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È VERAMENTE PRESENTE E OPERANTE LA HIESA DI RISTO UNA SANTA CATTOLICA E APOSTOLICA
La diocesi risulta quindi costituita da:
n. un elemento personale= il popolo di Dio (la diocesi rappresenta il Popolo di Dio
che vive su un determinato territorio.)
o. da un elemento gerarchico-istituzionale= la potestas del vescovo (si riferisce
alla figura e alla potestà del vescovo, che funge da guida spirituale e
amministrativa.)
p. da un nucleo costitutivo rappresentato dalla parola di Dio e dall’eucarestia, che ne
rappresentano i fattori unificanti da cui sorgono quei vincoli di comunione che
edificano come societas gerarchicamente ordinata la chiesa
Alle diocesi sono poi assimilate altre tipologie diede particolari:
a. Ex Can. 370: La prelatura territoriale, o l'abbazia territoriale, è una
determinata porzione del popolo di Dio, circoscritta territorialmente, la cura della
quale viene affidata, per circostanze speciali, ad un Prelato o ad un Abate che la
governa a modo di Vescovo diocesano, come suo pastore proprio.
b. Ex Can. 371 - §1: Il vicariato apostolico, o la prefettura apostolica, è una
determinata porzione del popolo di Dio che, per circostanze peculiari, non è ancora
stata costituita come diocesi ed è affidata alla cura pastorale di un Vicario
apostolico o di un Prefetto apostolico, che la governano in nome del Sommo
Pontefice.
c. Ex can 371-§2: L'amministrazione apostolica è una determinata porzione del
popolo di Dio che, per ragioni speciali e particolarmente gravi, non viene eretta
come diocesi dal Sommo Pontefice e la cui cura pastorale viene affidata ad un
Amministratore apostolico, che la governa in nome del Sommo Pontefice.
Di regola le chiese particolari sono individuate in base a un criterio territoriale, in
modo da comprendere tutti i fedeli residenti in un determinato territorio. Tuttavia, a
giudizio della suprema autorità della chiesa e qualora lo richiedano determinate
circostanze, nello stesso territorio possono essere erette chiese particolari sulla
base del rito dei fedeli o per altri motivi. Un esempio sono i 3 ordinariati (uno per
il Regno Unito, uno per Stati Uniti e Canada, uno per Australia, Giappone)
personali che sono stati eretti a seguito della richiesta dei fedeli, lasciata alla
chiesa anglicana, di essere ricevuti nella piena comunione cattolica
Esistono anche figure istituzionali assimilabili alle diocesi, pur non essendo diocesi
a pieno titolo: Prelatura personale: gruppo di fedeli che, indipendentemente
dalla territorialità, obbedisce a un prelato che non è il vescovo diocesale. Un
esempio attuale è la Prelatura personale di Opus Dei, che, sotto Papa Francesco, è
stata ridotta a una mera associazione, privando il prelato del titolo di vescovo.
I VESCOVI (l’Ufficio)
Come si diventa vescovi?
• Presupposti soggettivi: età minima di 35 anni,
• Elementi di carattere personale: qualità che devono essere presenti come la fede e aver
studiato in seminario
• Rettitudine di vita
Come vengono scelti?
In origine, i Vescovi venivano eletti dall’intero clero e dal popolo della diocesi. Tuttavia, nel corso
del tempo, questo modello elettorale ha subito un'erosione progressiva, a partire dall’elaborazione
delle norme decretiste e, successivamente, decretalistiche. Tali norme hanno introdotto un
controllo da parte della Sede Apostolica sulla validità formale dell'elezione, che inizialmente si
limitava a una verifica estrinseca della regolarità del processo elettorale.
Con il passare del tempo, però, questo meccanismo si è ampliato fino a limitare significativamente
l’autonomia elettorale delle comunità locali. Il controllo della Sede Apostolica si è trasformato da
una semplice verifica esterna a un esame più sostanziale, incentrato anche sulla persona eletta.
Gradualmente, il potere di selezionare i vescovi è passato nelle mani dirette della Santa Sede.
Questo processo di centralizzazione raggiunge il suo apice con Bonifacio VIII, sotto il cui
pontificato la nomina episcopale diventa una prerogativa papale. Non si tratta più solo di certificare
un'elezione già avvenuta, ma di un atto di cooptazione da parte del papa stesso.
Oggi la nomina dei vescovi è affidata alla Congregazione per i Vescovi, la quale è affiancata da
una consultazione tacita e continua con Santa Sede. Al momento della nomina, questa
consultazione si intensifica, permettendo alla Santa Sede di raccogliere informazioni più dettagliate
per individuare la persona più idonea a ricoprire il ruolo episcopale.
Tuttavia, il sistema di cooptazione, che di fatto ha sostituito il modello elettorale, non viene
esplicitamente sancito nemmeno nella nuova codificazione del diritto canonico. Infatti, laddove si
afferma che la provvista degli uffici ecclesiastici, incluso l’ufficio episcopale, può avvenire per
elezione o attraverso altri mezzi, l’elezione non viene mai formalmente negata. Ciò avviene
perché, teologicamente, l’elezione conserva un significato molto forte.
In origine, l’elezione era considerata espressione della successione apostolica, poiché il vescovo
veniva scelto dall’intera comunità sulla base di un sentimento comune. La volontà collettiva di
indicare una persona come successore degli apostoli sottolineava l’apostolicità del vescovo,
fondata sulla comunione tra il pastore e il suo popolo. Per questo, dal punto di vista teologico,
l’elezione continua a rappresentare un elemento cruciale nella costruzione di un’ecclesiologia
partecipativa.
