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Il rapporto tra Stato e Chiese, il Iemendamento e la sua interpretazione. Alcune considerazioni introduttive
1. PRINCIPI FONDAMENTALI E NUOVE QUESTIONI: IL RUOLO DELLA GIURISPRUDENZA
Dal primo articolo del Bill of Rights scaturisce sia la tutela costituzionale della libertà religiosa sia il principio della separazione tra stato e chiese. Italia + Stati Uniti La straordinaria modernità di alcune scelte compiute qualche decennio prima non può appagare i bisogni di tutti i diversi soggetti in gioco e le trasformazioni sono così profonde da richiedere un costante adeguamento dei principi che guidano la disciplina in materia religiosa. Italia Si tratta di un passaggio impegnativo che il legislatore fatica a percorrere efficacemente. La sua incertezza, paralizzato dalle polemiche che accompagnano ogni ipotesi di disciplina delle questioni e la sua lentezza nell'elaborare risposte efficaci a situazioni che non aveva finora mai dovuto affrontare, fanno si che il compito
di risolvere i casi pratici che continuano ad emergere giorno dopo giorno venga inevitabilmente assunto dalla giurisprudenza, le cui decisioni con il passare del tempo formano altrettanto inevitabilmente una sorta di modello di disciplina reale della libertà religiosa.2. COMPLEMENTARIETÀ E TENSIONE TRA LE CLAUSOLE DEL I EMENDAMENTO
Complementarietà clausole I emendamento entrambe tutelano la libertà religiosa vuoi quando si manifesta attraverso il pensiero vuoi quando si manifesta attraverso le azioni. Vi possono essere ipotesi di tensione nel I emendamento l'attività dell'amministrazione volta a facilitare l'esercizio della libertà di religione può configurarsi come un'illegittima ipotesi di interferenza dello stato nella religione stessa e viceversa. La comparazione tra Italia e Stati Uniti può rivelarsi particolarmente fruttuosa poiché fa emergere una sorta di terza via fondata sulla possibilità che
Lo stato si impegna in determinate ipotesi a facilitare l'esercizio della libertà di religione ma non arriva ad assumere in proprio la realizzazione di questo diritto. Tutte le volte in cui lo stato agisce per tutelare la libertà di culto, il suo scopo primario risulterà quello di promuovere il culto stesso. Le corti si trovano ad affrontare casi difficili in cui il bilanciamento tra i principi costituzionali diversi e talvolta in tensione tra loro ha prodotto una giurisprudenza copiosa e non sempre coerente.
3. ORIGINAL INTENT E INTERPRETAZIONE DEL I EMENDAMENTO
Metodi classici di interpretazione costituzionale impiegati dalla corte suprema americana
ORIGINAL INTENT = ricerca da parte dei giudici del significato originale, sotto il profilo storico, del testo della carta fondamentale. Le due clausole che il I emendamento dedica alla religione non si sono sottratte a questo tentativo. Giudice BRENNAN una ricerca troppo letterale da parte dei padri fondatori su questi casi
Mi sembra inutile per diverse ragioni. Sulla scia del pensiero di Brennan, si è spesso affermata, fino alla seconda metà degli anni 80, una lettura delle più aperte disposizioni costituzionali e soprattutto di quelle contenute nel I emendamento, volta ad ampliare i diritti di libertà in generale e la libertà religiosa in particolare. Secondo questo approccio chiaramente opposto a quello basato sull'original intent, l'idea di libertà religiosa subisce ovviamente profonde trasformazioni da una generazione all'altra. I giudici americani continuano ad invocare il riferimento al passato. Tra i numerosi dubbi che può suscitare l'original intent vi sono anche quelli legati agli enormi mutamenti avvenuti in America dai tempi in cui fu adottato il I emendamento.
Italia: Non solo il riferimento alla storia non è altrettanto comune nella elaborazione della dottrina e della giurisprudenza, ma soprattutto esso non ha mai supportato
interpretazionidivergenti e contrastanti. Il richiamo al passato è stato sempre funzionale a mantenere in vita preesistenti differenze di trattamento tra la chiesa cattolica e le altre confessioni religiose.
