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RIASCOLTARE LEZIONE.
10.05 lucrativo
-Lo scopo della società è ai sensi dell’art.2247, avviene la divisione
degli utili prodotti attraverso lo svolgimento della società. I beni prodotti
devono essere ceduti a un prezzo che determini profitti. Si tratta di uno scopo
egoistico in senso ampio cioè lucrativo. La nozione di società che stiamo
guardando è parziaria perché lo scopo di lucro è solo uno dei possibili scopi dei
fenomeni società. Esistono anche altri scopi diversi che condividono con lo
scopo lucrativo il fatto di essere scopi egoistici. Si persegue lo scopo di lucro
attraverso l’attività sociale la quale produce ricchezza e grazie alla quale si
ripartiscono gli utili.
mutualistico:
-Scopo variante dello scopo egoistico che è diversa dallo scopo
lucrativo, la società opera direttamente coi soci. I soci possono essere gli utenti
consumatori dei beni e servizi ceduti dalla società, i clienti della società sono i
soci medesimi. Beneficio egoistico: il socio paga beni e servizi meno di quanto
li pagherebbe se li comprasse direttamente dal mercato. Il socio ottiene di fatto
un risparmio di spesa perché paga meno rispetto al mercato. I soci possono
essere fornitori di fattori produttivi: il fattore lavoro, il lavoro che il socio dà
viene remunerato a un livello superiore rispetto alle remunerazioni che
avvengono sul mercato del lavoro. In questo caso il socio è un dipendente della
società. Il salario/stipendio è più alto che nel caso che prestasse la stessa
prestazione sul mercato del lavoro. Il socio beneficia di un’economia
rappresentata da un aumento della remunerazione per le prestazioni
lavorative. In definitiva vi è un incremento della ricchezza o risparmio della
spesa che il socio ottiene da contratti di acquisto o vendita di fattori produttivi.
Le società che perseguono lo scopo mutualistico sono le cooperative, che si
possono distinguere in due grandi categorie:
1. di consumo. Es. Coop vende ai soci prodotti a prezzo migliore del mercato,
es. cooperativa bancaria, i servizi bancari sono remunerati meglio che sul
mercato.
2. di lavoro. I dipendenti sono i soci medesimi della cooperativa, il lavoro è
remunerato di più rispetto al mercato del lavoro. Socio d’opera
precedentemente descritto conferisce lavoro e viene remunerato in seguito a
eventuali utili; il socio della cooperativa è invece dipendente. I dipendenti sono
normalmente soci. Es. cooperativa di muratori che ha come obiettivo la
costruzione di immobili, acquisisce la manodopera dai soci remunerandola con
salari più alti rispetto a quelli sul mercato del lavoro. Tutti i soci sono uguali tra
di loro: quando la società deve assumere decisioni il peso di ogni socio è
equivalente al peso di tutti gli altri soci, vi è principio democratico. Es.
cooperativa edile: l’obiettivo è produrre un bene che viene venduto ai soci a
condizioni più basse rispetto al mercato.
Modo in cui i soci possono conseguire un risparmio della spesa, i casi sono due,
a seconda del tipo di mercato con cui opera la cooperativa:
- Ipotesi di mercato costituito solo dai soci: regime di mutualità pura. La
più importante cooperativa di questo tipo in Italia è la Reale Mutua
Assicurazioni, per avere un servizio assicurativo della Reale Mutua devo
prima diventare socio. Il risparmio di spesa viene conseguito nel
momento in cui si instaura il rapporto contrattuale. La cooperativa
potrebbe applicare dei prezzi pari ai costi.
- Ipotesi di società che operano coi soci ma anche coi terzi: regime di
mutualità spuria. Il mercato è costituito da soci più terzi. Es. Coop, può
andare ad acquistare sia il socio che il non socio. Normalmente la Coop
non applica prezzi differenziati a soci e non soci bensì applica il prezzo di
mercato che è più alto dei costi produttivi e perciò carica un margine di
profitto. Questa parte non è tutta profitto, lo è solo quella derivante dalle
operazioni coi terzi. Il risparmio di spesa conseguito dal socio è realizzato
attraverso la tecnica del ristorno: restituzione di una parte del profitto
che inizialmente la cooperativa ha acquisito anche quando ha contrattato
coi soci, questa parte viene restituita ai soci con la chiusura
dell’’esercizio sociale in sede di redazione del bilancio. Ogni socio quanto
ristorno deve avere? Qual è la differenza tra ristorno e utile? Il ristorno
viene calcolato in base agli acquisti del socio alla società, più ha
acquistato più il ristorno sarà elevato. L’utile è diverso dal ristorno, è
commisurato in funzione direttamente proporzionale dei conferimenti, il
socio riceve l’utile anche senza che abbia acquistato.
-lo scopo mutualistico ha una variante. Quello di cui abbiamo parlato è
mutualistico consortile:
scopo mutualistico in senso stretto, c’è poi lo scopo
il socio persegue vantaggi con scambi con la società, il risparmio sulla spesa
è risparmio sui costi di produzione del socio. L’incremento del profitto va
visto sui ricavi di produzione del singolo socio. Aumentano i ricavi di
produzione e diminuiscono i costi di produzione, si ottiene un profitto. I soci
sono degli imprenditori, soggetti che svolgono autonomamente una propria
attività di impresa. Così realizzano economie di scala.
