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Associazioni temporanee di impresa

Esistono anche le associazioni temporanee di impresa, che esistono da molto tempo e sono funzionali a grandi opere di appalti, commesse per svolgere opere importanti anche per lo Stato e in caso in cui non abbia senso costituire una società funzionale a quello. L'aggregazione è limitata nel tempo e funzionale a una singola opera.

Anche se non costituiscono un autonomo soggetto, sono delle configurazioni tali da determinare importanti effetti giuridici sull'impegno della commessa in questione. Le principali vedono contratti in cui tutte le imprese si impegnano solidamente e congiuntamente, oppure la modalità secondo cui tutte le imprese si affidano alla impresa pilota che stabilisce tutte le competenze, le mansioni e pianifica e coordina le attività di tutte le altre imprese. In questo caso, muta il regime della responsabilità che è delle imprese per il pezzo di loro competenza e responsabilità solidale della sola pilota in caso di necessità.

inadempimento. Ogni impresa mantiene la propria autonomia ma in virtù di questo impregno la responsabilità può essere sia della singola impresa che di altre (della pilota) in base ai due casi citati.

joint venture, Aggregazione in senso stretto c’è anche nei contratti di che è un fenomeno importato dai paesi anglosassoni, non c’è disciplina speci ca nel nostro paese.

Sono aggregazioni legate allo sviluppo di una serie di attività che hanno una certa continuità nel tempo con attività che ricade sulla joint venture stessa.

Sono molto sviluppate nel settore della telecomunicazione, sono strumenti utili per unire strutture, apparati e organizzazioni per fruire una serie di benefici come servizi o di natura diversa.

Si parla di contratti di joint venture: all Incorporated joint venture.

Più frequente è la costituzione di vere e proprie società (incorporate joint venture), dove i soggetti conferiscono ad essa capitali.

E strumenti per fornire servizi e intrattenere rapporti con terzi. Non sono assimilabili alla aggregazione di imprese le imprese con partecipazione statale, 2549. Solo un imprenditore, l'associante il quale svolge l'attività di imprenditore sulla base delle proprie determinazioni, l'associato è un passeggero sul carro dell'associante che si compra il diritto di partecipare agli utili della attività di impresa dell'associante. Non c'è una aggregazione di impresa. Conclusivamente vediamo come l'impresa collettiva può essere un mondo molto variegato, noi ci occuperemo del fenomeno societario, non delle altre forme di imprese collettive non societarie (consorzi, associazioni, fondazioni ecc..).

A cura di Marta Chiarloneffiff fi fi fi fi ff fiLezione 8

Adesso dobbiamo entrare nel merito della disciplina che si applica all'imprenditore; qualunque statuto generale dell'imprenditore imprenditore è

Sottoposto allo statuto generale dell'imprenditore, quindi una serie di regole a cui deve sottostare. Quando egli svolge anche una attività commerciale è sottoposto a un ulteriore livello di regole inserite nello statuto speciale dell'imprenditore commerciale. Talvolta a queste discipline si applicano delle deroghe (ad esempio piccolo imprenditore, 2083) e possono non applicarsi una serie di regole o applicarne di più semplici.

Se si passa ai modelli organizzativi societari abbiamo tutta un'altra serie di regole in base al tipo di società che scegliamo nel momento in cui nasce, la disciplina può essere più o meno articolata ed è in ogni caso obbligatoria.

Anche nelle imprese pubbliche si applica la disciplina dell'imprenditore (e dell'imprenditore commerciale) ad esclusione delle regole sul fallimento.

Disciplina sullo statuto generale dell'imprenditore: sia esso agricolo o commerciale. Le regole che fanno parte di tale statuto sono individuabili in

insieme e sono regole che ineriscono all'attività dell'impresa:

Regole che disciplinano la concorrenza che è inerente all'attività dell'impresa:

  • Concorrenza sleale
  • Disciplina anti-trust sulla concorrenza sul mercato

Perché esistono questi due insiemi di regole sopracitati?

Inizialmente quando i mercati erano meno complessi la disciplina sulla concorrenza si concentrava sul comportamento che gli imprenditori dovevano rispettare quando concorrevano, il concetto era ricorrere a modalità fair (lealmente), se ti comporti in modo sleale potrai essere punito e ti sarà impedito di continuare, risarcendo il danno.

Accanto alla disciplina sulla concorrenza sleale si è sviluppata la disciplina anti-trust, che si è resa conto che gli obblighi potevano anche essere generati dalla posizione di forza sul mercato che si andavano a perdere con terzi imprenditori o con altri soggetti, acquisizioni perché ci si rendeva conto

che la concorrenza può funzionare in un contesto di mercato che non venga a subire alterazioni che possano pregiudicare il meccanismo del mercato. La disciplina anti-trust mira ad evitare comportamenti monopolistici o anti-concorrenziali.

Diritto anti-trust:

Classificazione delle fonti dalle quali si traggono le norme:

  • Fonti comunitarie: già dal trattato fondato dell'unione europea queste norme sono state previste, in questo trattato che ha ripreso una grande parte del trattato istitutivo, dall'art. 101 e seguenti troviamo intese e abusi di posizione dominante, la terza fattispecie inerente è nel regolamento 139/2004 che riguarda le concentrazioni. Le tre fattispecie sono le intese tra imprenditori, gli abusi di posizione dominante e le concentrazioni.
  • Fonti nazionali: queste stesse fattispecie sono trattate anche all'interno della legge italiana che si occupa del diritto della concorrenza, legge 287/1990.