4. LA DEFINIZIONE DEL CONCETTO DI RELIGIONE
La corte suprema ha sempre evitato di spiegare che cosa debba intendersi per religione. Questo problema si è posto alle corti americane chiamate a decidere se un corso scolastico in "meditazione trascendentale" costituisse una violazione del principio separatista. Il desiderio di salvaguardare il diritto alla meditazione trascendentale può spingere verso una definizione più ampia del concetto di religione così da ricomprendervi anche questa attività. Tuttavia ammettere che le scuole pubbliche offrono un corso di tal genere può spingere verso una definizione di religione più restrittiva al fine di escludere dalle aule i corsi di meditazione trascendentale. Questo caso si rileva
particolarmente interessante in quanto l'autore del corso negava il carattere religioso della meditazione. Tale vicenda solleva il quesito relativo alla possibilità che lo stato possa andare oltre l'autoqualificazione del soggetto, attribuendo natura religiosa a una pratica che il gruppo stesso non definisce come tale. La corte suprema non ha formulato una definizione precisa della nozione di religione, tuttavia si è pronunciata in 3 diversi contesti: 1) Nei casi relativi al Selective Service Act la corte ha affrontato il problema definitorio della religione per decidere in quali circostanze ammettere l'obiezione di coscienza. 2) La corte ha stabilito che nel definire la portata della tutela costituzionale della libertà religiosa si debba indagare se il credo sia sincero. 3) La corte ha precisato che un credo religioso sincero è tutelato dal I emendamento anche se non coincide con la versione ortodossa di una chiesa particolare. Italia Dopo un periodo diGrande attenzione che trova il suo picco nelle questioni che hanno coinvolto la chiesa di Scientology, la questione relativa alla nozione di confessione religiosa è stata confinata dalla dottrina più recente ai margini della riflessione. La corte costituzionale una volta rigettata la posizione teorica favorevole alla semplice auto qualificazione del gruppo ha fornito alcuni elementi da valutare ai fini dell'individuazione della confessione religiosa:
- Presenza di una intesa con lo stato
- Ricorrenza di precedenti riconoscimenti pubblici
- Possesso di uno statuto che ne attesti chiaramente i caratteri
- Comune considerazione
Successivamente la corte di cassazione ha provveduto a precisare tali criteri e ad aggiungerne altri evidenziando in particolare come una confessione non debba necessariamente esprimere una visione originale del mondo e non debba obbligatoriamente presupporre l'esistenza di un essere supremo trascendente.
ESTABLISHMENT CLAUSE E LAICITÀ
- IL
- STRICT SEPARATION (Thomas Jefferson): Secondo tale teoria chiesa e stato dovrebbero essere separati da un muro, ovvero nessun contatto dovrebbe verificarsi tra la sfera pubblica e quella privata cui sola apparterrebbe la fede religiosa.
- NEUTRALITY: Piuttosto recente, prevede che lo stato debba essere neutrale rispetto alla religione, ovvero non debba favorire in alcun modo gli atteggiamenti confessionali rispetto a quelli laici né un culto rispetto a un altro. La corte ha adottato questa visione neutrale del dettato costituzionale.
- ACCOMODATION/EQUALITY: Questo approccio prevede che lo stato debba cercare di conciliare le esigenze delle diverse religioni e garantire un trattamento equo a tutte le confessioni religiose. Si tratta di un approccio più inclusivo e flessibile rispetto alla strict separation e alla neutrality.
Stabilendo che lo stato verrà considerato in violazione del Iemendamento se in qualunque modo, favorisca una particolare religione o favorisca il pensiero religioso rispetto a quello laico.
3) ACCOMODATION/EQUALITY Essa intende riconoscere il valore della religione nellasocietà contemporanea e dunque conciliare tale valore con l'attività dello stato. Nella giurisprudenza più recente la corte ha impiegato questo tipo di approccio che amplia le ipotesi di contrasto tra la sfera confessionale e quella pubblica.
2. IL LEMON TEST L'attività statale verrà considerata costituzionalmente illegittima qualora vi sia una discriminazione tra gruppi religiosi. In assenza di discriminazioni i casi in tema di rapporto tra stato e chiesa sono stati spesse volte decisi dalla Corte Suprema applicando il notissimo LEMON TEST.
LEMON vs KURTZMAN Si è elaborato un test articolato in 3 parti per verificare la validità dell'attività.
statale e una legge è invalida qualora non rispetti uno dei parametri individuati.
3. ESTABLISHMENT CLAUSE E LIBERTÀ DI ESPRESSIONE
Ultimi decenni problema bilanciamento tra libertà di espressione e il principio della separazione tra stato e chiesa entrambi tutelati dal I emendamento.
Si sono infatti presentate alla corte suprema situazioni in cui lo stato limitava il diritto alla libera espressione nei luoghi pubblici proprio allo scopo di evitare una violazione della Establishment clause. In qst casi i giudici hanno sempre fatto prevalere il diritto alla libertà di espressione anche a contenuto religioso.
• WIDMAR vs VINCENT è stata dichiarata costituzionalmente illegittima la prassi di una università statale di impedire ad alcuni gruppi l'accesso alle strutture scolastiche per incontri di tipo religioso e spirituale.
Nel 1981 corte concludendo che il rispetto della Establishment clause non può comportare alcun limite alla
La libertà di espressione ha applicato il LEMON TEST. Consentire l'accesso alle strutture scolastiche a tutti i gruppi persegue il legittimo fine di provvedere agli studenti di un luogo dove discutere. L'effetto di favorire la religione è meramente eventuale e non si realizza alcun contatto eccessivo tra religione e stato poiché quest'ultimo, ammettendo sia le organizzazioni a carattere religioso sia quelle a carattere laico, non deve operare alcun controllo sulle attività da loro svolte.
Tale ragionamento è stato applicato ad altri casi.
- LAMB'S CHAPEL vs CENTER MORICHES UNION FREE SCHOOL DISTRICT: La corte ha dichiarato invalida la prassi di un distretto scolastico che escludeva solo i gruppi religiosi dall'accesso alle strutture scolastiche la sera e durante il fine settimana.
- GOOD NEWS CLUB vs MILFORD: I supremi giudici hanno affermato che una scuola elementare non può escludere i gruppi religiosi.