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Storia del diritto commerciale
Il diritto commerciale è quel ramo dell'ordinamento che detta la disciplina degli imprenditori, dei loro atti e delle loro attività, dell'ambiente in cui operano: in breve, del mercato. Esso rappresenta la sintesi in continuo divenire tra i diversi interessi coinvolti. Tutta la storia del diritto commerciale testimonia una dialettica tra gli interessi dei produttori e dei mercanti, dei fornitori dei fattori della produzione.
Caratteristiche costanti nel tempo del diritto commerciale sono la specialità rispetto al diritto privato e la vocazione universale. Il diritto commerciale si caratterizza come speciale rispetto al diritto privato (tipicamente di carattere nazionale) e universale in quanto ha vocazione transnazionale. La specialità porta ad affermare il bisogno di regole particolari per la "business community" e per coloro che ne vengono a contatto, mentre l'universalità a rivendicare
unalegittimazione alternativa rispetto a quella statuale e a costruire regole che valgano a prescindere dalla specifica localizzazione dei rapporti, sia per agevolare quelli con i mercati esteri sia per cercare il luogo più conveniente per ogni fase del ciclo economico.
Il diritto commerciale nasce alla fine del XI secolo. Sono molteplici i fattori che portano alla ripresa degli scambi ancora in pieno periodo feudale, determinando anche una loro nuova connotazione, svincolata dal soddisfacimento dei bisogni di consumo (crescita popolazione, nuove tecnologie, situazione politica più stabile, ecc..). Si inizia così a vendere e comprare non per vivere, bensì per guadagnare.
Tuttavia, il quadro normativo non era adatto all'attività del mercante, in quanto miscela del diritto canonico e romano, entrambi finalizzati alla protezione conservativa della ricchezza e non alla sua accumulazione e circolazione al fine di ottenere un profitto. Vengono allora alla luce,
nell'ambito delle corporazioni in cui i mercanti sono inquadrati, esistono una serie di norme speciali di tipo privato. Le controversie tra mercanti vengono decise dagli organi interni della corporazione (i consoli) basandosi sugli usi normalmente seguiti dai mercanti. Le decisioni vengono poi raccolte e utilizzate per formare un corpo organico di diritto speciale, chiamato "lex mercatoria". Nell'epoca degli stati nazionali, che si sviluppa a partire dal XVI secolo, gli stati nazionali diventano il centro di regolamentazione del diritto commerciale, cercando di incorporare la regolamentazione mercantile all'interno delle loro leggi. Si instaura una collaborazione tra mercanti e potere regio: i mercanti conservano le loro regole speciali, ma l'applicazione di queste regole passa dalle corporazioni a tribunali di commercio speciali, formati dallo stesso stato. Con le grandi scoperte geografiche e le opportunità di sfruttamento che ne derivano, nascono le prime "società dicapitali” ele prime borse. Espressione di questo periodo sono le grandi compagnie delle Indie, costituite per concessione reale nei diversi paesi, el’ordinanza sul commercio e quella sul commercio marittimo prodotte da Luigi XIV, le quali mostrano l’alleanza tra il potere dello Stato e le forzeeconomiche.
- CODICI NAPOLEONICI > Viene confermata l’abolizione delle corporazioni e il code du commerce adotta il c.d. sistema oggettivo degli atti dicommercio: il diritto commerciale non si applica più in relazione allo status soggettivo delle parti (o di una di loro),ma in dipendenza dellanatura dell’atto compiuto (e tuttavia gli atti commerciali sono quelli compiuti dal commerciante nell’esercizio della sua attività, perciò non è unvero e proprio superamento). Tra il XVIII e il XIX secolo,abbiamo la c.d. Rivoluzione Industriale : il luogo privilegiato dell’accumulazione dellaricchezza non è più il commercio,
mantenere un sistema doppio, confonti e regole diverse per i rapporti civili e per quelli commerciali. Solo appena prima dell'emanazione la duplicità viene meno: nel 1942 viene promulgato un nuovo codice civile che assorbe in sé la materia commerciale, la quale rappresenta il nerbo dei libri IV (delle obbligazioni) e V (del lavoro, ove sono disciplinate impresa e società). L'unificazione è d'impronta nettamente commercialistica, perciò la classe imprenditoriale non rinuncia al suo diritto speciale, bensì ne ottiene la generalizzazione all'intera società. Tale codice sopravvive alla caduta del fascismo, con l'abrogazione solo di alcune norme di tipo programmatico-ideologico, in quanto la disciplina è legata a interessi economici che prescindono da una specifica forma di rappresentazione politica.
