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SETTORE, LEGGE DEL SOGGETTO ED APPLICAZIONE DEI PRINCIPI: PRIORITÀ DELLA RICERCA PER LA NORMA SPECIALE
I principi di diritto amministrativo, qualificabili come principi dell'ordinamento amministrativo generale, assumono un ruolo negli ordinamenti di settore (che si differenziano tra loro per le figure giuridiche che fanno parte del settore: istituti di credito, enti territoriali, ecc.) diversi da quello amministrativo. Questi ordinamenti utilizzano i principi amministrativi combinando i principi costituzionali in materia di decentramento e autonomia, con quello non costituzionale ma strutturale al nostro sistema giuridico, della prevalenza della legge speciale sulla legge generale. Infatti, la prevalenza della legge del soggetto che appartiene ad un determinato settore comporta che, per l'attività di organizzazione, prima di tutto bisogna applicare la normazione speciale che lo riguarda (es. statuto), poi la normazione speciale che disciplina enti, soggetti e settori simili, poi se le prime due non possono essere applicate perché vi
sonolacune alla normazione, si richiameranno i principi dell'ordinamento ammgenerale. Quindi, la legge del soggetto assume un ruolo più importante rispetto agli altri principi, proprio perché la p.a. è composta da figure soggettive e opera per enti, cioè per soggetti che hanno potestà amm e l'organizzazione e l'azione del singolo ente, comportano l'emersione di un momento organizzativo o atto amm che costituiscono indici di riconoscibilità del singolo settore o della figura giuridica soggettiva, che vengono marcati dalla norma specifica. (es esercizio potestà regolamentare dell'ente pubblico; se si effettua una valutazione di legittimità sui suoi risultati, si noterà che la valutazione verrà condotta in conformità alla legge dell'ente e successivamente, quando si riscontrerà la carenza di una norma che disciplina il singolo aspetto, sarà legittimo richiamare lalex specialis di enti o settori consimili.) L'applicazione dei principi dell'ord. Amm. Generale, è solo una fase eventuale del procedimento interpretativo, proprio per il principio della prevalenza delle norme speciali su quelle generali. Altro limite è quello del richiamo che le normazioni di settore fanno a favore della normazione dell'amministrazione generale (statale) e quindi, opera positivamente nei confronti di essa, proprio perché le amministrazioni non statali si ritengono derivate da quella statale, anche se adesso, tale concetto, è entrato in crisi con la riforma del titolo V della Cost, per cui spetta alle regioni la potestà legislativa generale nelle materie ad esse riservate. Oggi, quindi, risulta operativo il criterio della priorità della ricerca della norma speciale applicabile più dell'individuazione del principio statuale. ELABORAZIONE DEI PRINCIPI ED INTERPRETAZIONE DELLE NORME NELLE LEGGI AMM.... Quandosi afferma l'unità sistematica di un corpo di norme giuridiche, si intende la possibilità di elaborare tali norme in forma di principio e di interpretare quelle norme rientranti nelle leggi amm, sulla base di principi ricavati da quella elaborazione. L'elaborazione dei principi è frutto dell'apporto dottrinario e giurisprudenziale, mentre il legislatore fissa i principi e criteri direttivi per poter conformare la legislazione secondaria o regolamentare, mentre l'interpretazione delle norme attua l'effettività delle leggi amm. Il problema della formulazione di un principio in dir amm può nascere dal possibile contrasto con una normazione pubblicistica perché non vi è una prescrizione puntuale che definisce i margini dell'applicazione. (es. potestà annullamento in via gerarchica di cui è titolare il Ministro dell'interno sui provvedimenti definitivi adottati dal Prefetto sulla base delT.U. delle leggi di pubblica sicurezza che, per l'istituto in questione, utilizza la formula dell'annullamento d'ufficio. Il problema introdotto sta nel chiedersi se la prescrizione sia reiterativa di un principio generale e quindi, in tutti i rapporti che intercorrono tra autorità gerarch. Sovraordinata e quella inferiore, la potestà annullatoria viene esercitata anche in mancanza di norme esplicite, ovvero la previsione espressa dalla potestà lascia supporre l'inesistenza di un principio generale). Per risolvere tali questioni, si fa riferimento alla qualificazione normativa riscontrabile nelle leggi quadro o leggi cornice, meno agevole risulta per norme singole, come quelle regionali, che si basano invece sull'aspetto autodefinitorio. Quindi, la confezione di norme-principio, è un'esigenza legislativa soprattutto per l'adozione dei regolamenti attuativi e integrativi della norma primaria... E LE ULTIME TENDENZE: LA LEGGE
DI SEMPLIFICAZIONE E DIRIASSETTO, LA FORMULAZIONE DI PRINCIPI E CRITERIDIRETTIVI
Attualmente, il nostro ordinamento tende ad individuare nella legge annuale disemplificazione e di riassetto normativo il punto di riferimento per laprogrammazione e la confezione di principi e criteri direttivi che riguardanosingole materie di amministrazione e quindi singole funzioni amm. Nel piùrecente atto normativo(2003) hanno trovato spazio principi e criteri direttivi a cuila legislazione delegata deve attenersi per formulare principi generali per ladisciplina dei procedimenti amm a cui dovrà conformarsi la regolamentazionestatuale. I principi riguardano:la salvezza della discrezionalità amm nelledeterminazioni normative sugli atti amm di consenso; la non equivalenza trasilenzio della p.a. e rifiuto o diniego; rispetto degli obblighi,gravanti sulla p.a. diinformazione,partecipazione,contraddittorio,trasparenza e pubblicità nelle formestabilite dalla L.n.241/1990;
