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SITUAZIONI GIURIDICHE E LORO VICENDE
POTERE
Potenzialità astratta di tenere un certo comportamento ed espressione della capacità del soggetto, e perciò da esso inseparabile: di qui l'impossibilità di un trasferimento di potere da un titolare ad un altro. Questa situazione è frazione della capacità giuridica, ma il suo esercizio si collega alla capacità d'agire. In quanto preesistente rispetto all'esercizio, il potere è collocato al di fuori dell'orbita di un rapporto concreto e consente di produrre modificazioni delle situazioni racchiuse in quel rapporto.
Nel diritto amministrativo occorre ricordare che oltre ai poteri amministrativi, molte amministrazioni dispongono del potere normativo.
Nel diritto amministrativo una particolare rilevanza hanno i poteri che il soggetto pubblico è in grado di esercitare prescindendo dalla volontà del privato e dunque producendo unilateralmente una vicenda giuridica.
relativa alla sfera giuridica dello stesso.Il potere, almeno quando il suo esercizio comporti incisione nella sfera giuridica altrui, è attribuito dall'ordinamento generale a seguito di un giudizio di prevalenza dell'interesse affidato alla cura delle amministrazioni rispetto agli interessi privati. Tali interessi, che non costituiscono un limite per la soddisfazione dell'interesse pubblico, sono così resi disponibili per l'amministrazione. Poiché l'esercizio del potere comporta un'incisione nella sfera dei privati, esso deve essere tipico e cioè predeterminato dalla legge in ossequio al principio di legalità. La legge deve individuare tutti gli elementi del potere onde evitare che vi siano rischi di autoattribuzione di poteri da parte dell'amministrazione.
DIRITTO SOGGETTIVO
Situazione giuridica di vantaggio che si profila allorché la legge attribuisca al titolare la possibilità di realizzare il proprio
interesse indipendentemente dalla soddisfazione dell'interesse pubblico curato dall'amministrazione.
Il diritto soggettivo è tutelato in via assoluta in quanto è garantita al suo titolare la soddisfazione piena e non mediata dell'interesse, bene della vita finale, protetto dalla norma.
Può dunque essere definito come la situazione giuridica immune dal potere.
NORME DI RELAZIONE:
Potere e diritto sono termini inconciliabili: ove sussista potere non esiste diritto soggettivo, e ove il privato sia titolare di un diritto non può affermarsi l'esistenza di un potere amministrativo.
Le norme che, attribuendo poteri, riconoscono interessi pubblici vincenti su quelli privati, sono norme di relazione, caratterizzate cioè dal fatto di risolvere conflitti intersoggettivi di interessi.
Queste norme proteggono in particolare i diritti soggettivi. Si può dire che alla violazione di una norma di relazione consegue la lesione di un diritto soggettivo.
Poiché il giudice che tutela i diritti soggettivi è il giudice ordinario la stessa situazione può essere descritta affermando che il giudice ordinario sindaca la violazione delle norme di relazione. L'atto amministrativo emanato in assenza di potere è da qualificarsi come nullo. NORME DI AZIONE: disciplinano l'azione amministrativa. Possono provenire non soltanto dalla legge (come invece le norme di relazione), ma dall'amministrazione stessa, la quale dispone di potere normativo. Sono quindi prodotte sia dalle fonti secondarie, sia dalle fonti primarie che si connotino sotto il profilo oggettivo, per il fatto di essere poste in vista della cura di interessi pubblici e di non definire rapporti intersoggettivi. Tra queste fonti vanno annoverate anche le leggi regionali. Poiché l'azione amministrativa è legittimamente svolta quando sia posta in essere nel rispetto delle norme di azione, e poiché l'interesse legittimoè la pretesa alla legittimità dell’azione amministrativa, si può concludere che l’interesse legittimo è anche la pretesa all’osservanza delle norme di azione. Sotto il profilo processuale la tutela dell’interesse legittimo è affidata al giudice amministrativo: atteso che l’interesse legittimo è leso dall’inosservanza di una norma d’azione è possibile asserire che il giudice amministrativo sindaca la violazione delle norme d’azione. Se tuttavia sono rispettate le norme di relazione che attribuiscono il potere l’atto non è nullo, perché sussiste per esso la giuridica possibilità di produrre effetti. Gli effetti così prodotti sono tuttavia precari, nel senso che l’ordinamento non può tollerare che siano equiparati a quelli che scaturiscono da un’azione legittima. L’atto è cioè emanato in una situazione in cui il potere sussiste,
ma è stato esercitato in modo non corretto: si può allora concludere che la giurisdizione del giudice amministrativo si individua in base al canone del cattivo esercizio del potere amministrativo. Il giudice che accerti la violazione delle norme d'azione dovrà eliminare sia l'atto, sia i suoi effetti, emanando una decisione di annullamento. Il regime dell'atto posto in essere in violazione di una norma di azione è dunque quello dell'annullabilità. INTERESSE LEGITTIMO: nei confronti del potere, accordato laddove prevale l'interesse pubblico, il privato si trova in una situazione di soggezione. Si parla di interessi legittimi pretensivi quando un privato pretende qualcosa dall'amministrazione, sicché la soddisfazione della propria aspirazione passa attraverso il comportamento attivo dell'amministrazione (es. soggetto che partecipa ad un concorso per l'assunzione presso un ente pubblico). Sono invece oppositivigli interessi di un privato il quale si oppone all'esercizio di un potere che potrebbe cagionare una vicenda giuridica svantaggiosa, onde egli vedrà soddisfatta la propria pretesa in quanto l'amministrazione non eserciti il potere (privato espropriato). In entrambe le ipotesi il privato non è titolare di un diritto soggettivo in quanto la sua aspirazione al bene finale della vita non è tutelato in via assoluta dall'ordinamento, non è cioè protetta da una norma di relazione. L'interesse legittimo è ribadito dalla nostra Costituzione all'art. 24, dove è accostato al diritto soggettivo, garantendone la tutela giurisdizionale, all'art. 103, contemplato quale oggetto principale della giurisdizione amministrativa, all'art. 113 ove si precisa che la sua tutela è sempre ammessa contro gli atti dell'amministrazione. situazione soggettiva di vantaggio a progressivo rafforzamento: nella prima fase essogarantisce lamediazione dell'amministrazione in forza di poteri tipici il cui esercizio è sindacabile del giudice; nella seconda fase rileva il profilo della legittimità dell'azione, limite di soddisfazionedell'aspirazione del soggetto.
