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STATO PATRIMONIALE
Lo stato patrimoniale rappresenta in modo sintetico la composizione qualitativa e quantitativa del patrimonio della società nel giorno della chiusura dell'esercizio.
Lo stato patrimoniale deve essere redatto nella forma secondo lo schema rigido fissato a colonne, dall'art. 24.
Le voci dell'ATTIVO sono aggregate in 4 grandi categorie:
A. Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti
B. Immobilizzazioni, che comprendono gli elementi patrimoniali destinati ad essere utilizzati duramente dalla società.
Le immobilizzazioni sono a loro volta distinte in 3 sottocategorie:
B-I) Immobilizzazioni immateriali, quali diritti di brevetto o avviamento
B-II) Immobilizzazioni materiali, quali fabbricati o attrezzature industriali
B-III) Immobilizzazioni finanziarie, che comprendono partecipazioni azionarie, crediti, altri titoli quando siano destinati a permanere stabilmente nel patrimonio della società (altrimenti andrebbero indicati nell'Attivo
Circolante). Autore: Antonio "Azim" 150C. Attivo circolante, a sua volta distinto in:- C-I) Rimanenze, quali le rimanenze di materie prime, di prodotti in corso di lavorazione o di prodotti finiti e merci
- C-II) Crediti che non costituiscono immobilizzazioni
- C-III) Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni, fra le quali vanno inserite le partecipazioni, le azioni proprie e gli altri titoli di cui si prevede l'alienazione in tempi brevi
- C-IV) Disponibilità liquide, quali depositi bancari e denaro in cassa
- A. Patrimonio netto, che risulta composto dal capitale sociale nominale e dai diversi tipi di riserve.
capitale e delle riserve è aumentato degli utili portati a nuovo (utili di esercizio precedenti non distribuiti) e degli utili di esercizio risultanti dal conto economico. È invece diminuito delle eventuali perdite portate a nuovo delle perdite di esercizio. Si ottiene così il patrimonio netto della società. Ovviamente tutte queste voci non costituiscono vere e proprie passività e si iscrivono nella colonna del passivo solo per ragioni contabili (passivo ideale).
B. Fondi per rischi e oneri. Si tratta di accantonamenti destinati a coprire perdite o debiti certi o probabili.
C. Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato. L'importo del relativo fondo va calcolato in base agli anni di servizio maturati.
D. Debiti, distinti in ben 14 categorie
E. Ratei e risconti passivi
I ratei passivi sono costi di competenza dell'esercizio sopportati negli esercizi successivi. I risconti attivi sono invece proventi percepiti nell'esercizio ma di competenza
di esercizi successivi. conti d'ordine. In calce allo stato patrimoniale devono infine essere iscritti i cosiddetti. La loro funzione è quella di informare sull'esistenza di rischi ed impegni futuri che non incidono attualmente sulla consistenza del patrimonio sociale.
Autore: Antonio "Azim" 151
CONTO ECONOMICO
Mentre lo stato patrimoniale rappresenta la situazione patrimoniale e finanziaria della società al termine dell'esercizio, il conto economico espone il risultato economico dell'esercizio attraverso la rappresentazione dei costi e degli oneri sostenuti, nonché dei ricavi e degli altri proventi conseguiti nell'esercizio.
Il conto economico deve essere redatto in forma scalare con esposizione in unica sequenza fissata dei componenti positivi e negativi di reddito.
