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POTESTA’ DELLA CHIESA

È l’autonomia dello Stato che la Chiesa non può accettare, nell’età della Controriforma i Gesuiti,

insinuandosi nelle corti, diverranno confessori e consiglieri dei sovrani per temperarne la violenza

ma anche e soprattutto per renderli docili ai disegni della Chiesa.

secondo la potestà diretta nelle cose temporali affermata nel medioevo: Bonifacio VIII Bolla

 Unam Sanctam Cristo, creatore di tutte le cose è signore sia delle cose spirituali sia di quelle di

temporali. Sulla terra a rappresentarlo c’è la sua chiesa, per cui ad essa compete tanto il governo

delle cose spirituali quanto quelle sulle cose temporali.

Il Papa dovrebbe occuparsi non solo del governo spirituale ma pure del governo temporale dei

fedeli, sennonché in quanto in prevalenza assorbito dalla cura delle anime, si serve dei sovrani

temporali ai quali commette la cura della felicità terrena dei cristiani. Egli rimane in ogni caso il

vero ed unico titolare della sfera temporale e si limita a confidarla ai sovrani facendo in modo

che essi assumano la veste dei suoi mandatari e ministri. I re in quanto vengono investiti del

potere attraverso un atto di delega, devono rispondere al delegante di tutti i loro gesti, il Papa

qualora essi travalichino i loro poteri ha il potere di sciogliere i sudditi dal giuramento di fedeltà.

La Chiesa non ha mai recepito l’insegnamento di Bonifacio VIII secondo il quale tutte le

creature umane per la necessità della loro salvezza devono completamente sottomettersi al

Romano Pontefice.

secondo la potestà indiretta nelle cose temporali affermata nell’età della Controriforma: Chiesa

 e Stato sono due entità distinte, deputate a perseguire, la proprie specifiche finalità: per la Chiesa

la salvezza delle anime, per lo Stato il benessere dei sudditi. Il fine più importante è quello della

Chiesa, ciò fonda la supremazia della Chiesa sullo Stato il quale non solo deve astenersi

dall’intervenire nelle vicende interne della Chiesa, ma deve operare per aiutare la Chiesa a

conseguire i suoi fini. Stato si legittima solo cooperando con la Chiesa a difendere il dogma

cristiano, estirpando l’eresia e non permettendo che i fedeli vengano deviati da falsi pastori.

Esso gode di una sfera d’autonomia ma tutte le volte che si verifica un’interferenza tra materia

spirituale e materia temporale, la Chiesa ha il diritto di intervenire eventualmente rimovendo

l’atto dello Stato o chiedendogli di dare esecuzione a un provvedimento sostitutivo (braccio

secolare). Questa potestà della Chiesa è indiretta, perché si esercita per la difesa di esigenze

spirituali, ed accidentale perché sorge accidentalmente per una sorta di attrazione che la materia

spirituale esercita su quella temporale. L’esercizio di questa potestà ha il potere di far cadere nel

nulla l’atto censurato dalla Chiesa.

Tuttavia, dire che lo Stato è autonomo ma la Chiesa può intervenire ogni qualvolta la materia

temporale debordi nel dominio dello spirituale equivale a negare la premessa dell’autonomia

dello Stato. Canonisti cercano di fissare una linea di demarcazione, da una parte individuando le

materie miste, nelle quali è scontato l’intervento ecclesiastico e dall’altra parte le materie

puramente tecniche dove quest’intervento è escluso, tuttavia:

non vi sono materie che possano sfuggire a una valutazione etica;

- la competenza a decidere quali siano le materie tecniche nelle quali lo Stato conserverebbe

- una competenza esclusiva spetterebbe alla Chiesa e ciò contrasterebbe l’essenza dello Stato

moderno che rivendica di decidere da sé i limiti della propria competenze;

La teorica della potestà indiretta non riesce a fare salve le ragioni dello Stato moderno, a ben

vedere la potestà che si esercita non è indiretta, è una potestà diretta accidentale che si verifica

ogni volta che il temporale e lo spirituale sono in connessione.

Rivestimento letterario nuovo che la Chiesa dell’età della Controriforma ha dato alla teorica

medievale della potestà diretta, si rivendica sempre un illimitato potere teocratico della Chiesa.

Un’appendice della potestà indiretta è la teorica gesuitica del tirannicidio: secondo gli scrittori

ortodossi della Controriforma Dio ha conferito il potere non ai re, ma ai popoli che, con un atto

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di delegazione, trasferiscono l’esercizio del loro potere ai re. Il re può degenerare e trasformarsi

in tiranno. Ci sono due specie di tiranno:

colui che si è impadronito del potere con la violenza o la frode senza un titolo legittimo :

- comunità ha il potere di porre fine alla situazione d’illegalità, dichiarandone la decadenza o

attraverso il tirannicidio. Nel caso in cui il tiranno abbia sostituito al disordine iniziale del

regno un nuovo ordine, i cittadini devono sottostare al nuovo regime;

colui che aveva acquistato il potere per un titolo legittimo ma che nell’esercitarlo ha

- degenerato fino al punto di poter esser equiparato a un tiranno: contro la resistenza dei

Sovrani il popolo ha diritto di insorgere una volta che le vie della persuasione e della potestà

indiretta siano fallite. CONCORDATI

La Chiesa fu costretta a venire a patti, a temperare il rigore della dottrina nella realtà delle cose. Con

i concordati lo Stato, dopo aver riconosciuto la propria natura di Stato cattolico, si poneva al

servizio della Chiesa e concedeva alla Chiesa una serie di privilegi. In cambio la Chiesa accettava la

potestà indiretta nei limiti segnati nelle pattuizioni concordatarie.