COSTITUZIONE = essa più che delineare in positivo un modello di sistema economico, esclude
l'adozione di una delle due forme estreme di mercato allora contrapposte, ovvero né economia pura di mercato, improntata unicamente al motto del laissez faire laisser passer, né economia socialista con collettivizzazione della proprietà dei mezzi di produzione. • ANNI DELLA REPUBBLICA E COMUNITÀ EUROPEA = anzitutto si assiste a un massiccio intervento pubblico nell'economia. La mano pubblica, attraverso un marcato protezionismo e assistenzialismo nei confronti della grande industria privata e tramite l'esercizio imprenditoriale diretto, ha consentito lo sviluppo di una realtà economica che ha raggiunto i primi posti nelle classifiche mondiali. Si assiste, però, a una stasi dell'attività legislativa interna, poiché fino alla mini-riforma delle s.p.a del 1974 non si avranno significative innovazioni nelle norme di diritto commerciale. E tuttavia, in tale periodo di inerzia, si ha un profondo cambiamento delsottoscritto a Roma il Trattato istitutivo delle Comunità europee, che ha introdotto le prime norme a tutela della concorrenza in Italia. Questo trattato prevede anche il potere del Consiglio europeo di emanare direttive per rendere equivalenti negli Stati membri le garanzie richieste alle società per proteggere gli interessi dei soci e dei terzi. Negli anni '90, a causa degli obblighi di adeguamento alla legislazione comunitaria e della perdita di legittimazione sociale e politica dell'intervento pubblico, insieme alla diminuzione delle risorse dello Stato, si è assistito all'emergere dei fenomeni di privatizzazione di molte imprese pubbliche, alla liberalizzazione di settori precedentemente riservati al monopolio pubblico e all'ammodernamento del quadro normativo dell'attività economica. È importante ricordare che nel 1990 è stataEmanata la legge antitrust e nel 1998 il Testo Unico Finanziario (TUF).- Dagli anni '80 sono state emanate numerose leggi a tutela dei consumatori e degli utenti di beni e servizi, oltre che degli operatori- economici più deboli. Nel 2003, dopo l'istituzione negli anni '90 del registro delle imprese (atteso per 50 anni), è approvata la riforma organica delle società di capitali e delle cooperative. Nel 2005 sono stati emanati i codici della proprietà industriale, del consumo e delle assicurazioni private, mentre nel 2007 è stata- completata la riforma organica delle procedure concorsuali.
LE PROSPETTIVE DEL DIRITTO COMMERCIALE
COMMERCIO INTERNAZIONALE
Non smette di perseguire l'obiettivo del superamento della territorialità del diritto. La globalizzazione dei mercati si coglie nel consapevole e progressivo abbandono, da parte degli Stati nazionali, della pretesa di regolare compiutamente l'economia in modo autonomo.
Dopo la tragica esperienza dei nazionalismi, è maturata la consapevolezza che condizione di una pace stabile e duratura è la realizzazione di una integrazione fra le nazioni che anche la libertà del commercio internazionale è in grado di assicurare. In particolare, dal punto di vista economico, lo sviluppo costante del sistema e dei profitti richiede che non vi siano ostacoli territoriali al libero scambio e alla libera allocazione della produzione, laddove vi siano le condizioni e i costi più favorevoli all'impresa. Inoltre, l'espansione dei mercati e la diffusione delle società dei consumi hanno favorito la crescita di soggetti economici del tutto svincolati dal legame con uno Stato (multinazionali), che aspirano a produrre e commerciare in un mercato senza frontiere.di vincoli all'autonomia negoziale, da minori costi per lo svolgimento dell'attività e da controlli più laschi. La libertà di stabilimento delle imprese in ambito comunitario, dove la disciplina dovrebbe essere più o meno uniforme, consente e incentiva tale concorrenza. Importante è ricordare come nell'evoluzione del diritto commerciale viene costruito, per i rapporti tra impresa e cliente (specie se consumatore), un corpus normativo legato allo stato soggettivo di quest'ultimo, al fine di ristabilire l'equilibrio tra l'imprenditore e il soggetto inesperto sul piano dell'informazione e degli assetti normativi del contratto. Un ruolo molto importante è, al riguardo, svolto dalle autorità indipendenti, a cui è affidato il compito di vigilare sulla correttezza e trasparenza di coloro che sono abilitati a operare sul mercato e di assicurare la parità delle "armi". Infine, la recentelegislazione sulla privacy, la normativa sulla pubblicità ingannevole e la tutela della formazione del consenso nei contratti con i consumatori, rispondono alle minacce alla riservatezza e alla libertà individuale provocate dai mezzi di comunicazione telematica al fine di acquisire informazioni sui consumatori (gusti, inclinazioni ecc.. ). L'EVOLUZIONE TECNOLOGICA si rapporta all'evoluzione del diritto.