Questa struttura consente una migliore valutazione del risultato di esercizio, attraverso una serie di totali parziali che permettono di tener distinto il risultato della
specifici attività della società (utili o perdite della gestione ordinaria), da quello determinato da oneri e proventi di diversa natura (risultato della gestione finanziaria e risultato straordinario). A tal fine, il conto economico è articolato in 5 sezioni scalari. Valore della produzione 1. Nella prima sezione, denominata (lettera A), vanno indicati e sommati i ricavi di competenza dell'esercizio dell'attività produttiva tipica e le variazioni, positive o negative, delle relative rimanenze di magazzino. Costi della Produzione 2. Dal totale così ottenuto si sottraggono i costi (lettera B), fra i quali sono compresi gli ammortamenti, le svalutazioni e gli accantonamenti. Si ottiene così, per differenza, il risultato lordo della società. Proventi ed oneri 3. Nella terza sezione (lettera C) vanno iscritti e sommati algebricamente i proventi finanziari, quali i proventi derivanti da partecipazioni in altre società, gli interessi.economico, fornendo informazioni aggiuntive sulle politiche contabili adottate, sugli eventi significativi che hanno influenzato la situazione finanziaria dell'azienda e sulle prospettive future. La relazione sulla gestione, invece, fornisce una panoramica generale sull'andamento dell'azienda nel corso dell'esercizio, evidenziando i principali risultati ottenuti, le strategie adottate e le prospettive future. Entrambi i documenti sono fondamentali per comprendere appieno la situazione finanziaria e patrimoniale dell'azienda e per valutarne la sua capacità di generare valore nel lungo termine.economico. Fornisce pertanto una serie di informazioni integrative (criteri di valutazione, variazioni intervenute negli stessi) sulla situazione patrimoniale, sul risultato economico di esercizio nonché sui compensi di amministratori e sindaci, sulle azioni e sugli altri strumenti finanziari emessi dalla società. La relazione sulla gestione è un allegato esterno al bilancio che assolve una funzione di resoconto sulla gestione della società. Essa deve infatti illustrare la situazione della società e l'andamento della gestione "nel suo complesso, anche attraverso imprese controllate, con particolare riguardo ai costi, ai ricavi e agli investimenti". Autore: Antonio "Azim" 152 I criteri di valutazione La redazione del bilancio di esercizio comporta per molti cespiti patrimoniali il compimento di una serie di stime da parte degli amministratori, volte a determinarne il valore da iscrivere in bilancio. È questo un punto di estrema importanza, in quanto le scelte effettuate dagli amministratori possono influenzare significativamente la rappresentazione della situazione patrimoniale e del risultato economico della società. Per garantire la corretta rappresentazione della realtà economica e finanziaria della società, è necessario che i criteri di valutazione adottati siano coerenti, trasparenti e basati su principi contabili generalmente accettati. Inoltre, è fondamentale che tali criteri siano applicati in modo uniforme nel tempo, al fine di consentire una corretta comparabilità tra i bilanci di esercizio di diversi periodi. I criteri di valutazione possono riguardare diverse voci del bilancio, come ad esempio gli immobilizzazioni materiali e immateriali, le partecipazioni in altre società, i crediti e i debiti. Per ciascuna di queste voci, gli amministratori devono determinare il valore da attribuire in bilancio, tenendo conto di fattori come il costo storico, il valore di mercato o il valore attuale dei flussi di cassa attesi. È importante sottolineare che i criteri di valutazione adottati possono influenzare anche il risultato economico di esercizio, in quanto determinano l'ammontare dei ricavi e dei costi da rilevare nel periodo di riferimento. Ad esempio, la scelta di valutare gli immobilizzazioni materiali al costo storico o al valore di mercato può comportare differenze significative nel calcolo del risultato economico. In conclusione, i criteri di valutazione adottati nella redazione del bilancio di esercizio sono di fondamentale importanza per garantire la corretta rappresentazione della situazione patrimoniale e del risultato economico della società. Essi devono essere scelti con attenzione dagli amministratori, tenendo conto dei principi contabili generalmente accettati e delle specificità del settore di attività della società.delicatezza e importanza per la corretta determinazione del risultato economico dell'esercizio. Infatti, sopravvalutazioni arbitrarie delle attività o sottovalutazioni arbitrarie delle passività deprimono artificiosamente l'utile di esercizio o ridimensionano le perdite. Viceversa, sottovalutazioni delle