Qual è l'ambito di applicazione della

Normativa comunitaria e quella della normativa italiana?

A cura di Marta Chiarlone

Il diritto comunitario trova applicazione ogni volta che il pregiudizio al commercio sia tra stati membri, diventa competenza del diritto italiano tutto quello che in via residuale non è regolato dal diritto comunitario.

Quando il diritto italiano trovasse applicazione l'interpretazione da dara alla sua disciplina, che è omogenea a quella comunitaria, si deve tenere conto dei principi dell'ordinamento comunitario, ispirandoci sempre a questi ultimi nell'applicazione della normativa italiana.

L'interprete italiano anche quando applica il diritto anti-trust italiano si deve ispirare ai principi comunitari. Ecco perché il diritto anti-trust è uno di quelli che a livello comunitario è certamente tra i più omogenei.

Nel diritto anti-trust rileva moltissimo il fenomeno economico, quando dobbiamo prevenire o reprimere il gioco della anti-concorrenza.

Dobbiamo sapere di cosa si tratta la concorrenza e tenere conto dellanozione di impresa ed imprenditore. Nel diritto anti-trust diventa rilevante come soggetto qualunque soggetto che opera sul mercato e che compie atti per il soddisfacimento di bisogni economici a prescindere dai requisiti del 2082, che sia imprenditore o che eserciti opera intellettuale. Dobbiamo tenere conto anche del fenomeno del gruppo di imprese, che è considerato come un' unica entità. Chi protegge il diritto anti-trust? - consumatori: Innanzitutto i consumatori beneficiano di un pieno regime di concorrenza, da un lato si abbassano i prezzi e aumenta la qualità dei beni e dei servizi immessi sul mercato o offerti dalle imprese. - imprenditori: Anche gli imprenditori sono beneficiari dal mercato concorrenziale, in quanto i loro investimenti, la qualità dei servizi che offrono e una politica di prezzi corretta è favorevole alla loro attività di imprenditore. - sviluppo economico: Anche lo sviluppo economico ha benefici dalla concorrenza.in diversi ambiti del diritto, compreso il diritto anti-trust. Un'intesa si verifica quando due o più imprese si accordano per limitare la concorrenza tra di loro. Questo accordo può riguardare la fissazione dei prezzi, la divisione dei mercati o altre pratiche che limitano la libera concorrenza. Le intese sono considerate illegali nel diritto anti-trust perché riducono la concorrenza e possono portare a prezzi più alti per i consumatori. Le autorità antitrust hanno il compito di individuare e sanzionare queste intese al fine di preservare la concorrenza nel mercato. Un esempio di intesa è il cartello del petrolio, in cui i produttori si accordano per limitare la produzione al fine di mantenere i prezzi elevati. Questo tipo di intesa è vietato dal diritto anti-trust perché danneggia i consumatori e limita la concorrenza nel settore petrolifero. Oltre alle intese, il diritto anti-trust si occupa anche di altre pratiche che possono limitare la concorrenza, come gli abusi di posizione dominante. Un'impresa ha una posizione dominante quando ha un potere di mercato tale da poter agire indipendentemente dalla concorrenza. Se un'impresa abusa di questa posizione dominante per limitare la concorrenza, può essere sanzionata dalle autorità antitrust. In conclusione, il diritto anti-trust si occupa di sanzionare le pratiche che limitano la concorrenza nel mercato. Questo è importante per garantire un sistema economico equo e favorire la creazione di nuova ricchezza.nel trattato sul funzionamento europea (art. 101) quanto nella legge anti-trust italiano 137/1990, le definizioni sono molto simili. La nozione che ha la portata più ampia è che è intesa qualsiasi forma di cooperazione tra imprenditori tanto che sia fondata su accordi o su pratica concordata o su ??? Accordi: possono essere su un documento scritto, che possono includere qualsiasi intendimento, ma non è necessario che sia contrattualizzato o scritto. La pratica concordata: comportamento coordinato che due o più imprenditori pongono in essere nella consapevolezza che esso alteri la concorrenza. Esempio: spesso si distingue in pratiche concordate (illegittime) e comportamenti paralleli (legittimi), immaginiamo che due imprese petrolifere aumentino prezzi tutte insieme, spesso si dice che questa è un'intesa ma potrebbe essere anche legittimo, come se più imprenditori di fronte a qualcosa che licolpiscereagissero tutti nello stesso molto, questo sarebbe naturale a parallelo (oltre che razionale) quindilegittimo. Immaginando una situazione in cui l'aumento avviene a prescindere dall'esistenza di uncomportamento razionale ma pecche c'è stato uno scambio di informazioni e l'imprenditore sa che iconcorrenti aumenteranno tutti i prezzi, anche egli sarà portato a farlo ma la base non è razionale, questo è illegittimo, in quanto pratica concordata, irrilevante che abbiano deciso insieme di alzare i prezzi o meno,ma solo perché uno lo fa in conseguenza degli altri.Per il fenomeno dell'anti-trust non si considerano solo imprese orizzontali ma talvolta le intese possonoessere anche verticali, ad esempio il produttore raggiunge una intesa con i distributori e questa ha une etto negativo sulla concorrenza, questo è parimenti illegittimo.Le intese sono sempre oggettivamente illegittime, laddove l'effetto è inequivocabile.anche
fattispecienuove
diventano illegittime. L’il
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Publisher
A.A. 2021-2022
68 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/04 Diritto commerciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marta4700 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto commerciale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Regoli Duccio.