Concordati sono stati definiti come privilegi che la Chiesa concede e che può revocare,

compromesso per tentare di placare le ostilità tra due poteri in conflitto inevitabile.

Dopo la Rivoluzione francese, nell’età della Restaurazione, ci furono una serie di concordati tra i

governi reazionari e la Chiesa per sbarrare il passo alle forze liberali. Con l’ascesa della borghesia la

politica dei concordati si arrestò perché la nuova classe, sentendosi di rappresentare l’intera società,

non sentiva di dover dar deleghe alla Chiesa per esercitare la propria egemonia. Con la Rivoluzione

socialista la borghesia sarebbe tornata sulla difensiva, di qui, un’impressionante fioritura di

concordat: che da una parte completavano l’edificio autoritario della codificazione pio-benedettina,

dall’altra stavano ad indicare le scelte politiche che la Chiesa veniva operando. 10

REGNI MISTERIOSI DELL’INVISIBILE

Dimensione dell’Aldilà.

REGNO INFERNALE: Satana angelo decaduto per essersi ribellato per invidia alla potenza di

 Dio, il suo regno è l’Inferno, dal quale non c’è né riscatto né salvezza possibile. Satana opera

nel mondo attraverso la tentazione, peccato, eresia e le pratiche magiche.

eresia: Tommaso d’Aquino se puniamo con la morte gli assassini che tolgono la vita dal

- corpo, tanto più severamente dovremo punire coloro che tolgono la vita dell’anima, e cioè la

vita eterna. Esclusi dalla repressione ecclesiastica restano gli infedeli e i non battezzati.

Per reprimere l’eresia la Chiesa comanda ai Vescovi di sorvegliare il loro gregge, sorge così

l’inquisizione vescovile. Dopo l’anno Mille le eresie sono più pericolose e preoccupanti,

l’attività di repressione viene centralizzata ed esercitata attraverso i legati pontifici

(inquisizione legatine). Chiesa istituzionalizza i poteri degli inquisitori e concentra in Roma

l’attività inquisitoriale creando l’Inquisizione romana.

- pratiche magiche erano considerate dalla Chiesa primitiva i residui delle concezioni pagane,

non venivano punite perché non considerate reali, altrimenti si sarebbe dovuto supporre che

Satana avesse il potere di creare le cose e ciò rientra solo nelle possibilità di Dio. Solo con la

bolla pontificia Canto di guerra dell’inferno del 1484 sancisce la repressione delle pratiche

magiche.

REGNO DELLE ANIME PURGANTI: Purgatorio regno dove lo spirito umano si purga e

 diventa degno di salire al cielo, esprime la pietà per i defunti e la tendenza del cattolicesimo a

porsi come una dottrina consolatoria, che non recide il legame tra vivi e morti e non uccide la

speranza di poter ancora utilmente operare per coloro che ci sono stati cari e non ci sono più.

Chiesa possiede un tesoro tutto spirituale ed interiore che si compone di tutti i meriti del Cristo e

dei suoi Santi, questi meriti possono essere applicati ad un altro e diverso fedele. Chiesa con

questo tesoro può accelerare il processo di purificazione delle anime dei defunti e anticipare la

loro liberazione dal Purgatorio. È su questa base teologica che la Chiesa ha costituito la sua

dottrina delle Indulgenze.

REGNO CELESTE: vera città di Dio, in continua comunicazione con gli uomini attraverso i

 santi.

In un primo tempo l’acclamazione dei santi Seguì spontaneamente ad opera dell’assemblea dei

fedeli; ma ben presto i Vescovi avocarono a sé il controllo dei meriti e delle virtù degli eletti, fino

a che tale competenza venne avocata al solo Pontefice. Successivamente venne istituito per

procedere alle beatificazioni e alle canonizzazioni un vero tribunale regolato dal codex juris

canonici. 11

DIRITTO PUBBLICO ECCLESIASTICO NELL’ETÀ DEL CONCILIO VATICANO II

ATTI DEL CONCILIO

Valore giuridico dei principi conciliari: l’unico modo per dire se un atto del Concilio ha valore

giuridico, è analizzare ogni singola proposizione e definirne di volta in volta la natura giuridica o

meno (stabilire se esse abbiano carattere normativo oppure teleologico o pastorale).

analisi formale: verificare se gli atti del Concilio presentino le caratteristiche formali che

 nell’ordinamento canonico fungono da indici del loro carattere normativo.

Gli atti conciliari provengono dal Concilio che ha potestà legislativa suprema sulla Chiesa

universale; sono approvati e promulgati dal Papa e sono pubblicati negli Acta Apostolicae Sedis.

Indici formali operano come condizioni necessarie, ma non sufficienti della precettività giuridica

degli atti conciliari, rimandano, la constatazione della loro presenza, ad un’indagine successiva

di carattere sostanziale.

analisi sostanziale: la Chiesa ha diverse potestà (giurisdizione, ordine…) e quindi diversi

 possono essere, nella sostanza, gli atti che promanano dalla suprema potestà del Concilio.

Gli atti, per essere normativi, devono risolvere conflitti intersubiettivi di interessi tra i consociati,

attuando un regolamento che preveda la subordinazione di un interesse individuale all’altro e che

abbia i caratteri, propri delle legge, della genera

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Publisher
A.A. 2013-2014
17 pagine
3 download
SSD Scienze giuridiche IUS/11 Diritto canonico e diritto ecclesiastico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Moses di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto canonico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Zanotti Andrea.