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Atti amministrativi derivanti da autorizzazione
L'autorizzazione è un particolare provvedimento amministrativo con il quale la pubblica amministrazione rimuove un limite posto dalla legge per l'esercizio di un diritto. Con questo provvedimento non si assegna la titolarità di alcun diritto, ma se ne permette l'esercizio a chi ne è già titolare. In questo modo l'amministrazione pubblica può verificare che l'esercizio del diritto da parte del titolare non sia pregiudizievole per gli interessi della collettività.
Tipologia: L'autorizzazione può essere se prevede modalità con le quali il diritto possa essere esercitato, o se modale non è previsto alcuno specifico vincolo nell'esercizio di tale diritto.
Legge 241/1990: La legge 241/1990, nell'ambito della semplificazione amministrativa, ha previsto due nuovi meccanismi per diminuire l'onere.
dell'autorizzazione prevedendo: Denuncia in luogo di autorizzazione, per la quale in luogo del conseguimento dell'autorizzazione l'interessato produce una auto-denuncia di inizio attività, rispetto alla quale l'amministrazione deve effettuare i controlli autoritativi entro un termine certo; silenzio-assenso, il meccanismo per il quale l'autorizzazione si ha per concessa se la pubblica amministrazione non risponde entro un termine certo dalla presentazione della domanda. Requisito per ottenere la licenza per esercitare qualsiasi attività commerciale è la frequenza della scuola dell'obbligo, ossia il possesso della licenza delle scuole medie inferiori. La legge ha abolito l'obbligo e la validità delle licenze per numerose attività commerciali. La licenza era vista come una forma di contingentamento delle quote, una limitazione alla libertà di iniziativa economica, prevista dalla Costituzione, e allaconcorrenza e al libero mercato. All'obbligo della licenza, è stato spesso sostituito quello del possesso di una qualifica, tramite la frequenza obbligatoria e il superamento di esami in appositi percorsi professionalizzanti, uniformi a livello nazionale, che prevedono periodi di tirocinio, sostitutivi della formazione dei cosiddetti "ragazzi di bottega". In precedenza, chi voleva avviare un'attività commerciale, per la difficoltà di ottenere la licenza per un nuovo esercizio, doveva rilevarne uno già avviato, con il relativo costo delle licenze e periodo di apprendistato. L'abolizione delle licenze ha diminuito il valore commerciale di certe attività, sebbene un esercizio avviato, con un proprio marchio e una clientela, corrisponda a un maggiore prezzo di mercato. Autorizzazioni particolari In dottrina si discute sulla natura di particolari procedimenti amministrativi. Per la maggior parte di questa, pur presentando peculiarità,Il Nulla osta, l'Abilitazione e la Registrazione sono forme particolari di autorizzazione. Più controversa è la classificazione della Licenza come di un particolare tipo di autorizzazione.
48-ATTI DIVERSI DAI PROVVEDIMENTI
Atto amministrativo
Un è un atto giuridico posto in essere da un'autorità amministrativa nell'esercizio di una sua funzione amministrativa. Esso è espressione di un potere amministrativo, produttivo di effetti indipendentemente dalla volontà del soggetto o dei soggetti cui è rivolto.
Caratteristiche
Un atto amministrativo è:
- unilaterale, un atto in quanto ha efficacia indipendentemente dalla volontà del soggetto cui è destinato (a cui può anche essere imposto);
- un atto emanato da un'autorità amministrativa (atto soggettivamente amministrativo);
- un atto emanato da un'autorità amministrativa nell'esercizio delle sue funzioni.
delegata)
- Contenuto
Rispetto al contenuto dell'atto amministrativo si distinguono:
- elementi essenziali
- elementi accidentali
- elementi naturali
requisiti
La mancanza di un elemento essenziale determina la nullità dell'atto amministrativo, mentre la mancanza di un requisito determina l'annullabilità dell'atto, cioè la possibilità che sia annullato, su istanza di parte d'ufficio da parte della Pubblica Amministrazione.
Gli elementi accidentali si possono applicare soltanto agli atti amministrativi negoziali; infatti rispetto agli atti amministrativi gli elementi accidentali non hanno ragion d'essere (si pensi, ad esempio, all'assurdo di una certificazione di nascita sottoposta a condizione sospensiva).