Anche se la prassi elettorale ha perso centralità, sopravvive simbolicamente nella memoria storica
della Chiesa, attraverso il rito dell’intronizzazione, che rimane una cerimonia solenne e carica di
significato.
Nella nomina episcopale si possono distinguere due momenti concettualmente diversi:
Nomina sacramentale:
1. consiste nell’imposizione delle mani, attraverso la quale il sacerdote
riceve il sacramento dell’ordine episcopale e diventa vescovo. Questo atto è di natura
sacramentale e conferisce al vescovo il carattere spirituale e pastorale del suo ministero.
2. Missio canonica: è l’ordine di servizio con cui il Papa autorizza il neo-nominato vescovo a
prendere possesso della diocesi assegnata. Questo passaggio è di carattere giuridico e
amministrativo.
Dal punto di vista pratico, la presa di possesso della diocesi è un atto semplice: il vescovo, munito
missio canonica,
della si presenta al vicario della diocesi e formalizza la sua presa di possesso.
Tuttavia, dal punto di vista liturgico, la presa di possesso della diocesi è accompagnata da una
cerimonia solenne, arricchita da simboli di grande significato. Tra i momenti chiave vi sono:
La consegna delle chiavi della cattedrale,
• che simboleggia il controllo e la guida spirituale del
nuovo vescovo sulla sua Chiesa madre.
Il pastorale,
• segno dell’autorità del vescovo nella diocesi e simbolo del suo ruolo di pastore del
gregge.
L’anello episcopale,
• che rappresenta il legame sponsale tra il vescovo e la diocesi, riflettendo il
rapporto indissolubile tra Cristo e la sua Chiesa.
Questi gesti, ricchi di significato simbolico, confermano la solennità e l’importanza del momento in
cui il Vescovo assume ufficialmente il suo nuovo ruolo nella diocesi.
I Vescovi normalmente sono
Diocesani ordinari:
• si occupano della cura d’anime e svolgono la loro autorità all’interno della
diocesi
Vescovi titolari:
• non hanno cura d’anime ma hanno semplicemente il rango episcopale
Vescovi coadiutori Vescovi ausiliari.
Di quest’ultima categoria fanno parte anche i e i
Vescovi coadiutori: sono costituiti d’ufficio dalla Santa Sede quando lo ritenga opportuno,
⁃ ipso iure
forniti di speciali facoltà e godono del diritto di successione al Vescovo diocesano, sicché
in caso di vacanza della sede episcopale il Vescovo coadiutore diviene immediatamente Vescovo
della diocesi alla quale era stato assegnato
Vescovi ausiliari: privi del diritto di successione, vengono costituiti di regola su richiesta del
⁃
Vescovo diocesano quando lo suggeriscono le necessità pastorali della diocesi.
Qualificazione della potestà episcopale nella diocesi
ordinaria, propria immediata.
Si tratta di una potestà ed
Ordinaria: ordinata all’autorità cui si riferisce
⁃ Propria: inscindibilmente connessa con l’ufficio episcopale
⁃ Immediata: non ha bisogno di alcun consenso autoritativo per essere esercitata
⁃
Ovviamente fatta eccezione per quelle cause che dal diritto o da un decreto del Pontefice sono
riservate alla suprema od altra autorità ecclesiastica.
Fin dal Concilio di Trento, la figura del vescovo è stata delineata secondo l’immagine del "buon
pastore", un modello che enfatizza il suo ruolo pastorale e di guida spirituale. Sebbene il Concilio
di Trento abbia contribuito a rafforzare una visione fortemente gerarchica dell'ecclesiologia, esso
ha anche rivisitato e precisato le responsabilità e la funzione del vescovo.
Dopo il Tridentino, infatti, il vescovo è tenuto a risiedere stabilmente nella propria diocesi, evitando
di cumulare più benefici ecclesiastici, essendo autorizzato a possederne soltanto uno. Il suo
compito principale è quello di salvaguardare l'unità della fede all'interno della diocesi, proprio come
il vescovo di Roma deve preservare l'unità della Chiesa universale.
Un importante istituto introdotto dal Concilio di Trento, che rimane tuttora vigente nel Codice di
Diritto Canonico, è quello della "visita pastorale", che comprende due obblighi fondamentali:
Visita pastorale delle parrocchie:
1. il vescovo è tenuto a visitare periodicamente (almeno una
volta ogni cinque anni) tutte le parrocchie della diocesi, per assicurarsi del buon funzionamento
della comunità e del clero locale.
2. Visita ad limina: ogni cinque anni, il vescovo deve recarsi presso la Santa Sede per
presentare un rapporto dettagliato sull'andamento della propria diocesi. Questo obbligo permette
alla Curia Romana di mantenere una visione chiara e aggiornata sullo stato delle diverse Chiese
particolari.
Queste disposizioni sottolineano l'importanza del legame tra il vescovo e la sua comunità locale,
così come la connessione costante con la Chiesa universale, garantendo una supervisione
continua sia a livello locale che centrale.
Cessazione
La carica episcopale viene generalmente dismessa al compimento dei 75 anni, momento in cui il
vescovo è tenuto a presentare le sue dimissioni al Papa. Tuttavia, la Chiesa ha la facoltà di
ch