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RICORSO PER ANNULLAMENTO DEGLI ATTI

Con ricorso ritualmente notificato la ricorrente chiedeva l'annullamento degli atti in epigrafe, deducendo la violazione di legge e l'eccesso di potere.

Premetteva in fatto che il decreto del 29-9-2005, recante definizione della classe del corso di laurea magistrale in giurisprudenza, pur avendo tra i suoi fini quello di indirizzare i laureati in vari campi di attività, comprese quelle del settore del diritto comparato, internazionale e comunitario, non comprendeva tra le attività formative indispensabili le materie comprese nel settore IUS/06 (diritto della navigazione, diritto dei trasporti e diritto aerospaziale).

Pertanto tutti i professori afferenti al settore proponevano un esposto in cui chiedevano che il suddetto decreto prevedesse tra le attività formative indispensabili, le materie del settore IUS/06.

Tale richiesta non veniva in sostanza accolta da parte del Ministero che adottava il decreto 25-11-2005 senza apportare le modifiche richieste.

L'istante anche in rappresentanzaAvverso siffatta determinazionedei docenti universitari di materie afferenti al predetto settore,propongono ricorso denunciando la violazione e falsaapplicazione degli artt. 33 e 117 Cost., dell'art. 17 della l. n.127/97 e l'eccesso di potere sotto vari profili.Le amministrazioni intimate si sono costituite in resistenza alricorso chiedendone il rigetto.All'odierna udienza il ricorso è andato in decisione.

DIRITTO

Il ricorso è fondato e deve pertanto essere accolto.La questione in esame attiene alla legittimità del Decretoad oggetto la "definizioneMinisteriale avente della classe delcorso di laurea magistrale in giurisprudenza", con particolareriferimento alla disciplina delle attività formative e di basenecessarie per il conseguimento della laurea.Il decreto individua puntualmente le materie di basecaratterizzanti il corso assegnando alle stesse i relativi crediti.Con il primo gruppo di

La censura della ricorrente evidenzia una violazione dell'autonomia universitaria poiché il Decreto Ministeriale definisce "caratterizzanti" e "di base" in modo troppo dettagliato le materie e attribuisce alle stesse puntualmente i crediti formativi, per complessivi duecentosedici dei trecento crediti previsti per la laurea magistrale in giurisprudenza. La censura appare fondata alla luce del sistema introdotto dall'art. 17, comma 95, L. n. 127/1997, che attribuisce un importante rilievo al contributo dei singoli Atenei nella definizione dei propri ordinamenti didattici. Si stabilisce infatti che l'ordinamento degli studi dei corsi di diploma di laurea è disciplinato dagli atenei in conformità a criteri generali definiti da decreti del Ministero, il quale delinea, con riferimento ai corsi di diploma universitario, la durata degli stessi, l'eventuale serialità dei corsi e dei relativi titoli, gli obiettivi formativi qualificanti.tenendo conto degli sbocchi occupazionali e dellaspendibilità a livello internazionale, nonché la previsione di nuove tipologie di corsi e di titoli universitari. Ove vi sia una disciplina estremamente dettagliata che elenca le materie e la loro valenza in termini di credito formativo, l'apporto dell'Università diviene del tutto marginale, dal momento che ad esse rimane da gestire concretamente soltanto un quarto dei crediti totali che possono assegnare anche a materie non rientranti tra attività formative "le di base" o "caratterizzanti", tutte individuate dall'Amministrazione. Il Decreto, peraltro, si pone in contraddizione con la sua stessa "lapremessa che riconosce necessità di dare piena ed integrale attuazione all'art. 33 della Costituzione, riconoscendo a ciascun ateneo la libertà di definire flessibilmente gli ordinamenti didattici...". Tale eccessiva rigiditàdell'ordinamento didattico è stata rilevata anche dal CUN che, nel parere obbligatorio reso all'Amministrazione sullo schema di decreto, ritenne necessario assegnare alla disponibilità dei singoli Atenei, al fine di salvaguardarne l'autonomia costituzionalmente garantita, almeno cento dei trecento crediti formativi complessivi. L'Amministrazione, tuttavia, non ha tenuto in alcun conto le osservazioni del CUN, né ha fornito alcuna motivazione circa le ragioni che l'hanno indotta a disattendere tali indicazioni. Nessuna sufficiente motivazione è contenuta nella relazione illustrativa del decreto che non evidenzia le ragioni poste a fondamento delle scelte dell'Amministrazione, dimostrando, viceversa, l'erroneità e il travisamento in cui è incorso il Ministero. In particolare, il richiamo al disposto dell'art. 10 del DM 270/2004 - che consente per i corsi preordinati all'accesso alle attività professionali.che il numero di crediti determinati per decreto superi la soglia del 50% del totale - è, nel caso di specie, incoerente. La norma, infatti, pone un limite del 50% del totale dei crediti superabile soltanto a certe condizioni, e nei limiti della ragionevolezza e della proporzione, che non appaiono nelle ragioni addotte dall'Amministrazione a fronte di un superamento della soglia così consistente. Il Collegio, in accoglimento delle censure proposte, ritiene che il D.M. impugnato non applichi correttamente l'art. 10 del D.M n. 270/2004. Parimenti fondata è la doglianza con cui si censura il difetto di motivazione del decreto. Non risultano, infatti, in alcun modo esplicitati i criteri e i principi l'Amministrazione ha seguito per l'individuazione delle chematerie di base e caratterizzanti e nella attribuzione alle stesse dei relativi criteri formativi. Giova evidenziare, a tal proposito, che le materie appartenenti al settore IUS/06 II settore giuridico deldiritto alla navigazione dei trasporti hanno assunto notevole rilievo sia nell'ordinamento nazionale che in quello comunitario ed internazionale, basti pensare al codice della navigazione e alla parte aeronautica dello stesso, oggetto di una recentissima riforma, (decreto legislativo, 9 maggio 2005, n. 96) che affianca i codici civile, penale di procedura civile e di procedura penale. L'importanza del settore è confermata anche a livello di diritto internazionale, nonché di legislazione comunitaria, caratterizzata da una intensa produzione normativa (Trattato CE nonché, soprattutto, direttive e regolamenti.) dalla emanazione di documenti di indirizzo politico (Libro Bianco CE, "la politica
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Publisher
A.A. 2011-2012
8 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/10 Diritto amministrativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nadia_87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Amministrativo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Cerulli Irelli Vincenzo.