Gli elementi accidentali devono essere possibili e leciti. Gli elementi accidentali illeciti o impossibili non comportano la nullità o l'annullabilità dell'atto amministrativo, ma si considerano come non
Gli elementi naturali sono quegli elementi che si considerano sempre inseriti nell'atto, anche se non espressamente apposti, in quanto previsti dalla legge per il tipo astratto di atto.
Elementi essenziali:
- la capacità del soggetto che emana l'atto
- la dichiarazione
- l'oggetto, ossia la materia su cui l'atto amministrativo incide
- la causa
- la motivazione
- la forma
- il destinatario
Capacità del soggetto:
Il soggetto che emana l'atto amministrativo deve avere la capacità, ovvero la competenza, ad emanarlo. Se l'atto è emanato da un soggetto che non è organo della pubblica amministrazione, non si è in presenza di un atto amministrativo.
In casi particolari espressamente previsti dalla legge, l'attività posta in essere da un privato può qualificarsi come amministrativa e ci si riferisce al privato come ad un un
esempio è il caso di un cittadino che infunzionario di fatto; presenza di catastrofi naturali svolga volontariamente attività di natura pubblica.
Dichiarazione
La dichiarazione è l'atto con cui la Pubblica Amministrazione rende conoscibile al suo esterno la propria volontà. In alcuni casi il silenzio può assumere la valenza di una dichiarazione di volontà come per il silenzio-assenso o il silenzio-rifiuto.
Causa
La causa è la finalità tipica di pubblico interesse prevista dall'ordinamento per l'atto. Ad esempio, la causa dell'espropriazione consiste nel trasferimento coattivo del bene da un privato alla Pubblica Amministrazione, dietro il corrispettivo di un indennizzo. Alla pubblica amministrazione non è attribuito un generico potere di porre in essere tutti quegli atti che realizzino l'interesse pubblico; al contrario sono attribuiti tanti poteri specifici, ciascuno dei quali realizza uno specifico interesse pubblico.
rappresentato dalla causa. Motivazione La motivazione si collega sia alla dichiarazione che alla forma dell'atto amministrativo. Per l'articolo 3 della legge 241 del 1990, ad esclusione degli atti normativi e di quelli a contenuto generale, deve riportare: - i presupposti di fatto - le ragioni giuridiche che hanno determinato le decisioni dell'amministrazione La motivazione non può consistere in una formula stereotipata o generica, come ad esempio "per motivi di servizio". Ovviamente è superflua, e quindi non è necessaria, la motivazione in un atto di mera certificazione (es. un certificato di nascita) o in un atto che la Pubblica Amministrazione è obbligata, per disposizione di legge, a rilasciare. Per il vero, sebbene alcune trattazioni manualistiche indichino nella motivazione uno degli elementi essenziali dell'atto amministrativo, questa affermazione è discutibile. Contro la sua fondatezza milita, innanzitutto,il rifiuto di una richiesta o l'adozione di una misura restrittiva nei confronti di un soggetto. In questi casi, la motivazione serve a garantire la trasparenza e la giustificazione dell'atto amministrativo. Tuttavia, va precisato che la mancanza o l'insufficienza della motivazione non comporta la nullità dell'atto, ma ne determina l'annullabilità. Ciò significa che l'atto può essere impugnato e annullato solo se la mancanza o l'insufficienza della motivazione ha determinato un pregiudizio per il destinatario dell'atto. In conclusione, la motivazione è un elemento necessario per la validità di tutti i provvedimenti amministrativi, ma non è considerato un elemento essenziale. La sua mancanza o insufficienza può comportare l'annullabilità dell'atto, ma non la sua nullità.gli atti non provvedimentali di natura discrezionale. Forma La forma è un elemento che si lega alla dichiarazione, determinato per legge. Nel diritto amministrativo la forma degli atti è tendenzialmente libera, potendo l'atto amministrativo rivestire sia la forma scritta (es. un verbale) sia la forma orale (es. un atto iussivo) sia la forma simbolica o per immagini (es. un segnale stradale, che dai più si ritiene essere un atto di natura iussiva). In genere è la legge che stabilisce quale forma l'atto debba assumere, in ossequio ai principi di tipicità e nominatività degli atti. In difetto, occorre valutare il grado di incidenza dell'atto sulle situazioni giuridiche dei destinatari e la natura degli interessi in gioco, richiedendosi preferibilmente la forma scritta nel caso di provvedimenti limitativi della sfera giuridica altrui. Se la forma è essenziale, la sua violazione comporta, di regola, l'annullabilità.