Esempio: distretto produttivo delle lenti per occhiali costituito da un certo
numero di imprese, possono costituire una società con l’obiettivo di svolgere
una o alcune fasi che ricorrono nelle imprese che si associano, si accentra
ad es. la fase di acquisto delle materie prime. L’acquisto di materie prime è
accentrato in capo alla società che le vende poi attribuendole alle imprese
secondo le specifiche esigenze. La società raccoglie l’ordine di tutte le
imprese. Come si realizza l’economia di scala: dipende dalla forza
contrattuale, la società ha forza contrattuale più alta sul mercato delle
materie prime rispetto alle singole imprese che agiscono in maniera
autonoma. Si ha risparmio quindi nei costi della produzione (pagano 100
invece di 120 ad esempio).
La fase accentrata può essere la vendita del prodotto finito, es. società del
Grana Padano accentra il prodotto finito, accentra cioè l’offerta. Qui
l’economia di scala si ottiene con una sorta di “monopolio” potendo imporre
un prezzo più alto. Realizzano un incremento dei rispettivi profitti. Potrebbe
formarsi un cartello: infatti la società del Grana Padano è stata sanzionata
più volte dall’antitrust. Le società che hanno uno scopo mutualistico
consortile, dove le imprese collaborano tra di loro, possono essere: una
cooperativa, di consumo, bancaria, di lavoro, di imprenditori); una società
consortile, dà forma ad un consorzio, il fine ultimo è incrementare le
economie delle imprese che costituiscono la società; un ente non societario
cd. consorzio, diverso da quello che abbiamo studiato precedentemente, si
differenzia perché consorzio con attività esterna, nasce da un contratto
associativo, è come se fosse distinto dalle imprese, consorzio del Grana
Padano è in questo senso consorzio, ente che opera sul lato della rivendita
del prodotto finito. Questo consorzio con attività esterna è disciplinato più o
meno con le stesse regole del consorzio con attività interna. Quello esterno
ha effetto di entificazione. C’è il gruppo dei consorziati e poi ci sono i
preposti al consorzio (amministratori). La differenza tra i due tipi di
consorzio (l’organizzazione è identica) sta nel fatto che il consorzio con
attività esterna essendo un ente è un centro di imputazione con autonomia
patrimoniale, ha un suo patrimonio e per i debiti del consorzio paga il
consorzio in via esclusiva (autonomia patrimoniale perfetta) e non è persona
giuridica (quindi è un altro caso in cui un ente pur non essendo persona
giuridica ha comunque autonomia patrimoniale perfetta).
Figure più recenti che possono essere utilizzate in alternativa al consorzio:
rete di imprese: decreto legge n.5/2009 art. 4-ter.
Con il contratto di rete più imprenditori perseguono lo scopo di accrescere,
individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la
propria competitività sul mercato e a tal fine si obbligano, sulla base di un
programma comune di rete, a collaborare in forme e in ambiti
predeterminati attinenti all'esercizio delle proprie imprese ovvero a
scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale,
tecnica o tecnologica ovvero ancora ad esercitare in comune una o più
attività rientranti nell'oggetto della propria impresa. Il contratto può anche
prevedere l'istituzione di un fondo patrimoniale comune e la nomina di un
organo comune incaricato di gestire, in nome e per conto dei partecipanti,
l'esecuzione del contratto o di singole parti o fasi dello stesso.
Introduce questa figura. È né più né meno un consorzio dal punto di vista
funzionale attraverso il quale si svolgono congiuntamente una o più fasi. La
rete non ha solo questo profilo funzionale, non è solo un surrogato del
consorzio, può fare anche dell’altro: funzioni di scambio informativo, di
collaborazione in ricerca e sviluppo. Si fa R&S in comune per ottenere alla
fine ad esempio un brevetto sull’invenzione scaturita all’attività. Chi ottiene
il brevetto? Nel momento in cui la rete nasce da un contratto associativo e
quindi da un ente, il brevetto lo ottiene l’ente; nel momento in cui la rete
nasce da contratto non associativo che ha solo effetti obbligatori, che è il
contratto di rete più diffuso (benefici fiscali della rete solo se le reti non sono
associativi), il brevetto ricade in comunione, il brevetto è un bene in
comunione di cui sono titolari pro quota tutte le imprese che aderiscono la
rete, sul brevetto c’è una contitolarità.
Gruppo Europeo di Interesse Economico: figura di origine europea,
nasce dal Regolamento 2137/1985. Nasce da un contratto associativo, è un
ente, ha un suo patrimonio, la responsabilità sulle obbligazioni ricade in via
principale sul patrimonio dell’ente ma ogni aderente risponde
personalmente in maniera illimitata per le obbligazioni del gruppo
(autonomia patrimoniale imperfetta), dal punto di vista funzionale è
alternativo al consorzio. Differisce dal consorzio per il fatto che la
compagine sociale deve avere una caratteristica internazionale, deve