Poteri connessi all'interesse legittimo: potere di reazione (ricorso amministrativo e giurisdizionale per ottenere l'annullamento dell'atto amministrativo); potere di partecipazione al procedimento amministrativo; potere di accedere ai documenti della p.a.
L'interesse legittimo sorge non tutte le volte in cui, anche in modo secondario e indiretto, un soggetto venga in qualche modo implicato dall'esercizio di un potere, bensì quando, la soddisfazione del suo interesse dipende dall'esercizio di un potere.
INTERESSI DIFFUSI E COLLETTIVI: (cosiddetti interessi superindividuali). I primi si caratterizzano sotto un duplice profilo: dal punto di vista soggettivo appartengono ad
Una pluralità di soggetti; dal punto di vista oggettivo attengono a beni non suscettibili di fruizione differenziata. Essi riflettono la contraddizione di un interesse, che per essere tale dovrebbe costituire l'aspirazione di un soggetto ad un bene, la cui nozione tuttavia prescinde dal riferimento all'aspetto soggettivo. Deve dunque ritenersi che carattere peculiare di essi sia costituito dalla non frazionabilità del loro oggetto.
Gli interessi collettivi viceversa sono gli interessi che fanno capo ad un gruppo organizzato, onde il carattere della personalità e differenziazione, necessario per qualificarli come legittimi e per aprire la via alla tutela davanti al giudice amministrativo, potrebbe essere rinvenuto, sostituendo, al tradizionale soggetto atomisticamente inteso, il gruppo, soggetto al quale gli interessi sono comunque riferibili.
La l. 241/1990 consente ai portatori di interessi diffusi costituiti in associazioni o comitati di intervenire nel procedimento.
Vero è che la legge parla di interessi diffusi; tuttavia il riferimento alla presenza di associazioni e comitati sembra richiamare gli interessi collettivi.LE NORME PRODOTTE DA FONTI COMUNITARIE:
I trattati comunitari e le fonti di provenienza comunitaria disciplinano ambiti rilevanti del diritto amministrativo e di conseguenza agiscono come strumenti di armonizzazione, seppur parziale, del diritto amministrativo dei vari paesi.
Tra tali fonti spiccano i regolamenti comunitari, atti di portata generale, obbligatori e direttamente applicabili nei rapporti verticali tra pubblici poteri e cittadini, e le direttive comunitarie, vincolanti per lo Stato membro in ordine al risultato da raggiungere, salva restando la competenza degli organi nazionali in merito alla forma e ai mezzi per conseguire quel risultato. In entrambi i casi, organi comunitari non facenti parte dell'ordinamento dello Stato italiano, producono norme in esso direttamente applicabili.
Secondo la Corte costituzionale il
regolamento comunitario deve essere applicato dal giudice interno anche disapplicando la legge nazionale incompatibile, sicché la norma regolamentare comunitaria finisce per costituire il parametro di legittimità dell'atto amministrativo. Il potere-dovere di disapplicare la norma riguarda anche il giudice amministrativo, il quale è sempre più spesso chiamato ad esercitarlo, attese le dimensioni della produzione normativa comunitaria e la pervasità della stessa. Laddove le fonti comunitarie non attribuiscano poteri o diritti, esse debbono essere ascritte alla categoria delle norme d'azione, con le conseguenze richiamate (sindacabilità da parte del giudice amministrativo e annullabilità dell'atto difforme). Pertanto il regime dell'atto amministrativo conforme ad una norma interna disapplicabile perché in contrasto con la disciplina comunitaria, sarà di nullità se la norma interna è
attributiva del potere, mentre sarà di mera annullabilità nell'ipotesi in cui la norma nazionale sia una semplice norma d'