attività e sopravvalutazioni delle passività deprimono l'utile dando luogo alla formazione delle "riserve occulte", cioè utili che la società ha conseguito ma che non risultano dal bilancio. Per evitare questi effetti distorsivi, il legislatore per un verso fissa i principi generali da osservare nelle valutazioni, ossia quello della prudenza e della continuità nei criteri di valutazione, mentre per altro verso determina dettagliatamente i criteri cui gli amministratori devono attenersi nelle valutazioni dei diversi cespiti. Vediamoli sinteticamente. Le immobilizzazioni di ogni tipo (immateriali, materiali e finanziarie) devono essere iscritte in bilancio al costo di acquisto o di produzione, al netto degli ammortamenti e delle svalutazioni. Le immobilizzazioni immateriali, come i brevetti o i marchi, devono essere valutate al costo di acquisizione o di produzione, mentre le immobilizzazioni materiali, come gli edifici o le macchine, devono essere valutate al costo di acquisto o di produzione diminuito degli ammortamenti. Le attività finanziarie, come le azioni o i titoli di debito, devono essere valutate al costo di acquisto o di emissione, al netto delle svalutazioni. Le immobilizzazioni in corso devono essere valutate al costo di produzione, mentre le immobilizzazioni finanziarie devono essere valutate al costo di acquisto o di emissione. Le rimanenze devono essere valutate al costo di acquisto o di produzione, al netto delle svalutazioni. Le attività finanziarie non immobilizzate devono essere valutate al costo di acquisto o di emissione, al netto delle svalutazioni. Le attività non finanziarie non immobilizzate devono essere valutate al costo di acquisto o di produzione, al netto delle svalutazioni. Le passività devono essere valutate al valore nominale o al valore attuale, se inferiore. In conclusione, la corretta valutazione delle attività e delle passività è fondamentale per ottenere un risultato economico veritiero e per evitare distorsioni nella presentazione dei conti aziendali.finanziarie) sono iscritte in bilancio al costo storico, vale a dire al costo di acquisto o di produzione, nel quale vanno computati anche i costi accessori (ad esempio spese di trasporto). Si tratta quindi di un valore quasi sempre notevolmente inferiore a quello attuale. Il valore delle immobilizzazioni materiali e immateriali, la cui utilizzazione è limitata nel tempo, deve essere inoltre sistematicamente ammortizzato attraverso la diretta riduzione del valore iscritto nell'attivo dello stato patrimoniale. Se il costo storico è il criterio base di valutazione delle immobilizzazioni, regole particolari sono tuttavia dettate per alcune di esse: Le immobilizzazioni finanziarie costituite da partecipazioni in imprese controllate e collegate possono essere valutate col metodo del patrimonio netto, ossia iscrivendo in bilancio un importo pari alla corrispondente quota del patrimonio netto della società partecipata. I costi di impianto, diricerca&sviluppo e di pubblicità possono essere iscritti nell’attivo solo• se hanno un’utilità pluriennale
L’avviamento può essere iscritto nell’attivo solo se acquistato a titolo oneroso• I crediti devono essere sempre valutati secondo il valore di prudente realizzo.
Se gli amministratori li ritengono di dubbia o difficile realizzazione, non possono essere iscritti in bilancio al valore nominale ma dovranno essere iscritti per la minor somma che si presume di poter realizzare.
I cespiti dell’attivo circolante diversi dai crediti – rimanenze, titoli e partecipazioni che non• costituiscono immobilizzazioni – devono essere iscritti al costo d’acquisto o di produzione oppure, se minore, al valore di realizzo desumibile dall’andamento del mercato.
Infine, l’attuale disciplina stabilisce anche i criteri di iscrizione in bilancio delle attività e• passività in valuta i cui
effetti non si sono ancora esauriti al termine dell’esercizio. Alriguardo sono dettati criteri diversi a seconda che si tratti di attività e passività noncostituenti immobilizzazioni oppure di attività che costituiscono immobilizzazioni.
Autore: Antonio “Azim” 153
Le prime vanno iscritte al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura dell’esercizio e ladifferenza rispetto al cambio del giorno di compimento dell’operazione darà luogo allaformazione di utili o perdite su cambi da imputare al conto economico.
Le immobilizzazioni in valuta devono invece essere iscritte al tasso di cambio del momentodel loro acquisto (cambio storico).
I criteri di valutazione esposti sono ispirati dal principio di prudenza e mirano ad evitare che gliamministratori sopravvalutino i relativi cespiti patrimoniali.
La stessa legge tuttavia impone di derogare ai criteri di valutazione in presenza di casi eccezionali.
In tal caso gli amministratori poss