preferenza per l'assegnazione di funzioni decisionali agli organi monocratici ed ai dirigenti amministrativi rispetto a forme e strutture collegiali; omogeneizzazione normativa dei procedimenti amministrativi affini, di amministrazioni diverse o della stessa amministrazione; soppressione dei procedimenti non più rispondenti alle finalità della legislazione di settore o ingiustificatamente derogatori rispetto alla disciplina procedimentale generale. Questi principi sono dettati dal legislatore per conseguire l'obiettivo di riassetto della normazione amministrativa e quindi per rimuovere dubbi interpretativi secondo l'art. 12 disp.prel.c.c. FONTI DI PRODUZIONE E DI COGNIZIONE, PRINCIPIO DI GERARCHIA DELLE FONTI E PARI ORDINAZIONE TRA LE MEDESIME; LEGGI AMMINISTRATIVE E RISOLUZIONI DELLE ANTINOMIE La distinzione delle fonti di diritto nel binomio fonti di produzione-fonti di cognizione, viene ormai utilizzata per finalità descrittive della normazione esistente. Con riferimento soprattutto alle fonti di produzione, siPrincipio gerarchico delle fonti
Il principio gerarchico delle fonti, previsto dall'articolo 1 della disposizione preliminare del codice civile, può far perdere di vista la ricostruzione del diritto amministrativo come scienza negli ordinamenti moderni. Esso si presenta come un principio di chiusura del sistema giuridico senza tener conto che in un ordinamento democratico, gli atti-fonte della normazione amministrativa sono tutti sullo stesso piano in quanto esprimono interessi pubblici equivalenti. Ciò pone il principio di pariordinazione delle fonti che, nella normazione amministrativa, corrisponde alla pariordinazione degli interessi pubblici.
La pariordinazione delle fonti la ritroviamo nella nozione di legge amministrativa, di rilievo costituzionale (articolo 28), secondo cui qualificare una norma giuridica come legge amministrativa rende indifferente, dal punto di vista sistematico, la fonte di produzione, cioè se deriva da legge statale o legge regionale, ecc. Non bisogna però tralasciare che la risoluzione delle antinomie tra le leggi amministrative dipende dal valore gerarchico delle norme.
Esigenze di uniformità di trattamento di tutte le fonti di diritto dell'ordinamento generale. Quindi, ad esempio, nel rapporto tra legge e regolamento, secondo il principio gerarchico, il regolamento è subordinato alla legge, mentre secondo il principio di pari ordinazione, si prevede la continuità degli effetti del regolamento anche se fosse illegittimo, fino a quando non viene rimosso per annullamento giurisdizionale o per atto contrario dell'autorità titolare della potestà regolamentare.
QUALIFICAZIONE DEI REGOLAMENTI NEL QUADRO GENERALE DEGLI ATTI NORMATIVI ED IN PARTICOLARE DELLA NORMAZIONE AMM; AMPLIAMENTO DELLE GARANZIE SULLE SITUAZIONI GIURIDICHE, MOTIVI DI TALE AMPLIAMENTO….
I regolamenti sono una fonte tipica della normazione amm e dell'azione amm. La qualificazione dei regolamenti oltre ad essere prevista all'art 23 cost e solo la legge può stabilire quali interessi della collettività possono essere meritevoli di garanzia giuridica.
Tale garanzia consiste nell'attribuire una potestà autoritativa alla p.a. per soddisfare quegli interessi, facendo della p.a. un soggetto sovraordinato rispetto agli altri soggetti nei cui confronti viene esercitata tale potestà. Questo comporta che le situazioni giuridiche che fanno capo a tali soggetti devono avere una struttura unitaria (interesse legittimo) ed hanno una qualificazione sottordinata rispetto alla potestà. Questa concezione si scontra con la pariordinazione, secondo cui la legge disciplina rapporti e relazioni tra soggetti di diritto pariordinati tra loro a cui fanno capo situazioni giuridiche di vantaggio o svantaggio (obblighi, facoltà, diritti soggettivi, ecc). L'attribuzione di potestà ex lege determina: lo scompenso sostanziale del privato rispetto alla p.a.; ribadisce la supremazia istituzionale della p.a. e la necessità del potere esecutivo per l'attuazione della legge; suscita il sospetto di arbitrio.nell'esercizio di potestà (Silvio Spaventa ha parlato di irresponsabilità amm). Lo scompenso tra p.a. e privato viene evidenziato con la potestà regolamentare e, attraverso i regolamenti, viene garantita l'azione amm e la p.a. raggiunge i suoi scopi attraverso una duplice funzione: la prima di autoeliminazione del potere esecutivo (regolamento esecuzione) definendo fattispecie e modalità di esternazione della potestà sostanziale attribuita dalla legge (regolamento esplicativo) e per integrare elementi della fattispecie che la legge di attribuzione ha rimesso all'esercizio della potestà regolamentare (regolamento integrativo). La seconda funzione è di ampliare il quadro delle garanzie giuridiche del soggetto esposto all'azione amm, con la differenza che mentre le garanzie che nascono in via immediata dalla legge, si esauriscono nella verifica di esistenza della potestà, dando luogo a situazioni di diritto soggettivo ma con.tutela limitata, le garanzie nascenti dalla norma