e ente. Negli anni '20 si delinea un nuovo fenomeno: sorge la formula per la spa a partecipazione statale; questa formula sottrae al diritto pubblico e sottopone al diritto privato oltre che agli esterni rapporti d'impresa anche gli interni rapporti di organizzazione dell'ente che sono regolati in tutto e per tutto dalle norme del codice del commercio. Il potere economico dello stato è così interamente privatizzato. Alla natura pubblica dei soggetti non corrisponde più, quando questo agisce come soggetto economico,L'applicazione del diritto pubblico ma l'applicazione del diritto privato, quantunque il soggetto agisca per la realizzazione di un interesse generale.
CAP VIIIL'IMPRESA COME ATTO DI COMMERCIO
Il codice di commercio francese del 1808 è il primo ad introdurre il concetto di impresa, che si presenta sotto duplice aspetto:
- come concetto restrittivo che comprende solo l'attività economica inerente ai settori dell'industria e dei servizi con esclusione dell'attività commerciale, bancaria, assicurativa, agricola;
- come concetto subordinato all'atto di commercio comprensivo oltre che dell'attività d'impresa anche delle attività commerciale, bancaria, assicurativa, esclusa quella agricola.
Il concetto di impresa entra nel mondo giuridico per designare l'attività di intermediazione o di speculazione sul lavoro. Con l'incalzare del processo di industrializzazione, la figura dell'imprenditore appaltatore tende
adiventare marginale. Questa situazione lasciò immutato il sistema normativo: l’imprenditore resta giuridicamente un commerciante e l’impresa viene regolata se non sotto l’aspetto mercantile in relazione ai rapporti di scambio.
Una svolta nella concezione giuridica dell’impresa è attuata dal cod civ italiano del 1942; alla figura del commerciante come speculatore si sostituisce la figura dell’imprenditore inteso come produttore. Questa sostituzione aveva duplice valenza: da un lato si trattava di porre l’accento sull’aspetto socialmente utile dell’attività imprenditoriale, dall’altro di elaborare un concetto che fosse stato funzionale alle esigenze di un’economia controllata e valesse ad identificare i soggetti cioè i produttori cui applicare il sistema dei controlli. La funzione dell’impresa è anche funzione creativa di ricchezza e non soltanto intermediaria. La concezione classica
d'impresa sarebbe stata giudicata riduttiva, 1-sia perché consideral'imprenditore come il solo produttore e i lavoratori come meri strumenti e non come arteficidella produzione, 2-sia perché nega l'apporto dell'intera società alla creazione dellecondizioni per la produzione e per la formazione dei profitti. Si sarebbe così avvertital'esigenza di una nuova concezione capace di rivalutare la condizione del lavoratore e diestendere il sistema democratico al governo dell'economia. Un germe di questa nuovaconcezione emerge nella legge sul programma economico che poneva il principio secondocui si poteva richiedere alle associazioni industriali informazioni sui programmi di sviluppoe alle imprese di grandi dimensioni i loro programmi di investimento. A questo potere dirichiedere doveva ovviamente corrispondere un obbligo delle imprese di comunicare iprogrammi di investimento.
CAP IXLA NUOVA LEX MERCATORIA. I DIRITTI DELLA
SOCIETÀ POST-INDUSTRIALE.
Viviamo oggi nell'era post-industriale dove il numero degli addetti nell'industria risulta inferiore al numero degli addetti ai servizi.